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08-12-2005, 15.26.41 | #15 | |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Citazione:
Weyl dice che anche questo mio assunto (che la maggior parte delle nostre credenze che riguardano fatti vicini a noi siano vere) ha bisogno di un fondamento, e lo identifica subito con il cogito cartesiano. Vorrei allora spedere alcune parole, primo riguardo a questo fondamento, secondo cercando di giustificare la mia tesi. 1) E' vero che non può esserci dubbio che noi stiamo pensando, ma non condivido che tale certezza possa fondare tutte le altre nostre credenze (tipo la credenza che ho due mani). Il fatto è che - come molti filosofi ormai sostengono - il linguaggio è intrinsecamente pubblico: a sostengo di ciò c'è (a) l'argomentazione wittgensteniana sull'impossibilità di un linguaggio privato, (b) l'argomentazione, sempre di Wittgenstein, secondo la quale seguire la regola non è un fatto (almeno solamente) interno, e cioè che il capire il significato delle parole e usare il linguaggio in modo adatto non è solamente un fatto mentale interno, da qui si passa a (c) l'esternalismo semantico inaugurato da Putnam. Tutto ciò dimostra che è l'ambiente esterno che ci permette di avere pensieri (monolighi interiori, credenze, desideri, etc.). Quindi come si vede è vero che il nostro pensare è certo, ma è anche vero che non è il fondamento della verità di altre credenze, perchè proprio l'esistenza di qualcosa di esterno a noi è di fondamento alla possibilità effettiva di poter avere una vita mentale privata. (Per chi volesse ulteriori spunti ed approfondimenti, c'è il topic sull'esternalismo semantico e il mio post sull'uomo della palude (la mia coppia perfetta)) 2) La mia tesi: la maggior parte delle nostre credenze basilari sono vere. Non sto dicendo che un qualsiasi gruppo numeroso di enunciati è per maggioranza composto da enunciati veri, questo sarebbe - in generale - sicuramente falso. Qui non sto parlando di enunciati, bensì di credenze. Per giustificare tale mia tesi (che avrebbe come conseguenza diretta anche l'eliminazione dello scetticismo totale) vorrei mostrare che v'è una forte correlazione tra credenza e significato, tanto forte che non v'è una chiara distinzione tra i due. Notiamo subito che se un mio enunciato s significa che P, e io credo che P, allora credo che s sia vero. Ciò che fa si che la mia credenza abbia il contenuto che ha, e il mio enunciato abbia il significato che ha, è la mia conoscenza di ciò che si richiede affinchè la credenza o l'enunciato siano veri. Questo ci può parzialmente mostrare come mai ci sia una forte connessione tra significato-credenza e verità. I casi più basilari sono "Questo è un albero", "Questo è un gatto" o "Questo è un tappeto", e questi sono ritunuti veri a causa di una gran quantità di alberi, gatti e tappeti. Il fatto centrale è che ciò che determina il significato di questi enunciati è ciò che di solito li rende veri. Ciò che usualmente causa tale mia credenza (per esempio che questo è un albero) è il contenuto della mia credenza, e per forza allora usualmente avrò credenze vere. D'altro canto sbagli sistematici non sembrano logicamente possibili. epicurus Ultima modifica di epicurus : 08-12-2005 alle ore 15.30.07. |
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08-12-2005, 15.39.49 | #16 |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
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cioè se le nostre credenze determinano i significati delle nostre parole, e i significati delle nostre parole determinano le nostre credenze, allora sembra proprio che la maggior parte delle nostre credenze debbano essere vere.
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08-12-2005, 20.00.13 | #18 |
Ospite abituale
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Messaggi: 749
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Nexus6 devi capire che per me tu potresti non esistere, essere frutto della mia mente.
Lo stesso dovrebbe valere per te, ma dato che al momento sono io che esprimo le mie opinioni per me (come per chiunque) esisterà sempre e solo un unica certezza: Sono un essere pensante. Dunque riassumendo: Unica certezza: Essere pensante. Abbiamo dunque un unico vero margine di riferimento, e a questo punto voglio scervellarvi con argomentazioni assai più elevate: Esiste un superamento di questo concetto assoluto? Ossia: é possibile superare ancora questa unica certezza, il penso dunque sono di Cartesio, quindi è possibile superare Cartesio? Secondo me si, ma la risposta spetta prima a voi. |
08-12-2005, 20.46.53 | #19 | |||
Utente assente
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Messaggi: 1,541
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Re: fede paradosso e ragione
Citazione:
Mi spiace... ma questa certezza l'avrai forse TU... quando TU pensi, pensi di essere... ... io non penso affatto che quando penso sono... Che certezze ho infatti che io stia realmente pensando? E se non lo stessi facendo...? Lo stesso discorso vale per Citazione:
Come me lo posso certificare? Citazione:
Elia P.S.: state giocando con le parole... |
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08-12-2005, 23.13.50 | #20 | |
Ospite abituale
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Messaggi: 2,959
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Re: Re: fede paradosso e ragione
Citazione:
Puoi dubitare certo della mia..... ma della tua come fai a dubitare? Ultima modifica di VanLag : 08-12-2005 alle ore 23.16.10. |
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