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Vecchio 03-05-2005, 19.53.33   #51
il pensiero
Utente bannato
 
Data registrazione: 15-10-2004
Messaggi: 1,265
breve intervallo

con preghiera di continuare!


E che cosa siete voi, voi in quanto esseri individuali? Penso che ci sia una differenza tra l'essere umano e l'individuo. L'individuo è una entità limitata, che vive in un particolare paese, appartiene a una particolare cultura, una particolare società, una particolare religione. L'essere umano non è una entità limitata. È ovunque. Se l'individuo si limita ad agire in uno speciale angolo del vasto campo della vita, allora la sua azione è completamente disgiunta dall'intero. Bisogna tenere presente che stiamo parlando dell'intero, non del particolare, dal momento che il più piccolo è contenuto nel più grande, ma nel più piccolo non è contenuto il più grande. L'individuo è quella piccola entità, condizionata, avvilita, frustrata, soddisfatta dei suoi meschini dèi e delle sue insignificanti tradizioni, mentre l'essere umano partecipa del benessere totale, della totale miseria e della totale confusione del mondo.
(...)
conflitto che è contraddizione, stato di disunione, di separazione, dualità. Osservando noi e i nostri rapporti con la società ci rendiamo conto che ad ogni livello del nostro essere compare il conflitto — conflitto minore o maggiore che genera reazioni molto superficiali o effetti disastrosi
(...)

Cosa è successo alla vostra mente quando non fate più paragoni, quando non c'è ideale, non c'è opposto, non c'è il fattore del dualismo, quando non vi struggete più nel tentativo di essere diversi da quello che siete? La vostra mente ha smesso di produrre l'opposto ed è diventata estremamente intelligente, sensibile, capace di immenso entusiasmo, poiché lo sforzo è spreco di entusiasmo — entusiasmo che è energia vitale — e senza di esso non potete far niente.
(...)
Vediamo dunque come il desiderio è la fonte di ogni contraddizione — volere o non volere qualcosa — è un'attività dualistica.
Perché c'è dualismo? C'è ovviamente dualismo nella natura — uomo e donna, luce e ombra, notte e giorno — ma perché c'è dualismo intimamente, psicologicamente?
(...)
. Perché abbiamo questa dualità psicologica? È perché siamo sempre stati educati a paragonare "ciò che è" con "ciò che dovrebbe essere"?
Forse che questo dualismo è sorto perché crediamo che pensando all'opposto della violenza, dell'invidia, della gelosia, della meschinità, possiamo liberarci di queste cose?
(...)
È il pensiero che produce la dualità in tutti i nostri rapporti; c'è in noi una violenza che ci da piacere ma c'è anche il desiderio di pace, il desiderio di essere dolci e gentili. Questo è quello che succede durante tutta la nostra vita. Il pensiero non solo genera questa dualità, questa contraddizione, ma accumula anche innumerevoli ricordi che abbiamo del piacere e del dolore, e da questi ricordi rinasce. Il pensiero è cosi il passato, il pensiero è sempre vecchio, come ho già detto
(...)


J.K.
Libertà dal conosciuto
Ubaldini editore
il pensiero is offline  
Vecchio 04-05-2005, 00.43.09   #52
esperantiano
Ospite abituale
 
Data registrazione: 04-11-2003
Messaggi: 218
da esperantiano

La consapevolezza è uno stato collegato alla memoria, e che varia al variare della quantità di dati allocati in memoria, nonchè al variare della capacità di intervenire sulla memoria stessa, e di gestirla.

La consapevolezza è dunque una costruzione personale, individuale, diversa da persona a persona.

Possiamo dire, in base alle ricerche scientifiche, e quindi in base a dei risultati condivisibili da tutti, che la memoria, nella sua più piccola realtà, ci risulta presente nell'elettrone che, dunque, secondo Charon, "ha capacità di scelta".

Tuttavia l'universo interno dell'elettrone non corrisponde alla densità che noi percepiamo come "materia", e si deve concludere che esso sia costituito di pura energia.

Questo vuol dire che lo spazio "fisicamente" influenzato da un elettrone operante nel nostro mondo di riferimento, non corrisponde allo spazio che l'elettrone effettivamente impiega per elaborare e memorizzare le proprie esperienze.

Per analogia si sostiene da più parti la non coincidenza tra mente e cervello. La mente, come lo spazio interno dell'elettrone, è uno spazio neghentropico, che si contrappone al cervello, che opera come l'elettrone considerato nello spazio esterno.

Ora: la consapevolezza è una funzione crescente strettamente monotòna. In altre parole si può imparare ma non disimparare (apparenti eccezioni confermerebbero questa regola). La consapevolezza implica pertanto stabilità, il che non è possibile in uno spazio entropico.

Dunque è legittimo ipotizzare che la "sede" della consapevolezza non può essere il cervello, ma la mente, intesa come struttura elettromagnetica "contenente" un cervello (inteso come regione materica di una struttura elettromagnetica).

La vita che noi percepiamo come realtà si qualifica sempre più come rapporto tra spazio entropico e spazio neghentropico, il primo più formale e sperimentativo, il secondo più sostanziale ed elaborativo.

Nonostante gli innegabili progressi della scienza moderna, che fino ad ora si sono dimostrati conferme esatte delle antiche conoscenze teosofiche, occorre "restare con i piedi a terra", riconoscendo che in ogni caso l'intero nostro ambito di ricerca e di conoscenza è limitato ad un "intorno", al di là del quale nessuno strumento attualmente in nostro possesso ci consente di compiere esperienze condivisibili o di trarre conclusioni razionalmente sostenibili.

Per questo considero errato, ad esempio, ritenere che gli uomini possano parlare di tutto. L'essere umano, con la sua storia terrestre e le sue conscenze anche ampie, non può dire nulla sui massimi sistemi, sull'assoluto o su ciò che si cela al di là delle "barriere" che si ergono alla periferia del suo campo di coscienza.

Quando qualcuno crede di poter parlare di assoluto o di massimi sistemi non fa altro che sostituire il condivisibile e il sostenibile con l'opinabile e il fantastico: si può anche dire che si opera una sostituzione dell'oggettivo con il soggettivo.

Mi colpì molto, quando studiavo teosofia, un'espressione che viene usata per indicare un sistema solare o una galassia: "Colui Del Quale Niente Si Può Dire". E se noi consideriamo che, effettivamente di tali "massimi sistemi" sappiamo veramente poco o niente, si può apprezzare tale espressione, e l'implicito insegnamento che trasmette a chi è ricettivo.

Consapevolezza, quindi, potrebbe essere possesso e gestione elaborativa della memoria mentale, la quale si evolve in un universo neghentropico, parallelo a quello entropico dove ambientiamo le nostre esperienze.

esperantiano
esperantiano is offline  
Vecchio 04-05-2005, 01.52.02   #53
Mistico
Utente bannato
 
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
Citazione:
Messaggio originale inviato da nonimportachi
Non è poi così impensabile che in futuro sia possibile mappare ogni processo neurale identificabile dalla nostra coscienza. E’ più che verosimile che l’insieme di questi processi neurali che risultano attivi in un determinato istante costituisca l’ “io” di quell’istante.
Si è già scientificamente appreso che ciascuno di noi formula un medesimo concetto per tramite di differentissimi schemi di "scintillazione" sinaptica. Perfino le aree cerebrali adibite sono solo grossomodo le stesse. Per questa ragione si è compreso come mai non sia facile comunicare telepaticamente: I campi elettrici prodotti durante un determinato concetto "formulato" da un cervello, quando applicati alla medesima area di corteccia cerebrale di un altra persona, in genere non producono risultato. Quando, raramente, producono un riflesso, si tratta puntualmente della formulazione di un concetto o una sensazione totalmente differente che però è univocamente conseguenziale al medesimo stimolo. Si suppone che la ragione di questa diversità dipenda dalla casuale utilizzazione degli elementi dei nostri "banchi di memoria" al momento della prima catalogazione. Per esempio, la medesima configurazione mnemonica che in me rappresenta il concetto di "TAVOLO", in te potrebbe tranquillamente richiamare il concetto di "VENTO SOTTERRANEO CELESTE/VERDINO" ed è questo tuo concetto che dovresti formulare per avere qualche possibilità di indurmi telepaticamente il concetto di "tavolo".
Citazione:
Dividere la materia in molecole, poi le molecole in atomi, gli atomi in particelle etc etc… è un ottimo sitema per crearsi dei modelli che siano in grado di simulare efficacmente i meccanismi dell’universo. Ma è un’attività che l’individuo opera nel considerare ciò che percepisce per renderlo prevedibile e trattabile.
E' vero, l'azione mentale del considerare la suddivisione è una procedura razionale, ma che Tutto sia effettivamente in tale modo suddiviso... è un fatto. Perciò, il considerare Tutto ed ogni sua parte quale aggregato è l'azione mentale meno errata, ...ti pare?
Citazione:
Se adesso in Nuova Zelanda il signor Smith starnutisce, l’evento è assolutamente indifferente per la mia coscienza.
Anche il fatto che il "neurone Mistico" ed il "neurone Nonimportachi" stiano ora scintillando tra di loro secondo un determinato schema... risulta assolutamente indifferente al "neurone George Bush", ma a monte di questi tre neuroni, c'è la mente "Mistico -unione- Nonimportachì" che sta formulandio una particolare successione e combinazione di sensazioni e pensieri che ciascuno dei due "neuroni", isolatamente, non avrebbe formulato da solo. La consapevolezza di questa "mente di unione" non appartiene ne' al neurone Mistico, ne' al neurone Nonimportachi... eppure chi ci legge, ora, può avere la sensazione che il discorso che noi due stiamo ora facendo sia frutto del gruppo che noi due formiamo adesso: un nuovo e temporaneo individuo, che con un po' di pratica chiunque imparerebbe a riconoscere dal carattere che esprime. Orbene, la consapevolezza di questo nuovo gruppo noi non la avvertiamo, ma altri possono riconoscerla facilmente e semplicemente perchè c'è!

Citazione:
eterno? E come modellizzi questo cencetto nella tua testa? Dove lo hanno imparato i tuoi neuroni?
Non lo so come modellizzo questo cencetto nella mia testa, ne' so dove lo hanno imparato i miei neuroni... non sono affatto sicuro quanto te di avere la paternità di ogni cosa che ho a disposizione... Ma scusa, non stiamo parlando di "Consapevolezza"? e la consapevolezza credi davvero che nasca e muoia nel puntino infinitesimale che noi riconosciamo con un nome e cognome?

Ogni tanto, dalla Consapevolezza di Qualcosa di molto più "a monte" di noi, nozioni e chiareza "permeano" nella nostra minima coscienza... Vogliamo dire che sappiamo perchè siamo bravi a capire? O vogliamo ammettere che attorno a noi c'è tanta di quella Verità che bisogna essere bravi, invece, a riuscire a continuare ad ignorarla tutta?... Non sarebbe possibile: Sarebbe come pretendere di attraversare a nuoto un oceano senza bagnarsi mai!

Ultima modifica di Mistico : 04-05-2005 alle ore 01.58.22.
Mistico is offline  
Vecchio 04-05-2005, 02.25.42   #54
Mistico
Utente bannato
 
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
Re: da esperantiano

Citazione:
Messaggio originale inviato da esperantiano
...Per questo considero errato, ad esempio, ritenere che gli uomini possano parlare di tutto. L'essere umano, con la sua storia terrestre e le sue conscenze anche ampie, non può dire nulla sui massimi sistemi, sull'assoluto o su ciò che si cela al di là delle "barriere" che si ergono alla periferia del suo campo di coscienza.

Quando qualcuno crede di poter parlare di assoluto o di massimi sistemi non fa altro che sostituire il condivisibile e il sostenibile con l'opinabile e il fantastico: si può anche dire che si opera una sostituzione dell'oggettivo con il soggettivo...
Condivido quasi tutto quel che hai detto... meno quanto ho riportato in quote.

Diciamo che l'uomo può parlare di tutto... ma può non aver ragione su tutto. Ti pare?

Certamente quando si argomenta sui "massimi sistemi" diventa di "minima probabilità" la possibilità di avere opinioni attendibili... Però, anche se la nostra mente azzarda ipotesi o addirittura crede in tali azzardi, c'è sempre la possibilità di poter riuscire ad intravedere la "sostanza" di una immensa realtà troppo grande da potersi raccogliere interamente nella propria comprensione.

Ricordi i romanzi di Giulio Verne? "dalla terra alla luna", per esempio?

Con un po' di cultura è possibile "intravedere" cose che saranno assodate soltanto in un lontano domani. Con un po' di capacità di sintesi e di analisi si può fare il mestiere del "profeta".

E' la capacità di astrazione che contraddistingue l'essere umano dalle altre specie: prevedere... ed avere l'anticipazione di una certezza che nasce di già quale "certezza"! Se non avessimo avuto questa caratteristica... saremmo ancora su qualche albero a masticare germogli...
Mistico is offline  
Vecchio 04-05-2005, 07.25.15   #55
il pensiero
Utente bannato
 
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Messaggi: 1,265
flying Neuronys

Per favore insigni forumisti uscite dalle vostre orbite e ritornate a terra prima che sia troppo tardi...

Secondo me voi avete preso la moglie di un grosso grankio e la avete ckiamata consapevolezza, ma...

...secondo me cercare di incastrare la vera consapevolezza dicendo che con essa non si possono indagare i massimi sistemi è non aver capito un tubo.

...anche perché i massimi sistemi potrebbero essere massime allucinate invenzioni del pensiero.

Quindi riassumendo qui sulla terra:

La realtà che noi umani crediamo di contattare è in realtà un reale miraggio della mente!

Ma però voglio farvi una domandina semplice, semplice, miei illustri cervelloni:

Pensate che il pensiero possa riconoscere se stesso?
Quali sarebbero le conseguenze di questa ipotesi sul pensiero stesso?
Come potremmo chiamarla legittimamente questa condizione?
il pensiero is offline  
Vecchio 04-05-2005, 09.52.12   #56
Kannon
Utente bannato
 
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Citazione:
Messaggio originale inviato da La_viandante


ke poi su consiglio dello stesso enunciante di tale sofisticato concetto (assolutamente sensa senso) bisogna dire MEDITAZIONE e' piu' semplice dice, e io nn so se devo ridere.. ma se kannon e' davvero convinto allora mi sovviene un po' d tristezza e non posso infierire ancora... lo sto facendo.. perdonami kannon, ma spero ke mi stessi prendendo tu in giro a me, lo spero per te


Il problema, qual'è?



Ciao.
Kannon is offline  
Vecchio 04-05-2005, 10.07.22   #57
La_viandante
stella danzante
 
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uh kannon, bentornato, avevo davvero paura d averti messo in fuga io.. ma te sei piu' di gomma d me, piu' te buttano giu' piu' rimbalzi su

bene se per te nn esiste il problema altrettanto per me, io ritengo senza senso quello che dici almeno alla mia strutturazione neurale(sulla quale stiamo ampiamente facendo progressi di consapevolezza) non xviene nulla di logico, ma se pure in questa illogicita' tu riesci a farti un idea, allora buon per te

pero' leggendovi voialtri, zio_kabir, espe, e nonimportaki' pensavo una cosa

se quello che perviene alla nostra coscienza e' assolutamente casuale, ossia e' casuale che una connessione sinaptica sia solo in quel momento piu' forte delle altre e piu' di lunga durata nelle aree adibite alla coscienza, o meglio, in un caos di suoni, urla, parole, odori, temperatura, noi siamo coscienti solo di una parte di tt queste cose, il Tutto dio_kabir... gioca a dadi?
La_viandante is offline  
Vecchio 04-05-2005, 10.15.39   #58
il pensiero
Utente bannato
 
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Messaggi: 1,265
carrette e transatlantici

Giakké la tarda risposta mette in evidenza la tarda attività di questi super cervelloni che probabilmente si sono persi andando in overflow navigando avventatamente in tondo in questa avventura in spazi sconfinati...
mi sento costretto ad estendere la domanda anche ai forumisti che navigano i lori limitati cervelli salpano con arrugginite e sforacchiate carrette del pensiero.


P.S.
Ho anche il piacere di annunciarvi ke c’è in attesa di varo un’ altro pressante quesito tematico...
il pensiero is offline  
Vecchio 04-05-2005, 10.38.04   #59
Kannon
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Citazione:
Messaggio originale inviato da La_viandante
uh kannon, bentornato, avevo davvero paura d averti messo in fuga io.. ma te sei piu' di gomma d me, piu' te buttano giu' piu' rimbalzi su

bene se per te nn esiste il problema altrettanto per me, io ritengo senza senso quello che dici almeno alla mia strutturazione neurale(sulla quale stiamo ampiamente facendo progressi di consapevolezza) non xviene nulla di logico, ma se pure in questa illogicita' tu riesci a farti un idea, allora buon per te

pero' leggendovi voialtri, zio_kabir, espe, e nonimportaki' pensavo una cosa

se quello che perviene alla nostra coscienza e' assolutamente casuale, ossia e' casuale che una connessione sinaptica sia solo in quel momento piu' forte delle altre e piu' di lunga durata nelle aree adibite alla coscienza, o meglio, in un caos di suoni, urla, parole, odori, temperatura, noi siamo coscienti solo di una parte di tt queste cose, il Tutto dio_kabir... gioca a dadi?

Hai mai provato la "meditazione"? Quanto la conosci realmente?



Ciao.
Kannon is offline  
Vecchio 04-05-2005, 10.47.51   #60
Mistico
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Re: flying Neuronys

Citazione:
Messaggio originale inviato da il pensiero
...Pensate che il pensiero possa riconoscere se stesso?
Quali sarebbero le conseguenze di questa ipotesi sul pensiero stesso?
Come potremmo chiamarla legittimamente questa condizione?
"Effetto Larsen"
Mistico is offline  

 



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