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30-07-2014, 23.12.26 | #53 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 30-01-2014
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
gyta
Il desiderio è strettamente correlato ad una volontà profonda che lo determina... Maral E' sicuramente interessante questa interpretazione che pone la volontà di autodeterminazione dell'ente in quanto tale prima del suo desiderare, per cui il desiderare alla fine si rivela sempre come un volere se stessi attraverso un continuo rappresentarsi a mezzo degli oggetti del desiderio che in qualche modo saranno sempre autentici per questo "destino". Ancora una volta però mi pare sia l'io (la sua volontà) che si ponga a potenza estrema, oppure c'è qualcosa di più profondo? ………………………………………………………………. Qualcosa si svolge dentro ognuno di noi. Quasi ne sfogliasse le pagine (al par d’un libro) l’io nel leggerle si rivolge a quelle che lo riguardano, e in quelle vi son righe che gli suggeriscono comportamenti, azioni… arrivano pensieri (che ritiene provengano da se stesso) e si manifestano emozioni. L’io par che osservi (la stranezza della condizione umana) quel che avviene come in un film su una pellicola che non si può fermare, interrogandosi donde provenga. Ma a meno non sia scritto in quella pagina (fotogramma) non può saper nulla. L’io è il lettore, e nel farlo si ritrova personaggio (attore) di quel che legge. Possiamo “leggere” il nostro desiderio e percepire la forza (volontà) che lo accompagna, che in taluni casi (o molti/nessuno) ne permette la realizzazione. L’uno e l’altra non son “nostri” ma ci corrispondono alla perfezione. Non serve arrivar alla fine della vita per sentir che nulla ci appartiene per davvero. |
31-07-2014, 09.12.47 | #54 |
Ospite abituale
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
@jeangene
Io invece credo che si possa scegliere. Il lavoro che faccio ho scelto io di farlo e nessuno mi obbliga a continuare a farlo, posso scegliere di cambiare e fare altro. Certo per come vanno le cose c'è la possibilità di essere fatalisti. Posso dire che faccio questo lavoro perché le circostanze della vita mia hanno indotto a farlo, e che le circostanze mi inducono a continuare a farlo, e che se decidessi di cambiare non ci sarebbero le circostanze per trovare un altro lavoro migliore. Non siamo noi a determinare completamente le circostanze, ma nemmeno le circostanze determinano totalmente noi. Bisogna vedere dove finisce una cosa e dove comincia l'altra. Io penso che in questo solco ci sia spazio abbastanza per far lavorare la nostra volontà, esaminando, fra I desideri, quelli che sono vani e quelli che meritano invece di guidare il nostro volere. @Garbino Purtroppo c'è il rischio di fraintendere che, un individuo razionale, sia un individuo che abbia soppresso in lui ogni aspetto irrazionale. E' fin troppo evidente che non è così. L'uomo è un animale in primis. Aristotele definì l'uomo come animale razionale. E' una definizione che a molti non piace, in particolare agli esistenzialisti, che sostengono la ragione non basti a classificare l'uomo. Per me è solo un'illusione di uscire dal dominio della ragione con la ragione. Se all'uomo fosse tolta la ragione cosa rimarrebbe, non un animale? Ma dire che un uomo è razionale non significa dire, ripeto, che tale uomo abbia pacificato la propria irrazionalità. Gli stessi antichi che sostenevano l'ideale del saggio, ammettevano esplicitamente che la saggezza è uno stato utopico, pressoché irraggiungibile. E' come trovare un numero che moltiplicato per tre dia dieci senza decimali. E' impossibile ottenere tale risultato. Potrai ottenere 9,999 o 9,99999999. In ogni caso il meglio che puoi fare è aumentare l'approssimazione. Dio, la saggezza, la ragione, per come la vedo io sono degli ideali irraggiungibili, ma approssimarsi ad essi ha un senso. |
31-07-2014, 11.31.38 | #55 | |
Moderatore
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
Citazione:
Certo, puoi scegliere fra le cose che desideri e che non desideri, ma non puoi scegliere le cose da desiderare e da non desiderare. Ci sono due auto di fronte a me, una rossa e una gialla. Voglio quella rossa, scelgo quella rossa, ma non ho scelto io di volere quella rossa... |
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31-07-2014, 11.45.11 | #56 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
Citazione:
Questo stato delle cose non lo possiamo cambiare, possiamo chiamarlo destino. La nostra volontà ha un potere limitato, spesso nullo su queste cose. Ma c'è un campo nel quale la nostra volontà ha pieno potere: l'uso delle rappresentazioni. Possiamo usare le nostre rappresentazioni come vogliamo: possiamo essere liberi. Usando le nostre rappresentazioni possiamo dare un senso alle cose, e il senso che le cose hanno per noi conta più delle cose stesse. Così credo. |
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31-07-2014, 11.50.16 | #57 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
** scritto da CVC:
Citazione:
Ma se non hai potuto decidere la tua nascita (casuale quindi), e scegliere dove, come e quando nascere, ogni tua scelta, per conseguenza, ha solo meriti fortuiti (a meno che non mi spieghi, oggettivamente, con certezza assoluta, in che momento il Caso si è trasformato in Scopo, in Volere), quindi il tuo lavoro lo fai accidentalmente e non perché vuoi, hai avuto fortuna. Inoltre, la tua volontà di potenza: "posso scegliere di cambiare e fare altro"(e questo vale anche per il desiderare o il volere), è effimera, perché se vuoi far sorridere Dio, fai dei progetti, o raccontagli i tuoi piani. Pace&Bene |
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31-07-2014, 13.03.43 | #58 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
Citazione:
Il problema diviene particolarmente evidente (e talora anche drammatico) quando si crea un conflitto fra desideri e aspirazioni inconciliabili fra i quali si é quasi letteralmente "combattuti" o quando si é perda di un "vizio" (consideriamo banalmente quello del fumo: si desidera il piacere che può offrire ma si vorrebbe non desiderarlo per non rovinarsi la salute). Oppure consideriamo meno banalmente chi sia monogamo e provi il desiderio di una donna diversa dalla propria che gli é (o almeno é convinto gli sia) fedele: desiderio che non vorrebbe avere, ma che ciononostante ha. |
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31-07-2014, 14.19.01 | #59 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
Citazione:
E' ugualmente sbagliato dire che tutto dipende da noi e che niente dipende da noi. Ciò che non dipende da noi, che dipenda da un dio o dal caso, non possiamo che accettarlo. Resta la questione se c'è qualcosa che dipende da noi. Come ho detto nel post precedente noi possiamo usare liberamente le nostre rappresentazioni. Non c'è nulla che mi vieta di dare a ciò che dico, a ciò che sento, alla vita che vivo il senso che voglio. Questo tormentone della volontà di potenza mi sembra simile al discorso della simulazione, come se vivessimo in una mondo architettato da una volontà misteriosa, un demone ingannatore che ci illude di essere liberi mentre siamo schiavi proprio della stessa idea che ci illude di essere liberi. Che la realtà sia un tale non senso io mi rifiuto di crederlo. Io mi reputo libero, nel senso che ho prima detto. La mia libertà non la ascrivo alla volontà di potenza, è libertà punto e basta |
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31-07-2014, 14.22.30 | #60 | |||
Moderatore
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?
Citazione:
Certamente, questi tuoi esempi calzano a pennello. Ne aggiungerei un altro: Vorrei fare qualcosa ma non ne ho voglia: vorrei imparare a nuotare ma non trovo la determinazione (voglia necessaria) per farlo. Citazione:
Sì, si potrebbe chiamare destino. Io sono quello che sono, mi piace quello che mi piace, voglio quello che voglio, desidero quello che desidero, non posso determinarmi a piacimento. Citazione:
Possiamo usare le nostre rappresentazioni come vogliamo, certo, ma perchè usiamo questa invece dell' altra? Perchè preferiamo questa all' altra? Perchè preferiamo la macchina rossa alla gialla? Abbiamo semplicemente spostato il discorso su un altro piano... |
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