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26-02-2015, 21.26.43 | #52 |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-11-2012
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
Voglio tentare di fare filosofia senza chiamare in causa la mia "pedante" Fede: dunque se non ho nessuna certezza, ma solo un gran Dubbio che dubita di ogni probabile certezza, in che maniera si può essere responsabili con certezza?!?! ...in che maniera sarò soddisfatto e non avrò nessun dubbio che quell'azione, quel pensiero, è un mio merito??
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27-02-2015, 08.12.57 | #53 | |
Ospite abituale
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Messaggi: 1,234
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
Citazione:
"CERTEZZA che "FORSE POTREBBE AVER RAGIONE PIERO" (certezza che indebitamente mi attribuisci ma che é tutta tua). Splendido esempio di autocontraddizione! Più che una rete subita in contropiede, un autogol. Vedo che continui nello stesso errore (ben visibile e grossolano) di attribuire agli scettici* la certezza del dubbio, che essi non hanno (dubitando di tutto, ovviamente dubitano anche del loro dubitare che del tutto fa parte; la sospensione del giudizio é il contrario della certezza), e non credo sia possibile fartelo capire (pazienza: la mia passione nel cercare di fartelo capire é alquanto limitata, contrariamente a quel che credi; a proposito di passione: la tua mi sembra molto più esagerata della mia, almeno a giudicare dall’ abuso di “enfatizzatori” come il maiuscolo, il grassetto e perfino il colore!). Proprio perché ho raggiunto il limite della mia passione per farti capire i tuoi errori, non risponderò più alle tue obiezioni a meno che (ma non ci spero proprio) non consistano nella solita reiterazione dei tuoi errori e portino nuovi argomenti: per un’ elementare, pacata esigenza di chiarezza voglio che sia chiaro che il mio tacere, in questo eventuale caso non sarà affatto un acconsentire. A mia volta spero proprio che tu non sia un sostenitore dell’ imperialismo occidentale, in quanto a terrorismo ben più efferato e disumano dell’ ISIS (che peraltro è una sua creatura, una sua scheggia impazzita, le cui vittime -compresi i bestemmiatori abituali dotati di scarsissmo sense of huomr di Carly Ebdo- sono in ultima analisi vittime di fuoco amico). _ *Ma sia Cartesio sia Hume sono filosofi non certo riducibili semplicemente a un generico scetticismo!). Ultima modifica di sgiombo : 27-02-2015 alle ore 12.32.59. |
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27-02-2015, 11.45.34 | #54 | |
Moderatore
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
Citazione:
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27-02-2015, 12.00.47 | #55 |
Ospite abituale
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
La sospensione del giudizio, almeno in senso pirroniano, non è un esprimere un opinione con riserva, è semplicemente una presa di coscienza sul fatto che di una cosa non si possa giungere ad un giudizio conclusivo, perché sia la tesi che l'antitesi hanno uguale validità. Questo mi sembra l'opposto dell'assolutismo hegeliano cui è giunto egli con la sua dialettica: non esiste una sintesi della ragione che fonde tesi e antitesi nella realtà. Tesi e antitesi sono ugualmente valide, pur esprimendo l'una il contrario dell'altra, e da qui non ci si muove.
Lo scetticismo humiano, che conosco assai poco, pare invece , più che altro, una critica della ragione. Mi pare che Hume abbia delle posizioni, come la superiorità della conoscenza empirica su quella razionalistica, sulle quali non sospende affatto il giudizio. |
27-02-2015, 12.29.18 | #56 | |
Ospite abituale
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
Citazione:
Dubitando di qualsiasi cosa, compreso del dubitare, non si é certi di alcunché, nemmeno del dubitare (affermare che dubitando si é certi é una patente autocontraddizione). La mia grande stima per Cartesio (che non era propriamente uno scettico e nel ritenere certo il suo dubbio sbagliava) non fa di me un suo seguace pedissequo e acritico, ovviamente: proprio non capisco la tua pretesa di impiegare la sua autorità come un' (presunto) argomento, dato che ritengo il suo più grande insegnamento proprio l' atteggiamento critico razionale (e non acritico fondato sull' autorità) verso la conoscenza: lo tradirei se ti dessi retta. Questo é l' ultimo mio intervento in questa discussione: non mi va di avvitarmi in un' interminabile spirale di ripetizione perfettamente inutile degli stessi argomenti contro gli stessi controargomenti. Va da sé che il mio eventuale tacere (non rispondere a un ' eventuale ripetizione da parte tua delle solite considerazioni che ritengo del tutto errate) non sarà affatto un' acconsentire. PASSO E CHIUDO. |
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27-02-2015, 12.31.34 | #57 | |
Moderatore
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
Citazione:
Nella dimostrazione si parte considerando tutti i numeri reali compresi tra 0 e 1, potremmo chiamarli tutti gli enti reali infiniti in questo intervallo, e, a mezzo della diagonalizzazione si dimostra che è sempre possibile costruire da questa totalita completa per definizione un nuovo numero reale (ente) infinito che non fa parte di questa totalità proprio per il modo in cui lo costruiamo, nonostante che esso sia perfettamente in tale intervallo. E qui sta l'equivalente della contraddizione C severiniana : Il nuovo ente è tra i reali compresi tra 0 e 1, ma non appare (non è numerato da un numero naturale), per come è costruito è sempre nuovo e diverso da ogni altro. Una volta apparso, ci rendiamo conto che è in questa totalità dei reali per come inizialmente definita pur avendolo costruito in modo che di sicuro non lo fosse. Possiamo ripetere il procedimento all'infinito: ci sarà sempre un reale in più non numerato ottenuto a ogni successiva diagonalizzazione della totalità dell'essere: abbiamo quindi due infiniti di ordine sempre diverso (in cui il primo resterà sempre indietro di un'unità rispetto al secondo). Eppure stiamo considerando sempre tutti i numeri reali compresi tra 0 e 1, da un lato definiti come totalità statica e astratta dell'essere, dall'altra secondo un continuo nuovo apparire, la totalità della Gloria. Spero di aver ben inteso la tua domanda e di essermi riuscito a spiegare. |
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27-02-2015, 13.02.16 | #58 | |
Moderatore
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
Citazione:
Peraltro non riesco a capire come si possa condividere la visione Cartesiana, negando il suo punto logico fondamentale, quello a cui è arrivato dubitando metodicamente di tutto per vedere che il dubbio metodico non può dubitare di se stesso per non autocontraddirsi (ed è estremamente ovvio ed evidente se non ci si sofferma sul voler dubitare a ogni costo e senza limite, ma si scorge l'evidentissima autocontraddizione implicita a un dubitare senza limiti, a un assoluto scetticismo). Poi è chiaro, ognuno (e certamente anch'io) ha le sue esigenze, l'esistenza viene prima del cogito cartesiano (sum ergo cogito e non cogito ergo sum), dunque essa resta ancor più indubitabile, vera matrice di ogni dubbio e certezza. Lo so che non ci sarà mai il tuo accosnsentire e va bene così. |
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27-02-2015, 13.04.13 | #59 |
Garbino Vento di Tempesta
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
X Sgiombo,
a conferma di ciò che afferma Maral, anche Nietzsche ha confutato l' esistenza dell' io, ma in merito al Cogito Ergo Sum ( Penso quindi sono) di Cartesio. Ne ho già parlato e riportato i brani tratti da Al di là del bene e del male in cui lo afferma, ma in sintesi Nietzsche dice che questa affermazione non è un sillogismo, dal momento che per renderla tale mancherebbe il termine intermedio: qualcosa che pensa è. Solo a quel punto ci sarebbe la determinazione che il soggetto che pensa è. E proseguendo afferma appunto che quando si dice: io penso, osiamo troppo, perché nessuno può confermare che sia lo stesso io che vuole pensare. E addirittura afferma in seguito che è già troppo dire esso pensa, e che prima o poi ci si dovrà liberare di quell' esso. ( par 16, Capitolo: Sui pregiudizi dei filosofi, Al di là del bene e del male ). X Sincero Pan per quel che riguarda un' opinione che viene proferita o meglio scritta, ho il dubbio che il suo significato non sia ascrivibile ad uno scorrere proprio. E' un' astrazione, un concetto espresso e come tale non può appartenere allo scorrere delle cose. Nel tempo, per chi ci crede, non può cioè cambiare di significato di per sé. Non so se puoi essere d' accordo, ma non è neanche necessario escluderla dal tutto, proprio perché non ne fa parte. Quello che spero di aver espresso al meglio, è che le opinioni sono soggette allo scorrere e al cambiamento in ogni attimo o presente, ma non il loro significato iniziale. E' comunque ovvio che ciò mette in risalto una contraddizione con il termine tutto. Che probabilmente non è risolvibile. E' ovvio anche che nel tempo PANTA REI può diventare Tutto non scorre o Non tutto scorre o altro, ma ciò non inficia il significato iniziale della frase PANTA REI. Mi piacerebbe proprio sapere cosa ne pensi. Tieni conto che questo non è proprio il settore che amo di più della filosofia, anche se penso che dovrò approfondire un po' di più la sua conoscenza. Garbino Vento di Tempesta |
27-02-2015, 14.09.30 | #60 | |
Moderatore
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Riferimento: L' Essere: da Parmenide ai giorni nostri
Citazione:
Dalla opposizione quindi ci si deve muovere, ma per via ermeneutica e non apofantica. |
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