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24-08-2006, 11.16.11 | #73 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
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Riferimento: Dio e il problema dell'inferno
Citazione:
Probabilmente mi sono espresso male. Per inaccesso intendevo dire non modificato dalla storia che si dipana sulla terra. Egli è un essere a-storico, nel senso che il districarsi degli eventi che coinvolgono la creazione non mutano la sua intima sostanza. La Sue è una sorta d’impermeabilità che, nonostante l’immersione che in una qualche misura si presume lo coinvolga, Egli non ne viene intaccato, restando così uguale a se stesso. Non intendevo quindi un estraniarsi rispetto agli accadimenti della storia …. Anche se per come l’intendo io, Dio non è partecipe dell’esistenza dell’uomo, se non come eco o riflesso di un costante richiamo che proviene dal mondo, al quale, ritengo, resta del tutto indifferente. Un saluto |
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25-08-2006, 14.24.10 | #74 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-07-2005
Messaggi: 464
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Riferimento: Dio e il problema dell'inferno
Citazione:
Forse l'intima sostanza di Dio rimane la stessa, ma Dio vive in ciascuno di noi, quindi è partecipe della nostra esistenza, se noi esistiamo in Dio. Pensa come cambierebbe il corso della storia se tutti vivessero conformi alla volontà di Dio, che corrisponde poi alla libertà... Noi siamo copartecipi della creazione, e non è poco.... Un abbraccio |
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29-08-2006, 07.44.27 | #75 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-05-2004
Messaggi: 2,012
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Riferimento: Dio e il problema dell'inferno
Citazione:
infatti la creazione è ancora in atto Il sesto giorno del riposo di Dio è in atto a noi tutti è data la rsponsabilità di ciò che creiamo e sarà bellezza e armonia se sapremo equilibrare le nostre energie, sarà disarmonia e male se non ci sarà equilibrio,se non saremo l'auriga del nostro cocchio con due cavalli uno bianco ed uno nero...... i nostri istinti non sono cattivi, le nostre emozioni non sono terribili, i nostri desideri e pensieri non devono necessariamente essere dettati da invidie, gelosie o sentimenti cattivi nei confronti dei nostri simili..... Gesù ci esortava a benedire sempre e comunque e a perdonare settanta volte sette......questo perchè se le nostre energie sono volte al bene comune se la nostra è volontà di fare bene creiamo il paradiso e non può esserci alcun inferno. |
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29-08-2006, 11.07.14 | #76 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
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Riferimento: Dio e il problema dell'inferno
La nostra anima non è un cocchio trainato da due splendidi cavalli imbrigliati che seguano il percorso da noi prescelto, tantomeno è l’auriga di questo cocchio, o, qualora volessimo intenderla come tale, sarebbe un auriga che conduce il cocchio entro sentieri accidentati, la cui asprezza ed irregolarità non è effetto del nostro agire, ma connaturata ed insita nel sentiero da percorrere. La Creazione è in divenire, un incessante mutamento in attesa che si compia il tempo del settimo giorno, che è la promessa contenuta nel messaggio di redenzione di Gesù Cristo. Proprio questa promessa dell’ultimo giorno avvisa circa l’imperfezione della Creazione, che tale è non per atto umano o per effetto di una sua scelta, ma determinata da volontà divina. Quel che innegabilmente è inoculato nell’animo umano è la tensione verso la trascendenza, che fa trasparire quell’oltre delle cose, per cui queste sono ben più di ciò che appaiono. La nostra anima, o profondo, intuisce quest’eccedenza senza riuscire a coglierla, ed ogni tentativo, sia esso di matrice culturale o spirituale, diviene un vaneggiare ermeneutico di parole pronunciate due millenni fa che noi, impossibilitati a com-prendere nella loro sostanza e pienezza di sgnificato, rileggiamo in chiave psicologica, storica, spirituale, filosofica, fornendo sempre nuove chiavi di lettura, traducendoci così in vacui produttori di cultura che da un lato esalta ed assolutizza la mente dall’altro opprime lo spirito, perché di questo complesso ammennicolo di manufatti ermeneutici percepiamo soffusamente la fallacità di fondo, che, lungi dall’avvicinarci alla nostra profondità, al nostro abisso, ci eleva all’altezza di D-Io.
Su questo argomento ben ci ammoniva Jung – non certo un monaco ascetico – quando affermava la necessità di operare un “sacrificio dell’Io” per giungere a cogliere (io direi a lambire) l’essenza interiore di ciascuno di noi. Jung individua nella “funzione trascendente” il complesso processo atto ad equilibrare conscio ed inconscio, ponendoli l'uno di fronte all'altro in forma dialettica - una dialettica accesa -, affinché sia così agevolato il recupero di quell’essenza personale che sola può determinare la compiutezza dell’individuo. L’affermazione che Dio vive in ciascuno di noi, è la conferma dell’intuizione junghiana, ma si tratterebbe di un Dio non trascendente, piuttosto immanente. Tale concetto glorifica e rende evidente il manifestarsi e l’imporsi in noi di una vocazione alla trascendenza che sia privata del suo carattere cultuale, sacrale, numinoso, perché in ciò scorgiamo l’inconsistenza e la vanità di ogni sguardo rivolto verso il cielo, riproponendo il principio antropocentrico tanto caro alla filosofia illuministica. Un saluto Ultima modifica di visechi : 29-08-2006 alle ore 16.50.23. |
29-08-2006, 12.09.56 | #77 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-05-2004
Messaggi: 2,012
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Riferimento: Dio e il problema dell'inferno
Mi piace che citi Jung Vise
e mi piace sempre ciò che dici anche se non sono sempre in accordo con la tua visione, ma il mio sentiero è proprio quello di cui tu parli......... L'auriga non è l'anima ma l'IO che per Assagioli è il Centro dell'Ovoide e che riesce ad equilibrare centrandosi armoniosamente tutte le sue parti (che sono parti dell'anima)....almeno così io l'ho compreso. |