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23-02-2008, 10.13.11 | #52 |
Ospite abituale
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Riferimento: L'emancipazione femminile.
Mi sembra la discussione più appriopriata per parlare di quel che ieri sera mi ha molto colpito. Sulla emittente ODEON hanno trasmesso "Rebus, questioni di conoscenza"
Parlavano di Maria Maddalena e mi sono ritrovata ad ascoltare di problematiche, idee, conoscenze che abbiamo già trattato più volte su questo forum. Mi è sembrato doveroso riportare qualche pensiero che ho ascoltato ieri sera, visto che l'argomento è proprio la donna. Maria Maddalena è probabile (ed io mi accorgo che è così) era la sposa di Gesù, il Suo completamento, la Sua completezza, l'armonia e l'amore che può nascere solo dall'unione di maschile e femminile. Se il cattolicesimo non lo avesse oscurato, se non avesse eliminato anche fisicamente (pare che lo sterminio dei catari sia dovuto anche a quello) tutto quello che concerneva questa donna potentissima (spiritualmente), ora non saremmo qui a parlare di emancipazione femminile. Se l'eterno femminino fosse cresciuto accanto al mascolino nella parità, nel rispetto, nell'amore ora non saremmo sull'orlo del disastro planetario. Maria Maddalena ci avrebbe accompagnato, insieme a Gesù verso il cammino spirituale per eccellenza, verso la vita e non verso la distruzione attuale. L'emancipazione femminile di oggi spesso non sa neppure cosa sia la femminilità. La donna per ritornare a galla non ha attinto alla propria indole, ma ha teso il proprio essere a diventare simile all'uomo, a divenire mascolina, a volte più mascolina dello stesso uomo. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. L'invito ad ogni uomo ed ogni donna è quello di diventare INTERI, di accogliere e ascoltare dentro se stessi la parte maschile e quella femminile, per poter così vedere l'amico/amica davanti a noi e non il nemico/nemica. Temo che sia la sola ed unica soluzione per impedire la distruzione globale della vita su questo pianeta. La bistecca si taglia con coltello e forchetta, la vita si vive solo se c'è il sole e l'oscurità, l'amore si compie solo dove l'unione è consentita nella sua interezza. (ovviamente non mi riferisco ad un puro e meccanico atto sessuale) Ce la faremo, ce la possiamo fare se ciascuno/ciascuna fa la propria parte. con amore e speranza Mary |
24-02-2008, 09.48.57 | #53 | |
Ospite abituale
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Riferimento: L'emancipazione femminile.
Citazione:
La donna, oggi, tende (giustamente) a fare le stesse cose che fa un maschio e che un tempo (dieci venti anni fa) le erano vietate. Non è tanto nel fare le stesse cose del maschio il problema ma nel fare propri anche i comportamenti non corretti che l'uomo ha preteso di erigere a virtù: arrivismo, violenza, sopraffazione, intolleranza, sete di potere, superficialità.... Lungi da me il voler generalizzare, catalogare, schematizzare, formalizzare. Bisogna guardare in faccia la realtà per quella che è. Solo così si può tentare di cambiarla. Uomini e donne non sono uguali e non devono essere uguali, altrimenti avremmo una clonazione e non una diversificiazione. Le differenze devono unire e non dividere, nessuno deve tentare di sottomettere l'altro. E questo può essere compreso solo quando entrambi si riprendono la capacità di amare. Se ami sai cosa fare e come comportarti. E guardi l'altro o altra con rispetto, lasci che la libertà di essere se stessa o se stesso non venga mai scalfita. A me dispiace che i maschi si sentano avviliti, umiliati, bistrattati ma in una fase di cambiamento forse è inevitabile. Dispiace anche che le donne, le giovanissime donne di oggi abbiano perso molto, tantissimo della propria femminilità. La femminilità è una immensa ricchezza, come lo è la mascolinità. Una mia amica si è ritrovata in una sala d'attesa per interruzione volontaria della gravidanza e ne è uscita inorridita mi ha detto: queste ragazzine che stavano per abortire scherzavano, ridevano come se stessero per entrare in un teatro di avanspettacolo. Io non sono contro la 194 ma perchè so che l'aborto per una donna è quanto di più duro possa sperimentare. Ma parlo di madri, parlo di donne che sono femmine dentro l'animo e che darebbero la loro vita per la propria creatura. Se emancipazione femminile vuol dire pietrificare il proprio cuore, allora preferisco la mia schiavitù e mi libererò in altro modo. Hai scritto entro ognuno di noi c'è già tutto, in misura, forma e modi diversi, ma c'è tutto. E' un pensiero che condivido al 200 per cento. Spero solo che maschi e femmine si decidano ad attingervi a piene mani e farne dono agli altri. buona domenica |
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24-02-2008, 09.56.38 | #54 | |
Ospite abituale
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Riferimento: L'emancipazione femminile.
Citazione:
A chi lo dici?! Si impara sulla pelle dei figli e poi non sai più che fartene dell'esperienza fatta. Spero che un giorno nelle scuole pubbliche ci sia un'ora dedicata alla vita, alla crescita, alla conoscenza del senso della vita. Che si possa insegnare a vivere da maestri capaci magari relegando in qualche angolo il nozionismo puro, o quello di una storia che non è capace di insegnare. Un'ora di lezione dedicata al "imparare dagli errori propri e degli altri" dove il bullismo maschile e femminile venga privato della propria linfa vitale. La vita si impara vivendo, ma una mappa da portare con sé non sarebbe poi tanto male. Sono certa che quando i due sessi si saranno riappacificati le guerre saranno solo un ricordo. Il predominio maschile, il patriarcato imperante è la benzina che alimenta ogni sorta di guerra e violenza. Se fosse al potere una donna (una vera donna) non manderebbe mai a morte ii propri figli in una stupida guerra. |
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24-02-2008, 19.19.32 | #55 |
Ospite abituale
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Riferimento: L'emancipazione femminile.
Cara Mery,
anche io mi sono ritrovata ad accompagnare un'amica e il suo compagno per un'interruzione di gravidanza. Io però non ho visto le ragazzine scherzare. Una piangeva disperata, un'altra è scappata via (forse ci aveva ripensato), tutte le altre, a esclusione della mia amica e di altre due donne sposate, erano SOLE. E non perché fossero single! La cosa mi ha amareggiata tantissimo. Comunque... Non tutte le donne realizzano subito dopo il test di gravidanza che stanno per diventare madri. La natura ci ha dato 9 mesi di tempo per riorganizzare la nostra identità e introdurci in una nuova dimensione del nostro essere donne, quella materna. A volte 9 mesi non bastano, ci vuole più tempo prima che scocchi quella scintilla d'amore che ci lega per sempre alla nostra creatura. E lo stesso vale per i padri, anche loro hanno bisogno,a volte, di più tempo. Non siamo tutti uguali, non maturiamo tutti allo stesso modo e negli stessi tempi. Io non penso che le ragazzine che la tua amica ha visto avessero il cuore così indurito, forse non si rendevano ben conto di quello che stava succedendo, forse scherzavano spavaldamente per mettere a tacere i dubbi o il dolore, ma non possiamo essere sicuri che tra qualche giorno, mese o anno quel dolore messo a tacere con la chiacchiera, non riaffiori. |
25-02-2008, 15.23.51 | #56 |
Ospite abituale
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Riferimento: L'emancipazione femminile.
[quote=kore]
Carissima kore, ti ringrazio. Deve essere sicuramente come dici tu, ne sono convinta. Avevo bisogno di sentirmelo dire. Essere donna è cosa meravigliosa, ma non basta il dono ricevuto bisogna anche saperlo coltivare. Per troppo tempo la donna ha lasciato in mano ad altri la gestione della propria vita, ed ha commesso un gravissimo errore. Forse andava fatto, forse occorreva anche questa esperienza. Forse. E non solo la donna ma ciascun individuo deve farsi carico del proprio cammino senza alcuna delega. Spero che entrambi i sessi si liberino dalle credenze nefaste, mortali che hanno minato l'esistenza stessa dell'umanità. Che smettano finalmente di credere in questo o quello e rimboccandosi le maniche comincino a scoprire come si vive, che cos'è la vita, che ci stiamo a fare qui. Come in una crisi familiare che si mette un punto e si ricomincia dalla esperienza maturata sin lì. Gesù diceva che non si può mettere una toppa nuova su di un vestito logoro, nè del vino novello in una giara vecchia. Ci vuole tanto coraggio ad abbandonare ciò che porta malessere ma che ben conosciamo. Lo sconosciuto ci fa tremare, ci angoscia anche se è un cammino di vita. |
25-02-2008, 17.40.55 | #57 | |||||
Utente bannato
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Riferimento: L'emancipazione femminile.
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E come si concilia questo assetto di pensiero con l'ostinata pretesa - appresso quotata - di voler ricondurre le diversità sessuali a meri "comportamenti culturali"? Citazione:
Nulla ci dice sull'origine dei comportamenti, che rimangono saldamente ancorati - ricerche alla mano - alle necessità biologicamente fondate e sessualmente diversificate degli esseri umani. I discorsi sui valori attengono - sì - alle determinanti culturali che influenzano i comportamenti stessi ma non ne possono rimuovere, in alcun modo, le determinanti biologiche. Oscurare questo elementare dato di fatto serve a non vedere ciò che non si vuole vedere: ossia che uomini e donne sono sostanzialmente differenziati, con tutte le conseguenze relative in chiave di ruoli, orientamento alla vita, possibilità materiali, etc... Citazione:
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25-02-2008, 21.38.54 | #58 | |
Ospite abituale
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Riferimento: L'emancipazione femminile.
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Concludendo! va tutto bene? è tutto ok? i risultati di questa cultura o se vogliamo chiamarlo comportamento biologico è soddisfacente? possiamo tranquillamente proseguire su questa strada? i frutti sono stati copiosi? i risultati estremamente positivi? le aspettative evolutive ottimali? i progressi indiscutibili? Bene, benissimo forse vengo da un altro pianeta e non capisco le menti umane. La mia visuale che chiameremo giustamente utopistica, della vita vuole guardare in faccia la realtà e riflettere sui risultati raggiunti, per imparare dagli errori e modificarli. Il mio ideale aspira alla libertà degli individui maschi e femmine, e al progresso di entrambi, con l'aiuto reciproco verso il futuro. Molti anni fa mi ritrovai ad osservare per caso un padre e il figlio che uscivano da un supermercato. Il bimbo di cinque o sei anni aveva in mano una borsa della spesa che per lui doveva essere enorme e per il padre una piccola cosa. Fianco a fianco si avviarono verso l'auto. Il figlio porse al padre la sua "pesante" borsa ed il padre con infinito amore e attenzione la prese e la depose nel bagliaglio accanto alle sue voluminose e pesanti. Differenze di forza evidente fra i due ma non di amore e attenzione e rispetto. Ecco la forza della donna è come quella di quel bambino: possente. E la forza dell'uomo grande anche quella ma che si fa piccola accanto a quella del bambino, e insieme diventano una forza immensa che può sorreggere l'intero universo. Non è la supremazia dell'uno sull'altra o viceversa a far crescere l'umanità, ma è l'equilibrio fra forze diverse a rendere grande l'umanità. |
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26-02-2008, 11.16.59 | #59 | |
Utente bannato
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Riferimento: L'emancipazione femminile.
Citazione:
I frutti copiosi, i risultati positivi, le aspettative ottimali ed i progressi indiscutibili sono questi. Altro che forza comune e solidale, il tema dell'emancipazione femminile si lega indissolubilmente allo sforzo di sopraffazione etica delle donne (e di alcuni "maschi" stracolmi di fedelissimo zelo) sugli uomini. |
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26-02-2008, 15.35.54 | #60 | |
Ospite abituale
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Riferimento: L'emancipazione femminile.
Citazione:
Spero di sbagliarmi ma credo che la tua risposta sia la..... risposta alla domanda: "perchè il mondo va così tanto male?" Ai miei interrogativi hai levato gli scudi contro il "potere" femminile, contro il tentativo delle donne di liberarsi dal giogo di millenni. Cosa ha prodotto (in tutta onestà) il patriarcato in più di duemila anni? Non che io stia facendo una campagna in favore del matriarcato anche se la storia insegna che ove ha messo radici ha reso la guerra non una "inevitabile" necessità. Non deve più esserci nessun "fedelissimo zelo" nè da parte della donna nè da quella dell'uomo. Manca del tutto la capacità di provare, immaginare, percepire, fantasticare sull'amore vero. Una persona che è capace di amare non vedrà mai l'altro o altra come inferiore o superiore. MAI. Non ha ragion d'essere una supremazia femminle o maschile che sia. Se vogliamo la vera pace, il vero progresso, la vera evoluzione. Quando due veri sportivi competono, lo sconfitto stringe sempre la mano al vincitore. Con rammarico certo, ma già pensa che la prossima volta farà meglio. La competizione fra i due sessi deve, dovrebbe essere costruttiva, propositiva, positiva non da nemici incalliti. Un marito che ritiene e tratta la propria moglie come un essere inferiore che gli deve obbedienza e sottomissione sta già preparando il seme del risentimento e della guerra. Così, allo stesso modo, una moglie che tratti il marito come un oggetto da manovrare a piacimento sta coltivando la dissoluzione. Tutto il male (visibile o invisibile) che facciamo ci ritorna indietro o lo mettiamo in un cassetto per sfamare i nostri figli. |
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