L'osservatore e' un centro permanente ma non di gravita'. Sto ancora riflettendo sul significato. Ciao

ciao e buon giorno a tutti...
certamente sono solo parole.
Secondo me invece il termine rispecchia l'esperienza.. è complementare...sia per il centro..che per la permanenza e per la gravità, dove tutto ruota attorno e ne viene attratto.
Alla fine tutto cambia e si trasforma in base a questa "legge" di attrazione.
Vedute...

Si dice che nel selvaggio west non vi era la legge.
Oltre la frontiera ci sono i leoni (hic sunt leones) segnavano sulle carte topografiche gli antichi romani. Oltre l'ultimo avamposto, l'ignoto.
Volendo con ciò indicare al viaggiatore incauto che poteva capitargli di tutto.

E' normale, ma puerile, attaccarsi ad una pretesa legge che spieghi tutto.
E' ancora una volta un'inganno della mente.
Non che non sia spontaneo e comprensibile che l'uomo, nella sua piccolezza, cerchi e talvolta trovi rifugio nella "legge".

Per dirla come nel film western con Burt Lancaster: "Io sono la legge".
Ma se io non sono di che legge stiamo parlando? Di quale legge avrei mai bisogno? Cosa mai mi potrà rassicurare?

Le parole non possono descrivere l'esperienza, togliamocelo dalla testa, possono al massimo definire ciò che non è.
Quale parole possono descrivere la leggerezza di una carezza, la dolcezza di un bacio, quanto sale c'è in una lacrima?

Non bisogorebbe attaccarsi neanche all'illuminazione figuriamoci alla legge, alla verità.
Amici, siamo con i leoni, ma non ne sentiamo il ruggito!

Se così dici e se hai compreso, come mai il "tuo orecchio" non ode...sente?

X visir
Rif.:
<Per dirla come nel film western con Burt Lancaster: "Io sono la legge".
Ma se io non sono di che legge stiamo parlando? Di quale legge avrei mai bisogno? Cosa mai mi potrà rassicurare?>

Dall'Uno al molteplice, dal molteplice all'Uno.
Partiamo dalle leggi umane, che secondo la filosofia platonica sono forme imperfette di Idee, archetipi; e da queste risaliamo verso le Idee e poi all'unità, ove sicuramente non si avrà più bisogno di leggi. Ma non si può pretendere di arrivarci direttamente.

Le parole non descrivono..ma avvicinano alla comprensione, dunque perchè per millenni ogni Realizzato avrebbe cercato di trasmettere o avvicinare altri individui all'esperienza? e come è stato fatto?...verbalizzando appunto, in mille modi. Poi sta all'intuizione dell'individuo stesso...
Chi ha ben compreso e ne ha fatta esperienza è sicuramente in grado di riconoscere ogni tipo di stravagante comunicazione... sia verbale che silenziosa...

Non "bisognerebbe" attaccarsi a niente, vero ...ma quando quel "qualcosa" avviene si schiariscono all'orizzonte anche quelle "sottili" leggi naturali
Un caro saluto a Visir

Più che alle parole bisognerebbe stare attenti alle "pause" tra le parole.
Tante volte la cosa più importante in un discorso è proprio quella che non si dice. Mi è capitato di ascoltare qualcuno che faceva di tutto per farmi capire che non gli importava più niente di una persona, ma io capivo che invece ne era innamoratissimo.
Le sue parole dicevano una cosa ma i suoi occhi lo tradivano e parlavano di un'altra cosa.

Già..le pause portano il silenzio a chi le percepisce...
Difficile comprendere quello spazio. Lo stesso è meditazione che avvicina alla non-mente..silenzio.

Cercherò di rispondere con ordine alla deflagrazione di risposte seguite al mio intervento.

A Mirror:
Il problema non è certo d'orecchio, chi cerca di venderti una verità ti fa sempre fare un cattivo affare.
Io vivo la mia vita cercando di indagare il mistero, questo è sostenuto dalla mia pratica e dalla grande Esistenza che provvede a tuttti, indistintamente. Di quale verità parli?
Cosa vuoi che si scriva in un forum se non opinioni? Forse qualche buon spunto per riflettere, e mi sembra già molto visto cosa c'è intorno.


Ad Agora:
Si mi sembra una buona filosofia, ma poi la vita? Cioè, nei nostri semplici giorni si riesce veramente a vivere ciò nella pelle? Anche cercare, secondo me non è male, cercare è già un pò trovare...Sempre che si guardi nel posto giusto è il posto giusto è sempre nel cuore (non inteso come sentimentalismo però).


A Atisha:
Le parole sono delle gran puttane (opss!), non ci darei una gran importanza, certo seducono, ammiccano, promettono, ma poi?
Ti ritrovi con le braghe calate a correre dietro ad una donna nuda (hai mai provato?).

A parsifal:
E' così, però anche vivere in mondo muto che noia!

Concludendo:
espressione e realizzazione sono compagni di sventura, uno sa solo dire, l'altro solo ascoltare.
In certi momenti si siedono allo stesso tavolo, ma non è detto che tra loro ci sia anche un solo cenno di riconoscimento.

...e meno ancora indagare il Mistero.

Dice il Saggio: la Vita non è un problema da risolvere, ma un mistero da Vivere.
Qui e adesso, cosi com'è! Totale Accettazione!!!

Le parole sono delle gran puttane (opss!), non ci darei una gran importanza, certo seducono, ammiccano, promettono, ma poi?

Mi sembra una sorta di delusione la tua, ma ne comprendo il significato occulto.
Dobbiamo imparare a setacciare le varie parole..
La seduzione serve anch'essa..e qui entra in gioco l'abilità dell' "amante": gioire nell'amata (la parola) senza farsi possedere.
Questo ci viene offerto e solo CHI saprà usare con parsimonia la cosa offerta potrà progredire.
Ribadisco l'importanza dell'intuizione..solo con quella si avanza!!



p.s. braghe calate?? no, ma gonna alzata...