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05-10-2015, 11.39.35 | #3 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 22-03-2015
Messaggi: 257
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
Citazione:
Perchè il mutamento, a mio parere, è evidenza fenomenica. L'immutabilità dell'essere è invece una teoria, un'opinione senza alcuna evidenza fenomenica. Il mutare è evidente sia in senso convenzionale che in senso ultimo. Il mutare è percepito dai sensi esterni e interni, l'essere non è percepito né dai sensi esterni né da quelli interni. Si può solo postulare o associare a stati mentali come la coscienza e il pensiero. Affermando l'immutabilità dell'essere si dovrebbe argomentare in che modo e perché qualcosa di immutabile appare mutevole. Né mi sembra soddisfacente affermare semplicemente che il mutevole è illusorio, in quanto è nuovamente una teoria , un'opinione. Un effetto non può nascere da se stesso,ma come può un'effetto illusorio nascere da una causa intrinsecamente altra da se stesso? Non può nascere da entrambi, ma come potrebbe esistere senza una causa? |
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05-10-2015, 13.19.14 | #4 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
Citazione:
Parmenide e gli Eleati si erano già posti la domanda (e avevano risposto negativamente; ma evidentemente ciò non é bastato a risolvere definitivamente il problema). Che significa "perché?" Può significare "a quale scopo?". Ma allora non ha senso, a meno che l' universo sia stato creato da un dio (l' universo "naturale, il resto dell' universo, dio escluso): uno scopo può averlo solo un agente consapevole e magari dotato di libero arbitrio. Ma si trattarebbe comunque di uno scopo limitato, relativo a una parte della realtà (l' universo tranne dio); non avrebbe scopo comunque dio stesso, e dunque l' universo in toto. Oppure può significare "per quale causa?". Ma anche in questa accezione si può rilevare quale causa abbia un ente o evento particolare o una serie limitata di enti o eventi e non la totalità di enti ed eventi (non la realtà in toto). Analogamente la causa del resto dell' universo potrebbe essere un dio (se esistesse), ma la realtà in toto (comprendente anche dio stesso causa di tutto il resto) non avrebbe una causa. In realtà la domanda "perché esiste/accade ciò che esiste/accade (anziché qualcos' altro; compreso eventualmente il nulla)?" non ha senso, é mal posta. Avrebbe senso se potesse esistere/accadere altro: in questo caso avrebbe senso chiedersi il motivo, la causa o la spiegazione del fatto che questa particolare realtà fra le tante altre possibili accade. Ma in realtà per il principio di non contraddizione, ovvero per le definizioni (arbitrarie) di "accadere", "esistere", non accadere", non esistere" ciò che accade/esiste non può non accadere/esistere (= deve necessariamente accadere/esistere); casomai può (solamente) essere pensato non accadere/non esistere. E e ciò che non accade/non esiste non può accadere/esistere (= deve necessariamente non accadere/non esistere); casomai può (solamente) essere pensato accadere/esistere. "Possibile" significa in realtà "pensabile (accadere/esistere)" coerentemente, non autocontraddittoriamente, sensatamente. Dunque non é richiesto un motivo o una spiegazione (un "perché?") di ciò che accade/esiste (ulteriore risopetto alla sua pura e semplice estenza/accadimento); ovvero il motivo o spiegazione o "perché" sta immediatamente nel significato di, in ciò che si intende per "accadere" od esistere": ciò che accade/esiste accade/esiste per il fatto che non può non accadere/non esistere per definizione e ciò che non accade/non esiste non può accadere/esistere per il fatto che non accade/non esiste (ma casomai può solo essere pensato non accadere/esistere ed accadere/esistere rispettivamente): per i significati propri di questi concetti, che immediatamente sono la spiegazione, la ragione il "perché?" del fatto che accade/esiste ciò che accade/esiste e non accade/non esiste ciò che non accade/non esiste. |
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05-10-2015, 13.26.26 | #5 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 28-06-2015
Messaggi: 172
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
Citazione:
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05-10-2015, 18.19.41 | #6 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 28-06-2015
Messaggi: 172
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
Sgiombo: Per "perché l'essere dovrebbe mutare", intendo "Perchè siamo cosí sicuri del suo mutamento". Ovviamente in primis sono i sensi a farcelo pensare, ma è una domanda con la quale si possono trovare risposte alternative alla mutabilità, che a mio parere sono piú ragionevoli. Basta riflettere su tali domande, e mi sembra di avere una concezione piú chiara dell'essere.
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05-10-2015, 18.36.54 | #7 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 02-08-2015
Messaggi: 177
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
Citazione:
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05-10-2015, 19.07.57 | #8 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 28-06-2015
Messaggi: 172
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
Citazione:
Secondo invece la mia concezione dell'essere, il divenire è totalmente spiegato come illusione: il tempo, che in realtà non ha un prima e un dopo, ci sembra ordinato secondo cause-conseguenze. In realtà si tratta di un'ordinazione del tempo, presente nel nostro cervello. È pura necessità. Dire "tutto scorre" è scorretto, perché niente scorre, in quanto tutto esiste giá, e parti di questo tutto sono "simili" in modo da poter sembrare collegate causalmente, come se fossero l'una dipendente dall'altra(ma non lo sono!). Una mia vecchia riflessione, che ho fatto a 15 anni quando ancora ero credente, riguarda la corretta interpretazione che l'ateo razionale dovrebbe dare alla morte. È abbastanza semplice: Dopo la morte non c'è nulla, quindi non esisti dopo la morte. Per gli altri sparisci dall'esistenza(tu come essere cosciente). Ma dal tuo punto di vista che succede? Non puoi pensare dopo la morte, quindi non puoi morire. La tua coscienza è confinata all'interno del tuo intervallo di vita. È come se fossi condannato a rivivere per sempre, senza accorgertene, ogni istante della tua vita! Da questo cupo ragionamento, appare chiara l'immutabilità dell'essere(oltre che della coscienza). Tuttavia non avevo ancora la concezione di coscienza universale, che svilupperò da ateo quasi un anno dopo, che deriva anch'essa da questo ragionamento, ma non mi dilungherò su questo argomento giá trattato. |
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05-10-2015, 21.25.24 | #9 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
Citazione:
La mutevolezza del divenire é altrettanto evidente dell' immutabilità dell' essere (immutabile). Ma sia il "divenire" (ovvero "essere mutevole") sia l' "essere immutabile" così intesi, come tali (ciascuno di essi in quanto astrattamente considerato) sono meri concetti, oggetti di pensiero. Invece la realtà empiricamente constatabile, ciò che realmente accade (o eventualmente é) -e non ciò che solamente può essere pensato, immaginato accadere (o essere) senza (senza necessariamente) realmente accadere o essere- é in divenire, diviene (almeno se la memoria é veritiera in generale e comunque con possibilità di essere smascherata e corretta quando non la é; senza di che, se non lo si ammette, nulla può sensatamente dirsi di alcunché). Per non cadere in confusioni, paradossi, errori logici e falsità é di estrema importanza distinguere ciò che unicamente é pensato essere o accadere, ciò che é ipotizzato, preso in considerazione (eventualmente pure predicato esistere o accadere, veracemente o meno; eventualmente -se predicato essere o accadere veracemente- conosciuto essere o accadere), da ciò che é o accade realmente, indipendentemente dall' eventuale fatto di potere anche "in aggiunta non necessaria" essere considerato, pensato, predicato, eventualmente conosciuto o meno. Si può pensare (é pensabile) tanto l' "essere (immutabile)" quanto l' "essere mutevole" (ovvero il "divenire"). Ma si constata che realmente accade solo il divenire; in generale, salvo l' "essere relativamente, solo per certi aspetti e solo per limitati lassi di tempo, immutato" di qualche oggetto (N.B.: immutato, non immutabile!), che però inevitabilmente é "divenuto esistente" (prima non esisteva) e "diverrà inesistente" (dopo non esisterà più). Ultima modifica di sgiombo : 06-10-2015 alle ore 12.53.13. |
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06-10-2015, 14.23.16 | #10 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 28-06-2015
Messaggi: 172
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Citazione sgiombo:
"Invece la realtà empiricamente constatabile, ciò che realmente accade (o eventualmente é) -e non ciò che solamente può essere pensato, immaginato accadere (o essere) senza (senza necessariamente) realmente accadere o essere- é in divenire, diviene (almeno se la memoria é veritiera in generale e comunque con possibilità di essere smascherata e corretta quando non la é; senza di che, se non lo si ammette, nulla può sensatamente dirsi di alcunché)." È proprio della realtá che sto parlando: Tu vedi la realtà mutare, ma solo perché in ogni istante ti ricordi dell'immediato passato, ed è questo che crea l'illusione della mutabilità. Tu dici che la realtá è in divenire, mentre io dico che è indiveniente, e formata ORA da tutti gli eventi passati e futuri. Passato e futuro non mutano, rimangono tali a seconda della loro distanza temporale dall'osservatore. L'osservatore non muta da t1 a t2, ma semplicemente si tratta di due osservatori diversi, simili ad esempio per la memoria. Citazione:
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