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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 31-12-2005, 18.11.08   #51
Weyl
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Data registrazione: 23-02-2005
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Faccio ammenda dei miei eccessi!

Però, scusatemi, ma una cosa non riesco proprio a capirla: possibile che tutti questi compiti genitoriali, indicati da lobelia, possano assorbire così tanta parte di una giornata da vietare ad una madre e/o ad un padre di progettare un proprio spazio privato?
Ma come facevano quei genitori di mezzo secolo fa, che di figli ne avevano magari cinque o sei?
Li lasciavano a razzolare in cortile con le galline?
Quando ero piccolo, ero spesso lasciato solo, anche per qualche mese, affidato alle cure di uno zio, o della nonna, oppure della tata.
Mia madre preferiva seguire mio padre nei suoi viaggi più lunghi, quando doveva recarsi in luoghi inadatti ad un bambino piccolo.
Ne soffrivo, certo, ma... e con questo?
Forse che la vita non è tessuta di separazioni più o meno forzate, di attese ed anche di perdite?
Non si cresce certo storti per questo.
Anzi, in cuor mio penso che mia madre facesse bene: dal mio punto di vista, anche per un figlio, è bene che individui la coppia dei suoi genitori come il centro effettivo delle relazioni famigliari.
La madre è prima di tutto la compagna nella vita del padre, il padre è il compagno della madre: poi vengono i figli.
Essi conseguono a quella coppia, e quella coppia continuerà il suo percorso esistenziale dopo che i figli se ne saranno andati per la loro strada.
Un uomo e una donna titolari del proprio mondo e desiderosi soprattutto di fare dei propri figli altrettanti uomini e donne, indipendenti ed autonomi: questi, secondo me, dovrebbero essere un padre ed una madre.

Quello che volevo dire è che, a mio parere, questa cultura (in senso antropologico) eccede nell'incentrare le relazioni famigliari sul maternage: fa dei figli degli eterni bambini, non corregge la naturale tendenza di chi vive una condizione di minorità alla scaltrezza ed alla rivendicazione.
Non forma degli individui autosufficienti, non promuove il valore della lealtà, la quale è possibile solo tra adulti responsabili, laddove ogni relazione ha per sfondo il rispetto reciproco e delle cose comuni.
Temo che la tua sfortunata esperienza, cara lobelia, sia viziata proprio da questo insuccesso della relazione di coppia.
Di mio padre e di mia madre avevo più su accennato: credo che il mio giudizio sia influenzato anche dall'interiorizzazione di modelli.
Ma, al di là di ciò, essi erano e sono stati sempre, prima di tutto, una coppia e poi, ma contingentemente a tale "sostanza", anche un padre ed una madre.
(Il mio riferimento all'espugnazione ideologica si rifà letteralmente a questo: ideologia, ossia l'ambizione a proporre non la forma del proprio darsi come pensiero, bensì il pensiero stesso, convincimenti e idee, nella convinzione che queste ultime ineriscano assolutamente alla prima).
Ora che sono anziani, continuano la loro vita di coppia e, se io ne parlo al passato remoto, è perchè avverto intimamente che questi ruoli, di padre e madre, sono da lungo tempo cessati.
Anche se li frequento sporadicamente, ho un ottimo rapporto con entrambi.

A romolo vorrei dire che "avere le carte in regola" per esprimere un qualsivoglia giudizio, è condizione separata dalla condivisione o meno del giudizio espresso.
Posso benissimo dissentire senza dichiarare illegittimità.
Ciao e scusatemi per i toni precedentemente usati: tendo a essere un po' provocatorio, per carattere, e non sempre mi tempero con un po' di sana ironia.
Weyl is offline  
Vecchio 31-12-2005, 19.41.57   #52
lobelia
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Messaggi: 448
Re: Faccio ammenda dei miei eccessi!

Citazione:
Messaggio originale inviato da Weyl
Però, scusatemi, ma una cosa non riesco proprio a capirla: possibile che tutti questi compiti genitoriali, indicati da lobelia, possano assorbire così tanta parte di una giornata da vietare ad una madre e/o ad un padre di progettare un proprio spazio privato?
Ma come facevano quei genitori di mezzo secolo fa, che di figli ne avevano magari cinque o sei?
Li lasciavano a razzolare in cortile con le galline?
Quando ero piccolo, ero spesso lasciato solo, anche per qualche mese, affidato alle cure di uno zio, o della nonna, oppure della tata.
Mia madre preferiva seguire mio padre nei suoi viaggi più lunghi, quando doveva recarsi in luoghi inadatti ad un bambino piccolo.
Ne soffrivo, certo, ma... e con questo?
Forse che la vita non è tessuta di separazioni più o meno forzate, di attese ed anche di perdite?
Non si cresce certo storti per questo.
Anzi, in cuor mio penso che mia madre facesse bene: dal mio punto di vista, anche per un figlio, è bene che individui la coppia dei suoi genitori come il centro effettivo delle relazioni famigliari.
La madre è prima di tutto la compagna nella vita del padre, il padre è il compagno della madre: poi vengono i figli.
Essi conseguono a quella coppia, e quella coppia continuerà il suo percorso esistenziale dopo che i figli se ne saranno andati per la loro strada.
Un uomo e una donna titolari del proprio mondo e desiderosi soprattutto di fare dei propri figli altrettanti uomini e donne, indipendenti ed autonomi: questi, secondo me, dovrebbero essere un padre ed una madre.

Quello che volevo dire è che, a mio parere, questa cultura (in senso antropologico) eccede nell'incentrare le relazioni famigliari sul maternage: fa dei figli degli eterni bambini, non corregge la naturale tendenza di chi vive una condizione di minorità alla scaltrezza ed alla rivendicazione.
Non forma degli individui autosufficienti, non promuove il valore della lealtà, la quale è possibile solo tra adulti responsabili, laddove ogni relazione ha per sfondo il rispetto reciproco e delle cose comuni.
Temo che la tua sfortunata esperienza, cara lobelia, sia viziata proprio da questo insuccesso della relazione di coppia.
Di mio padre e di mia madre avevo più su accennato: credo che il mio giudizio sia influenzato anche dall'interiorizzazione di modelli.
Ma, al di là di ciò, essi erano e sono stati sempre, prima di tutto, una coppia e poi, ma contingentemente a tale "sostanza", anche un padre ed una madre.
(Il mio riferimento all'espugnazione ideologica si rifà letteralmente a questo: ideologia, ossia l'ambizione a proporre non la forma del proprio darsi come pensiero, bensì il pensiero stesso, convincimenti e idee, nella convinzione che queste ultime ineriscano assolutamente alla prima).
Ora che sono anziani, continuano la loro vita di coppia e, se io ne parlo al passato remoto, è perchè avverto intimamente che questi ruoli, di padre e madre, sono da lungo tempo cessati.
Anche se li frequento sporadicamente, ho un ottimo rapporto con entrambi.

A romolo vorrei dire che "avere le carte in regola" per esprimere un qualsivoglia giudizio, è condizione separata dalla condivisione o meno del giudizio espresso.
Posso benissimo dissentire senza dichiarare illegittimità.
Ciao e scusatemi per i toni precedentemente usati: tendo a essere un po' provocatorio, per carattere, e non sempre mi tempero con un po' di sana ironia.

Eheheh, caro Weil, sei in buona compagnia per gli eccessi
Rispondo solo con qualche parola, se ci riesco
Stavolta sto cucinando pasta al forno con il ragù e la besciamella...un profumino...!
Ti posso assicurare, se vuoi te lo giuro, che anche senza lavorare all'esterno, gli impegni continui e regolari che impone un bambino piccolo, coincidono con poche altre attività diciamo "interessanti". Soprattutto se non hai nonni, zii o denaro per le tate a disposizione che ti permettono di fare cose anche negli orari ed in tempi "proibiti".
Se poi lavori anche, ti prego di crederlo sulla parola, dopo una giornata di lavoro (preceduta da tutti i preparativi per l'accompagnamento all'asilo o a scuola del figlio, arrabbiature comprese) e seguita da tutte le incombenze enumerate prima e sicuramente ne ho dimenticate molte altre, l'unico spazio personale che un'essere umano è in grado di desiderare più frequentemente è una stanza silenziosa inaccessibile a chiunque e corredata di un letto. Anche perchè sa che il giorno dopo sarà identico al precedente e così via.
Ora forse sto esagerando io, ma ti assicuro che il panorama è abbastanza realistico. Questo nei primi anni, poi le cose cambiano, ma molto gradualmente.
Hai presente quei somari legati alla macina che girano continuamente in un solco scavato dai loro stessi zoccoli? Beh, a volte, credimi, ci si sente proprio così. E non si ha alcuna possibilità di cambiare se si è da soli a fare le cose di minima sopravvivenza per sè e per il figlio. Anche solo gli orari a cui sei obbligato, sono di per sè limitativi di molte altre possibilità.
Io ho avuto la fortuna di avere sempre vicino a me amici cari, non sono mai stata veramente sola, ma la fatica era comunque tutta mia.
Per quanto riguarda il discorso della coppia genitoriale sono d'accordissimo con te. I miei non sono mai stati una vera coppia per quanto mi riguarda. Mio padre si è sempre fatto i fatti suoi fuori di casa e mia madre, dopo avere espletato con assoluta perizia tutte le incombenze di cura dell'unica figlia e domestiche oltre che lavorare, anche. Facevano anche vacanze separate.
Sicuramente lo sono stati prima che nascessi e forse ancora per un po' dopo, ma credo per poco.
Non li ho mai sentiti litigare nemmeno una volta, non ho mai avuto sentore che avessero altre relazioni, si rispettavano come persone, ma non li ho mai vissuti come coppia. Non si frequentavano, pur vivendo sotto lo stesso tetto.
Nicola! Anche mio padre aveva la passione delle carte. Diceva che erano meglio del sesso. Figuriamoci.
Io e il padre di mio figlio eravamo principalmente amici. Ci conoscevamo da anni e credo che il collante della nostra unione, sia stato più quello che la passione (certamente da parte mia, la storia è lunga). In quanto amici ci sentivamo coppia fra tanti altri amici.
Il senso della coppia, l'ho scoperto molto più avanti. Tardi, direi. Soprattutto per quanto concerne mio figlio.
Ora devo andare a fare la doccia e rendermi presentabile per salutare quest'annata diciamo, ricca di eventi.
Avevo avuto la tentazione di starmene qui a godermi una solitudine che non sempre apprezzo come in questi ultimi tempi. (mia madre è via!), ma poi ho pensato che gli amici sono un bene impagabile che va curato e protetto e che a me fa sempre piacere sentirne il calore. Per cui festeggerò questo passaggio anche se avrei voluto in fondo passarlo in sordina, facendo finta di niente e pensando che in fondo, il nuovo anno, per essere migliore del precedente, mica si dovrebbe sforzare un granchè
Buon anno a te e a tutti voi del forum e che sia un anno caldo e tranquillo
PS: se qualcuno desidera un anno eccessivo...solo per lui, un augurio per un anno esplosivo
lobelia is offline  
Vecchio 31-12-2005, 20.15.02   #53
Fragola
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Re: Re: eh, no, caro Weil

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Messaggio originale inviato da Weyl
Torno, cara lobelia, su di un fatto che a voi italiane, sembra ovvio, mentre ovvio non è: ossia che il bambino debba plasmarsi sull'impronta della vostra "presenza" di madri.
Lo percepite come un assoluto irrinunciabile, e non vi accorgete che, al contrario, proiettate sul bambino il vostro bisogno di sentirvi onnipotenti e onnipervasive.
Non c'è nessuna necessità di correre ad ogni pianto del lattante, di sacrificare carriere e idee ai suoi rigurgiti, di gratificarsi pruriginosamente per ogni grugnito che emette e per ogni smorfia che esprime durante la digestione.
I bambini, se non sono malati, crescono da soli: basta loro del buon cibo, acqua, e un po' di calore, quando è possibile fornirglielo.
Pensare di prolungare in vita il nirvana uterino, con mamme che si stracciano le vesti ad ogni mal di pancia
e ad ogni singulto, non fa che alimentare l'isteria della maternità, che in questo Paese rasenta il delirio.
Dopo di che, eccoli i vostri eroi: molluschi morali incapaci di tener dritta la schiena di fronte alla realtà della vita, trentenni che albergano in casa, devoti alle sottane di mamma, e farneticanti rispetto al proprio futuro.
Puberi ibernati, che a trenta o quarant'anni ancora si chiedono se mamma approva o no, oppure agiscono per far male a mamma e "darle un dispiacere".
Fare cento chilometri per un lavoro... per carità, come farò...?
Tirarsi su le maniche, ingollare i mille rospi che la vita ci propina,... no, no, meglio pestare i piedi e piagnucolare: qualcuno verrà in soccorso.
Dove finisce la mamma, lì comincia lo Stato, investito delle stesse recriminanti attese!
Ragazze mie, sono solo i vostri poppanti investiti di tutte le vostre volute mortificazioni, leggermente ingrossati e fattisi pelosi, ma gli stessi per cui correvate tra mille affanni, nella assurda intenzione di essere il loro utero perenne.
Vi piace così?
Non lamentatevi dei vostri uomini: sono come i vostri figli, siete voi che li costruite così.


... non ho letto tutto, quindi pitrei dire cose già dette ma...
insomma, c'è un sano giusto mezzo tra l'abbandono di minore e la madre divorante!!!!!!!!

Io sono una di quelle madri che "i figli se la devono cavare da soli il più possibile" e la cosa ha dato anche i suoi bei risultati. Infatti, secondo me, mio figlio è un diventato un uomo e non un eterno adolescente. Ciò non toglie che quando era neonato lo prendevo in braccio tutte le volte che piangeva, perchè secondo me i neonati non piangono per niente! Imparano dopo a fare i capricci.
Ma non sono questi i sacrifici del diventare genitori, non per me, almeno. Comunque ho fatto un giuramento sulla culla di mio figlio, perchè io stavo malissimo quando mia madre mi diceva la fatidica frase "con tutti i sacrifici che ho fatto per te tu...". Ho giurato che non avrei mai fatto sacrifici per lui. E con tutte le difficoltà del caso, perchè nel mio caso ci sono state molte difficoltà, ho cercato non rinunciare mai alle cose che per me erano veramente importanti. Secondo me è questo il giusto mezzo. Perchè il massimo dono che possiamo fare ai nostri figli è una madre felice. Una madre che, quando è il momento, è capace di lasciarli andare.
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Vecchio 31-12-2005, 20.24.15   #54
Fragola
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Re: Faccio ammenda dei miei eccessi!

Citazione:
Messaggio originale inviato da Weyl
Però, scusatemi, ma una cosa non riesco proprio a capirla: possibile che tutti questi compiti genitoriali, indicati da lobelia, possano assorbire così tanta parte di una giornata da vietare ad una madre e/o ad un padre di progettare un proprio spazio privato?
Ma come facevano quei genitori di mezzo secolo fa, che di figli ne avevano magari cinque o sei?
Li lasciavano a razzolare in cortile con le galline?
Quando ero piccolo, ero spesso lasciato solo, anche per qualche mese, affidato alle cure di uno zio, o della nonna, oppure della tata.
Mia madre preferiva seguire mio padre nei suoi viaggi più lunghi, quando doveva recarsi in luoghi inadatti ad un bambino piccolo.
Ne soffrivo, certo, ma... e con questo?
Forse che la vita non è tessuta di separazioni più o meno forzate, di attese ed anche di perdite?
Non si cresce certo storti per questo.
Anzi, in cuor mio penso che mia madre facesse bene: dal mio punto di vista, anche per un figlio, è bene che individui la coppia dei suoi genitori come il centro effettivo delle relazioni famigliari.
La madre è prima di tutto la compagna nella vita del padre, il padre è il compagno della madre: poi vengono i figli.
Essi conseguono a quella coppia, e quella coppia continuerà il suo percorso esistenziale dopo che i figli se ne saranno andati per la loro strada.
Un uomo e una donna titolari del proprio mondo e desiderosi soprattutto di fare dei propri figli altrettanti uomini e donne, indipendenti ed autonomi: questi, secondo me, dovrebbero essere un padre ed una madre.

Quello che volevo dire è che, a mio parere, questa cultura (in senso antropologico) eccede nell'incentrare le relazioni famigliari sul maternage: fa dei figli degli eterni bambini, non corregge la naturale tendenza di chi vive una condizione di minorità alla scaltrezza ed alla rivendicazione.
Non forma degli individui autosufficienti, non promuove il valore della lealtà, la quale è possibile solo tra adulti responsabili, laddove ogni relazione ha per sfondo il rispetto reciproco e delle cose comuni.
Temo che la tua sfortunata esperienza, cara lobelia, sia viziata proprio da questo insuccesso della relazione di coppia.
Di mio padre e di mia madre avevo più su accennato: credo che il mio giudizio sia influenzato anche dall'interiorizzazione di modelli.
Ma, al di là di ciò, essi erano e sono stati sempre, prima di tutto, una coppia e poi, ma contingentemente a tale "sostanza", anche un padre ed una madre.
(Il mio riferimento all'espugnazione ideologica si rifà letteralmente a questo: ideologia, ossia l'ambizione a proporre non la forma del proprio darsi come pensiero, bensì il pensiero stesso, convincimenti e idee, nella convinzione che queste ultime ineriscano assolutamente alla prima).
Ora che sono anziani, continuano la loro vita di coppia e, se io ne parlo al passato remoto, è perchè avverto intimamente che questi ruoli, di padre e madre, sono da lungo tempo cessati.
Anche se li frequento sporadicamente, ho un ottimo rapporto con entrambi.

A romolo vorrei dire che "avere le carte in regola" per esprimere un qualsivoglia giudizio, è condizione separata dalla condivisione o meno del giudizio espresso.
Posso benissimo dissentire senza dichiarare illegittimità.
Ciao e scusatemi per i toni precedentemente usati: tendo a essere un po' provocatorio, per carattere, e non sempre mi tempero con un po' di sana ironia.

Dunque, una volta c'era la famiglia allargata, e quindi i bambini avevano la possibilità di ricevere affetto e attenzioni da molti adulti, non solo dai genitori. E poi avevano intorno tanti altri bambini, non erano soli come sono ora.
Adesso c'è così tanta solitudine che i bambini dipendono troppo dalla madre e la madre dipende affettivamente dal figlio. E questo non è sano.
Ma è proprio per questo che il padre è molto importante, non solo come figura paterna, ma come compagno della madre. Come presenza che "difende" il figlio dalla madre. Come presenza rassicurante per la madre perchè non si faccia sopraffarre dall'ansia. Perchè, come sono le cose ora, essere madre è difficile. Certmente è difficile anche essere padre e compagno, ma almeno ci si può provare. Un padre, secondo me, non deve assolutamente essere un mammo! Per carità, no. Deve essere un padre.
Fragola is offline  
Vecchio 31-12-2005, 22.21.18   #55
romolo
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Data registrazione: 13-11-2005
Messaggi: 278
Re: Faccio ammenda dei miei eccessi!

Citazione:
Messaggio originale inviato da Weyl

A romolo vorrei dire che "avere le carte in regola" per esprimere un qualsivoglia giudizio, è condizione separata dalla condivisione o meno del giudizio espresso.
Posso benissimo dissentire senza dichiarare illegittimità.
Ciao e scusatemi per i toni precedentemente usati: tendo a essere un po' provocatorio, per carattere, e non sempre mi tempero con un po' di sana ironia. [/b]

Ciao, Weyl. Non vorrei fare il pignolo, ma mi sembra che "giudizi" e "opinioni" riposino su basi diverse. L'opinione concerne il discutibile, non allo stesso modo il giudizio in quanto rapporto di identità tra soggetto e predicato. Il giudizio cioè si fonda su un presupposto di oggettività "ontologica" o "convenzionale" che consente di distinguerlo dalla sua ragion d'essere, ossia dalla sua legittimità intellettuale. E varie tue affermazioni , come tu stesso ammetti, sono state eccessive, prive della cautela delle opinioni e, anzi, nette come le sentenze inappellabili. Le quali, non essendo argomentate, mi sono sembrate destituite di fondamento e, quindi, di legittimità intellettuale.
So però di aver fatto questo intervento soprattutto per darmi l'occasione di augurare a te e a tutti del Forum un sereno Anno Nuovo
romolo is offline  
Vecchio 01-01-2006, 12.40.53   #56
lobelia
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Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
Re: Re: Faccio ammenda dei miei eccessi!

Citazione:
Messaggio originale inviato da Fragola
Dunque, una volta c'era la famiglia allargata, e quindi i bambini avevano la possibilità di ricevere affetto e attenzioni da molti adulti, non solo dai genitori. E poi avevano intorno tanti altri bambini, non erano soli come sono ora.
Adesso c'è così tanta solitudine che i bambini dipendono troppo dalla madre e la madre dipende affettivamente dal figlio. E questo non è sano.
Ma è proprio per questo che il padre è molto importante, non solo come figura paterna, ma come compagno della madre. Come presenza che "difende" il figlio dalla madre. Come presenza rassicurante per la madre perchè non si faccia sopraffarre dall'ansia. Perchè, come sono le cose ora, essere madre è difficile. Certmente è difficile anche essere padre e compagno, ma almeno ci si può provare. Un padre, secondo me, non deve assolutamente essere un mammo! Per carità, no. Deve essere un padre.

Fragola ha la virtù di saper dire in poche righe quello che io cerco di fare in un'intera Treccani
E' un grande sollievo per me! Grazie!
In fondo il succo sta nella "patologia" che si può instaurare quando la madre è obbligata dai fatti a rivestire ogni ruolo genitoriale ed in un mondo dove ormai siamo tutti molto più soli di un tempo.
Vorrei però dire a Joolee che un bimbo fa ridere e se ti fa ridere, anche lui riderà. E farà ridere il padre e tutti gli altri attorno a lui. E allora lui riderà ancora.
Ho passato anni a ridere con il mio. E lui si svegliava ridendo. Era la prima cosa che faceva quando apriva gli occhi.
Anche allattandolo, è l'ho allattato a lungo, ci facevamo un sacco di risate. Il padre ci chiedeva ridendo, "ma che cavolo avete tanto da ridere!". E poi quando era lui a stare con il figlio, li sentivo ridere come matti. Ero così felice. E ci si scompisciava tutti e tre dalle risate quando giocavamo insieme. Era un calore che ci pervadeva ed era cibo per le nostre anime.
Un anno felice e di risate per voi tre
lobelia is offline  
Vecchio 01-01-2006, 14.06.24   #57
nonimportachi
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Citazione:
Messaggio originale inviato da Alessandro D'Angelo
30 anni fa mi strovavo alla stazione termini e vidi una scena, per allora un pò pesante: un giovane prendeva a calci nel sedere una giovane donna incinta sul treno facendola camminare a carponi, come fosse una bestia.

e tu che cosa hai fatto?
nonimportachi is offline  
Vecchio 03-01-2006, 14.41.23   #58
Joolee
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L'avatar di Joolee
 
Data registrazione: 25-08-2005
Messaggi: 427
Oh mamma...mi lascio due giorni e giorni e trovo 7464627392 discussioni...sono due ore che leggo!!!
Avete discusso tra voi, chiarito, fan*****zato, fatto pace....ed io ero a napoli a godermi la mia nipotina di 6 giorni...ho fatto un po' di tirocinio!!!
Non voglio entrare nelle discussioni precedenti, non mi va, non ho neanche avuto modo di leggere tutto con attenzione...vorrei solo dirvi che ho seguito i vostri consigli, ho parlato chiaro col mio compagno, mi sono sfogata a lungo e lui ha ascoltato con partecipazione e mi ha sostenuto...meno male!!!
Auguro a tutti voi buon anno...e auguro a me buon lavoro...non ho proprio voglia oggi

Joo
Joolee is offline  
Vecchio 03-01-2006, 14.59.04   #59
romolo
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bentornata

Citazione:
Messaggio originale inviato da Joolee
Oh mamma...mi lascio due giorni e giorni e trovo 7464627392 discussioni...sono due ore che leggo!!!
Avete discusso tra voi, chiarito, fan*****zato, fatto pace....ed io ero a napoli a godermi la mia nipotina di 6 giorni...ho fatto un po' di tirocinio!!!
Non voglio entrare nelle discussioni precedenti, non mi va, non ho neanche avuto modo di leggere tutto con attenzione...vorrei solo dirvi che ho seguito i vostri consigli, ho parlato chiaro col mio compagno, mi sono sfogata a lungo e lui ha ascoltato con partecipazione e mi ha sostenuto...meno male!!!
Auguro a tutti voi buon anno...e auguro a me buon lavoro...non ho proprio voglia oggi

Joo

Quant'è bello stu cielo/ quant'è bello stu mare/ Tutto attuorno me pare/ ch'è turnata a gioventù/ E quest'aria e sciardino/ cussì fresca e gentile!/ A guardà chistu sole/ me sento int'e vene/ o piacere e campà.
Così il tuo ritorno.
romolo is offline  
Vecchio 03-01-2006, 15.16.10   #60
Joolee
Soleluna
 
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Messaggi: 427

eccomi di nuovo a Torino...a lavoro....col freddo!!!!

J
Joolee is offline  

 



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