ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
|
Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
21-09-2015, 23.58.45 | #1 |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
|
Il transindividuale ultima frontiera del materialismo speculativo?
Marx, pur apprezzando Feuerbach per aver mostrato come la religione non sia altro che una proiezione idealizzata dell’umano in cui l’uomo finisce con l'alienarsi da se stesso, nella "sesta tesi su Feuerbach", gli rimprovera di riproporre un'essenza umana come una nuova trascendenza su cui si rischia di costruire una nuova teologia in cui quest'uomo, concettualizzato in modo avulso dallo svolgersi storico dei rapporti sociali ed economici che concretamente lo determinano, finisce ancora con il venire tradito e alienato.
Recentemente, proseguendo su questa strada, filosofi come Simondon e Balibar hanno prodotto una lettura transindividuale del marxismo partendo dal sospetto che, come dice Balibar: “ Marx stesso potrebbe trovarsi preso nella stessa aporia [di cui accusava Feuerbach], nella misura in cui «Storia», «Società», «Rivoluzione», o anche «Praxis» potrebbero diventare ipostatizzazioni dello «Spirito» (a dispetto di tutte le dichiarazioni di «materialismo» o persino a causa di esse).” Per rimediare propongono l'assunzione della preminenza del processo di individuazione sempre in atto sugli individui, sul loro essere sia come soggetto che come oggetto: la realtà è nella relazione sempre in mutamento di cui l'ente è solo un accidente che via via si presenta. La relazione transindividuale acquisisce quindi il valore fondamentale di una ontogenesi assoluta che non ha scopo oltre al proprio continuo accadere immanente che determina situazioni sempre metastabili e senza alcuna finalità oltre il proprio accadere tecnico, del tutto meccanicistico (quello di una pura praxis, nel senso aristotelico del termine). L'essenza appare quindi come un assoluto divenire perfettamente rappresentato dalla tecnica, da quella macchina del tutto autofunzionale che non è in contrapposizione con la natura umana, ma costituisce la realtà effettiva che sta alla base sia della natura umana che non umana. Ma possibile che questi transindividualisti non vedano come anch'essi nel perseguire questa assoluta immanenza non facciano altro che riproporre ogni volta una nuova trascendenza per quanto cerchino disperatamente di svuotarla? Non viene il sospetto che la stessa critica che Feuerbach muove alla religione, che Marx muove a Feuerbach e che loro muovono a Marx possa essere loro rivolta? Non sarà che l'unica via per eliminare l'arbitrarietà di ogni trascendenza e di ogni finalismo che si maschera di assoluto non sia tanto l'escluderle con teologizzazioni di un assoluto divenire, ma di ammetterle come aspetti del tutto leciti di sentire la contraddizione del divenire? P.S. Il tema, per chi volesse approfondirlo è qui presentato in modo, penso, molto interessante: http://riviste.unimi.it/index.php/no...ew/627/showToc |
22-09-2015, 19.16.04 | #2 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 17-12-2011
Messaggi: 899
|
Riferimento: Il transindividuale ultima frontiera del materialismo speculativo?
Citazione:
Penso che i filosofi contemporanei devono inventarsi delle "novità",essendo privi di idee . Nell'arte ogni tanto salta fuori un artista dal passato; così Simondon (ma da dove salta fuori?) viene riscoperto da Balibar e per sacralizzare una corrente filosofica si cerca di scoprire dal passato racimolando un pò quì e un pò là, argomentazioni che appunto costruiscano una genesi dl pensiero;cioè il contrario di quel che concettualmente dice il transindiviiduale. Infatti relazione, individuazione,meta-stasi sono termini ricorrenti che a mio parere tolgono lo statuto ontologico a principi e finalità; quindi tautologie,asserti,postulati così come teleologie ,non essendo verità assolute e quindi ontologicamente "incerte", cosa può descrivere l'uomo se non il sistema di relazione? E questa è una prima perplessità in quanto il transindividuale ritene quindi il soggetto descritto e definito non per sua natura, ma per le circostanze, sistema ambiente, condizioni, in cui è immerso.Ed è ciò che emerge dal sistema dinamico (appunto metastasi) in divenire che definisce il soggetto. Mah..... è come dire che non potendo definire con certezza l'uomo lo descrivo per comportamento,come in un sistema esperto che comunica dentro un sistema aperto. Ma anche un automa un computer ha un hardware e un software e ciò che emerge non è solo evidenza, l'output è un processo di algoritmi ed euristica, di programmazione lineare e non lineare con un dato input e noi siamo più un iceberg che un materassino che emerge dal mare. Ultimamente studiavo le teorie dei giochi e i modelli teorici decisionali.Le scienze sono più avanti rispetto ad una teoria minimalista filosofica. Il marketing utilizza una modalità di comunicazione in funzione di psicologie irrazionali rispetto al raziocinio di una formula economica. E lei che decide di dire al consumatore potenziale che un certo prodotto ha il 99% di componente magra oppure solo l' 1% di componente grassa.Sono due modi diversi che dicono lo stesso risultato, ma le persone reagiscono in modo diverso. I diversi frames comunicativi arrivano quindi al soggetto individualizzandolo in termini mentali dinamici e quindi in metastasi (lo porta da uno stato in divenire ad una sua finalità convincendolo) costruendo il sistema di relazione anche "rompendo le balle" telefonicamente ,riempiendoci di messaggi. Chi è più praxis del marketing economico e chi conosce meglio le dinamiche mentali in base agli affetti dei frames comunicativi. Il framing comunicativo è il saper confezionare dei contenuti che hanno significati:eccome se intervengono nel processo di individualizzazione! Ciò che intendo dire è che le applicazioni delle teorie scientifiche con il ritorno dalla teoria alla prassi e relativo affinamento teorico, non gli importa,quando sono soprattutto prassi come morale, economia e politica, se l'uomo ha una coscienza ontologica o il neuroscienziato non lo vede al microscopio, ma sa manipolare comunicativamente, "portando" alle sue finalità ciò che psiche ,coscienza che sono l'immerso dell'iceberg, producono ai fini pratici del comportamento. E' come dire, che non so l'origine e definizione scientifica di coscienza, ma so benissimo manipolarla: ma allora esiste! Anche in astrofisica le stelle doppie e i quasar sono stati scoperti dai radio telescopi che delineavano strane dissonanze di frequenze in prossimità di masse fisiche.Ma quì il processo fu al contrario, si scopre il buco nero, e nuove masse nell'universo perchè il sistema di relazione si comporta in dissonanza quando trova masse che mutano le onde gravitazionali ed elettromagnetiche Ma quì emerge ontologicamente ciò che non era nemmeno presumibile. Invece il tranasindividualismo finge che non vi siano ontologie e ritiene che e descrizioni dinamiche possano dare...che cosa? Cerco ancora adesso di capire dove si vuol andare a parare. Non è questa la strada a mio parere della filosofia. Comunque proverò a verificare se ci siano originalità intriganti, ma temo di no da quel che ho letto finora. Quindi ho le tue stesse perplessità. |
|