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13-02-2008, 12.51.47 | #14 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-10-2005
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Riferimento: L'emancipazione femminile.
Citazione:
espert37, anche se in forma di battuta, la domanda è un ottimo stimolo alla riflessione. Anche l'ultimo post di Kore, sia pur istruttivo, non ne intacca a mio avviso il carico problematico. Infatti, le tradizioni cui Kore fa riferimento erano costituite da uomini e donne. Come è stato possibile il dominio maschile? Come è stata possibile la sotto-missione femminile? Troppo spesso, sia dalla parte di chi rivendica in senso femminista, sia dalla parte di chi rivendica in senso maschilista, non si pone adeguatamente la questione dell'appartenenza di maschio umano e femmina umana al medesimo genere vivente. Fare appello alla categoria del "condizionamento culturale" non aiuta a porre la questione dell'emancipazione femminile in modo essenziale. La donna avrebbe nelle varie fasi storiche subito un condizionamento culturale che avrebbe deciso la sua posizione subalterna. Ma la domanda da porre è :" Sarebbe stato il maschio umano a decidere quel condizionamento?, a formarlo? , determinarlo? Sarebbe stato dunque lui il responsabile ed il colpevole? Se si rispondesse affermativamente, bisognerebbe anche e a maggior ragione porre la questione se quest'uomo, questo stesso uomo abbia condizionato da solo. La risposta è indiscutibilmente no. E se no come e perchè? Franco |
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13-02-2008, 13.27.15 | #15 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-10-2005
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Riferimento: L'emancipazione femminile.
Citazione:
Cravo&Canela, mi sembra che quanto quotato si riferisca anche al mio discorso sul carattere allegorico o meno della "nascita verginale". Questioni come questa sono davvero decisive per la comprensione della questione della donna, almeno per quella appartenente alla società contemporanea dell'occidente. A tal proposito non può non risultare istruttivo quanto affermato da un autorevolissimo teo-logo contemporaneo come Hans Küng :" Da ciò deriva l'importante conseguenza: la nascita verginale non appartiene manifestamente al nucleo centrale del vangelo. Essa non soltanto non è esclusivamente cristiana, ma neppure ha un ruolo centrale nel cristianesimo. In altre parole: si potrebbe, come Marco, Paolo o Giovanni, confessare che Gesù è il messia, il Cristo o figlio di Dio, anche senza sapere nulla della nascita verginale. Ma che cosa significa ciò per l'oggi? Per l'uomo contemporaneo significa che la fede in Cristo non sta e non cade affatto con la confessione della nascita verginale. Dovremmo perciò essere pronti a dare una risposta chiara al problema ralativo alla realtà storica e al senso teologico della nascita verginale: la narrazione della nascita verginale non è un resoconto di un fatto biologico, bensì l'interpretazione della realtà con l'ausilio di un simbolo originario. Un simbolo, carico di senso, del fatto che con Gesù Dio ha dato - alla storia del mondo e non soltanto alla vita della mia anima - un inizio veramente nuovo." Cfr. Credo,Rizzoli, Milano, 1992, pagg.50-51. Ecco come un "teo-logo" "progressista" come Hans Küng definisce un articolo di fede fondamentale del "cristianesimo". Non riesco a comprendere se quanto da me quotato significhi una negazione da parte tua del carattere simbolico della "Nascita verginale della Madonna". Vorrei comprendere meglio. Franco |
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13-02-2008, 13.55.07 | #16 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 17-04-2006
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Riferimento: L'emancipazione femminile.
Citazione:
Non mi cimenterò ora a rispondere all'ultimo questito, al come e al perché, nonostante abbia una rilevanza non indifferente. Mi urge solo precisare che il come e il perché non possono essere quelli di espert37, che nel suo primo post ha tentato di spiegare introducendo termini e concetti quali elementare intelligenza di evolversi, mentalità della donna che ha imposto agli uomini e alla chiesa di mettersi sulla difensiva, e dulcis in fundo Regina della società. Anche in questo caso ho voluto solo mettere i puntini sulle i. Sarò pignola? |
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13-02-2008, 14.13.13 | #17 | |
Ospite abituale
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Riferimento: L'emancipazione femminile.
Citazione:
No, per me è entrambi...sia un simbolo che un miracolo. Cioè io credo che sia ciò che è veramente accaduto e che sia accaduto attraverso un miracolo...e che sia anche un simbolo che Dio ha voluto dare. |
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13-02-2008, 15.38.39 | #18 | |
Ospite abituale
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Riferimento: L'emancipazione femminile.
Citazione:
Mi auto quoto solo per correggermi. Intendevo la nascita verginale del "Cristo". Franco |
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13-02-2008, 16.09.17 | #19 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: L'emancipazione femminile.
Citazione:
Di fatto, i problemi che inevitabilmente si pongono per una storia delle donne in qualunque epoca sono la mancanza e insufficienza di fonti, poiché in quelle di cui disponiamo predomina lo sguardo maschile, almeno finora. Ma dalla rappresentazione maschile della realtà femminile si può partire per enucleare i fondamenti di certe abitudini mentali, misure giuridiche, istituzioni sociali durate per secoli, prendendo in considerazione quanto gli uomini amavano dirsi sulle donne, il modo in cui se le rappresentavano. Secondo Y. Thomas, l'origine della disparità di ordine giuridico che sfocia nell'impossibilità, per la donna, di accedere alla vita pubblica (al pari degli schiavi, aggiungerei io, che al contrario dei liberi cittadini non avevano nessun diritto nella polis e tantomeno nella città romana), è l'incapacità della donna di trasmettere la legittimità ai figli. Ciò sembrerebbe legato non solo alla natura (si sa chi è la madre, ma del padre non si può essere certi), ma anche a un discorso filosofico che rappresenta la donna come essere passivo e debole, neppure genitore in senso stretto, perché incapace di fornire la forma-anima, data dal movimento iscritto nello sperma e dunque dal padre. Anche dal punto di vista religioso dove pure furono conferiti alle donne onori e prerogative importanti, esse erano escluse dall'uccisione della vittima, che era momento essenziale del sacrificio. E la cosa appare un tantino paradossale, visto che le divinità femminili avevano comunque un ruolo importante nel pantheon greco. Ma secondo A. Rousselle solo le matrone potevano sfuggire, in qualche misura, al determinismo biologico che si abbatteva sulle donne sposate, destinate alla procreazione, mettendo in luce, inoltre, le profonde disuguaglianze che attraversavano tutto il mondo antico anche all'interno dello stesso gruppo di donne. Depositarie di un certo potere informale, furono solo le donne provenienti da gruppi socialmente ed economicamente rilevanti, e questo rimane un dato interessante su cui riflettere. Ma com'è stata possibile la "sottomissione" femminile? Secondo gli studiosi, le società primitive non sono nate con l'obiettivo primario di sottomettere le donne, ma i ruoli maschili e femminili erano determinati sia dalla fisiologia, sia dagli apporti che l'uomo o la donna potevano dare alla ricerca dei mezzi di sussistenza. Ad esempio, presso popoli di raccoglitori non appare una decisa autorità maschile, mentre in quelli in cui prevale la caccia la donna è soggetta totalmente all'uomo. Nelle società agricole la donna deve dedicarsi alla cura dei figli perché questi sopravvivano, tenuto conto della natura ostile ciò è comprensibile. L'uomo deve dedicarsi, ovviamente, a tutto il resto. In parole povere: l'uomo creava civiltà, la donna creava le generazioni, e non per pregiudizio o ignoranza, volontà di dominio o prevaricazione, ma per la forza stessa delle cose. A questo punto più che chiedersi se Citazione:
sarebbe più che legittimo chiedersi perchè, ad un certo punto, sia sorto il "predominio" dell'uomo sulla donna. Ovviamente lasciando da parte colpevolizzazioni e giudizi morali, che in un discorso essenzialmente storico, non avrebbero ragione di essere. |
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13-02-2008, 18.33.53 | #20 | |
Ospite abituale
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Riferimento: L'emancipazione femminile.
Citazione:
A tal proposito trovo interessante la tesi di Elisabeth Badinter (L'Uno e l'Altra, 1987). Secondo la Badinter la logica patriarcale dell'esclusione dei sessi comincia in Occidente con la democrazie ateniese, nel V sec a.c.. Dal Paleolitico all'Età del ferro, uomini e donne si sono divisi i compiti con equità più o meno grande, ma senza mai dare l'impressione che l'Uno fosse il pallido doppione dell'Altro o, peggio ancora, il male da cui bisogna guardarsi. Vale a dire che per ben 30.000 anni in nessun momento si percepisce l'oppressione dell'Uno da parte dell'Altro con l'accaparramento di tutti i poteri. Inoltre, la Badinter fissa le radici della fine del patriarcato assoluto nella Rivoluzione francese, anche se per vederlo morire ci son voluti due secoli. Quindi 2.500 anni in cui non assistiamo a una rivolta femminile. Cosa è successo? "Sia pur ridotta quasi a un nulla, la donna costituisce sempre un pericolo nell'immaginario dell'uomo. Benché ella non incarni più il Divino e la sua parte nella procreazione sia estremamente minimizzata, ed ella non decida nè della propria vita, nè degli orientamenti del mondo, è sempre percepita come una minaccia di disordine, di anarchia. Nei casi estremi può essere assimiliata a Satana". [...] Per 2.500 anni le donne hanno fatto proprio il sistema ideologico dei loro padroni, probabilmente perché molte trovavano il loro tornaconto nella passività, nell'irresponsabilità e nella sicurezza, anche se spesso a prezzo di lacrime, di stratagemmi e di odio." Non so quanto credito dare a quest'ultima affermazione della Badinter. Credo, in parte, sia vera. In parte, no. Non so. Credo invece fortemente ai condizionamenti ideologici che il sistema patriarcale ha messo in campo. Primo tra tutti, si opera una sorta di rivoluzione religiosa. Il dio onnipotente spazza via tutte le antiche dee. Gli uomini inventano Dio. La religione ebraica è per eccellenza la religione dei patriarchi. Adamo è creato da un dio maschio, nessun principio femminile interviene nella creazione. Anzi, la stessa Eva viene creata da due maschi. Il dio maschio la modella da una costola di Adamo, maschio, e poi la condanna (la maledice) alle sofferenze della procreazione. Mi fermo qui. Prima, però, vorrei consapevolmente andare OT, citando un fatto dei nostri giorni. Non sono completamente OT secondo me, perché i fatti di Napoli di questi giorni, ovvero il blitz della polizia dopo l'aborto terapeutico di una donna, non sono OT dopo aver scritto quanto ho scritto. Non vorrei però sviare il discorso, magari se ne può parlare in un altro post. |
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