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05-05-2005, 16.20.01 | #82 |
Utente bannato
Data registrazione: 04-11-2004
Messaggi: 1,010
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Quello che mi par altresì di capire, e che è importantissimo capire per non miraggiare, è invece l’inutilità e la dispersività energetica nell’adottare lo stesso trattamento al campo spirituale, come per esempio cercare di modellare un’irreale irrealtà.
Esatto! ma dietro a questo c'è un motivo che non è il semplice fatto di non poter verificare la validità del modello che potrei ideare. Avere "un'idea di qualcosa" significa unicamente disporre di un modello mentale che, per quanto dettagliato e verificato, tutto ciò che ci può dire di quel qualcosa rappresenta le interazioni possibili tra me homo sapiens e lui. Se ambisco a conoscere qualcosa che esula dalla relazione che lega me homo sapiens dal resto, in che modo un "modello mentale", per quanto elaborato e verificato, può aiutarmi? in nessun modo, mi riporterà sempre a guardare quel qualcosa dal mio punto di vista. Ecco che quando mi chiedo cosa diavolo ci sta sotto a tutto questo, cosa c'è dietro a questa relazione tra me e tutto il resto, scopro che per quanto abile nel modellare, non può esistere un modello che mi dica qualcosa di ciò che voglio sapere. Dunque non è indagando empiricamente che scoprirò alcunchè. Ne le neuroscienze, ne la Bibbia o i Veda, ne qualsiasi altra cosa che mi conduca alla piena condivisione di un "modello" potrà aiutarmi. Peccato che l’altro mio maestro, quello della signature, non sia più contattabile... per coinvolgerlo in questa forumata... Ma 2° Lui si potrebbe fare anche a meno del pensiero per guardare lo “scatto”... Hai ragione, è proprio un vero peccato! quel "sicario di miraggi" oltre a dilettarsi nella distruzione di modelli scadenti, andava raccontando di riuscire a vedere la "verità" senza doverla necessariamente tradurre in un modello.... chissà.... |
05-05-2005, 17.33.30 | #83 |
Utente bannato
Data registrazione: 15-10-2004
Messaggi: 1,265
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... chissà ...
... se...
alla domanda se esiste o meno un Dio, una verità o una realtà o comunque vogliate chiamarla, non può mai .essere data una risposta dai libri, dai preti, dai filosofi o dai saggi. Nessuno e niente può dare una risposta alla domanda tranne voi stessi ed è questo il motivo per cui vi dovete conoscere. (...) La verità non ha sentieri: questa è la bellezza della verità, che è viva. Una cosa morta può essere raggiunta percorrendo un sentiero perché è statica, ma quando capite che la verità è viva, in movimento, che non ha luoghi di sosta, che non la si trova in un tempio, moschea o chiesa, che nessuna religione, nessun maestro, nessun filosofo, nessuno, può guidarvi ad essa, allora capirete anche che questa cosa viva è quel che voi effettivamente siete: la vostra rabbia, la vostra brutalità, la vostra violenza, la vostra disperazione, l'angoscia e la sofferenza in cui vivete. La verità sta nella comprensione di questo e potrete capirlo solo se saprete come guardare queste cose nella vostra vita. E non potete guardare attraverso un'ideologia, attraverso lo schermo di parole, attraverso speranze e timori (...) Se volete comprendere la realtà dovrete darle tutta la vostra attenzione, tutta la vostra energia. L'attenzione e l'energia sono sconvolte quando create un modo fittizio, ideale. Potete dunque bandire completamente l'ideale? L'uomo veramente serio, con il desiderio pressante di scoprire cosa sia la verità, cosa sia l'amore, non ha alcun concetto. Vive solamente in ciò che è (...) Affrontate questa realtà; guardatela, non fuggitela. Nel momento in cui fuggite comincia la paura. (...) Un nuovo fatto non può essere visto dal pensiero. Può essere compreso dal pensiero più tardi, verbalmente, ma la comprensione di un nuovo fatto non è realtà per il pensiero. (...) Una mente viva è una mente tranquilla, una mente viva è una mente che non ha centro e quindi né spazio né tempo. Una mente simile è senza limiti, e questa è l'unica verità, l'unica realtà. (...) Cosa intendiamo con esperienza? Nell'esperienza c'è qualcosa di nuovo o di originale? L'esperienza è un fardello di ricordi rispondenti a uno stimolo e questa risposta è in accordo con il vostro bagaglio culturale, e quanto più abili siete nell'interpretare l'esperienza, tanto più è certo che ci sarà una risposta. Dovete quindi analizzare non solamente l'esperienza di un altro, ma anche la vostra. Se non riconoscete un'esperienza essa non lo è affatto. Ogni esperienza è già stata sperimentata altrimenti non potreste riconoscerla. Riconoscete un'esperienza come buona, cattiva, bella, santa e cosi via secondo il vostro condizionamento, e quindi il riconoscimento di una esperienza deve inevitabilmente essere vecchio. (...) Quando desideriamo sperimentare la realtà — come tutti vogliamo, non è vero? — per fare questa esperienza dobbiamo conoscere la realtà e nel momento in cui la riconosciamo l'abbiamo già proiettata e quindi non è più reale perché è entrata a far parte del campo del pensiero e del tempo. Se il pensiero può pensare a una realtà essa non può essere realtà. Non possiamo riconoscere una nuova esperienza. È impossibile. Riconosciamo solamente qualcosa che abbiamo già conosciuto e quindi quando diciamo di aver avuto una nuova esperienza essa non lo è affatto. La ricerca di ulteriori esperienze mediante l'espansione della coscienza, come si usa fare con varie droghe psiche-deliche, rientra ancora nel campo della coscienza ed è quindi molto limitata. (...) Una mente viva è una mente tranquilla, una mente viva è una mente che non ha centro e quindi né spazio né tempo. Una mente simile è senza limiti, e questa è l'unica verità, l'unica realtà. (...) Quello stato della mente che non può più lottare è la vera mente religiosa, e in quello stato mentale potete imbattervi in quella cosa che viene chiamata verità, o realtà, o beatitudine, o Dio, o bellezza, o amore. J.K. Da “Libertà dal conosciuto”.. Ubaldini editore |