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27-02-2015, 14.58.33 | #62 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
Citazione:
Lo scetticismo, come tutte le filosofie ellenistiche, era dogmatica. L'epochè era uno stato di quiete mentale, sospendere il giudizio significava sospendere i conflitti interni che derivano dal dover propendere per un giudizio o un altro. Pare che l'ispirazione venne a Pirrone dall'aver osservato un gimnosofista, durante la spedizione di Alessandro, che si faceva bruciare vivo senza emettere un lamento. Pare che tale portento fosse dovuto proprio alla sospensione del giudizio. Non si può fare a meno dei dogmi, io credo e dico: chi è senza dogma scagli la prima pietra. |
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27-02-2015, 16.07.08 | #63 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
Citazione:
Concordo con questa affermazione (non con quella per cui gli scettici -in particolare quelli dell' età ellenistica- sarebbero dogmatici). Ma per me fa una differenza importante il rendersi conto dell' indimostrabilità di alcune credenze necessarie per vivere anziché no. |
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27-02-2015, 16.34.07 | #64 | |
Ospite
Data registrazione: 27-08-2008
Messaggi: 135
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
Citazione:
ciao Garbino: la mia opinione, ovvero la CERTEZZA che la mia è UNA opinione, mi porta a dire : il Segno Fenomenologico PANTA REI Scorre.. così come scorre il mio pensiero, le mie opinioni e <<l'acqua del fiume che è sempre diversa ma il fiume è sempre lo stesso>> (Eraclito)... MA: il Significato, il Senso, il Concetto a cui il SEGNO TENTA DI ALLUDERE/INDICARE NECESSARIAMENTE/LOGICAMENTE NON PUO' SCORRERE.. e l'Idea per me E' REALE come le pietre (anche se ovviamente son DIVERSE dalle pietre) anche se "non mi può cadere sulla zucca come la mela di Newton od i Talleri di Kant".. insomma : sono un Platonista / Realista SOFT : anche l'Astrazione Realmente In Qualche Modo Esiste !.. semplificando il Risolvimento della Auto-Contraddizione del PANTA Rei è una sorta di conferma Logica Immanente dell'Intuizione Metafisica Trascendente che un qualche Fondamento anche la Temporalità lo deve avere.. qualcuno lo chiamava Dio.. qualche altro Essere.. altri ancora Uno.. oppure Destino.. oppure Evento.. oppure Eterno Ri-torno dell'Eguale.. probabilmente questa mia intuizione è concettualmente simile alla parola "iniziale" che ho sottolineato nel tuo testo.. non so se son riuscito a trasmetterti ciò che vagamente penso.. xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx xxxxxxxxxxxx per Maral : devo meditare molto e molto lentamente sulla tua risposta.. per ora grazie.. xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx xxxxxxxxxxxxxxxxxx per Sgiombo : ciao Giulio brontolone.. ti prego : sorridi un pò.. fa bene.. xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx Piero . |
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27-02-2015, 17.53.54 | #65 | |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
2 precisazioni per evitare fraintendimenti e false letture:
1- Garbino ha capito perfettamente la mia posizione in merito non al sum, ma al cogito ergo sum, la critica che Nietzsche muove a Cartesio è del tutto pertinente e condivisibile in merito: non si può passare dal cogito direttamente al io sono legandoli con un ergo, non c'è la consequenzialità logica. Ma questo non incrina la certezza del dubbio, ma piuttosto il successivo passaggio cartesiano dalla certezza del dubbio alla certezza dell'io che dubita (pensa). 2- dubitare di dubitare non ha nulla a che vedere con il paradosso del mentitore. Il primo caso implica la certezza del dubitare di dubitare senza alcuna contraddizzione (ciò che si dice afferma esattamente ciò che si fa, dubitare e non lo contraddice per nulla), il secondo è una autocontraddizione (ciò che si dice contraddice in ogni caso se stesso). Citazione:
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27-02-2015, 17.59.46 | #66 |
Garbino Vento di Tempesta
Data registrazione: 13-05-2014
Messaggi: 147
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
X Sgiombo.
mi dispiace ma non ci siamo capiti, oppure mi sono espresso in modo che davo per scontato a cosa mi riferissi e mi scuso. Quello che intendevo è che Maral ha tutto il mio consenso sul fatto che dalla certezza di dubitare si possa sostenere la certezza di un io che agisce o addirittura di un io trascendentale come fa Husserl. E riportavo il pensiero di Nietzsche dal momento che Maral aveva specificato che non solo Severino era arrivato a questa conclusione. E su questo Amen. Per quanto riguarda invece la certezza del dubitare è indubitabile che lo sia, nonostante che non sia relazionabile ad un soggetto identificato. La nostra mente dubita e sa di farlo. Chiunque e cosa sia il soggetto che agisce nel pensare. La nostra mente, in altre parole, dubita e sa di farlo. Questo è il punto. Poi comunque ciascuno può avere le proprie opinioni e ritenere che non sia così. X Sincero Pan Intanto grazie per avermi risposto. Ho capito qual' è l' opinione che hai. In pratica tu fai rientrare il Panta Rei nel Tutto perché lo ritieni un ente che ha una sua essenza. Sono d' accordo sul fatto che sia molto vicino a Platone e comunque, anche se non mi trova d' accordo, la rispetto come opinione. Quello che ti chiedo comunque è se tu non ritenessi, se puoi fai uno sforzo, che le cose stiano così, come inquadreresti quello che ho espresso? Naturalmente la domanda è rivolta anche a chiunque si senta di rispondermi. Garbino Vento di Tempesta. |
27-02-2015, 18.18.29 | #67 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
Citazione:
Concordo sui benefici derivanti dalla sospensione del giudizio, ma non posso non vedere la sospensione del giudizio come una scelta deliberata. Anzi una pre-scelta e, quindi, un dogma. Anzi, un dogma che libera da tutti gli altri dogmi, forse è questo il senso. |
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27-02-2015, 21.08.31 | #68 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
Citazione:
Riapro ma richiudo subito e per parte mia e stavolta definitivamente la discussione (infatti stavolta porti argomenti diversi). L’ affermazione che (indebitamente) mi attribuisci “sono certo di dubitare di tutto” è paradossale in modo del tutto analogo a quella “io mento”: se ne sono certo allora ne dubito, ma se ne dubito allora ne confermo la certezza (come se mento, allora non mento, ma se non mento, allora mento). Contrariamente a te ritengo che la conclusione di Cartesio dal cogito al sum sia perfettamente corretta logicamente (non si può dubitare senza essere: il dubitare implica necessariamente l' essere); mentre ritengo indebito il passaggio dall’ esistenza del pensiero che immediatamente si esperisce all’ esistenza di un suo soggetto (dal “cogitatur” all’ “ego cogito”; al quale consegue invece correttamente "ergo ego sum"). Ma assolutamente non ho alcuna intenzione di ricacciarmi in un’ interminabile e vano palleggiamento di argomenti e controargomenti (sempre gli stessi) e pertanto non risponderò a una tua ulteriore replica che non adducesse ulteriori nuovi argomenti, fatto salvo ovviamente il persistere, in questo caso, del mio dissenso. @ SinceroPan Guarda che sono ritenuto da chi mi conosce una persona molto simpatica e allegra, quello che di solito diffonde il buon umore nella compagnia. Ti invito pertanto a smetterla di attribuirmi caratteristiche negative (“talebano”, “brontolone”, "uno che non sorride mai”) partorite unicamente e del tutto infondatamente dalla tua fantasia. Se ti sono antipatico (non si può pretendere di essere simpatici a tutti) cerca di aver pazienza e di sopportarmi senza attribuirmi difetti che non ho affatto. Grazie. |
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27-02-2015, 23.14.48 | #69 | |
Ospite abituale
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
** scritto da sgiombo:
Citazione:
E' questo un eventuale e probabile riscontro al mio precedente quesito: dunque se non ho nessuna certezza, ma solo un gran Dubbio che dubita di ogni probabile certezza, in che maniera si può essere responsabili con certezza?!?! ...in che maniera sarò soddisfatto e non avrò nessun dubbio che quell'azione, quel pensiero, è un mio merito?? ...è il dubitare del dubbio o di qualsiasi cosa una prassi che comporta l'inesistenza della certezza? ...l'assenza della fiducia? |
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28-02-2015, 10.09.26 | #70 |
Ospite abituale
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Messaggi: 1,234
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
@Garbino e @CVC
Concordo sulla certezza di ciò che immediatemente é esperito (sentito). Però tempus fugit e ciò che é immediatamente esperito diventa subitaneamente memoria (che può errare): la sua certezza é effimera. Inoltre: o lo si predica molto vagamente e genericamente: "accade questo", e allora per me non é chiaro che si tratti di autentica conoscenza (propenderei a credere che si tratti in realtà di una tautologia, che quindi non dice nulla sulla reltà: non mi sembra molto diverso -per lo meno- dal dire "accade ciò che accade, qualsiasi cosa sia"; per la verità -e non per "fare lo scettico a tutti i costi"- non ne sono del tutto certo). Oppure, se si descrive (più o meno dettagliatamente) con concetti determinati, definiti ciò che immediatamente si esperisce, allora l' incertezza non é eliminabile neanche da una tale descrizione dell' immediato esperire nell' effimero istante in cui é presentemente in atto, per una sorta di olismo semantico (se vedo una mela rossa e dico "questa é una mela rossa", perché la mia affermazione sia vera conoscenza occorre che conosca per lo meno i concetti di "mela", di "frutto" e di "rosso", e anche molti altri che concorrono a definirli; e tutte queste conoscenze non presentano nemmeno l' effimera certezza delle mere constatazioni dell' immediatamente esperito. Una scelta arbitraria non é sempre e comunque un dogma secondo me. Concordo che di credenze indimostrate e indimostrabili c' é sicuramente bisogno per vivere e agire (fra l' altro per accettare la verità della conoscenza scientifica); tuttavia secondo me sospendere il giudizio non é un dogma (dogmi possono essere solo le credenze, che sono giudizi espressi). Ripeto iniltre che per me é importante il rendersi conto (che non é da tutti) dell' infondatezza delle proprie credenze indimostrate o dogmatiche. |