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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 29-10-2007, 11.50.40   #41
maxim
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Originalmente inviato da atisha
maxim:

maxim.. sei un furbacchione

tutto ciò che viene accettato non significa "felicemente accettato per amor divino"..
ma perchè si riconosce quell'azione.. si riconoscono i processi che hanno portato a quell'azione.. e ciò genera pace interiore.. non felicità beota!
(quante volte lo abbiamo scritto e certificato!!!)

l'accettazione è un accadere interiore.. e ciò non significa starsene con le mani in mano a guardare il mondo che crolla..

hai visto per esempio i monaci in Birmania?
la loro accettazione era profonda.. ma nel piano duale si sono mossi eccome.. ed erano "solo" monaci..

la tua armata contro ciò che chiami "spiritualità", trovo sia sempre la stessa, cioè non abbia realmente voglia di un probabile incontro.. contatto..

resta sempre una (tua) realtà.. una conclusione indotta ed avvalorata solo attraverso la semplice analisi... "logica"
cioè attraverso il funzionamento di un solo emisfero..
un saluto

A me non interessa indagare se la felicità spirituale sia una vera e propria felicità. Non mi interessa sapere, in questo momento, forse in altri si, ma ora no, se accoglierete ed accetterete a braccia aperte la morte che verrà nella piena convinzione delle vostre convinzioni. Per questa volta, in questo momento, voglio veramente credere di avere la fortuna di stare a parlare con dei rappresentati spirituali, veri illuminati, che mi offrono la possibilità di illuminarmi su di una questione che mi attrae. Nessuno di voi si è illuminato di punto in bianco quindi vi chiedo di parlarmi dell’inizio cioè del momento in cui si avvertono quelle famose domande alle quali una risposta pare, giorno dopo giorno, sempre più sentita. Se si arriva ad una pace interiore ci si arriva dopo un lungo percorso che obbligatoriamente fa affrontare delle scelte. Pur essendoci un unico dio non possiamo negare, anche rimanendo nel ristrettissimo ambito del nostro forum, che l’approccio ed il rapporto con esso varia ed è unico, o quasi, da spirituale a spirituale. Le varie disquisizioni che leggiamo in questa sezione e che a volte sfociano in veri e propri tafferugli verbali sono dovuti al rapporto che una persona ha sviluppato con il proprio dio e se io insisto con alcune domande è proprio perché siete troppo impegnati a parlarmi di voi e delle vostre esperienze in maniera egocentrica quasi fosse venuta a mancare quella capacità di osservazione di una determinata cosa.
Se Yam ha raggiunto uno stato di illuminazione seguendo una pratica piuttosto che un’altra, se Atisha non ha più paura della morte in virtù di un’altra cosa e se quell’altro è arrivato ad insegnare in corsi per aspiranti illuminati, significa che siamo soggetti a delle scelte che dipendono da un qualche fattore e che vengono intraprese, nota bene, prima dell’avvenuta illuminazione.
Chi ci orienta in queste scelte e quali sono questi fattori che ci aiutano ad imboccare una strada piuttosto che un’altra e a sviluppare un rapporto con dio estremamente diverso pur essendo magari in presenza della stessa dottrina?

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Vecchio 29-10-2007, 12.53.33   #42
atisha
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Originalmente inviato da maxim
A me non interessa indagare se la felicità spirituale sia una vera e propria felicità. Non mi interessa sapere, in questo momento, forse in altri si, ma ora no, se accoglierete ed accetterete a braccia aperte la morte che verrà nella piena convinzione delle vostre convinzioni. Per questa volta, in questo momento, voglio veramente credere di avere la fortuna di stare a parlare con dei rappresentati spirituali, veri illuminati, che mi offrono la possibilità di illuminarmi su di una questione che mi attrae. Nessuno di voi si è illuminato di punto in bianco quindi vi chiedo di parlarmi dell’inizio cioè del momento in cui si avvertono quelle famose domande alle quali una risposta pare, giorno dopo giorno, sempre più sentita. Se si arriva ad una pace interiore ci si arriva dopo un lungo percorso che obbligatoriamente fa affrontare delle scelte. Pur essendoci un unico dio non possiamo negare, anche rimanendo nel ristrettissimo ambito del nostro forum, che l’approccio ed il rapporto con esso varia ed è unico, o quasi, da spirituale a spirituale. Le varie disquisizioni che leggiamo in questa sezione e che a volte sfociano in veri e propri tafferugli verbali sono dovuti al rapporto che una persona ha sviluppato con il proprio dio e se io insisto con alcune domande è proprio perché siete troppo impegnati a parlarmi di voi e delle vostre esperienze in maniera egocentrica quasi fosse venuta a mancare quella capacità di osservazione di una determinata cosa.
Se Yam ha raggiunto uno stato di illuminazione seguendo una pratica piuttosto che un’altra, se Atisha non ha più paura della morte in virtù di un’altra cosa e se quell’altro è arrivato ad insegnare in corsi per aspiranti illuminati, significa che siamo soggetti a delle scelte che dipendono da un qualche fattore e che vengono intraprese, nota bene, prima dell’avvenuta illuminazione.
Chi ci orienta in queste scelte e quali sono questi fattori che ci aiutano ad imboccare una strada piuttosto che un’altra e a sviluppare un rapporto con dio estremamente diverso pur essendo magari in presenza della stessa dottrina?


ci siamo.. è accettabile per me la tua comunicazione...
sento una connessione, al di là del dubbio che tu possa da me ricevere (mi par ovvio)..

mi pare tu voglia ancora estrapolare però una "casistica" come posizione di osservazione, che secondo me a poco porta.. eludendo un po' il succo comune tra i praticanti.. e la pratica relativa..
per pratica intendo ogni utile strumento di lavoro che si è usato nell'avanzare in questo "lago scuro" chiamato ricerca interiore..

è chiaro che si avanza in modo consapevole ed anche inconsapevole.. cioè ci si butta a sperimentare, spinti dalla propria forza, curiosità e sofferenza esistenziale.. tradotto in "anelito"..
ci si Fida innanzitutto, mentre s'indaga.. si dà fiducia alle parole di chi prima di noi ha avanzato questa indagine interiore..
e si avanza.. sbagliando, sbadigliando, tornando indietro (che indietro mai è), ora considerando un punto ora l'altro.. ora un maestro ora l'altro..

dalla mia esperienza credo che il luogo comune per tutti sia la sensibilizzazione interiore, la lettura, l'autosservazione dei propri automatismi egoici e la meditazione...
questo un mio appunto, una mia sintesi.. che ogni Ricercatore ad un certo punto, se realmente pacificato, dovrebbe sintetizzare in sè, tanto per capire cosa e come ciò sia avvenuto in lui, a parte il consueto dire che è la Grazia che ci ha "graziato" cioè svegliato..
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Vecchio 29-10-2007, 13.51.59   #43
Noor
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Chi ci orienta in queste scelte e quali sono questi fattori che ci aiutano ad imboccare una strada piuttosto che un’altra e a sviluppare un rapporto con dio estremamente diverso pur essendo magari in presenza della stessa dottrina?


Quando non ti farai più tutte queste domande significa che hai scelto..
Ogni Cammino è imprescutabile anche a colui che lo fa..
Ci sono scelte ovvie,altre che sembrano difficili..
ma è sempre il proprio guru interiore già ben "sintonizzato" che agisce e sceglie...
La Consapevolezza sa come esprimersi in ognuno di noi,ancor prima di fare qualsiasi Passo..
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Vecchio 29-10-2007, 15.53.56   #44
maxim
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Rispondo agli interventi di Atisha e Noor che ringrazio per il loro interessamento ma che ancora una volta esprimono dei dubbi circa l’analisi che si vuole fare e che ribadisco non vuole dimostrare nulla né tantomeno essere un attacco nei confronti di qualcuno.
Come possiamo esimerci dall’osservare? Ci sono dati di fatto che parrebbero essere stati cancellati dalla vostra mente e quando si cerca di dare una spiegazione più semplice e ragionata possibile (il che mi pare umano), subentrano divagazioni mistico-verbali che sembrano negare l’evidenza.
Atisha giustamente dice che all’inizio del percorso si comincia a sperimentare. Si legge ad esempio di tutto e di più, si affrontano pratiche, si erge a guru un qualcuno per poi successivamente abbandonarlo e prenderne in considerazione un altro che a noi pare più illuminato, originale, “trasgressivo”. Di certo, concordo con lei che non è mai e poi mai un tornare indietro…è un migliorarsi nella ricerca di quel qualcosa che acquieta l’anima, sempre di più, giorno dopo giorno.
Ora vi rivolgo una domanda, per me veramente importante, dalla quale spero che la risposta da parte degli spirituali sia la più terrena possibile…
Prendiamo due ricercatori spirituali che si pongono più o meno le stesse domande esistenziali…abitano in paesi molto diversi culturalmente ed hanno una storia di vita alle spalle assai differente. Non è normale, logico e razionale pensare che il percorso di queste persone sia differente in base, non solo alla propria interiorità, ma anche e soprattutto a fattori “esterni”. ?

maxim is offline  
Vecchio 29-10-2007, 15.58.29   #45
Noor
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Riferimento: La religione interrogata dalla psicologia

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Prendiamo due ricercatori spirituali che si pongono più o meno le stesse domande esistenziali…abitano in paesi molto diversi culturalmente ed hanno una storia di vita alle spalle assai differente. Non è normale, logico e razionale pensare che il percorso di queste persone sia differente in base, non solo alla propria interiorità, ma anche e soprattutto a fattori “esterni”. ?

Quello succede all'"esterno" ,incide comunque sui tempi,sui modi..certo.
Quello che non cambia è il Succo del Percorso..
Se parlo di me,ad esempio,vivendo lontano da qualsiasi possibilità di conoscenze in questa dimensione,a parte i libri ,è stato importante Internet..
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Vecchio 29-10-2007, 17.37.35   #46
atisha
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Atisha giustamente dice che all’inizio del percorso si comincia a sperimentare. Si legge ad esempio di tutto e di più, si affrontano pratiche, si erge a guru un qualcuno per poi successivamente abbandonarlo e prenderne in considerazione un altro che a noi pare più illuminato, originale, “trasgressivo”. Di certo, concordo con lei che non è mai e poi mai un tornare indietro…è un migliorarsi nella ricerca di quel qualcosa che acquieta l’anima, sempre di più, giorno dopo giorno.

ehi calma.. vacci piano.. che fa la differenza
non ho espresso quelle parole.. che mi paiono un po' troppo zelanti, almeno per me, per il mio percorso.. non ho parlato di ergere alcuni guru nè della domenica nè altri..
il percorso è altro, quelli sono solo cartelli stradali, utili!..
e come più volte ho già scritto, fortunatamente non sono stata mai alla corte di nessun trasgressivo prematuramente, l'ho solo letto, riletto, interpretato e cosa importante, reinterpretato successivamente.. cioè continua verifica.. costante verifica..
diciamo che ho incontrato individui "giusti" al momento giusto.. fatto i soliti gruppetti "sciogliqualcosa" (ma pochissima roba, il mio interesse era più che altro cerebrale).. e meditato tanto e tanto, con seria giocosità..
e letto soprattutto con grande interesse ogni maestro per un periodo lungo e stabilito.. cioè non saltando da un Nisargadatta ad un Osho.. tanto per rendere l'idea.. perchè secondo me è importante mantenere un contatto diretto per un po' di tempo con un maestro unico..con un'unica energia, vibrazione, tanto da impararne il linguaggio sopra e sotto le righe.. dopodichè, quando si è esaurita la "fiamma" dell'attrazione.. ecco che ne "appare" di conseguenza un altro..


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Ora vi rivolgo una domanda, per me veramente importante, dalla quale spero che la risposta da parte degli spirituali sia la più terrena possibile…
Prendiamo due ricercatori spirituali che si pongono più o meno le stesse domande esistenziali…abitano in paesi molto diversi culturalmente ed hanno una storia di vita alle spalle assai differente. Non è normale, logico e razionale pensare che il percorso di queste persone sia differente in base, non solo alla propria interiorità, ma anche e soprattutto a fattori “esterni”. ?


non siamo spirituali se non nella misura di ogni essere umano.. abbiamo solo potenziato (cioè dato retta) anche ad un'altra parte di noi, spesso mistificata.. che è quella irrazionale, coniugandola con la razionale..

terra terra, dico che è possibile che i due distanti ricercatori restino in parte vincolati da percorsi apparentemente differenti..
ma non è nella differenza che essi potranno incontrarsi ma nel centro della loro esperienza, cioè nell'essenza..
cioè nella loro pace avvenuta, nell'aver trovato ognuno a modo proprio il loro graal.. che è l'essenza della vera religiosità, di ogni ricerca interiore, di ogni sentiero, che pur sia partito da oriente o da occidente.. dallo yoga o dall'ermetismo..
per mia natura e curiosità ho trovato interessante coniugare i due emisferi e trovare la sintesi.. il "succo".. la sostanza.. perchè è solo da quella che ci si può dissetare e nutrire..

atisha is offline  
Vecchio 29-10-2007, 17.48.51   #47
Mirror
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Ora vi rivolgo una domanda, per me veramente importante, dalla quale spero che la risposta da parte degli spirituali sia la più terrena possibile…
Prendiamo due ricercatori spirituali che si pongono più o meno le stesse domande esistenziali…abitano in paesi molto diversi culturalmente ed hanno una storia di vita alle spalle assai differente. Non è normale, logico e razionale pensare che il percorso di queste persone sia differente in base, non solo alla propria interiorità, ma anche e soprattutto a fattori “esterni”. ?


Ciao Max...
rispondendo alla tua domanda: sarà certamente differente. Dipenderà da molti fattori sia esterni che interni, questo è ovvio. Ma quello che interessa è la qualità della trasformazione reale che avviene in ciascun individuo, indipendentemente dal cammino intrapreso. E' la sostanza vissuta e non la forma ritualistica, contingente all'ambiente da cui si attinge culturalmente un messaggio, ciò che determina la validità degli insegnamenti spirituali a cui si da valore, ai quali ci si ispira.
E' altresì evidente che chi sia affida a dei percorsi che hanno in sè degli aspetti dogmatici, dottrine rassicuranti per la mente in cerca di consolazioni fideistiche e risposte definitive, avrà meno campo libero, sarà meno imparziale nella ricerca. E sarà carico inoltre di aspetti pregiudiziali maggiori di chi invece non aderisce per principio, come "ricercatore scientifico-spirituale", a nessuna verità preconfezionata. Il quale sente l'esigenza fondamentale di sperimentare in prima persona, direttamente, ciò che crede di aver compreso, intuito, prima intellettualmente.
Non importa quale strada uno percorra... quello che conta è dove "arriva".

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Vecchio 29-10-2007, 20.16.04   #48
fallible
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Salve e buon serata!
nel primo pomeriggio avevo iniziato a rispondere scrivendo , molto semplicemente che "tutte le strade portano a Roma" ,ora dopo la risposta dell'amico mirror voglio essere ancora più perentorio max ( non ti chiamo per nome perchè la "memoria a breve termine" a causa dell'età se ne andata ) ci incontreremo a "Roma" anche il tuo è un percorso spirituale (le beccacce non sono molto d'accordo !!!

quello che in questi giorni mi sta "interessando" e non perchè influenzato da golem (non avevo letto i suoi posts) ma dal quale prendo spunto:una persona cui capita di trovarsi in un momento di grossa sofferenza, che manifesta depersonalizzazione, perdita di identità, è appunto come può essere intesa questa situazione di un "malato" che perde la concezione del suo io, per averlo ascoltato da ragazzi che, nella loro inconsapevolezza, parlavano di essere luce o giulio cesare o di sentirsi acqua...mi hanno lasciato sempre perplesso .mi auguro di essere riuscito a manifestare i miei dubbi claudio
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Vecchio 29-10-2007, 21.21.41   #49
Flow
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Originalmente inviato da maxim
Ora vi rivolgo una domanda, per me veramente importante, dalla quale spero che la risposta da parte degli spirituali sia la più terrena possibile…
Prendiamo due ricercatori spirituali che si pongono più o meno le stesse domande esistenziali…abitano in paesi molto diversi culturalmente ed hanno una storia di vita alle spalle assai differente. Non è normale, logico e razionale pensare che il percorso di queste persone sia differente in base, non solo alla propria interiorità, ma anche e soprattutto a fattori “esterni”. ?

Lo stesso percorso spirituale e' un fattore esterno.
Ed e' parte integrante del malessere esistenziale.

Anzi, direi che e' il peggior malessere..
Si e' sempre ad un passo dalla meta e non si arriva mai,
piu' si e' vicini e piu' e' difficile ammettere che e' un'investimento sbagliato..
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Vecchio 29-10-2007, 22.24.41   #50
fallible
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Salve e buona serata!
flow non vuole essere una chat ma :
Anzi, direi che e' il peggior malessere..
Si e' sempre ad un passo dalla meta e non si arriva mai,
piu' si e' vicini e piu' e' difficile ammettere che e' un'investimento sbagliato.. deciditi claudio
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