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31-03-2005, 08.25.44 | #32 | |
Ospite pianeta Terra
Data registrazione: 17-03-2003
Messaggi: 3,020
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Divenire Vita... (X Visechi..)
Citazione:
Siamo insieme com-partecipi dell'essere spiaggia e non vedi nulla di metafisico vivi coerentemente con quello che sai ma non basta sapere di essere.. Bisogna acquistare. ..in sintesi portare gli "arti" inutilizzati ad essere riattivati. Quando la mente è imbarazzata da qualche problema che non riesci a risolvere chiedi l'intervento al tuo "Essere spirituale".. e non lo sai. Quando ti trovi in difficoltà, lontano dalla spiaggia e dimentichi di essere tu stesso granello chiedi al dio che è in te... al tuo dio interno ed il tuo dio interno parte dello stesso corpo e stessa natura del Tutto ti porta in segreto il suo Amore impersonale.. e tu non lo sai. Sentirsi mentalmente Uno con tutte le cose attraverso l'evoluzione della vita è il primo passo e progresso da difendere.. La meditazione può aprire un mondo meraviglioso e farci scoprire come riattivare gli "arti" atrofizzati che vivono al nostro interno e permettterci di elevarci ad una vita più serena e non avere più debiti d'amore ed a rendere le nostre Forze nascoste robuste e provvidenti.. Questo è in parte Essere Vita...divenire Vita. bellissima la tua metafora! gentile Amico, ti abbraccio a. Ultima modifica di atisha : 31-03-2005 alle ore 08.29.11. |
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31-03-2005, 09.44.07 | #33 | |||
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
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Citazione:
Per VanLag Non ho nulla da aggiungere o da replicare a ciò che hai scritto tu…. Condivido in pieno. Ricambio la simpatia P.S.: qualche illuminato l’ho rivalutato, riuscendo anche ad apprezzarlo… taluni, non spocchiosi, sanno trasmettere messaggi che comunque affascinano… è un mondo nuovo. Per Rodi e VanLag Citazione:
Affabulatoria, affabulatrice, afabulatoria o afabulatrice… beh… che cacchio di termine mi è venuto in mente… rileggendolo mi è sorto il dubbio che richiedesse una sola ‘f’, ma accidenti a me, non potevo trovare un sinonimo, così come suggerito da Rodi? Eppure non me ne viene in mente uno… di solito scrivo di getto, se rileggo lo faccio una sola volta… in sostituzione di quel termine potrei utilizzare logorroica, ecco <eruzione logorroica>, oppure <eruzione di parole>. Comunque richiede le due ‘f’ ed il termine è corretto. Il significato della frase è il seguente: Le emozioni, le intenzioni, le sensazioni sono astrattezza, esse hanno una loro consistenza fumosa e piuttosto complessa. Come un fumo, queste, non assumono una forma facilmente definibile, ma pervadono l’intimo dell’uomo. Cercare di comunicarle compiutamente, tentare di trasmettere il morso o la carezza che producono nel cuore di chi le vive attraverso il linguaggio sia verbale che scritto è impresa quantomeno ardua, perché il linguaggio si esplica attraverso segni concreti o suoni concreti, statici che non colgono nella loro accuratezza le varie sfumature….. è come pretendere di scattare una foto ad una pallina che ribalza… con la foto (con il linguaggio) cogli un attimo dell’intero percorso della pallina, ma non l’intero suo tragitto. Così avviene per il fumus del coacervo delle emozioni di un momento. Quello si muove, vive, la parola trasmette solo un fotogramma dell’intera sequenza. Per Viandanteinattuale Che dire? Belle le nostre dispute in merito alla Chiesa cattolica… attendo tuoi interventi… Ciaoooo Citazione:
<Sentirsi mentalmente Uno con tutte le cose>. Ho letto di recente che la separazione dal divino è avvenuta nell’uomo a causa dell’insorgere prepotente e violento della coscienza. La coscienza scoprì il sacro (che significa separato). Lo scoprì e lo percepì altro da sé stessa. Un qualcosa a cui tendere e, al tempo stesso, da cui continuare a mantenersi distinta. Le tue parole riproporrebbero l’uomo nella condizione primigenia, quando la coscienza non si era ancora imposta. La coscienza nasce da una violenza, una decisione, una separazione, e la morale è la conseguenza di questa separazione. Si sarebbe perduta – sempre per l’autore di questo illuminante saggio (Galimberti Umberto – <Orme del sacro>; o anche <Gli equivoci dell’anima>, entrambi edizioni Feltrinelli) – l’antica unità oggi rappresentata dai simboli…. Non so che dire… leggendoti riporti alla mia memoria questi due bellissimi saggi. Ciao, ricambio l’abbraccio Ciaooooo |
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31-03-2005, 14.53.35 | #34 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 07-05-2003
Messaggi: 1,952
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Citazione:
quanto vale di più uno sguardo rispetto ad una parola, o anche un contatto fisico, anche una sola pacca sulla shiena... o il conoscere la persona che c'è dietro delle parole e completarle con la sensazione che abbiamo di lei... le parole da sole sono monche. |
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31-03-2005, 16.33.25 | #35 |
Utente bannato
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
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Le parole, per qualcuno, sono come i colori per un pittore, il marmo per uno scultore, sono il mezzo per creare quella parte di Tutto che a lui spettava divinamente compiere.
Meravigliosamente o dozzinalmente non conta. Quando qualcosa non è bello, forse sarà utile, forse non importante e sicuramente mai inutile se è vero che Tutto deve Essere. Il bello ed il brutto sono reletivi ai discutibili gusti di noi Parti temporanee e quel che facciamo, potrebbe sopravviverci di gran lunga e chissà... se, come e quando, le nostre conseguenze fioriranno a favore di un evento che farà la differenza tra lo ieri ed il domani. Molti uomini oggi riconosciuti "grandi" sono morti in povertà e sconosciuti. Certamente non è possibile esistere senza partecipare alla costruzione della storia, magari ignota... ma storia! P.S. ...e qualunque cosa venga in esistenza è funzione di quel che l'ha preceduto. Siamo figli di Dio. Siamo dei, padri di Dio. Siamo fratelli di dei. Non credete a nulla meno di tanto... e, soprattutto, non amatemi, che siete H2S e non ve lo potete permettere! Ultima modifica di Mistico : 31-03-2005 alle ore 16.44.16. |
31-03-2005, 20.42.35 | #36 |
Ospite pianeta Terra
Data registrazione: 17-03-2003
Messaggi: 3,020
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X Visechi
<Sentirsi mentalmente Uno con tutte le cose>. Ho letto di recente che la separazione dal divino è avvenuta nell’uomo a causa dell’insorgere prepotente e violento della coscienza. La coscienza scoprì il sacro (che significa separato). Lo scoprì e lo percepì altro da sé stessa. Un qualcosa a cui tendere e, al tempo stesso, da cui continuare a mantenersi distinta. Le tue parole riproporrebbero l’uomo nella condizione primigenia, quando la coscienza non si era ancora imposta. La coscienza nasce da una violenza, una decisione, una separazione, e la morale è la conseguenza di questa separazione. Si sarebbe perduta – sempre per l’autore di questo illuminante saggio (Galimberti Umberto – <Orme del sacro>; o anche <Gli equivoci dell’anima>, entrambi edizioni Feltrinelli) – l’antica unità oggi rappresentata dai simboli…. Non so che dire… leggendoti riporti alla mia memoria questi due bellissimi saggi. Ciao, ricambio l’abbraccio
Galimberti!...mi è sempre piaciuto... Bene...ora che abbiamo "scoperto" questa chiave ...usiamola! La coscienza...cosa è mai la coscienza?? solo la coscienza di esistere? di muoverci? è cercare di comprendere cosa risiede all'origine di ogni atteggiamento, evento e senso dell'esistenza... è acquisire consapevolezza, andare oltre lo specchio delle nostre illusioni, uscire dalle nostre assurde creazioni e quindi uscire dai nostri confini "mentali"....dalle nostre gabbie.. pensi che l'uomo non le abbia?? ciauuuu |
02-04-2005, 01.10.49 | #37 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 02-04-2005
Messaggi: 1
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Vedo, pagine bianche che deridono mentre la penna sanguina perchè vuole dire e ancora dire.
Vedo rincorrersi pensieri, musica, emozioni mentre pensi che forse è giunta l'ora di appendere la tua lira al solito salice. Vedo POESIA che chiede di sporcare quell'irriverente candore del tuo foglio. Allora non è tempo ancora di smettere di dire. |
04-04-2005, 08.50.30 | #38 | |
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Messaggi: 2,614
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Citazione:
Secondo me è qui che ti 'perdi'.. Le parole sono strumenti bellissimi purché usate con parsimonia ed arte aiutano e dipingono sfumature difficilmente comunicabili nei particolari seppur con tutti i limiti dell'interpretazione personale e non -per fortuna o purtroppo- oggettiva; ma le stesse che arricchiscono la tua vita comunicativa dandogli maggiormente possibilità di accenti, vengono ad essere in questo caso per tuo limite auto-imposto -e non insito quindi nella limitatezza del linguaggio verbale!- motivo e trappola fondamentale di errore. Le parole crescono, si evolvono, si arricchiscono con noi, con la nostra consapevolezza, attraverso il nostro cammino.. Non sono stantie, non sono mai morte, ma sempre in perenne movimento, si trasformano con noi, col nostro percorso, nel nostro ampliarci, nella nostra sempre nuova coscienza del sentire, del percepire, del vivere. Ora ciò che vedo fallire non sono le parole e la loro potenza ma il fermarti ad affermare che essendo la vita umana alquanto comprensibile ciò la privi in un qualche modo della sua sostanziale sacralità.. Come se godendo di un Monet tu potessi affermare che essendo in fin di conti, nient'altro che tela e colori e giochi di consistenze e profondità, l'opera non valga poi quel granché.. Come se tranquillamente osservando e descrivendo da lontano due esseri che si accoppiano ne potessi dedurre dal di fuori il significato profondo di ciò che accade tra loro.. Questo è il rischio di ogni scienziato e d'ogni mente analitica, ma come ben saprai il poter conoscere e descrivere un qualcosa è lungi dall'esserlo e dal 'possederlo-percepirlo-in sé'.. Non è mettendo distanza tra te e le cose che ne potrai cogliere l'<anima> né attraverso l'identificazione.. Lo può essere -a mio avviso- il percorrere un sentiero che non sia l'uno né l'altro e tanto meno un ipotetica matematica via mediana.. Ma al massimo cercando -quando possibile- di vivere l'esperienza tanto più 'intensamente' possibile senza identificazioni di sorta, né banalizzazioni di superficie.. Sarebbe sennò come voler scoprire il mistero della vita tramite autopsia.. Tutto fila liscio in ciò che dici..: le parole, la loro limitatezza, l'osservatore, la sua limitatezza che è egli stesso.. Il posto d'onore del dubbio come migliore strada all'indagine, ma alla fine ti perdi come uno scienziato deluso di fronte al suo cadavere fatto a pezzi.. Ed allora dimmi.. : cos'è per te 'metafisico' (nominabile da questa bocca umana)??? Cos'è in grado -qui da essere umano in terra- di farti vibrare tutto l'essere di stupore..?? Di meraviglia?? Il dolore della vita è dunque così forte o così troppo lieve da impedire al tuo essere di Osare la via del <dubbio infantile>, quello capace di non fermarsi di fronte a qualsiasi domanda, a qualsiasi dubbio ed all'unisono dell'uno e dell'altro vibrare del non sapere, sapendo questo incredibilmente potente e miracoloso?? C'è un rischio tra il contenere troppo dentro sé ed il contenere nulla, nel primo caso si è talmente pieni da non aver spazio sufficiente ad accogliere in sé (e quindi ti saluto stupore e mistero-miracolo); nel secondo caso conoscere talmente nulla di se stessi da essere incapaci di rapportarsi a qualunque altra cosa, poiché tutto è non solo sconosciuto ma anche fondamentalmente rifiutato per impossibilità a poterlo accogliere non sapendo <come>.. Non è polemica la mia.. Apprezzo l'anima in ciò che scrivi, nel come cerchi di far di parole colori e carezze -a volte buchi neri, ma come tutti d'altronde!- Ciò che non apprezzo è la tua fermata anticipata.. Perché?(!) Non mi interessa aver ragione o torto dichiarati.. Quando e se posso dare, prendere, bere ed offrire un poco di quel che ho.. (quando l'ho.. !).. Un abbraccio.. gyta |
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04-04-2005, 13.05.31 | #39 | ||||||
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
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Galimberti, grande e complesso…. Appena avrò tempo inserirò qualche suo pensiero, qualche pagina scovata fra le tante da lui scritte… illuminanti, interessanti, che colpiscono, che fanno ‘riflettere’…. Ma non è il riflettere la strada che lui propone… eppure fanno riflettere…. Appena avrò tempo… duro lavoro di ricopiatura, sempre che non riesca a trovare i medesimi passaggi su qualche sito Web. Si potrebbe partire da lì…. Ahhh, per quel che ho avuto la grazia (sorriso non provocatorio e tantomeno ironico) di vedere, molti suoi pensieri riflettono bene il tuo modo di concepire le cose. Citazione:
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Parli di limite auto-imposto, come se trattenessi nella penna parti essenziali di quel che intendo comunicare, come se mi volessi intenzionalmente fermare al di qua di un limite impostomi per riservatezza, timore o chissà perché… non so se sia così, potrebbe essere, ma non è una difesa consapevole… di solito non ho alcun timore a raccontarmi, ma non capisco cosa potrebbe trovarci d’interessante una terza persona. Come dicevo prima, secondo me le parole possiedono un limite congenito, non riescono a trasmettere tutto,… neppure il sanscritto, che è nota per essere il sistema di comunicazione verbale più completo che esista sul pianeta, è in condizione di superare il limite estremo dell’incomunicabilità del profondissimo messaggio metafisico insito nella spiritualità orientale. Per questo motivo , per sopperire a questa limitatezza invalicabile e non altrimenti superabile o aggirabile, l’uomo, nel percepire o nell’entrare in contatto con il ‘sacro’ o il ‘divino’, si affida maggiormente al simbolismo. Il simbolismo, a differenza della parola, che è un de-cidere (de-caedere… cioè tagliare), che promana dall’attività riflessiva dell’uomo, quindi mentale, tiene unite le differenze, le raggruma, non è soggiace ai principi di ‘non contraddizione’ o di’ commensurabilità’; non è, in poche parole, scientifico. Il simbolo travalica la mente, infiggendosi ed instillandosi proprio nel nucleo dell’umano ‘sentire’. Al divino, al sacro, non appartiene il giudizio, nessuna morale, né bene, né male… queste cose le comprendo con la mente, per cui, ragionandoci su, pensando a queste cose, non posso far altro che operare dei tagli, de-cidere anch’io. Il simbolismo spiegato, è un simbolismo depauperato ed in sterilità della sua peculiarità primigenia ed ‘essenziale’, cioè la sua capacità di travalicare le capacità di analisi e spiegazione della mente. Ovvio che quanto scrivo è solo capito, non certo sentito… saranno mie connaturate limitatezze? In relazione a quanto affermi circa la dinamicità e la ’vitalità’ del linguaggio, non potrei che darti ragione, sono d’accordo, ma è una dinamicità e vitalità che inerisce più che altro alla sintassi, alla costruzione del pensiero attraverso l’utilizzo di nuovi termini, proprio perché il linguaggio avverte il proprio limite. Il nucleo del logos, intendendosi con questo il nucleo centrale del sentire, cioè la Verità, è indicibile, incomunicabile di per sé. Il modo di esprimere sé stessi varia con il mutare delle condizioni, con il crescere delle esperienze e dell’età… questo è quantomai vero; il linguaggio è vivo, è cosa viva che si rigenera e si evolve, ma, posti i propri limiti intrinseci, assume un verso spiraliforme senza mai riuscire a sfociare nella comunicazione omnicomprensiva. Citazione:
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Immagina un bambino in braccio ad una donna. Immagina la sua testa fra le mani e le braccia di questa mamma. Prova a vedere le sue labbra attaccate al capezzolo di questa donna. Prova e vederlo mentre con una manina si tiene aggrappato al seno della mamma, con un sorriso fra le labbra e con gli occhietti vividi osserva il volto della madre che lo sostiene, rimirandolo con un sorriso. Che osserva suo figlio mentre le protende le braccia e le mani in segno di fiducia, di abbandono totale, mentre da lei attinge la vita, il nutrimento. C’è abbandono in questo? Osserva, sempre come in un’immagina eidetica, il viso della mamma mentre con uno sguardo protettivo e felice allatta il bimbo, e lo guarda dritto negli occhi come per dirgli <sono qui con te, tu sei me, io sono te… in te ci sono io, in me ci sei tu>. E’ abbandono questo? Credo che questa immagine (fra l’altro vera e osservata da me tantissime volte) ci sia un po’ anche il significato della vita. Una confusione totale fra esseri concreti, che vivono… questa immagine non la potrai, credo, paragonare con null’altro di astratto. La meraviglia più grande? La vibrazione cosmica che ho sempre percepito? Mia moglie con suo figlio, mio figlio con sua madre. E’ vita! Ciao anche a te… ci hai messo un po’ di tempo per apparire su questo sce(m)nario, ma alla fine sei giunta. |
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04-04-2005, 13.24.25 | #40 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-10-2004
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Scritto e parlato
Salve a tutti con molta umiltà porto una mia impressione (non ho letto tutto il 3d)........
Un giorno, nel corso di una conversazione un po’ accesa, mi dissero che le mie parole non avevano anima, sei poi passato alla descrizione della "limitatezza" (scusatemi il neologismo) della parola scritta......i limti sono nella mancanza del rapporto diretto (visivo) tra i due o piu "inrterlecutori"; se tutto questo non centra niente scusate il disturbo |