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08-10-2015, 08.12.55 | #12 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
Citazione:
Se in ogni istante (realmente e veracemente) mi accorgo dell' immediato passato (e se devo credere alla memoria é così; altrimenti non abbiamo di che parlare, siamo nel dubbio scettico più assoluto), allora la mutabilità (il divenire) non é affatto un' illusione ma la realtà. Affermare che la realtà é indiveniente, e formata ORA da tutti gli eventi passati e futuri é una frase che contiene almeno due contraddizioni (realtà indiveniente + eventi passati e futuri; ora -cioé presente- costituito da istanti presenti e futuri). Certo che passato e futuro non mutano (sono quel che sono e non altro; ma nel pensiero, non nella realtà, nella quale in ogni istante esiste solo il -"fuggevole"- presente, la quale é costituita -sempre, in ogni istante- unicamente dal presente: il resto é ricordo o immaginazione e dunque contenuto di pensiero e non realtà). Quel che muta (diviene) é la realtà per il trascorrere del tempo dal passato al presente e al futuro. Se devo credere alla memoria (e ripeto che altrimenti non abbiamo di che parlare, siamo nel dubbio scettico più assoluto), allora l' osservatore di tutti i momenti passati e presenti (ma spero anche futurii) sono sempre io, che muto (purtroppo invecchiando). |
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08-10-2015, 09.47.26 | #13 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 17-12-2011
Messaggi: 899
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
Citazione:
La mia posizione è che eterno e divenire non sono in contrasto, ma semmai il divenire che appartiene all'esistenza ,al fenomenico è parte contraddittoria dell'eterno. Trovo che le religioni e la logica dialettica di Hegel e Severino, ognuno ovviamente dentro le sue peculiarità di pensiero, siano le più adatte a trovare la relazione appunto fra ciò che è e ciò che diviene. Il concetto contraddittorio di vita e fenomenico è dentro le religioni nella definizioni di "materia" e "spirito" e simbolicamente nella contrapposizioni di spirito demoniaci ed angelici, di corruttibilità e incorruttibilità ,non solo nei termini morali di bene e male, ma di "carne corruttibile" e "spirito incorruttibile". In Severino è la contraddizione dell' apparenza degli essenti che essendo particolarità non è totalità dentro la struttura originaria. In Hegel è dialettica fra intelletto e ragione. molto simile a Severino, ma Severino compie a mio parere una "genialità" logica per dare consistenza all'intero suo pensiero. Il divenire è evidente e quindi tautologico . Ma ciò che è esperienza nell''esistenza è una conoscenza che acquisisce. Noi non nasciamo "imparati", ma con una strumentazione (il cervello) in analogia con il mondo fisico e fenomenico,e io aggiungo con un'anima che è mediatore fra divenire/eterno e uno spirito che è già eterno; in quanto tale noi incarniamo la contraddizione. La nostra esistenza in fondo è memoria di una esperienza(in senso fisico, psichico e spirituale), è conoscenza, è il tentativo di acquisire il sapere universale distillandolo in una essenza che è dentro il significato contraddittorio della singola esistenza, semplicemente perchè non ce ne andiamo dal mondo perfetti e "saputi", ce ne andiamo pieni di contraddittorie particolarità che solo il tracciato esistenziale del senso e significati può distillare. Cosa mai potremmo dire alla fine di una storia di vita nel divenire:alla domanda "cosa hai capito della tua vita?" Il divenire è la "prassi" dentro un sistema logico presieduto comunque dall'eternità immutabile in cui necessariamente ogni istante spazio/temporale è contraddittorio rispetto a quell'eternità di riferimento, ma è al tempo stesso necessità dell'esistenza di quella tautologia che si staglia emergendo come particolarità dall'intero sfondo dello scibile universale, daccapo il particolare contraddittorio del divenire dentro la totalità originaria dell'eterno immutabile. |
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08-10-2015, 09.56.29 | #14 |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
La memoria non ci restituisce il passato, ma solo una ingannevole e illusoria immagine del passato. Il passato è evento definitivo assoluto che appare irraggiungibile poiché nulla lo può più alterare. Sottratto alla nostra visione che di esso può solo creare l'evanescenza ingannevole dei ricordi, il passato è la completa adesione dell'ente alla sua identità.
Gli essenti non possono divenire se si ammette il principio di identità di ogni cosa a se stessa (A0 non può mai essere A1, il seme non potrà mai essere un frutto restando la stessa cosa in divenire, se non facendo riferimento a una pura astrazione che si pretende di intendere come qualcosa concretamente esistente, mentre ne è solo una mutilazione. Il divenire si basa sulla contraddizione di un'astrazione presa in astratto, ossia un'astrazione posta dal pensiero astratto fatta passare come realtà concreta ed effettiva dell'ente. L'eternità dell'ente si manifesta solo nel suo apparire (quindi nella sua esistenza, nell' emergere come immagine), non nel suo essere, ma l'apparire è sempre l'apparire della parte rispetto al tutto che la esprime. L'apparire (e non il divenire che è contraddizione che annulla se stessa) si manifesta come mutevolezza poiché la parte tende costantemente all'infinito ad aderire alla propria totale originaria identità eternamente essente. |
08-10-2015, 10.10.39 | #15 | |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
Citazione:
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08-10-2015, 12.16.03 | #16 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 02-08-2015
Messaggi: 177
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
Credo che il binomio essere-divenire sia il contrasto più importante della storia della filosofia,sulla base di trovare il compromesso fra astratto e concreto,concetto e vita. Sono state espresse alcune opinioni sulla questione,e devo dire che di fondo mi trovo (non so se casualmente o meno) d'accordo solo con Sgiombo. Vedo che si continui a considerare ciò che è reale in rapporto di sussistenza ad una struttura originaria,ovvero il divenire in funzione dell'essere e mai viceversa,in una sorta di rapporto di privilegio.Non vedo equilibri in tal senso,se vi è comunque una risoluzione,uno scopo,un/una fine nell'assoluto che mortifichi ciò che non è,il contradditorio molteplice. A mio avviso il conflitto non è sanabile se non si accetta il vuoto che li separa. Ma ciò significa che anche l'uno dovrà mettersi a inseguire il molteplice,e a interessarsi di cose "terrene"
Ultima modifica di memento : 08-10-2015 alle ore 17.17.02. |
08-10-2015, 13.47.16 | #17 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
Affermare l'immutabilità fenomenica equivale a dire che nulla accade, perché nulla può accadere senza mutamento. Secondo me vanno distinti i fatti mentali dai fatti oggettivabili. L'immutabilità secondo me è un fatto mentale, reale ma non oggettivabile. Parmenide va preso con le molle perché i presocratici non distinguevano la realtà mentale da quella fisica, soprattutto gli eleati che volevano dare dimostrazioni fisiche su basi dialettiche. Il divenire e l'immutabilità non sono contrapposti in quanto non appartengono alla stessa classe di realtà. Sul piano fenomenico domina il divenire, sul piano mentale senza un riferimento all'immutabile non avverrebbe alcun ragionamento. Il divenire è intellegibile e sensibile, l'immutabile è solo intellegibile, non dimostrabile a livello sensibile. Ma anche le cose che sono dimostrabili empiricamente, Kant docet, necessitano di innate categorie mentali. La categoria di sostanza implica che qualcosa debba permanere.
Secondo Eraclito ciò che permane è il conflitto in cui ogni cosa è immersa, ciò che è immutabile è il mutamento stesso, altrimenti se il mutamento mutasse la propria natura diventerebbe immutabile ogni cosa. Per Platone c'è un imprinting immateriale, eterno e immutabile, a somiglianza del quale viene forgiata la materia. Per farla breve, sono questioni irrisolte da millenni. |
08-10-2015, 14.30.54 | #18 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 28-06-2015
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
Citazione:
Quello che cerco da sempre di sottolineare è che non esiste una persona che percepisce qualcosa, ma esiste solo la percezione. E le percezioni sono molte e da punti di vista differenti. Cosí come tu ora e io ora, che abbiamo memorie differenti, siamo persone diverse, anche tu ora e tu prima, che avete memorie differenti, siete persone diverse. Il passo che è necessario fare, è capire che si puó avere memorie differenti nello stesso istante, e siccome è la memoria a dirci chi siamo, automaticamente crediamo di essere altre persone, proprio perché le memorie sono due, cioè una non conosce l'altra(dal momento che la conoscenza sta nella memoria). Non ho detto che il collegamento lo stabilisce il nostro pensiero! Ho detto che lo stabilisce il nostro cervello, il nostro organismo(l'ambiente, non la mente!) perché sono collegamenti che ci consentono di sopravvivere e di poter pensare. Non esistono cause infatti, ma somiglianze tra eventi, e conseguentemente ad eventi simili si collegano memorie simili. A parere mio, è una tesi che funziona benissimo, il problema è che è difficile staccarsi dalle idee date dai nostri sensi. Infatti sono molto sicuro di questa tesi, e ancora non ho trovato considerazioni tali da farmici ripensare. |
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08-10-2015, 14.50.43 | #19 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 28-06-2015
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
Citazione:
Allora chiariamo come possiamo intendere i concetti: passato e futuro, relativi all'osservatore, una volta ordinato il tempo lungo una dimensione, equivalgono a prima dell'osservatore, e dopo l'osservatore (prima e dopo temporalmente). Il presente è l'istante occupato dall'osservatore. Tuttavia, quando noi diciamo "ora", non lo usiamo propriamente, poiché intendiamo l'istante che occupiamo noi che lo diciamo. Ma quello che penso io, è che l'"ora", non dovrebbe esprimere il mio presente, ma tutti i presenti, quindi tutti gli istanti dell'essere. I presenti esistono tutti ora. Evidentemente ho creato un termine nuovo, che indica il presente di tutti. E questi tutti non sono solo quelli del mio presente. |
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08-10-2015, 15.09.29 | #20 | |
Nuovo ospite
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
Citazione:
Le cose non accadono, le cose esistono. Il passato esiste tuttora sotto forma di presente. |
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