ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
31-12-2005, 11.26.28 | #42 |
Ospite abituale
Data registrazione: 13-11-2005
Messaggi: 278
|
cazzuto nero?
Salve, Weyl. In quello che scrivi non manca qualche granello di verità. Non mi sembra però che tu abbia le carte in regola per avventurarti in una analisi che non sia eccellente per disinvoltura quanto per superficialità e grossolanità di giudizi. Non hai le carte in regola per giudicare "obiettivamente" una società come non le ha chiunque predica se stesso e crede di illuminare il mondo. L'intelligenza che hai messo nel tuo post non è pari alla tua passione né tanto meno all'insofferenza velenosa che ti abita, assolutamente inaccettabile per quanto degna di umana compassione. Non ti dispiaccia se io, prodotto della tua idea della maternità italiana, ti informo che la realtà è più ricca e complessa dei tuoi schemi mentali e dello strame di sentimenti che ti nutrono. Rimani comunque un simpaticone. Buon anno. Ultima modifica di romolo : 31-12-2005 alle ore 11.28.49. |
31-12-2005, 12.12.49 | #43 |
Ospite
Data registrazione: 29-12-2005
Messaggi: 6
|
a Kim
Infatti non volevo essere compatita, ma semplicemente raccontare come talvolta gli uomini si comportano, per quella che è stata la mia esperienza. Sono felice con mio figlio e non porto rancore a suo padre al quale nonostante tutto voglio bene.
Grazie comunque della solidarietà. Un felice anno a te Kim. |
31-12-2005, 13.15.47 | #44 | |
Utente bannato
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
|
Re: Re: eh, no, caro Weil
Citazione:
Senti Weil, in linea di principio e non solo, io la penso più o meno e sottolineo il più o meno, così e da sempre. Mi meraviglia però che tu accordi tanta fondamentale importanza all'influenza delle madri in questi figli che a tuo parere sono invece individui autonomi e responsabili della propria vita. E' su questo che fatico a seguirti, mi sembri quindi contraddittorio, ma non voglio parlarne ora. Tornando alla mia questione, voglio però ricordarti che un bambino di 2 anni non ci va da solo all'asilo nido e non torna a casa autonomamente, non si cucina da solo il cibo, se si sveglia di notte perchè ha avuto un incubo o ha la febbre ha bisogno di trovare qualcuno in casa e non si lava da solo, non si veste ancora da solo, non sa fare una lavatrice, non stende il bucato, non è in grado di fare la spesa o di recarsi dal pediatra a fare le vaccinazioni, nella maggior parte delle sue esigenze o di quelle che gli imponiamo noi adulti (come l'asilo nido, le vaccinazioni ecc ) non è assolutamente autonomo. Crescendo aumenta sempre più le proprie competenze, ma ugualmente ancora a 6 anni difficilmente gli si possono dare le chiavi di casa e l'abbonamento dell'autobus. E se pure lo facessimo, ci troveremmo l'assistente sociale brutta e cattiva in casa. E se una madre è sola perchè il padre per qualsiasi motivo ha lasciato a lei la gestione pratica della figliolanza, e se non hai la possibilità economica di affidare ad altri molte di queste necessità, viene da sè che sarà solo lei a doversene occupare. Se lavora, dovrà ridimensionare i suoi impegni entro gli orari dell'asilo e poi della scuola e non potrà certo permettersi di andare a corsi di formazione di 3 giorni in un'altra città, convegni in luoghi e orari che non coincidono con gli orari dell'asilo, se il bambino è malato dovrà stare a casa con lui e non andrà a quel congresso tanto interessante e del resto non potrà accettare quell'incarico che tanto le piacerebbe, se questo impegna spostamenti ed orari incompatibili con gli obblighi di cura minimale del figlio. Non è molto difficile da capire. E' una cosa molto semplice. Si possono organizzare cordate di solidarietà tra mamme che a turno ed in base ad i propri orari di lavoro a volte ti alleviano e ti permettono ogni tanto di fare qualche ora in più sul lavoro o di partecipare fino alla fine ad una riunione importante, ma non è mai la regola, la continuità. Quella la devi garantire tu, solo tu. Non c'è proprio niente da fare. Nessuno te lo porta a casa il bambino dall'asilo nido se non ci vai tu all'ora stabilita. E se non ci sei all'ora stabilita, chiamano i vigili caro Weil. Senza contare cosa ne può pensare il bambino. Anche se per te non sembra importante, io so che lo è. Ne ho visti di bambini dimenticati all'asilo (caso strano dai papà) e ti posso assicurare che non erano affatto indifferenti all'evento. Di questo io parlavo, solo di questo. Date per scontato che la vostra vita professionale non può essere intaccata e di conseguenza, viste le esigenze di un bambino, date per scontato che sia la madre a farlo. Le delegate ogni cosa e le relative conseguenze. Positive o negative che siano. Tutto qui. Il padre che dà per scontato che sia qualcun'altro, guarda caso la madre, ad aggiustare la propria vita professionale e non solo quella, in funzione di un figlio di entrambi. E un padre che eventualmente si accorge degli errori in cui la madre sta incorrendo male interpretando il proprio ruolo, e che non fa nulla. Continua vigliaccamente ed egoisticamente sulla propria strada, lasciando i figli nelle mani di chi li sta rovinando. I figli si fanno in due, sempre e solo in due. Un uomo ed una donna. Ci sarà pure un motivo di questo. E non certo più perchè il padre vada a caccia e la madre allatti nella caverna tenendo il fuoco sempre acceso. Ed anche allora, non era solo quello il motivo per cui si facevano in due i figli. I figli si fanno in due perchè ci si deve sostenere vicendevolmente attraverso le caratteristiche dei nostri rispettivi generi ed anche "controllare", a volte anche sostituire nella gestione ed educazione dei figli e non si capisce come mai sia la donna che ancora sia quella che, se c'è qualcuno da sostituire, sia sempre lei a doverlo fare. Io non sono mai stata una madre con la "M" maiuscola. Per la mia storia personale ed anche per carattere. Mio figlio è cresciuto in modo abbastanza "spartano" se si può dire in un mondo che certo spartano non è. Non sono mai stata ansiosa, non sono mai accorsa ad ogni minimo vagito. I capricci se li sgavagnava tutti da solo e poi smetteva. Per questo motivo ho ricevuto le critiche delle infermiere fin dal momento della nascita perchè avevo poco latte e loro volevano dargli la "giunta" con il biberon. Ho dovuto litigare. Il bambino non piangeva quasi mai e dormiva sereno, quindi secondo me non aveva bisogno di nessuna "giunta". E non ho mai avuto bisogno nemmeno in seguito di dare nessuna maledetta "giunta". Se lo vedete ora, è un sole. Sono stata criticata in seguito anche dalle mie amiche. Ero una madre poco "materna" secondo loro. A me invece sembravano loro esaspere quei figli con continue cure, ansie ed attenzioni non richieste e che poi divenivano pretese, cose date per scontate. Ho visto madri allacciare le scarpe di figli di 8 anni. Veramente pericolose. E i rispettivi padri a non fare nulla per affrontare e cambiare questo abuso. Magari scuotevano la testa e se ne lavavano le mani. Oh, certo pure io nella mia "perfezione" ho commesso moltissimi errori. Enormi. D'altronde c'ero solo io a poterne fare. Non c'era nessun altro che si prendeva anche la responsabilità di sbagliare con lui a distanza ravvicinata e continuativa. Se voi uomini siete così, caro Weil, è solo perchè ci lasciate sole a crescervi. E' un grave concorso di colpa caro mio. Gravissimo. |
|
31-12-2005, 13.55.38 | #45 | |
Utente bannato
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
|
Re: Re: eh, no, caro Weil
Citazione:
No, Nicola. ci sono responsabilità enormi degli adulti di questa storia. Se vuoi te la puoi aggiustare come vuoi, raccontartela come meglio credi, arrivare anche a convincerti che sia colpa tua se non hai urlato il tuo dolore e che quello era amore e che tutto era per amore. Sei libero di farlo. L'amore che ti hanno insegnato è quello, l'amore che hai conosciuto è quello. Spero che il tuo scritto sia solo la base per cominciare a vedere le cose dal tuo punto di vista. Quello veramente tuo. Un abbraccio |
|
31-12-2005, 14.36.08 | #46 | |
al di là della Porta
Data registrazione: 15-02-2004
Messaggi: 0
|
Re: Re: Re: eh, no, caro Weil
Citazione:
Gli adulti sono sempre responsabili rispetto alla crescita dei loro figli, nel "bene" e nel "male". Io ho portato il mio esempio, indubbiamente estremo per certi aspetti e so che non mi porterebbe a nulla colpevolizzare mia madre, mio padre o chi direttamente fece violenza su di me, a maggior ragione consapevole, in questo ultimo caso, che nel 99% dei casi, i pedofili sono ex bambini violentati. La strada che devo seguire e che ho scelto di seguire è quella del perdono e non intendo quello meramente cristiano (secondo i miei preconcetti) dove con placidi sorrisi si cerca di dimenticare, ma quello che segue il viale del chiarimento con se stessi e quando sarà anche con il "carnefice". Ma non è di questo che voglio parlare, ma sottolineare come spesso si dimentica (e non mi riferisco a te o a Weil che ritengo persone straordinariamente intelligenti) il concetto di co/responsabilità che sta alla base di tutte le relazioni umane. Comprendo profondamente le fatiche quotidiane di una madre che spesso sacrifica la propria vita in funzione dei figli proprio perchè i padri (io credo più in passato che oggi) non sono altrettanto presenti. Ma è importante comprendere anche la fatica dei padri (parlo di padre non di marito) che spesso non sono pronti al più grande miracolo che la vita ci dona (la Vita appunto) e che non potranno neanche lontanamente intuire quel sentimento di coesione suprema che è proprio di una madre. Oltremodo è importante anche ricordarsi che se il sacrificio viene fatto con sentimenti di rabbia che a mio avviso trasudano dai tuoi messaggi, verso chi più o meno direttamente ti ha "obbligato" a rinunciare a certe tue scelte personali, t'assicuro che non c'è bisogno di esternarli ai figli perchè loro li riconoscano. Ti parlo da figlio, un po' cresciuto ormai, rasento i 40, ma è proprio grazie alla mia esperienza di sofferenza e di lavoro personale su me stesso che ho compreso, o che comprendo giorno per giorno, quanto i genitori insieme proiettino più o meno inconsapevolmente, sui loro figli il loro desiderio realizzare sè stessi e non Sè Stessi (ossia la propria famiglia intesa come Unità differenziata, ma pur sempre Unità). Ultima modifica di nicola185 : 31-12-2005 alle ore 14.48.41. |
|
31-12-2005, 15.06.30 | #48 |
al di là della Porta
Data registrazione: 15-02-2004
Messaggi: 0
|
per essere più chiaro
Parlando prima di tutto con me, ma quanto vorrei che fosse una legge universale
Quel che conta secondo me è riuscire ad accettare con il tempo ciò che è stata la propria vita, cosa che molte persone non fanno mai . Senza questo passaggio si continuerà a vivere di rimpianti consolati si da delle soddisfazioni ma non così purificate dal filtro dell'accettazione del proprio passato. |
31-12-2005, 15.44.08 | #49 | |
Utente bannato
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
|
Re: Re: Re: Re: eh, no, caro Weil
Citazione:
Ti ringrazio per questa risposta, ne avevo bisogno. Sia per chiarirmi alcune cose che avevo in parte equivocato del tuo precedente post, sia per chiarire alcune cose che hai equivocato del mio, sia soprattutto perchè è un bellissimo post anche se non ne condivido tutti i contenuti. Sono pienamente d'accordo con te che sui figli si "scaricano" spesso le proprie soddisfazioni ed insoddisfazioni. Certamente non sono immune da questo. Figuriamoci. Ma se traspare rabbia dal mio scritto, ti posso assicurare che è rabbia che ho maturato non da tanto tempo e ora non è più nemmeno rabbia. Ed è esclusivamente legata alla mia relazione con il padre e non con lui. Allora non avevo nessuna voglia di partecipare a quelle formazioni, convegni o incarichi. Non ci pensavo lontanamente. Mi parevano cose lontane mille miglia dai miei interessi. Sapevo solo che mi sarebbe piaciuto frequentarli prima della nascita di mio figlio. Non ho mai sentito il peso della mia vita che si trasformava improvvisamente dopo la sua nascita. Trovavo quel tipo di vita, senza nemmeno pensarci, assolutamente naturale. Non mi sentivo in gabbia. Non soffrivo di non potermi realizzare professionalmente. In fondo non me n'è mai fregato niente di questo. La mia fatica è stata altra. E' stato dover far fronte alle difficoltà di mio figlio completamente sola e non me la prendevo nè con lui, nè con il padre. Avrei invece dovuto pretendere dal padre delle cose con fermezza, ma non l'ho fatto perchè sembravo non capire che sarebbe stato giusto farlo. Incolpavo solo me stessa di non essere in grado di affrontare la situazione. Allora mi sentivo affondare la terra sotto i piedi, mi sentivo impotente. E' questo che ho trasmesso a mio figlio. Non la rabbia di essere sola, ma l'impotenza, la confusione, l'incapacità di appoggiare i piedi su qualcosa di sicuro, di saldo in me e tenere botta. E ti posso assicurare che anche lontanamente intuire quel sentimento di coesione suprema che è proprio di una madre, non è da tutti. Non darlo per scontato nemmeno per una madre. Per me non è stato così. Eppure ci sono rimasta "sul pezzo", eccome se ci sono rimasta. E smettiamola una buona volta con la questione dei sacrifici di una madre. Sono veramente stanca di sentire questa solfa. Ognuno fa le cose per come ritiene di doverle fare, sono scelte proprie e sono spesso le uniche cose che è in grado di fare in quel momento. Nessun sacrificio quindi. Guai a rinfacciarle. E' un abuso ipocrita e vergognoso. Ringrazierò sempre mio padre che un giorno, avevo 17 anni, mi prese da parte per dirmi una cosa. Non era sua abitudine e mi preoccupai. MI chiese se in quel momento lo ritenevo sano di mente. Lo guardai stupita e risposi di sì. Allora mi disse: "Bene, ora che siamo sicuri che sono sano di mente al momento, ti dico che se un giorno dovessi impazzire e dirti che mi sono sacrificato per te, sappi che non è assolutamente vero. Ho sempre fatto quello che desideravo fare e mai per un momento anche facendo cose che mi pesavano, ho pensato di farle per te. Non ho mai fatto nulla per te. Questo è per quanto mi riguarda. Volevo che lo sapessi". Credo sia stata la cosa migliore e forse l'unica che mio padre ha fatto per me. Ma sono anche convinta che lo facesse comunque anche per sè. L'amore è così |
|
31-12-2005, 15.53.19 | #50 | |
al di là della Porta
Data registrazione: 15-02-2004
Messaggi: 0
|
Re: Re: Re: Re: Re: eh, no, caro Weil
Citazione:
Semplicemente grazie. Un 'oretta fà ti ho mandato un messaggio privato ma sicuramente ti è sfuggito |
|