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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 26-12-2005, 00.32.49   #51
Essere
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Data registrazione: 22-12-2005
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Sono andata a vedere il " Diario " ma non sono riuscita a leggere tutto , l'immagine era troppo forte per me , e poi mi ha portato indietro nel tempo quando ero stata portata in un ospedale psichiatrico famoso , appena entrata mi hanno portato via la mia bambola e la mia copertina avevo trasferito la mia casa li per cercare di aiutarmi a rimanere ma loro mi hanno portato via tutto ed io piangevo , poi gli hanno detto ai miei cari di andare via che mi legavano e mi mettevono il flebo per dormire e poi decidevono per farmi l’elettroshock , e che mi avrebbero fermato anche senza l'autorizzazione dei miei famigliari , loro mi hanno preso in braccio e mi hanno portato a casa , sapete cose gli ha detto il medico ? che bisogna essere determinati
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Vecchio 26-12-2005, 08.43.03   #52
Ventomagnetico
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Data registrazione: 24-02-2004
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dalla home page...

Testo copiato dalla home page del sito: http://www.nopazzia.it/
........
Pur riconoscendo che c'è chi va 'fuori di testa', non risulta che ci siano difetti né danni al cervello. Noi di no!pazzia come anche le principali associazioni mondiali di ex-utenti e sopravvissuti alla pazzia e alla psichiatria, riteniamo che quel che è chiamato "pazzia" sia un modo umano straordinario di reagire ad avversità. Non riteniamo che ci siano prove scientifiche sufficienti per giudicarla una malattia in senso medico, certamente non una 'patologia' che richieda cure permanenti. Riteniamo che gli interventi della psichiatria - specialmente se prolungati nel tempo - siano nettamente dannosi. Che altro sia il modo di aiutarci, non i mezzi e metodi psichiatrici

L'associazione -in costruz.- No!Pazzia è per prospettare trovare soluzioni, concettuali e pratiche, alternative a quelle psichiatriche; oltreché difenderci dai danni da essa psichiatria procurati; e combattere la indebita delega che lo stato ha alla psichiatria concesso.

Chiediamo alla società e allo stato che ci siano ridati i nostri diritti umani civili, ora di fatto pesantemente calpestati. In particolare il diritto ad un corpo integro, e ad una nostra integra capacità di intendere e di volere, l'uno e l'altra pesantemente danneggiati dalle eterne "cure" farmacologiche messe in atto, mediante menzogne, menzogne, ricatti, minacce, dalla attuale psichiatria, pubblica e privata.
.......

salutoni
vento
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Vecchio 26-12-2005, 11.56.51   #53
odissea
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salve a tutti e buone feste(in ritardo, ma non troppo)

avete digerito tacchino e panettone o siete ancora tutti a dormire, non c'è nessuno in linea stamane!

Ventomagnetico ci riporta che:
"la pazzia" sia un modo umano straordinario di reagire ad avversità".

E' una bella definizione e in un certo senso la ritengo calzante.
Le diagnosi cliniche, per quel che mi riguarda, lasciano il tempo che trovano....ovvero: sono un efficace strumento per psichiatri e dottori, e effettivamente inquadrano le diverse problematiche, cercando di sviscerarne i perchè, i come, i quando....etc.

Persone con la stessa diagnosi clinica possono essere (e in genere lo sono) due soggetti completamente diversi: modi di fare, di esprimersi, di vestire, gusti, carattere.
La diagnosi di per sè non ti dice nulla sulla persona che hai davanti; come operatrice forse mi sento di dire che, per il mio tipo di lavoro, essa non serve a un gran che: sarà efficace sicuramente in altri ambiti. Alla fine hai davanti una persona e, sempre come operatrice ripeto, non ti importa sapere più di tanto se è schizofrenico o, che ne so, marziano, ti interessa sapere che storia ha alle spalle, quali sono le sue risorse, quali i limiti, cosa preferisce, cosa non gli piace, come aiutarlo a stare meglio.

Mi sono sempre chiesta se in fondo questo vale anche per gli psichiatri: secondo me si.....ma non ho mai avuto il coraggio di chiedere....un po' perchè non sono in confidenza con nessuno psichiatra, un po' perchè temo la risposta forse.

"La pazzia è un modo umano straordinario" lo ritengo vero in quanto ogni persona è un modo umano straordinario.
Ribadisco che, per la mia esperienza breve ma intensa, i farmaci aiutano i ragazzi a mantenere una maggiore lucidità: senza di essi cadono in una grande agitazione, e non pensano più.

Chiaro che le medicine sono un aiuto, non la terapia, che consiste secondo me nelle relazioni umane(laddove possibile); dallo psichiatra, agli operatori, agli amici, ai vicini di casa e sopratutto la famiglia.

facile a dirsi, tutt'altro a farsi.


- x Essere: benvenuta!
- X Weyl e Lobelia: siete grandi, leggo e metto via nel mio cassetto personale
- per tutti gli altri un caro saluto!
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Vecchio 26-12-2005, 17.35.38   #54
Essere
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Data registrazione: 22-12-2005
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Ciao Odissea grazie per l'accoglienza , tu hai scritto ; Ribadisco che, per la mia esperienza breve ma intensa, i farmaci aiutano i ragazzi a mantenere una maggiore lucidità: senza di essi cadono in una grande agitazione, e non pensano più.

Perchè sono così ostile per i farmaci ? forse dipende da intollerenza , per spiegarmi anche i farmaci più comuni ne devo assumere in leggere dosi perchè alcuni tipo ( antifluenzali antidolorifici antiinfiammazione ) a me mettono sonno e mi innervosisco molto a non sentirmi partecipe e come se avessi paura , non sò se riesco a spiegare questa orribile sensazione , è come la preanestesia a me viene voglia di scappare alla morte , paura terrore , ecco perchè non ho mai preso psicofarmaci , paura di non potere difendermi sento la necessità di vegliare sempre su di me , ho tanta paura
Ora ti chiedo se c'è differenza a farsi curare tra i ragazzi e le persone di una certa età ? secondo me è più facile dare psicofarmaci ai giovani e sarà questa la causa che mantengono una maggiore lucidità migliorando il loro stato ? oppure è essere condizionati ? grazie e scusa se ho sempre tanti dubbi , le mie domande sono anche per tutti
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Vecchio 26-12-2005, 21.26.21   #55
Metropolis
Neofita
 
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Data registrazione: 02-10-2005
Messaggi: 112
Io credo che ci si stia lanciando in elucubrazioni un po' troppo filosofiche sul problema della pazzia,ricordando sempre che di malattia mentale si tratta.
Pazzia,mmm,beh,sinceramente non credo che abbiamo nessuno di noi il diritto di poter dare giudizi sul fatto che la cosiddetta follia sia o meno la rappresentazione estrema dell'essere,l'estensione non controllata della nostra parte non desiderata,un modo per non vedere e non sentirsi in questa realtà troppo difficile.
E' un argomento troppo delicato per poter essere riassunto anche sono nell'elogio del suo senso artistico e creativo,perchè anche Neuman dice "la psicosi,una via verso la creatività..." ma sinceramente credo che solo chi ne abbia sofferto realmente possa stabilire quanto mistico,o quanto patologico sia essere veramente "pazzi".
Personalmente (ed anche io non ne avrei il diritto per essere coerente con la mia teoria suddetta) non credo si possa andare oltre.
Poi sul sistema psichiatrico,sulla veridicità o meno del documento fanta-clinico di cui si parla,o sull'approccio psichiatrico,beh su questo possiamo parlarne quanto vogliamo.

(non voleva essere una critica,ma solo una opinione)
Metropolis is offline  
Vecchio 27-12-2005, 02.06.58   #56
lobelia
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Data registrazione: 28-07-2005
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Re: Re: Re: Bene. Cari amici. Io sono uno psichiatra.

a Weil
Sono completamente d'accordo. Totalmente. La penso anch'io così da tempo.
La pena non deve essere cura e la cura non deve essere pena.
Ma questo non mi risolve assolutamente nulla.
La procedura penale minorile non prevede fra l'altro l'ospedale psichiatrico giudiziario. E' un sistema che di fatto tende a separare la pena dalla cura. Esiste sì anche in ambito minorile il grande nodo delle incapacità e delle pericolosità sociali per le quali si applicano misure di sicurezza in comunità del privato sociale, mai comunque detentive. Sono rare e difficilissime, spesso drammatiche, da gestire sia per i ragazzi, sia per gli operatori.
La maggior parte dei ragazzi che esprime disagio psichico, percorre però comunque le vie ordinarie della procedura penale, anche se quella minorile e, come dici tu Weil, usufruisce delle cure dei presidi sanitari pubblici.
Ma non è solo di questo di cui voglio parlare e sarebbe troppo lungo e noioso descrivere la legislazione e le procedure.
Io voglio parlare delle persone che ho incontrato in tanti anni di lavoro, degli occhi che ho conosciuto, degli occhi di quel ragazzo e di tanti altri e di quello che abbiamo offerto loro noi adulti, "sani", competenti, pagati più o meno profumatamente, che abbiamo avuto l'opportunità, la fortuna ed il dovere, la responsabilità (ognuno per il proprio ruolo) di farci carico di loro.
Quando parli di carcere, immagino tu ti riferisca sia alla sua valenza "punitiva" e quindi riparativa, ma anche a quella della sicurezza sociale.
Sono pienamente d'accordo che chiunque abbia il dovere, che secondo me è anche principalmente un diritto, di prendersi la responsabilità, di sentirla quella responsabilità dei propri atti e sono anche d'accordo che la società debba anche proteggersi da persone che per indole, casualità, sfortuna, condizioni di vita avverse o malattia, commette reati anche molto gravi.
Continuo ad essere d'accordo, ma non mi risolve nulla.
Io sono solo un'assistente sociale e non ho da giocarmi una carriera da nessuna parte. Ci sono comunque operatori che ho conosciuto che riescono a fare gli spocchiosi e a cercare e trovare un angolo micragnoso di potere anche nel loro ruolo, ma io non sono di quelli. Non m'interessa.
Non pubblico articoli, non voglio avere a che fare con nessuna scalata professionale ed evito il più possibile le persone che si pongono nel lavoro in questo modo. Eventualmente uso questa loro debolezza (quando ci riesco) per ottenere maggiori o più qualificati strumenti di lavoro.
Il mio intervento iniziale voleva esprimere la preoccupazione per un forte aumento del disagio psichico dei ragazzi con cui lavoro ed ora vorrei anche esprimere la vergogna che provo nel vedere come si affrontano questi problemi. Come li affronta il carcere, come li affrontiamo noi operatori del settore (educatori, psicologi ed assistenti sociali), come li affronta la psichiatria ufficiale, come li affrontano quelle orribili comunità del privato sociale ricolme di incompetenti ed imbecilli (sono pochissime le comunità che ho incontrato in 24 anni di lavoro che posso definire anche solo "decenti") e l'elenco è purtroppo molto lungo ancora.
Incontriamo ragazzi di 14, 15, 16 anni e li vediamo crescere nel loro disagio, un dramma annunciato la cui prognosi nefasta quasi mai si riesce a ribaltare, a disconfermare, perlomeno ad attenuare.
E dire che basta così poco. L'ho visto le tante volte che si è riusciti a lavorare tutti bene insieme, collegando il cervello con il cuore. Quando tutti avevano in testa quel ragazzo e non le proprie seghe mentali o professionali.
Non basta l'intelligenza. E non basta il cuore. Ci vogliono entrambi. Oltre che ovviamente le singole preparazioni professionali. E ci vogliono istituzioni e dirigenti che sappiano sempre in ogni minuto che stiamo giocando sulla pelle delle persone.
Seguiamo ancora un ragazzo che da anni sta tenendo in scacco l'intera sistema penale minorile italiano. Ormai è maggiorenne da tempo, ma la misura di sicurezza è ancora in atto per reati commessi durante la minore età.
Non racconto la sua storia per rispetto a lui e perchè ci vorrebbe un mese, dico solo che ad un certo punto l'interesse per lui era diventato una sorta di sfida di ogni singolo operatore o di ogni servizio, per dimostrare agli altri che lui era il migliore e con Mohamed ce l'avrebbe fatta. A nessuno più interessava la sua sofferenza, tutti lo temevano o lo usavano. Psichiatri compresi.
E' un tipo molto intelligente, sveglio e stuzzica la vanità di molti.
Va beh, forse non ho detto tutto quello che volevo dire, anzi sicuramente no, ma ho scritto comunque troppo e mi fermo.
Buona notte a voi
lobelia is offline  
Vecchio 27-12-2005, 12.32.51   #57
Essere
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Ciao Lobelia io ho difficoltà a capire se sbaglio dimmelo o se sono troppo dura .
Io non cerco una giustificazione se un minore commette un omicidio perchè è cresciuto in un contesto non idoneo ,
forse è perchè mi baso sulla mia esperienza , ora ti spiego .
Mia madre quando si è accorta di essere incinta ha fatto del tutto per abordire non mi ha mai accettata neppure ora
mi dice tu non dovevi nascere , non ho mai conosciuto mio padre , sono cresciuta sola era una vicina di casa che si
occupava di me quando poteva aveva 4 figli , non ricordo di avere mai avuto un contatto fisico con mia madre , piangevo in
un angolino della casa seduta per terra ma avevo trovato un modo per scappare dalla sofferenza uno specchio magico
che quando mi mettevo davanti a lui mi sollevavo uscendo anche da casa e tutti mi guardavano mi sentivo viva .
Ho sempre visto mia madre con uomini anche a ........ li odiavo perchè mi portavano via mamma , ha 7 anni vari pedofili
ti assicuro che non soffrivo più di tanto perchè finalmente vedevo di essere importante per mamma e mi copriva il dolore
il digusto che provavo la voglia di scappare , ma lei era felice quanti regali aveva profumi vestiti ecc ecc tutto questo
all'età di 13 anni quando ho conosciuto mio marito , a 17 mi sono sposata , non è stata facile la mia vita anche sessuale
ho sempre avuto paura , riuscivo a compiere gli atti della vita , poi 8 anni fa un incidente di macchina banale guidava
mio marito ho provato la stessa impotenza di quando ho subito le prime violenze di pedofili , da all'ora lui è il lupo
cattivo , ultimamente ho spazi di realtà e lo riconosco ma tante volte ho terrore con questo non puo toccarmi neppure dandomi
la mano solo io posso appoggiarmi a lui , ho una grave psicosi e un quadro molto vario di personalità disturbanti ,
borderline schizoide istrionica disociazione ecc ecc tu sai cosa comporta tutto questo eppure conosco il bene e il male
ho una forte aggessività forse in questo sono stata fortunata perchè mi sono costruita un muro senza porte e finestre
per protteggermi da essa e non fare del male alle persone , ora io riesco solo a comunicare senza emozione con il computer
nella mia torre c'è uno spiraglio di luce ma non posso uscire .( volevo dire che io ho trovato una soluzione per non fare
del male a me stessa e agli altri , secondo te i ragazzi non possono trovarla anche loro ? anch'io ero piccina all'ora
volavo )
Amo mia madre perchè non l'ho mai avuta
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Vecchio 27-12-2005, 20.47.56   #58
odissea
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Messaggio originale inviato da Essere
Ciao Odissea grazie per l'accoglienza , tu hai scritto ; Ribadisco che, per la mia esperienza breve ma intensa, i farmaci aiutano i ragazzi a mantenere una maggiore lucidità: senza di essi cadono in una grande agitazione, e non pensano più.

Perchè sono così ostile per i farmaci ? forse dipende da intollerenza , per spiegarmi anche i farmaci più comuni ne devo assumere in leggere dosi perchè alcuni tipo ( antifluenzali antidolorifici antiinfiammazione ) a me mettono sonno e mi innervosisco molto a non sentirmi partecipe e come se avessi paura , non sò se riesco a spiegare questa orribile sensazione , è come la preanestesia a me viene voglia di scappare alla morte , paura terrore , ecco perchè non ho mai preso psicofarmaci , paura di non potere difendermi sento la necessità di vegliare sempre su di me , ho tanta paura
Ora ti chiedo se c'è differenza a farsi curare tra i ragazzi e le persone di una certa età ? secondo me è più facile dare psicofarmaci ai giovani e sarà questa la causa che mantengono una maggiore lucidità migliorando il loro stato ? oppure è essere condizionati ? grazie e scusa se ho sempre tanti dubbi , le mie domande sono anche per tutti


ciao essere....ehm....sono reduce da una giornataccia, non farci caso se sono sgrammaticata e soprattutto sconclusionata.
vengo fuori dal reparto di psichiatria....è stata una brutta giornata per uno dei ragazzi.
Gli sono stata accanto 7 ore; alla fine gli psichiatri hanno optato per il ricovero, del resto anche lui lo chiedeva insistentemente.

Io non ti conosco, nè mi sono chiari i problemi che stai affrontando....sicuramente non ti posso dire se devi prendere o no una cura farmacologica.

Non sto parlando comunque di torazina o cose del genere.....spesso la gente si fa l'idea che lo psicofarmaco sia una bomba interiore che spazza via ogni pensiero. Ci saranno pure questo tipo di sostanze, e durante un ricovero psichiatrico spesso si, i pazienti vengono sedati di brutto.
Non mi riferisco a questo quando parlo di psicofarmaci, ma di quella terapia che, con un po' di chimica, aiuti a mantenere una certa calma interiore, che ne so, aiuti a tenere lontana la depressione, ecc. non a qualcosa che ti annulli.

I ragazzi di cui parlo io non sono ragazzi: abbiamo sempre il vizio di chiamarli così (a torto) ma sono uomini belli e fatti, dai 33 ai 41 anni....i quali hanno sperimentato assolutamente di tutto(fidati), prima di approdare a una terapia che, per le loro particolari condizioni e gravità, ammetto essere piuttosto pesante.

Credo che esistano sensibili differenze fra problematiche, istituzioni, terapie e quant'altro, nell'ambito minorile e in quell'adulto, o almeno così dovrebbe essere.

Per quel che mi riguarda l'ambito minorile è arabo,se non per il fatto che da noi arrivano coloro con cui il sistema minorile ha evidentemente fallito. per gli adulti che ho visto io, ritengo ci siano problematiche consolidate e fossilizzate a tal punto che, per ovvie ragioni, non basta più il voler bene e metterci tanto cuore (quello ce lo si mette, a frotte porco cane), ma ci vuole anche molta testa e raziocinio....se no diventa una specie di trenino dell'emotività, e non se ne viene fuori.
Credo fermamente che la migliore intuizione e la migliore capacità di comprensione quindi la migliore progettualità, nascano da uno sguardo in primo luogo affettuoso, poi professinale.

Devo dire che oggi l'ho trovato in due psichiatri, a onor del vero, mai successo prima.
I servizi sociali, nella mia zona, non lasciano ben sperare, tra l'altro non troviamo mai nessuno e per contattare un'assistente sociale siamo stati costretti a scrivere una lettera, perchè al telefono, dopo 15 giorni di tentativi, ci siamo rotti le scatole.

C'è una drastica mancanza di comunicazione fra istituzioni, ognuna cerca di fare il suo lavoro, forse prova pure a farlo al meglio, ma spesso si snobbano l'una con l'altra, si criticano l'un l'altra....e c'è chi paga caramente questa cosa.

Vabbè, sto parlando a segmenti....mah....saluti






Ultima modifica di odissea : 27-12-2005 alle ore 20.49.53.
odissea is offline  
Vecchio 27-12-2005, 21.00.22   #59
Essere
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Grazie della spiegazione
Ciao
Essere is offline  
Vecchio 27-12-2005, 21.22.50   #60
lobelia
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Dal post di Essere

"tu sai cosa comporta tutto questo"


No, io non lo so cosa comporta tutto questo. Non lo posso sapere, posso solo immaginarlo. E forse.
Anch'io ho subito violenza da bambina, ma non ho però vissuto tutto quello che descrivi, non in quel modo e non ho vissuto in un contesto come quello che racconti.
Leggo sempre con attenzione i tuoi post e sono sincera nel dirti che non sono sicura se sia davvero tu a scriverli, giovane e dolce donna in difficoltà, oppure qualcun'altro che "sa imitarti" molto bene. Non so perchè ho fatto questo pensiero, ma voglio essere sincera e lo scrivo. Spero tu non te la prenda.
Ora penso che non m'importa chi davvero scriva questi post, sono teneri, drammatici e pieni di speranza. Sono parole molto dure da leggere. E se sei davvero tu, Essere, rispondo proprio a te. Nell'altro caso, rispondo alle emozioni che mi hai comunque suscitato. Chiunque tu sia.
In tanti anni di lavoro ho conosciuto storie come la tua e nonostante io non possa davvero sapere cosa sia viverla ed averla vissuta, ho di fronte a me i ragazzi e le ragazze che ho incontrato e con cui ho condiviso una piccola parte della loro vita.
Questo tuo ultimo post è terribile e bellissimo. Come tutti i dolori che non vogliono ripiegarsi su se stessi. Che occhieggiano timorosi verso la luce di cui parli. Che hanno però quella luce ad attrarli e non il buio.
La prima e ultima volta che sono entrata in un reparto psichiatrico per donne "gravi", ho pianto silenziosamente di fronte ad una ragazza distesa in un letto. Aveva lo sguardo perso nel vuoto, trapassava ogni movimento di fronte a lei. L'aveva portata lì il marito un giorno ed erano anni che non si risvegliava da quel sonno ad occhi aperti. Dicevano ce era catatonica, io non potevo accettarlo.
Io lo so, ci sono muri che ognuno di noi si costruisce per non soccombere del tutto, per non sentire male o per non fare male.
Ognuno per le proprie esigenze di sopravvivenza.
Sono muri che ci proteggono, sono buoni, sono santi, guai se qualcuno con poca sensibilità tenta di abbatterli. Siamo noi a sapere come è possibile aprire una piccola finestra e poi eventualmente una porta. Siamo solo noi a saperlo come farlo con noi anche se crediamo di non saperlo. Siamo noi gli esperti. Ed abbiamo il diritto di farlo capire a chi ci sta vicino, a chi ha gli strumenti per accompagnarci in questo viaggio verso la luce che tanto desideriamo. Perchè di quella luce ne vogliamo vedere riflessi sempre più grandi, ma con calma. Un po' alla volta. Senza fretta. Lo sappiamo solo noi quando è il momento. L'importante è avere al nostro fianco qualcuno che sà farsi da parte, ma che ci sia quando noi siamo lì ad occhieggiare curiosi.
Il coraggio di chiedere aiuto è il coraggio più grande che ci sia. E' un onore che qualcuno ti chieda un aiuto. Ma dobbiamo sapere che in fondo siamo noi a condurre il gioco. Ci siamo noi in gioco. Nessuno ci può davvero tradire. Siamo noi i protagonisti. Dopo tutto quello che abbiamo passato, figuriamoci se possiamo permetterci di soffrire ancora come prima. E chi ha la responsabilità di accompagnarci in questo percorso lo sa di avere un grande privilegio ed una grande responsabilità. Non può seguirci nel buio, sprofonderebbe con noi e non sarebbe di nessuna utilità. La zattera che state costruendo insieme, affonderebbe. Chi è del mestiere lo sa, mentre a volte le persone che ci sono vicine e che ci vogliono bene, non lo sanno, non lo possono sapere e affondano con noi.
Ragazzi e ragazze con vite molto difficili simili o diverse dalla tua, reagiscono diversamente. Dipende dal carattere di cui siamo dotati alla nascita e da tutte le cose che ci sono accadute e che abbiamo fatto accadere. Dall'ambiente che abbiamo respirato attraverso la nostra diversità.
Chi è violento, aggressivo o chi comunque commette reati anche solo contro il patrimonio (i più comuni) anche se soffre di una patologia psichica, certo sa che sono azioni punibili. Io e Weil infatti sosteniamo che è un diritto di tutti essere messi di fronte alle proprie azioni. Ma quello che scrivevo io o che cercavo di esprimere è che la sofferenza delle persone ha comunque una dignità che non può essere dimenticata dietro le mura di un carcere.
Tu ti sei creata le tue mura, sei tu ad averlo deciso. Sei libera in questo. Nessuno te le ha costruite attorno a te. Lo hai fatto tu. Sei stata molto in gamba per non soccombere del tutto e per non fare male a nessuno. Saprai tu come muovere quei mattoni e quando farti aiutare a spostarli, farli scorrere.
Chi è in carcere perchè ha commesso un reato, paga già per quello che ha fatto, ma ha ugualmente il diritto di occhieggiare verso la luce come te e trovare qualcuno che sappia accompagnarlo in questo viaggio. Come ha diritto di mangiare, bere, di aria, di essere medicato se si ferisce, di compagnia, di attenzione, comunicare, giocare, immaginare e sognare.
Purtroppo questa possibilità, come altre, non sempre è concessa ed è di questo che volevo parlare con voi.
Un sorriso
lobelia is offline  

 



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