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12-10-2015, 00.18.21 | #43 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 22-03-2015
Messaggi: 257
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
Citazione:
"gli occhi sono necessari per creare la sensazione visiva". Questo contraddice l'asserzione che tutto è solamente sensazione. Se necessita di qualcosa che la crea non può essere solo sensazione. Affermare che l'occhio stesso è una sensazione è ugualmente contraddittorio in quanto non è possibile che l'occhio veda se stesso (se non utilizzando uno specchio). L'occhio è la possibilità per la sensazione di giungere al cervello e il cervello usa l'occhio per cercare la sensazione e crearla. E qui siamo ancora nel regno della dualità (cervello-sensazione) non nel regno del solo-sensazione.Ritengo la sensazione , come tutte le cose di cui possiamo far esperienza, vuota di esistenza intrinseca in quanto appare ( alla coscienza) e scompare e soprattutto sempre dipendente da altro. Una cosa per possedere esistenza intrinseca (autonoma) non deve dipendere da nulla (nemmeno da se stessa) e non deve essere soggetta a condizioni. Ora...è possibile affermare (se non arbitrariamente e con atto di "fede") che la sensazione non dipende da nulla e non è soggetta a condizioni? Stai osservando una bella donna...chiudi gli occhi e la sensazione piacevole sparisce. Sorge la sensazione del buio e del volto di tua moglie ...li riapri ed ecco riappare la sensazione della bella ragazza ma...com'è...è mutata, si è allontanata, è più indistinta, nella nebbia autunnale. Allora (con atto di volontà) la richiami alla memoria, la abbellisci, magari la vedi discinta, costruisci una sensazione e sorge il desiderio, ecc. Non ho mai usato il termine Anima ma semplicemente quello di Soggetto. Con anima solitamente si intende qualcosa di immutabile ed eterno all'interno di un corpo mortale. Una essenza che sopravvive alla morte corporale. Dell'anima non si può fare alcuna esperienza in questo aggregato che è il nostro corpo. L'anima è un problema di fede. |
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12-10-2015, 12.20.30 | #44 | |||
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
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12-10-2015, 13.51.01 | #45 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 28-06-2015
Messaggi: 172
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
Paul11:
Tu dici che il tempo fa tendere le cose secondo un ordine(da neonato a vecchio e cosí via). Io invece credo che sia un inganno della memoria: se il tempo andasse dal futuro al passato ce ne accorgeremmo? Io direi proprio di no, dal momento che anche la memoria segue un'evoluzione temporale come le altre cose: che io da vecchio venga prima di io neonato o viceversa, la mia memoria rimane comunque in funzione del tempo, quindi dipende puramente dall'istante di tempo, e non dalla direzione con cui essi si susseguono. Non ha quindi senso dire che il tempo è ordinato: lo ordiniamo noi per comodità secondo catene di causa-conseguenza, ed è un'ordinazione che ci viene spontanea per questioni evolutive. E allora se non scorre in un verso perchè dovrebbe esserci un prima e un dopo in senso assoluto? |
12-10-2015, 14.45.33 | #46 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 28-06-2015
Messaggi: 172
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
Citazione:
Ti ho giá detto che quando parlo di ció che non è piú lo chiamo prima, proprio perché il passato lo uso per certi significati che puó avere, ma non per intendere prima: immagina una linea del tempo, ordinata secondo cause-conseguenze. Prendiamo un punto di riferimento sulla linea e chiamiamolo presente. Essendo la linea ordinata secondo cause-conseguenza, definiamo passato rispetto al riferimento ció che sta a sinistra di esso, e futuro ció che sta a destra. Si tratta di mie definizioni, ma sono necessarie per capirci(se ti confondi possiamo chiamare questo passato "Pippo" e questi futuro "Tizio", anche se poi mi sembra meno intuitivo). Quello che voglio fare io è dire che non esiste un prima e un dopo: il tempo puó essere inteso solo come misura di "distanze" da un riferimento. Non si tratta di distanza spaziale(la linea è solo una chiara astrazione per comprendere il concetto di tempo), ma di una nuova distanza che possiamo intendere come una "catena" che collega con criterio parti dell'essere secondo cause-conseguenze. Ora non venirmi a dire che devo ancora definire correttamente il tempo, perché tu hai sicuramente capito il concetto, e quindi non mi interessa la definizione. Quindi esiste passato, ma non inteso come prima. |
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12-10-2015, 14.57.01 | #47 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 28-06-2015
Messaggi: 172
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
Citazione:
Non c'è contraddizione, dato che la materia l'abbiamo imposta artificialmente per essere ció che dà una spiegazione alle sensazioni, quindi una loro causa. Il fatto è che tu ragioni come se le cause fossero qualcosa che viene prima dell'effetto, ma non è cosí secondo la mia filosofia, ed è argomento di questa discussione. Se "stai osservando una bella donna", non c'è la donna ma la sensazione visiva della donna. Se chiudi gli occhi non hai sensazione visiva, perché l'azione materiale di chiudere gli occhi è associata ad una perdita di informazione visiva(della donna, in quanto continui a vedere le palpebre). Molto semplice |
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12-10-2015, 16.03.45 | #48 |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
Maral:
Ma ciò che è passato, in quanto eternamente corrispondente alla sua essenza, non è mai passato, né presente, né futuro. Solo è (evidenzuazioni in grassetto mie). Sgiombo: Beh, se non é una contraddizione questa... Maral: In termini logici non lo è qualora si intenda l'esser passato come partecipio passato del verbo passare (diverso quindi da "passato" come soggetto della frasi. Per meglio esplicitare si può dire che ciò che fenomenologicamente diciamo "passato" non è mai trascorso sul piano dell'essere, esso sempre è. Sgiombo. Ma anche il sostantivo “passato” non è che il participio passato dl verbo “passare” usato come aggettivo sostantivato: significa comunque il “tempo trascorso” (altra cosa, per me incomprensibile, è la distinzione fra “piano dell’ essere” e “ciò che si dice fenomenologicamente). Sgiombo: Lo schermo del computer qui davanti a me é ed appare (anzi: appare; e dal suo apparire astraggo il suo essere). Maral: Ma l'essere non può venire inteso come un'astrazione di ciò che appare, al contrario, L'essere è la completa totalità identitaria in sé dell'oggetto che appare solo per alcuni aspetti che vengono astratti per costruirne un'identità fittizia e riassuntiva (parziale e quindi apparente), utile a progettare di poterlo trasformare. Sgiombo: Il fatto “originario”, direttamente, immediatamente constato, è l’ attuale apparire dello schermo (non il pensiero dell’ essere); da questo fatto per astrazione considero lo schermo indipendentemente dal suo attuale apparire (lo posso quindi immaginare apparire in un’ infinità di circostanze diverse dall’ attuale), considero l’ astrazione “(essere dello) schermo” (in generale, a prescindere da qualsiasi circostanza di fatto in cui può concretamente apparire”); da questo e da altri oggetti per ulteriore astrazione posso considerare il concetto di “essere (in generale)”, essere uno schermo di computer, una tastiera, un mouse, un animale, un uomo o qualsiasi altra cosa, concreta o astratta. Maral: La realtà muta proprio perché in essa è incluso il suo necessario apparire a se stessa e per questo appare come continuo mutamento in essere. In tal modo la logica dell'essere identitario di ogni ente può partecipare della sua fenomenologia in una tensione continua che mira a superare, continuamente riproponendola, la contrapposizione dialettica tra essenza ed esistenza. Sgiombo: Non comprendo le altre considerazioni (il “necessario apparire della realtà a se stessa, e nemmeno la logica dell’ essere identitario di ogni ente, la sua partecipazione alla fenomenologia in una tensione continua che mira a superare, continuamente riproponendola, la contrapposizione dialettica tra essenza ed esistenza; insomma tutto il resto di questo tuo discorso), ma mi sembra inequivocabile la tua affermazione che “La realtà muta”, ovvero diviene (contro Parmenide e credo anche Severino, per quel poco che ne so, quasi solo per sentito dire). E su questo sono d’ accordo. |
12-10-2015, 18.00.29 | #49 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
Citazione:
No, scusa, ma come potrei dialogare con uno che quando parla di ció che non è piú lo chiama prima, proprio perché il passato lo usa per certi significati che puó avere, ma non per intendere prima (prima del presente, come tutti i parlanti la lingua italiana -io compreso- invece intendono)? Non é molto diverso che pretendere di intendersi con uno che parla ostrogoto! Ciò che sta ora a sinistra, al centro o a Destra nello spazio é tutt' altra cosa di ciò che sta prima di ora, ora o dopo di ora nel tempo. Se immagino diversi eventi reciprocamente contemporanei lungo una linea (nello spazio), allora. a) immagino qualcosa di completamente diverso (tutt' altra cosa) dallo scorrere del tempo; b) non può trattarsi di cause-effetti (ma di eventi coesistenti e non causantisi-conseguentisi l' un l' altro. Citazione:
Ma potremmo chiamarli anche "cuccagna" e "baldoria", ma non é che in questo modo gozzovigliamo in una sorta di Bengodi: non é che basta dare dei nomi alle cose per cambiarne la natura. Esattamente come la nostra reale vita più o meno soddisfacente non diventa un Bengodi per il semplice fatto di chiamarla "cuccagna" o "baldoria", così, esattamente allo stesso identico modo, il divenire reale (il reale trascorrere del tempo) non diventa l' immutabilità del presente (esteso nello spazio) per il semplice fatto di chiamarlo "presente a destra", "presente al centro" e "presente a sinistra" anziché "passato", "presente" e "futuro". E il passato reale (e dunque il mutamento reale) non é che non esista più per il semplice fatto che (autocontraddittoriamente e/o comunque falsamente) si pretende di non intenderlo come "prima" ma come "accanto". |
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12-10-2015, 21.01.57 | #50 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 22-03-2015
Messaggi: 257
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Riferimento: Perché l'essere dovrebbe divenire?
Citazione:
Ma scusa , hai appena detto che la materia non esiste e poi due righe sotto affermi "l'azione materiale di chiudere gli occhi". Ma quali occhi se non c'è alcuna materia ? E' totalmente irrazionale! Ci rinuncio... |
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