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26-12-2005, 08.43.03 | #52 |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-02-2004
Messaggi: 45
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dalla home page...
Testo copiato dalla home page del sito: http://www.nopazzia.it/
........ Pur riconoscendo che c'è chi va 'fuori di testa', non risulta che ci siano difetti né danni al cervello. Noi di no!pazzia come anche le principali associazioni mondiali di ex-utenti e sopravvissuti alla pazzia e alla psichiatria, riteniamo che quel che è chiamato "pazzia" sia un modo umano straordinario di reagire ad avversità. Non riteniamo che ci siano prove scientifiche sufficienti per giudicarla una malattia in senso medico, certamente non una 'patologia' che richieda cure permanenti. Riteniamo che gli interventi della psichiatria - specialmente se prolungati nel tempo - siano nettamente dannosi. Che altro sia il modo di aiutarci, non i mezzi e metodi psichiatrici L'associazione -in costruz.- No!Pazzia è per prospettare trovare soluzioni, concettuali e pratiche, alternative a quelle psichiatriche; oltreché difenderci dai danni da essa psichiatria procurati; e combattere la indebita delega che lo stato ha alla psichiatria concesso. Chiediamo alla società e allo stato che ci siano ridati i nostri diritti umani civili, ora di fatto pesantemente calpestati. In particolare il diritto ad un corpo integro, e ad una nostra integra capacità di intendere e di volere, l'uno e l'altra pesantemente danneggiati dalle eterne "cure" farmacologiche messe in atto, mediante menzogne, menzogne, ricatti, minacce, dalla attuale psichiatria, pubblica e privata. ....... salutoni vento |
27-12-2005, 21.22.50 | #60 |
Utente bannato
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
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Dal post di Essere
"tu sai cosa comporta tutto questo" No, io non lo so cosa comporta tutto questo. Non lo posso sapere, posso solo immaginarlo. E forse. Anch'io ho subito violenza da bambina, ma non ho però vissuto tutto quello che descrivi, non in quel modo e non ho vissuto in un contesto come quello che racconti. Leggo sempre con attenzione i tuoi post e sono sincera nel dirti che non sono sicura se sia davvero tu a scriverli, giovane e dolce donna in difficoltà, oppure qualcun'altro che "sa imitarti" molto bene. Non so perchè ho fatto questo pensiero, ma voglio essere sincera e lo scrivo. Spero tu non te la prenda. Ora penso che non m'importa chi davvero scriva questi post, sono teneri, drammatici e pieni di speranza. Sono parole molto dure da leggere. E se sei davvero tu, Essere, rispondo proprio a te. Nell'altro caso, rispondo alle emozioni che mi hai comunque suscitato. Chiunque tu sia. In tanti anni di lavoro ho conosciuto storie come la tua e nonostante io non possa davvero sapere cosa sia viverla ed averla vissuta, ho di fronte a me i ragazzi e le ragazze che ho incontrato e con cui ho condiviso una piccola parte della loro vita. Questo tuo ultimo post è terribile e bellissimo. Come tutti i dolori che non vogliono ripiegarsi su se stessi. Che occhieggiano timorosi verso la luce di cui parli. Che hanno però quella luce ad attrarli e non il buio. La prima e ultima volta che sono entrata in un reparto psichiatrico per donne "gravi", ho pianto silenziosamente di fronte ad una ragazza distesa in un letto. Aveva lo sguardo perso nel vuoto, trapassava ogni movimento di fronte a lei. L'aveva portata lì il marito un giorno ed erano anni che non si risvegliava da quel sonno ad occhi aperti. Dicevano ce era catatonica, io non potevo accettarlo. Io lo so, ci sono muri che ognuno di noi si costruisce per non soccombere del tutto, per non sentire male o per non fare male. Ognuno per le proprie esigenze di sopravvivenza. Sono muri che ci proteggono, sono buoni, sono santi, guai se qualcuno con poca sensibilità tenta di abbatterli. Siamo noi a sapere come è possibile aprire una piccola finestra e poi eventualmente una porta. Siamo solo noi a saperlo come farlo con noi anche se crediamo di non saperlo. Siamo noi gli esperti. Ed abbiamo il diritto di farlo capire a chi ci sta vicino, a chi ha gli strumenti per accompagnarci in questo viaggio verso la luce che tanto desideriamo. Perchè di quella luce ne vogliamo vedere riflessi sempre più grandi, ma con calma. Un po' alla volta. Senza fretta. Lo sappiamo solo noi quando è il momento. L'importante è avere al nostro fianco qualcuno che sà farsi da parte, ma che ci sia quando noi siamo lì ad occhieggiare curiosi. Il coraggio di chiedere aiuto è il coraggio più grande che ci sia. E' un onore che qualcuno ti chieda un aiuto. Ma dobbiamo sapere che in fondo siamo noi a condurre il gioco. Ci siamo noi in gioco. Nessuno ci può davvero tradire. Siamo noi i protagonisti. Dopo tutto quello che abbiamo passato, figuriamoci se possiamo permetterci di soffrire ancora come prima. E chi ha la responsabilità di accompagnarci in questo percorso lo sa di avere un grande privilegio ed una grande responsabilità. Non può seguirci nel buio, sprofonderebbe con noi e non sarebbe di nessuna utilità. La zattera che state costruendo insieme, affonderebbe. Chi è del mestiere lo sa, mentre a volte le persone che ci sono vicine e che ci vogliono bene, non lo sanno, non lo possono sapere e affondano con noi. Ragazzi e ragazze con vite molto difficili simili o diverse dalla tua, reagiscono diversamente. Dipende dal carattere di cui siamo dotati alla nascita e da tutte le cose che ci sono accadute e che abbiamo fatto accadere. Dall'ambiente che abbiamo respirato attraverso la nostra diversità. Chi è violento, aggressivo o chi comunque commette reati anche solo contro il patrimonio (i più comuni) anche se soffre di una patologia psichica, certo sa che sono azioni punibili. Io e Weil infatti sosteniamo che è un diritto di tutti essere messi di fronte alle proprie azioni. Ma quello che scrivevo io o che cercavo di esprimere è che la sofferenza delle persone ha comunque una dignità che non può essere dimenticata dietro le mura di un carcere. Tu ti sei creata le tue mura, sei tu ad averlo deciso. Sei libera in questo. Nessuno te le ha costruite attorno a te. Lo hai fatto tu. Sei stata molto in gamba per non soccombere del tutto e per non fare male a nessuno. Saprai tu come muovere quei mattoni e quando farti aiutare a spostarli, farli scorrere. Chi è in carcere perchè ha commesso un reato, paga già per quello che ha fatto, ma ha ugualmente il diritto di occhieggiare verso la luce come te e trovare qualcuno che sappia accompagnarlo in questo viaggio. Come ha diritto di mangiare, bere, di aria, di essere medicato se si ferisce, di compagnia, di attenzione, comunicare, giocare, immaginare e sognare. Purtroppo questa possibilità, come altre, non sempre è concessa ed è di questo che volevo parlare con voi. Un sorriso |