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30-05-2006, 20.20.34 | #12 | |||||
Ospite abituale
Data registrazione: 05-07-2005
Messaggi: 464
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Citazione:
La contraddizione la facciamo noi quando diciamo che Dio deliberatamente infligge pene eterne. E' l'uomo che allontanandosi da Dio si autocondanna all'eterna lontananza da Dio... questo è l'inferno. Citazione:
Libero arbitrio non corrisponde a libertà assoluta che significa "anarchia" ma a essere responsabili delle proprie decisioni, prima di tutto sul piano spirituale e poi su quello materiale. Citazione:
Quando Gesù fa i miracoli alza prima gli occhi al cielo pregando il Padre.... e dice alle persone: "La tua fede ti ha salvato". Perciò non è Gesù che salva, diciamo così, chi gli va a genio, ma bensì chi ha fede in Dio e in lui. Citazione:
Questo significa che l'umanità era talmente corrotta che Dio voleva cancellarla dalla faccia della terra, ma trovando un uomo che era rimasto in armonia con il piano divino, questi trovò "grazia" (gli fu salvata la vita) e tramite la sua discendenza il genere umano non fu annientato. Perciò non è che Dio dà la grazia a chi gli è simpatico, ma a chi rimane in armonia con lui.... Citazione:
Le possibilità che hai elencato non entrano nell'ottica della grazia di Dio: io penso che Dio legga nei cuori di tutti e sappia chi è in armonia con lui e chi no, a ciascuno Dio chiede il consenso: ai profeti, e anche a Maria, che bastava che NON PRONUNCIASSE le parole "Sia fatto di me secondo la tua volontà" opponendosi a Dio e non avrebbe dato alla luce il Figlio di Dio e noi saremmo ancora nelle tenebre. D'accordo che Maria è l'unica che fin dalla Genesi era stata predestinata a questo: "porrò inimicizia tra te e la donna, tra il tuo seme e il seme di lei..." ma anche in questo caso Dio ha voluto il consenso della sua creatura. In quanto agli Angeli, noi siamo più degli Angeli agli occhi di Dio, perchè creati liberi.... Se è vero che Satana è un Angelo ribelle, mi viene da pensare che in qualche modo sia comunque nel Piano divino e sotto il suo controllo, infatti solo a lui e ai suoi seguaci è destinato l'Inferno della negazione di Dio. Ciao |
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31-05-2006, 10.16.30 | #14 |
Ospite abituale
Data registrazione: 28-05-2006
Messaggi: 119
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Maxim in parte hai ragione:
1) noi abbiamo bisogno di Dio nella misura in cui ci porta la salvezza, la guarigione interiore dal male e la santità. 2) Dio ha bisogno di noi perchè Cristo non ha più voce ed ha bisogno della nostra voce, della nostra vita spesa per gli altri, semplicemente per amore...è vero ciò che dice Gesù: "quello che farete ad ognnuno di questi piccoli l'avrete fatto a me". Ogni volta che compiamo un'azione buona verso qualcuno è come se l'avessimo fatta a lui. grazie che ci segui Maxim... |
31-05-2006, 12.10.08 | #15 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
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La Creazione, così come deducibile dal Libro della Genesi, recando in sé, ben racchiuso nel suo nucleo essenziale, il germe della dissoluzione e della corruzione – il peccato e la tentazione erano immanenti alla Creazione stessa, credo che ciò non possa essere negato -, è un’opera imperfetta di Dio, voluta così dal suo Creatore (essere perfetto), perché in essa Egli riversò la propria agonia ante origine (dissidio interiore – agon intradivino). L’atto creativo è il risultato della sua precisa volontà di riprodurre il dramma che dall’eternità dilania il Creatore: Il dramma è Dio, così canta nella sua ultima opera spirituale Padre Turoldo. Il Dramma della solitudine infinita, opera che ripercorre e recupera l’atavica traccia del dolore primigenio. Esiste una scintilla di vita, quando scoccò ad essa si congiunse anche la scintilla omologa e contraria, quella del dolore, della morte e del disfacimento. Noi siamo creati ad immagine e somiglianza non della luce divina, ma del suo tormento, della sua agonia, della sua pre-originaria lacerazione, perennemente sottoposti alle divergenti forze che la Natura esercita sul nostro intimo profondo, oscilliamo fra ansia e quiete, fra gioia e dolore, fra luce e tenebre. E’ la nostra anima ctonia che riluce di questa essenza ineffabile, la luce divina, impregnata di senso e non sense. Questo riflettersi dal profondo di ciascuno di noi è reminiscenza della pre-storica lacerazione, del pre-storico dramma intra-divino. E la Creazione stessa si trascina appresso quest’ineluttabile ed irredimibile agon(ia), ad essa pre-esistente.
Se noi siamo creazione ed immagine divina; la pre-storia di Dio deve essere caratterizzata da questo conflitto interiore – supporrei che sia anche perdurante… pre-esistente e coestensivo -. Noi, frutto della Sua (volontà?) creatrice, non possiamo esimerci, perché mai esentati fin dall’Origine, dall’avvertire e percepire come un eco agghiacciante questo baluginare dell’ineffabile luce e dell’enigmatica e terrifica Ombra del Numinoso, in quanto entrambe, in un groviglio inestricabile, si espandono nella Creazione. La Creazione stessa non è esentata da tutto ciò. Tale condizione è necessitata dal fatto che la Creazione si appalesa in un ansito di vita che, nel suo espandersi e contrarsi, è evocazione, annuncio e presagio di Morte, così come quest’ultima, nel perenne gioco delle compossibilità, è, a sua volta, incipit e genesi della vita. Così pure il Male rispetto al Bene: ciascuno è testimonianza dell’alterità che lo compone, divenendone annuncio, e ciascuno è premessa e conseguenza, incipit ed epilogo del proprio omologo contrario. Dio trasmise alla Creazione quest’agon(ia) ante Origine, cioè quel che caratterizzava la Sua pre-storia. La infuse ab Origine, ed in ciò non è rilevabile alcun “peccato d’Origine” ascrivibile alla creatura, e non emergono neppure le ragioni della maledizione e degli strali divini nei confronti della Creatura e della terra che la ospita narrata nel Libro della Genesi. Il ‘peccato d’Origine’ è infuso nella Creazione proprio per effetto ed in conseguenza della Creazione stessa. Noi avvertiamo quest’ansito divino che sussurra nelle e dalle profondità dell’animo, che confligge ed ammonisce la coscienza, vero scandalo e baratro del nostro essere essenziale. Lo avvertiamo in foggia di ansia, inquietudine, mal di vivere. L’Anima è ricettacolo di questa discrasia, e l’uomo avverte l’antinomia presente nella vita, nella creazione. L’avverte in una visione tragica, che dilania, che accentua vieppiù la lacerazione dell’Origine. E non vi è sutura che possa redimerla. Chi soffre non è il corpo, è l’Anima. Ciao |
31-05-2006, 12.58.52 | #16 | |
Ospite
Data registrazione: 29-05-2006
Messaggi: 5
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ciao visiechi, chiedo scusa a te e a tutti i frequentatori del forum per la mia risposta forse sciocca e OT,
ma ogni volta che leggo i tuoi post in questa discussione mi viene in mente la scenetta esilerante di te che (ti auguro un giorno + lontano possibile, ma tanto prima o poi tocca a tutti) ti presenti davanti a Dio .. e gli spieghi come sia imperfetto .. e come sia imperfetta la sua creazione e lo correggi gli spieghi come avrebbe dovuto fare, pretendi da lui che ti chieda perdono per essersi sbagliato e per essere causa di tutti i tuoi mali e di quelli dell'umanità ... e poi? cosa? magari pretendi che si inginocchi davanti a te e ti adori come suo salvatore .. scusa ma non ci scommetterei neanche un centesimo in una cosa comunque concordo con te : Citazione:
e la Pace si trova in Dio, provare per credere provare "ansia, inquietudine, mal di vivere", sono tutti sintomi di lontananza da Dio (quando non hanno altre cause naturali) Ultima modifica di Barnaba : 31-05-2006 alle ore 13.17.07. |
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31-05-2006, 13.14.43 | #17 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
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Certo, intervento assolutamente OT, rispondo con un altro OT. Oltre ad aver immaginato me al cospetto dell’eterno, prova pure ad immaginare te al cospetto del nulla, dopo aver condotto una lunga esistenza (te la auguro la più lunga e proficua possibile) immersa nel sogno e nella fantasia, nell’immagine, anche pure eidetica, di un Creatore giusto e bonario. Intravedo la profonda delusione che dovrebbe impossessarsi da te. Caro Barnaba, non credo in Dio, ciò che leggi è solo l’espressione di un concetto ricavato dalla lettura dei testi cui fanno riferimento tantissimi credenti in buona fede per dedurne l’immagine di un Dio amorevole, ma quegli stessi testi sacri, in special modo i libri dell’Antico Testamento, delineano una figura ben diversa da quanto dipinto con eccessiva sicumera e spesso faciloneria dai troppi teorici del Deus caritas est. Il Dio del Roveto non è un Dio che mostra il proprio volto, e quello di Giobbe non è un Dio soccorrevole pronto a porgere una mano caritatevole in aiuto ai tanti lamenti che hanno squarciato la terra e pervaso le camere di tortura dei tanti, troppi lager disseminati sulla faccia della Terra. E’ un Dio che dispensa dolore, sofferenza, patimento, soprattutto verso quegli umili di cui Gesù si erge a difensore e paladino. La cultura spirituale ha sublimato questo dolore, questa immane sofferenza che accusa, in un viatico per ritrovare un abbraccio improbabile, sdegnando però di fornire una qualche spiegazione intelligibile al patire e al soffrire di tanti, troppi innocenti che dissetano la terra dei deserti dell’anima e del mondo. Magari pretenderesti, allora, una volta che il nulla ti accarezza la fronte febbricitante, che Dio stesso ti domandi scusa per il fatto di non esistere, saranno vane le tue preghiere e in esse, nel tuo affanno, avrai reperito anche il non sense e la vacuità delle tante volte in cui avrai proteso gli occhi annebbiati dal dolore degli altri in direzione di un vuoto incolmabile e mai colmato. Scusa, avrei davvero voglia di scommetterci qualche cents.
Ciao |
31-05-2006, 15.47.35 | #18 |
Ospite
Data registrazione: 29-05-2006
Messaggi: 5
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Caro visechi mettiamo da parte la scommessa
(tanto se dovessi vincerla non potresti neanche incassarla) Se non credi in Dio mi spieghi perché dimostri tanto risentimento nei suoi confronti? io non ti parlo di un Dio di cui ho solo letto sui libri lontani ma di qualcosa di cui ho fatto e faccio esperienza nella mia vita. così come del paradiso e dell'inferno per tornare all'argomento. Il paradiso e l'inferno non riguardano solo l'aldilà, ma noi già su questa terra possiamo cominciare a pregustarli in modo concreto. Ho conosciuto persone che vivono la Gioia e la Pace e te la trasmettono solo a stargli vicino, alcune stupiscono perché mostrano come anche in una vita di sofferenza si possa essere felici. Viceversa conosco persone che apparentemente hanno tutto ma si costruiscono un "inferno" di egoismo, odio, menzogna, invidia ... Se la sofferenza è nell'Anima anche la Gioia è nell'Anima |
31-05-2006, 16.16.52 | #19 |
Panta rei...
Data registrazione: 28-01-2006
Messaggi: 181
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Una piccola curiosità che forse non c'entra molto, ma fa pensare; ecco un raccontino che ho ritrovato in un sito:
Dopo una lunga ed eroica vita, un valoroso samurai giunse nell'aldila' e fu destinato al paradiso. Era un tipo pieno di curiosita' e chiese di poter dare prima un'occhiata anche all'inferno. Un angelo lo accontento' e lo condusse all'inferno. Si trovo' in un vastissimo salone che aveva al centro una tavola imbandita con piatti colmi e pietanze succulente e di golosita' inimmaginabili. Ma i commensali, che sedevano tutt'intorno, erano smunti, pallidi e scheletriti da far pieta'. "Com'e' possibile?", chiese il samurai alla sua guida. "Con tutto quel ben di Dio davanti!". "Vedi: quando arrivano qui, ricevono tutti due bastoncini, quelli che si usano come posate per mangiare,solo che sono lunghi piu' di un metro e devono essere rigorosamente impugnati all'estremita'. Solo cosi' possono portarsi il cibo alla bocca". Il samurai rabbrividi'. Era terribile la punizione di quei poveretti che, per quanti sforzi facessero, non riuscivano a mettersi neppur una briciola sotto i denti. Non volle vedere altro e chiese di andare subito in paradiso. Qui lo attendeva una sorpresa. Il paradiso era un salone assolutamente identico all'inferno! Dentro l'immenso salone c'era l'infinita tavolata di gente; un'identica sfilata di piatti deliziosi. Non solo: tutti i commensali erano muniti degli stessi bastoncini lunghi piu' di un metro, da impugnare all'estremita' per portarsi il cibo alla bocca. C'era una sola differenza: qui la gente intorno al tavolo era allegra, ben pasciuta, sprizzante di gioia. "Ma com'e' possibile?", chiese il samurai. L'angelo sorrise. "All'inferno ognuno si affanna ad afferrare il cibo e portarlo alla propria bocca, perche' si sono sempre comportati cosi' nella vita. Qui al contrario, ciascuno prende il cibo con i bastoncini e poi si preoccupa di imboccare il proprio vicino". |