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28-04-2008, 07.41.46 | #33 | |
Ospite di se stesso
Data registrazione: 29-03-2007
Messaggi: 2,064
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Riferimento: Ricordo di sè: esperienza
Citazione:
e non al Sè impersonale che sempre si è. Ma Buddha parlò del Sunyata,volle fermarsi lì.. PS Ritieni Coomarasrway un Realizzato? Ho un suo libro,acquistato tanti anni fa ,"Il grande Brivido". Mai letto. |
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28-04-2008, 09.49.11 | #34 |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
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Riferimento: Ricordo di sè: esperienza
WIKI It should be noted that the critique of the individual self does not differentiate Buddhists from Advaita Vedantists, as they, too, deconstruct the individual self. It is in pushing the deconstruction of the ātman through to the level of metaphysical being in itself, i.e. to Brahman or Paramatman, that it becomes that Buddhism differs from Advaita
(Basta leggersi Nisargadatta..daltronde..che si situa nel Parabrahman che altro non e' che Sunyata stesso. Dal punto di vista metodologico,a mio modo di vedere, le scuole del Buddismo antico rimangono svantaggiate per mancanza di istruzioni profonde, oltre che per una visione negativa della vita. Ho notato con l'esperienza che i praticanti del Theravada spesso, dopo decenni di pratica sono bloccati a forme di Vipassana molto primitive in cui si limitano ad osservare l'impermanenza (Anicca) di tutti i fenomeni...ma non si sono mai chiesti chi sia questo "ossservatore" non coinvolto nel fenomenico. Nel Buddismo Mahayana la faccenda ha preso altre pieghe (ricordo che lo Zen e' Mahayana, personalmente e' proprio la visione del Tathagatagarbha di Dogen che preferisco): Tathagatagarbha . Si veda anche la polemica tra Cittamatra e Madyamika. Per Andre2. Per stagionatura del praticante si intende che dopo lunghi anni di pratica accade che non ci siano piu' progressi e si manifesti una sorta di stanchezza, di adattamento, di abitudine..... |
28-04-2008, 10.24.48 | #35 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-10-2004
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Riferimento: Ricordo di sè: esperienza
Salve e buon giorno!
è stato mio diletto porre la questione così...., per vedere quanti avrebbero tentato di identificarsi in ciò che non è identificabile, un augurio di trascorrere consapevolmente questa splendida giornata di sole, mi vado a fare un giro in bici...attenti al ritorno... claudio |
28-04-2008, 12.03.03 | #36 | |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
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Riferimento: Ricordo di sè: esperienza
Citazione:
Il metodo di pratica dell'Advaita, ma anche delle scuole Mahayana e Vajrayana, oltre che ad altri profondi insegnamenti di altre tradizioni, si basa proprio sull'identificazione con quella "pura chiarezza percettiva*" inseparabile dalla vacuita'. Essa e' chiamata Hua Tou nel Chan, Rig Pa nello Dzogh Chen, Atman nell'Advaita ecc. ecc. . Essa precede il sorgere del pensiero e di goni fenomeno, ed e' pura Coscienza, e' la stessa per me e per te, non e' mai nata e mai morira'...e' infatti cio' che non muore quando il respiro cessa. In meditazione profonda essa puo' risplendere di una Luce Chiara nella quale puo' accadere di ritrovarsi, e' un po come la luce della Luna...in Sanscrito la pura autoluminosita' della Consapevolezza si chiama Prabhasvara. * Il Tathagatagarbha o Natura di Buddha |
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28-04-2008, 12.59.29 | #37 |
Ospite
Data registrazione: 21-04-2008
Messaggi: 17
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Riferimento: Ricordo di sè: esperienza
Ciao andre2. Forse mi sono spiegato male ma non intendevo dire che si può meditare attraverso lo sforzo. Come paragone mi è venuto in mente il volere essere spontaneo sforzandomi, cercando di esserlo. Sempre per mia esperienza, è brutto dirlo ma poche volte ho davvero fatto "del bene" col cuore. Il più delle volte è stato frutto dell'egoismo ma neanche me ne rendevo conto. Invece, il vero bene, l'ho sempre fatto senza pensare, come impulso che viene accompagnato sempre da una bella sensazione....penso che meditare sia un po' la stessa cosa o sbaglio?
Per quanto invece riguarda i termini che ho usato all'inizio, come depersonalizzazione e derealizzazione, ho semplicemente cercato di spiegare come mi sento dopo quella pratica, a volte questo sentirmi assente piuttosto che presente, questo senso di essere in parte distaccato, ma sentendo sempre le sensazioni nel corpo; cercavo un riscontro in chi è molto più esperto di me e ho scelto questo forum. Vorrei fare una domanda: che rapporto c'è tra "io" e "me stesso"? Non intendo fare della filosofia usando concetti astratti. Mi riferisco a qualcosa di concreto, che riguarda la quotidianità. Secondo voi non è innaturale avere un rapporto con se stessi? |
28-04-2008, 14.35.29 | #38 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-10-2004
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Salve e buon pomeriggio!
Eih! yam: si basa proprio sull'identificazione con quella "pura chiarezza percettiva*" .... ....In meditazione profonda essa puo' risplendere di una Luce Chiara nella quale puo' accadere di ritrovarsi, non ho capito, chi si identifica? chi si ritrova...nella visione del "lampo" di Luce Chiara c'è appunto solo "visione"..."lì" non c'è nascita né morte claudio |
28-04-2008, 18.34.05 | #40 | |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
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Riferimento: Ricordo di sè: esperienza
Citazione:
Lo stesso che si identifica con questo o quell'altro fenomeno...risale alla sua radice, al suo pensiero radice, come dice Ramana Maharshi e quel pensiero e' proprio "io sono". |
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