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02-03-2015, 20.04.30 | #81 | |
Ospite
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
Citazione:
ho meditato.. partiamo da POSTULATO : Severino è un Genio AND è Matto come Holderlin e Cantor... S. è Furor Logicus.. H. era Furor Poeticus.. e Cantor divenne Furor Religiosus.. passiamo alla razionalità filosofica di S. (in questa sede non mi importa se io condivido o non condivido = mi importa solo capire se ho capito cosa lui è arrivato a pensare) : * i Numeri Naturali (ed anche i Numeri Razionali) hanno la Cardinalità = Alpeh = 1 cioè sono il Grado Minimo di OO IN ATTO Possibile (concetto che di per sè è già sufficiente ad andar OLTRE l'OO IN POTENZA di quegli altri Genii che chiamiamo Leibniz e Newton) * i Naturali/Razionali sono la SUB-Totalità degli Enti che Appaiono Ora E che sono Apparsi in Passato.. queste Totalità sono IN SE' OO IN ATTO (anche se ho visto che in Wikipedia le chiamano Insieme POTENZA e questo può farle sembrare Leibneziane).. * i Reali ( Naturali + Razionali + IRRAZIONALI) hanno Alpeh 2 cioè sono di Cardinalità Superiore cioè è IMPOSSIBILE Numerarli con i Naturali cioè è IMPOSSIBILE stabilire una RELAZIONE BI-UNIVOCA "COMPLETA" tra una Serie OO Mixata di Naturali ed OGNI Reale CHE PURE è Costruibile A PARTIRE proprio da Quella Serie Naturale.. * questa OO POSSIBILITA' di COSTRUIRE NUOVI NUMERI A PARTIRE DA QUELLI VECCHI (che ricorda un poco il Paradosso di Hilbert sull'Albergo con OO Stanze Occupate) Severino la ONTOLOGIZZA così: è NECESSARIO che Esistano OO Totalità FUTURE che si AGGIUNGERANNO OO al GIA' APPARSO.. cioè le APPARIZIONI NON SI FERMERANNO MAI.. ed anzi sono NECESSARIE A COMPLETARE LA MASSA OO DI BUCHI che le APPARIZIONI PASSATE/PRESENTI (ancorchè OO in Atto) hanno LASCIATO.. la CONTRADDIZIONE "C" sarà ETERNA.. mia opinione conclusiva => 1) banalmente io direi: LE OO MANIFESTAZIONI DELL'UNIVERSO NON SI FERMERANNO MAI.. il TEMPO NON SI FERMERA' MAI.. concordo = anzi credo che concorderanno QUASI tutti (fisici, filosofi, uomini della strada, ecc..).. 2) dire che però che questa sarà GLORIA (cioè se ho ben capito Tutti Capiranno che il Tempo è Illusione, Nulla Muore, Fine del Nichilismo, Fine dell'Angst che porta al Male, Tutti Felici è Contenti per l'Eternità !!) è un salto nel vuoto che al momento non riesco a capire come possa argomentare.. - |
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03-03-2015, 20.16.58 | #82 | |
Moderatore
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
Citazione:
http://it.wikipedia.org/wiki/Insieme_delle_parti. Penso si chiami insieme potenza solo perché n (il numero degli elementi dell'insieme dato) compare in potenza nella espressione della cardinalità. L'insieme potenza viene a costituire un continuum infinito dell'apparire ed è proprio l'apparire di questo continuum che costituisce la Gioia della Gloria a cui tutti gli enti partecipano , compresi il tempo, il nulla, la morte, il dolore, il gioco dell'illusione e della delusione e la Terra Isolata che è da essi dominata. Anche questi enti non possono essere cancellati, ma restano compresi nell'immane glorioso fluire del continuo apparire, ma, così compresi, essi non hanno più il significato di quella morte, di quel nulla, di quel dolore che manifestavano nella Terra Isolata dalla sua necessità. Questo almeno secondo quanto dice Severino (anche se lui afferma di non essere lui a dirlo, poiché se fosse lui non varrebbe nulla, ma la necessità assoluta del principio di identità). |
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05-04-2015, 07.00.39 | #84 | |
Nuovo ospite
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Messaggi: 162
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
Citazione:
A mio modesto avviso, pur non specificando cosa sia questo "essere" (nè potrebbe, non sussistendo, riguardo ad esso, nè "genere prossimo", nè "differenza specifica"), Parmenide è l'unico che ne parla in modo sensato. Peraltro, con una logica che ricorda molto quella Vedanta. Quanto a ciò che riporti di Heidegger, egli dice:« L’ essere in quanto “getta” il progetto gettato che è l’ uomo, e accade esso stesso nella misura in cui, in tale progetto, istituisce un’ apertura in cui l’ uomo entra in rapporto con sé stesso e con gli enti, li ordina in un mondo, li fa essere, cioè apparire nella presenza. » Tale formulazione, almeno per me è del tutto involuta e incompresibile, anche perchè usa termini metaforici molto ambigui ("getta", "progetto", "apertura" ecc.); in parole povere, mi sembra la farneticazione di uno che si sia appena fatto una pera. L' Essere di Nietzsche, invece, "è volontà di potenza". Non ne dubitavo affatto...anche se mi riesce difficile capire quale sia la "volontà di potenza" di una pietra, visto che la "volontà" è una caratteristica dell'uomo...o, quantomeno, degli animali superiori. Quando poi dice che: "La volontà di potenza è essenzialmente interpretativa in quanto agisce plasmando l' errore necessario alla vita fondamento di qualsiasi rappresentazione (dove l' essente appare).", mi viene il sospetto Nietzsche e Heidegger abbiano avuto, assieme, lo stesso "trip"... veramente pesante. Io non sono un filosofo -almeno in senso tecnico, perchè, in realtà, siamo tutti filosofi-, ma, a mio modesto avviso, l'"essere" è semplicemente il minimo comun denominatore di tutte le cose che "esistono". Io "esisto" come uomo, il gatto come gatto, la pietra come pietra...e ciascuno con le differenze specifiche dovute alla sua identità (nel mio caso, nome, cognome, codice fiscale ecc.). Ma tutti quanti, uomini, gatti, pietre...e qualsiasi altra cosa "esista" al mondo con le sue particolarità..."E'" allo stesso modo. Senza ulteriori specificazioni. Per cui, l'"ESISTERE" è mutevole...inizia e cessa...ma l'"ESSERE" è onnipervadente, eterno ed universale. E' QUELLO che sottende tutte le cose...come il mare e le onde. Ma, ovviamente, questo è solo il mio punto di vista. |
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01-07-2015, 07.56.29 | #85 | |
Nuovo ospite
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
Citazione:
Velocemente, perchè il tempo è tiranno. L'essere mio, l'essere dell'apparire dell'uomo in quanto manifestazione esperita, è la sua autenticità, l'identità a sè stesso. Non basta asserire il Pensiero è l'essere (Parmenide)... |
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01-07-2015, 13.48.47 | #86 | |
Nuovo ospite
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
Citazione:
Più che ragionare sulla relazione delle cose, su ciò che lega un oggetto ad un altro, un fatto, una parola, etc. etc., concentrerei l'attenzione sul significato di questi enti. Se parliamo di essere, ed introduciamo Parmenide, significa che dobbiamo immedesimarci in lui, e considerare quale fosse l'argomento principe di quel preciso momento. Scopriremmo che accanto alla parola essere siam costretti ad adoperare al parola principio, poichè da questa prende forma l'essere. Ma allora sarebbe bene andar a scoprire Talete, Anassimene, Anassimandro, Eraclito, e solo poi Parmenide, che se vogliamo affina le teorie di quei filosofi citati che pian piano giungono ad un unità di pensiero. Ragionerei comunque sulla parola natura, ed inviterei ognuno di noi a cercar di definire al meglio questo termine, ci accorgeremmo che il risultato non può differire da quell'essere invocato e difficilmente afferrabile cui ogni pensatore sfida. Un saluto. |
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