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31-07-2014, 20.23.57 | #62 | |
Moderatore
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
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E tanto maggiore è il sentimento di questa oscura minaccia tanto maggiore è l' invocazione di un riparo, magari di un alleanza con un'onnipotenza (e in fondo il precetto morale è proprio la via per garantirsi questa alleanza). Mi sembra impossibile semplicemente rinunciare alla volontà di potenza illudendosi di poterla negare in se stessi, magari contrapponendo un istinto di vita a un istinto di morte, perché è ancora una volta un trucco della stessa volontà di potenza a giocare, un trucco di sicuro effetto nella suo manicheismo astratto. Non è un caso che lo stoicismo che esalta la virtù morale nasca in un tempo di decadenza civile di Roma, decadenza che dopo Marco Aurelio prosegue inesorabile. La scelta morale dell'antico stoico che sopporta virilmente il suo patire è ancora un atto di potenza finalizzato al controllo e alla trasformazione, come è un atto di potenza lo stesso imperativo di astenersi in ogni caso dall'azione e dunque dalla trasformazione: se sento di dover agire non posso bloccarmi se non ancora con una coercizione che impongo a me stesso. E' verissimo che la volontà di potenza è insensata, essa esige l'insensato per dare a tutto il senso della propria potenza, esige il niente esistente per conferire a questo niente qualsiasi forma essa voglia (nel bene o nel male non ha rilevanza, è l' onnipotenza che importa), esige il suo stesso annientamento perché solo così può raggiungere l'assoluto di se stessa e in ciò è contraddizione estrema. Nietzsche che ha esaltato la volontà di potenza come (e giustamente) forza vitale essenziale, non è stato forse costretto con il suo eterno ritorno a negare radicalmente ogni senso alla stessa volontà di potenza? Come sostiene Severino, la follia (la follia estrema che attribuisce un significato ontologico al mutamento) è comunque un ente che necessita come ogni ente di manifestarsi nelle forme che gli competono e il nostro sentimento che ci porta all'agire non è per nulla assoggettabile a una volontà che deve negarlo in ragione di chissà quale filosofia, poiché anche questo dover astenersi è follia, se è alla luce di una volontà. Si tratta invece di comprendere la fenomenologia della volontà di potenza alla luce del destino che lega tutti gli enti nella loro eternità, si tratta solo di comprenderne la reale prospettiva che sottende tutto ciò che esiste ed esistendo non può che manifestarsi per come è. |
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31-07-2014, 21.20.06 | #63 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
** scritto da CVC:
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E no, è qui che la dialettica deve arrendersi all'assennatezza della consequenzialità, e su questo punto pragmaticamente cruciale per l'ontologia che l'arte di argomentare deve alzare, obbligatoriamente, bandiera bianca e optare quale filosofia condurrà le proprie scelte. Che dipenda da Dio o dal Caso è l'unica decisione che, in fin dei conti, siamo autorizzati, da Dio o dal Caso, a prendere davvero; per poter poi continuare a fare scelte che dipendono da noi, durante le circostanze della vita che non dipendono da noi. Accettarlo senza decidere è la terza alternativa, quella indifferente, qualunquista, insensibile, forse la più comune guardando la società, il vomito nella simbologia biblica, ma che desideri potranno mai nascere in un cuore apatico, nell'accidia della coscienza? Pace&Bene |
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31-07-2014, 22.33.02 | #64 | |||||
Ospite abituale
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
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31-07-2014, 22.36.23 | #65 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
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31-07-2014, 23.49.52 | #66 | |||||
Moderatore
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
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Non possiamo usare le rappresentazioni come vogliamo, ma possiamo (dobbiamo e vogliamo) riconoscerle nel loro senso che eternamente si dispiega coinvolgendoci profondamente, senza illuderci della nostra o della loro potenza di controllo e dominio. Solo così il meraviglioso si libera dell'arcano, proprio perché il terrore è profondamente nel manifestarsi della sua sconvolgente gloriosa Gioia in questo preciso eterno istante. |
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01-08-2014, 00.31.23 | #67 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
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Siamo forse allora dei maniaci sessuali ad esempio ,cioè non siamo in grado di accompagnare un pulsione, di guidarla,di gestirla ? Un desiderio è comunque emotività, e posso portarla in un talento in cui una persona accompagna emozione e concetto:arte, scienze,spiritualità,sport,ecc . in qualunque cosa in cui noi sentiamo passione. Ultima modifica di Koli : 01-08-2014 alle ore 00.47.42. |
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01-08-2014, 00.49.54 | #68 | ||||||
Moderatore
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
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Non mi pare di essere mai stato un sostenitore della volontà di potenza, anzi! Solo che riconosco in ciò che ad essa vuole opporsi un suo mascheramento più o meno efficace. In tutta la storia del pensiero dell'Occidente la volontà di potenza non viene mai a mancare, men che meno in ciò che si vuole razionalmente costruire per ripararsene. La volontà di potenzia è dominio assoluto che si nutre di illusioni, compreso quelle illusioni che si apprestano contro di essa, anzi soprattutto di quelle. Il rimedio si è sempre rivelato peggiore del male, ci sta tutta l nostra storia a dimostrarlo. In fondo in Nietzsche vi è ancora un'ultima grande purezza., l'originaria purezza del barbaro selvaggio., della sua autenticità non corrotta. Citazione:
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CVC, lamentiamo la stessa cosa, ma nel rimedio che suggerisci io vedo proprio lo stesso male di cui ci lamentiamo. La morale, quella morale fondata su quei valori, è a mio avviso solo una impossibile volontà di tornare a ripetere le medesime tragedie, perché quella morale era fondata proprio sulla volontà di potenza che si illudeva concretamente di arginare con la sua valenza puramente astratta. |
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01-08-2014, 00.56.15 | #69 | |
Moderatore
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
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01-08-2014, 01.45.37 | #70 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
** scritto da CVC:
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Preferisci, quindi come loro (i due popoli) hai deciso, come loro la tua morale (menefreghista, sinonimo di qualunquista) scaturirà da questa scelta, ed il tuo volere vincolato a questa inclinazione. Concordo pienamente con chi sostiene che la crisi odierna mondiale è culturale, spirituale, morale, e non economica o politica. Pace&Bene. |
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