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28-07-2014, 18.41.35 | #42 |
Garbino Vento di Tempesta
Data registrazione: 13-05-2014
Messaggi: 147
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
X CVC
Il problema è appunto che ho molti dubbi che l' essenza dell' uomo sia quella di rendersi migliore. A parte che bisognerebbe stabilire migliore in rapporto a cosa, ma, al di là di questo, come si fa a ritenere che sia questa quando le cose vanno come vanno? Sono i filosofi i miglioratori dell' umanità, o almeno coloro che cercano di indicare una strada per un miglioramento, ma che l' uomo comune persegua questo fine o che questa sia l' essenza umana lo trovo un po' arduo da affermare. Ciò non toglie che possa essere la tua essenza, ma di certo non è la generale, o le cose andrebbero senza ombra di dubbio meglio. Comunque, per cercare di spiegarti cosa intendo, l' individuo razionale è quello che segue la ragione e le sue volontà, e il tipo istintivo è quello che segue le sue pulsioni, ma in entrambe i casi l' 'io' che agisce di cui parlavo nel precedente post, a mio avviso, subisce la dittatura della parte che lo governa e non è mai libero. Come non lo è chi riesce a mantenere una certa indipendenza sia dalla ragione che dall' istinto. E questo perché le due parti esercitano una pressione costante. Posso essere d' accordo sul fatto che l' unico momento in cui un individuo può raggiungere un certo grado di libertà è quando segue un pensiero grazie alla sua conoscenza ed intelligenza. Quando cioè è solo con sé stesso. Ma bada bene ho detto può, perché non sempre la libertà è facilmente raggiungibile. Ringrazio Sgiombo per la citazione. Garbino Vento di Tempesta |
28-07-2014, 19.50.24 | #43 | ||
Moderatore
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
Citazione:
La ragione è sempre quella: la potenza illimitata a cui l'individuo non può giungere da solo, ma a cui può pervenire se si concepisce come strumento di tale potenza che lo rappresenta senza i sui limiti, che lo rappresenta in astratto. E' vero, se è la volontà che vuole non possiamo mai essere né liberi né felici, ma questo è il prezzo che si paga al potersi illudere di una sconfinata potenza e se la potenza è limitata che potenza è, ci sarà sempre il rischio di una potenza maggiore! C'è sicuramente una contraddizione sotto questo pensiero: io voglio tutto, voglio l'impossibile, ma per poter volere tutto devo riferire questo mio volere a una onnipotenza che sta oltre me e mi usa, ad essa dunque mi affido, come sua creatura. E l'onnipotenza che si rivela stare al di sopra di ogni potenza è la volontà di potenza stessa che diventa del tutto autoreferenziale, liberandosi di dei, metafisiche e utopie razionali o meno che sono solo tappe intermedie, strumenti a suo uso e consumo Citazione:
Poi "ingenuamente" ci si stupisce che le tragedie continuino a colpire con la medesima efferatezza il genere umano quando tanto ci sembra sia stato il progresso razionale. |
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28-07-2014, 20.04.55 | #44 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
** scritto da CVC:
Citazione:
E' piu' facile "illudersi" di cercare di correggere (cambiare) la realtà, che correggere sé stessi. La realtà è quella, infatti non sarà mai un voto di maggioranza (o una facile illusione) a determinare la verità; mentre invece sembra facile ma è tanto difficile dire:- "Io ho sbagliato"!, e quindi poi correggere sé stessi. Pace&Bene |
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29-07-2014, 10.23.50 | #45 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
Citazione:
Esatto quoto tutto, ma proprio tutto. vorrei chiederti a questo punto cosa ne pensi del rapporto soggetto-io, anzitutto se lo distingui, e poi magari a settembre discuteremo del mio bisogno più intimo cioè il rapporto io-mondo.(eh sì il desiderio, come forza che viene da altrove, centra eccome). |
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29-07-2014, 13.11.24 | #46 |
Ospite abituale
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
@Garbino
Gli stoici antichi pensavano che il principio di base di tutte le cose è la tendenza a conservare ed accrescere il proprio essere. Ora, se ciò che caratterizza maggiormente l'essere di un bue è la forza e di un cavallo è la velocità, un bue sarà tanto migliore quanto piú è forte e un cavallo tanto migliore quanto più è veloce. Di conseguenza, se ciò che caratterizza l'uomo dagli altri esseri è la razionalità, sarà tanto migliore quanto più è razionale. Veramente noi oggi consideriamo superati questi ragionamenti, perché non consideriamo bue, cavallo e uomo solo in base a forza, velocità e razionalità. Ma si può pensare che una cosa, sebbene abbia molti attributi, ha qualcosa che la caratterizza maggiormente degli altri; e che ciò che è, è fino a quando si conserva e rafforza il proprio essere. @maral Ma dietro alla volontà deve esserci qualcuno che vuole innanzitutto. Mi pare un vizio severiniano quello di partire dal presupposto che religione, filosofia e scienza siano tutto frutto della volontà dell'uomo di dominio sul mondo. Potrebbero essere molteplici le cause che hanno portato l'uomo a queste forme di pensiero. Quella che dovrebbe essere un'ipotesi è posta da Severino come fondamento del suo discorso e peraltro pare travisi la traduzione di thauma nella metafisica di Aristotele. L'uomo iniziò a filosofare per la meraviglia lo fa diventare l'uomo iniziò a filosofare per il terrore. Il terrore di non avere il dominio sulle cose, la volontà di potenza, ecc. In altre parole Severino, almeno mi pare, da valore incontrovertibile a questa sua ipotesi. I drammi della ragione nascono e quando si vuole assolutizzarla. Un conto è riconoscerne l'importanza primaria, un conto è volerla isolare dal conflitto perenne in cui è immersa contro le forze a lei contrarie. Per essere, la ragione, deve lottare contro ciò che è altro da lei. Altrimenti, assolutizzando la, non si fa che razionalizzare l'irrazionale. La ragione universale è infatti rappresentata dal fuoco dell'eterno conflitto. |
29-07-2014, 14.55.05 | #47 | |
Nuovo ospite
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
Citazione:
E' inutile dire che sei straordinariamente convincente quando scrivi. Leggerti è coinvolgente. Diverso è soppesare i concetti che vegono fuori dalla tua tastiera. Ad esempio come fai a dire che la volontà anticipa il desiderio? A rigor di logica parrebbe il contrario, perchè nulla vieta che che sia prima il desiderio a sollecitare e poi, ad esso, segue la voglia di concretizzarlo, foss'anche un desiderio di natura trascendentale. Come si fa a volere prima di desiderare? Supponiamo pure che desiderio e volontà possono essere l'uno la conseguenza dell'altra, o viceversa, resta che mi chiedo: Da cosa è originato il desiderio? Da cosa la volontà? Da cosa la cosa che origina desiderio e volontà? Il contrario di desiderio è apatia. Come si origina l'apatia, piuttosto che non originarsi? Si parla qui di realtà, ma cos'è la realtà? Perchè si fa appello alla realtà quale testimone degli accadimenti? La realtà esiste o non esiste? E se diciamo che esiste con quale mezzo lo diciamo? Non è che forse ciò che ci induce a chiamare realtà certe cose e fantasia altre è ciò che, in ordine, viene prima della stessa realtà? |
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29-07-2014, 23.11.16 | #48 | ||||
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
Citazione:
Certo, la volontà implica un soggetto che vuole e un oggetto voluto, Ora la questione è se questa volontà può essere o meno soggetto e oggetto di se stessa o quanto meno porsi come tale e ponendosi come tale divenire volontà di potenza. La questione resta aperta mi pare. Citazione:
Per quanto riguarda la traduzione severiniana di thauma non sono un filologo tale da poterla approvare o negare, devo ammettere però che il senso del meraviglioso nella natura (dunque non nell'artefatto umano) contiene certamente in sé il senso del terrificante e questo non solo per Severino. E' quello che i Romantici identificavano con il sublime, di fronte alla cui sovrumana potenza e maestosità si resta affascinati e impauriti. Impauriti proprio perché vi si scorge una grandiosità che non può essere ricondotta ad alcuna dimensione umana, ci trascende completamente. La lettura di Otto del Sacro va proprio in questa direzione, il sacro non è certo una tenera consolazione, è il tremendum. Mi pare di averlo già detto: è un sentimento che possiamo benissimo provare, ad esempio guardando l'immensità della volta stellata una notte in aperta campagna, ma anche di fronte a certi grandiosi paesaggi rupestri privi di presenza umana, o ad altre manifestazioni di grande potenza naturale, o al misterioso abisso che è in noi stessi. Al di là di qualsiasi analisi filologica del termine non ci trovo nulla di arbitrario o di meramente ipotetico nella traduzione che dà Severino alla parola greca e negli antichi riti si esprime proprio la necessità umana di farsi alleati di questa straordinaria potenza personificata che attrae e incute terrore, che può salvare e uccidere (e già la personificazione è un tentativo di ricondurre la potenza del tremendum alla sfera umana, una prima razionalizzazione embrionale per assicurarsene il controllo e la prevedibilità). Citazione:
Citazione:
Un tempo sostenni che prima dell'io ciò che si manifesta è il voler far proprio, è il senso di appropriazione che pone un soggetto in prima persona singolare che in tal modo si individua come vero centro del mondo, un po' come Narciso che non conoscendo il suo volto e vedendo un volto riflesso nell'acqua lo desidera come suo e se ne invaghisce al punto di volerlo afferrare e quindi annegare. E certo c'è una fase dello sviluppo in cui questo rischio accade ed è necessario che accada, come è necessario che l'io trovi il suo limite nel mondo e non solo lo specchio letale del suo desiderio. |
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30-07-2014, 07.04.59 | #49 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
Citazione:
Sono d'accordo sul fatto che la ragione sembra emergere da forze oscure. Socrate e Cartesio sono considerati emblemi del razionalismo, eppure parlavano esplicitamente dei loro demoni. |
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30-07-2014, 09.01.19 | #50 |
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
Ciò che mi sento di dire a riguardo della volontà e del desiderio è che io voglio, io desidero, ma non posso scegliere cosa volere e cosa desiderare.
Io voglio andare al mare, ma non posso scegliere di volere andare al mare o di volere andare in montagna. Io desidero quest' auto, ma non posso scegliere di desiderare quest' auto o di desiderare quest' altra. ... (Anche se fosse possibile, scegliere è comunque un atto di volontà) Questo però penso sia logico in quanto la volontà e il desiderio costituiscono il motore della nostra esistenza, il quale dev' essere sempre acceso, non ci è possibile sospenderne l' azione (anche perchè sospendendo ogni volontà/desiderio verrebbe sospesa ogni volontà/desiderio di scegliere e non ci sarebbe possibile riavviarlo). Non siamo noi ad avviarlo, non siamo noi a poterlo arrestare. Ultima modifica di jeangene : 30-07-2014 alle ore 09.26.04. |