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Panoramica e spiegazioni, seppur brevi e concise, che ho ritenute necessarie, affinché risultasse più facile individuare e comprendere quel fenomeno sociale che sempre più va dilagando e aumentando e che và via via sostituendo il bullismo, almeno a livello sociale in qualità di rapporto, approccio e confronto con altri individui in un ambito sociale. Fenomeno per il quale io stessa sto ancora cercando di coniarne un termine appropriato e il quale è alimentato proprio dal mondo virtuale.
Abbiamo visto che l’individuo aggressivo è un individuo insicuro ma che reagisce con aggressività e con violenza in determinati circostanze, semplicemente, se così vogliamo dire, per “mascherare” e “proteggere” proprio questa parte debole di sé. Ma laddove l’individuo non può attuare questa manifestazione diretta della propria aggressività, che sia verbale o fisica, dovrà, indubbiamente, tenerla a freno, inibirla. Non reprimerla, ma inibirla. Proprio perché, realmente, è lo stesso rapporto reale, fisico e visivo, con altri soggetti che lo induce a non reagire aggressivamente direttamente e apertamente. tenderà, quindi, a manifestare indirettamente un’aggressività latente. Senza entrare nello specifico, gli è comunque più semplice poterla manifestare in un luogo ove la realtà è assente e il confronto “inesistente”. Il confronto, come in questo caso, esiste, ma non per l’individuo in questione dove non lo considera non essendo esso “reale”, ovvero fisico e diretto.
Questa manifestazione di aggressività non è la meno comune nel mondo virtuale, ma forse la più comune è l’aggressività diretta. In questo caso, nella vita reale l’individuo è “costretto” a reprimere la propria aggressività per necessità e per motivi puramente sociali. Manifesta raramente delle manifestazioni aggressive verbali, di rado anche fisiche, quali reazioni a situazioni di forte stress e di grande tensione (nei casi maggiori e più comuni), di conseguenza utilizza il mondo virtuale come vero e proprio mezzo di sfogo in qualità di esplosione e non di catalizzazione proprio perché non avendo un contatto diretto e reale per lui provocare una persona che fondamentalmente non è che una scritta, un individuo “inesistente” sa che non avrà alcuna conseguenza nel suo mondo reale.
Fondamentalmente internet (con annessi e connessi) non è mai nata come mezzo di comunicazione, di facile comunicazione, tra individui di culture diverse e abitanti in città distanti tra loro, quanto come ulteriore mezzo di controllo nei confronti di una massa, di un popolo; ma soprattutto proprio come mezzo di sfogo diretto esattamente a quelle persone socialmente più benestanti, indotte a crearsi una vita di agi e di continuo sviluppo economico come unico mezzo per potersi affermare socialmente; individualmente più disagiate, l’arrivismo economico può indebolire un individuo piuttosto che rafforzarlo portandolo quindi a un disagio sociale nei confronti di chi è più ambizioso e apparentemente più sicuro; ed emotivamente più instabili, laddove la continua induzione alle repressioni emotive,atte a un maggiore controllo dell’individuo stesso, lo porta a un disagio interiore, uno squilibrio.
Le reazioni sono quindi diverse e disparate, ma internet è proclamata a salvezza, alla salvezza del proprio equilibrio sfogando la propria aggressività verso persone sfigate, represse e instabili che entrano qui dentro a sfogare le proprie fisime.
Troppo facile insegnare il rispetto e l’amore verso se stessi, verso l’altro, verso la vita, verso ciò che ci circonda, perché essi portano verso la libertà.
Non credo nemmeno ci sia il bisogno di spiegare ulteriormente gli ultimi punti dando le dovute analisi e spiegazioni di quanto affermato, ritengo che la causa-effetto sia piuttosto chiara ed evidente.
Benché mi sia dilungata, spero comunque di aver dato risposta alla tua domanda. Per ulteriori chiarimenti resto a disposizione.