Per dauorc:
“Indubbiamente - tu
sei una "respiratrice"
e ti ritroverai a camminare
sopra i cocci delle maschere
indossate da quelli
che adesso proclamano
la consistenza della realtà
rispetto alle sensazioni
che ci derivano dai sogni.” Oh, caro dawork, la tua poesofia maschererebbe ogni tentativo sincero anche se duro di disincantare la gente. I tuoi cocci di proclamatore di illusioni sdolcinate a buon mercato non hanno capito nulla rispetto alla consistenza della realtà e le sue sensazioni. Io non proclamo, primo. Ho specificato bene che sono solo consigli dati di cuore, visto che ti piaccciono termini emozionali. E anzi, le sensazioni non astraenti a cui mi riferisco fanno capo e rispettano sia la realtà dei sogni che la concretezza della vita di veglia.
Il corpo non è solo un vestito. Che ti piaccia o no, prima ancora che il tuo ego che ti fa farneticare ‘vesti preziose’ di sé illuminati, tu sei il tuo corpo, non c’è neanche un ‘tu’. Quel corpo è natura, appartiene a lei, e non a ‘tu’. Se mi stai pensando come un miserabile e un non-sognatore stai pigliando la cantonata più assoluta di tutta la ‘tù’ vita. “Ce l’hai mai mangiata la pasta a casa mia?” e allora non mi conosci neppure un briciolo. La mia Vita è una delle più fantastiche e adesso serene, e non la cambierei con quella di nessun ‘sognatore’ come magari intendi tu. Poiché metto energia concreta in quello che faccio la natura mi risponde, eccome! E siccome sono stato anchio uno dei sognatori melanconici speranzosi come intendi (sono nato il 14 luglio, e nel ’74, e la mia infanzia è qualcosa che parecchi ci farebbero la firma) so cosa questo vuol dire, e se ora ho ridimensionato il tutto, non significa che non sappia sognare più. Fatto sta che ho proprio detto che il mio sognare ‘non si sogna’ speranze inutili, ma gioielli di concretezza utili e che si realizzano davvero. Questo è quanto. La Vita conduce nella profondità di una cosa viva concretizzata dal più vero dei sogni, cosa c’è di più importante?
p.s.: vi siete fatti la cacchina addosso appena uno vi smonta i vostri castellini aerei. guarda che se è arrivato il tempo di abbandonare la ciambella-paperella, non c'è da frignare, non affogherete. Se restate col corpo che è in acqua e non con l'anima che avete in testa, non affogherete. - CVD: Appunto, naima, 'ti viene da pensare'... E ti chiedo: cosa senti nel corpo quando pensi di sentire tutto questo? Lo 'senti', prima di tutto, semplicemente il corpo?
P.P.S.: Il mio ridimensionamento sull'idea di anima non è affatto 'materialistico' o 'apocalittico', tutt'altro. Ma finché non si vede la natura per quella che è, ecco la paura, la colpa, e la miseria della ricerca di vie di fuga da prigioni da voi stessi inventate. Questa ricerca di altro-oltre per non essere umili è la causa di tutte le vostre sofferenze e la non accettazione della semplicità (che non significa beatitudine eterea di fiammelle o di anime-pecorelle di un ipotetico pastore con la barba bianca) e concretezza della vita. Non è rassegnazione, è rasserenazione, e pieno godimento (non mentale) di quanto, chiamatelo pure così, di divino c'è già in ogni cosa.