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17-05-2013, 13.56.40 | #72 | |
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Riferimento: Odifreddi fra "pseudoquestioni metafisiche" e domande sensate senza risposta
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Questo è il motivo per cui la risposta alla domanda metafisica (perché ci sono io, perché io sono proprio io, perché c'è un mondo, cosa significa e che senso ha questo io in questo mondo e via domandando, le domande di quando l'uomo era bambino, come nel Cielo sopra Berlino di Wenders) non si esaurisce a mio avviso nella risposta che appare in un determinato contesto di senso (dunque opportuna a quel contesto), ma è lo stesso continuare a domandarsi in ogni contesto di senso da quello mitologico, a quello filosofico, a quello scientifico negli infiniti modi diversi in cui in ogni specifico mito, filosofia o teoria scientifica rimanda ad altri miti, filosofie e teorie scientifiche. Nel modo in cui l'atomo di Democrito che certo non è l'atomo di Bohr ad esso allude come principio concettule per trovare soluzione a un problema non certo metafisico, ma di chimica stechiometrica; nello stesso modo in cui la concezione metafisica dell'invarianza delle leggi fisiche porta Eistein a formulare le teorie della relatività che funzionano per rendere comprensibili (regolari, secondo regola) i moti dei corpi celesti, ma anche ad opporsi fermamente alla meccanica quantistica. E ancora Einstein che ripudia la sua costante cosmologica perché si accorge di averla concepita solo come una soluzione ad hoc per dare senso fisico a una sua idea metafisica, ma poi la stessa costante viene ripresa dai cosmologi al di là della sua originaria causa metafisica. Il "non poter concludere nulla", che mi pare che Albert consideri il fallimento di tutte le metafisiche, è invece a mio avviso la loro irrinunciabile ragion d'essere, per quanto questa penombra ci lasci sempre con il fiato sospeso, meravigliati e terrorizzati per quanto potrà sopraggiungere, quali altre narrazioni dovremo concepire per darcene ragione. E ovviamente nessuna verifica sarà mai in tal senso possibile, non si possono verificare le domande la cui risposta sta nello stesso insopprimibile domandarsi. Solo le risposte conclusive si possono verificare, ma qui nessuna risposta è conclusiva, di conclusivo vi è solo l'inevitabilità della domanda stessa. Potremmo ancora chiederci se mai l'Essere (che è la quintessenza della metafisica) si presenterà ai nostri occhi per quello che è nella sua infinita concreta interezza. Severino afferma logicamente che l'Essere, in quanto è, non può fenomenologicamente e concretamente non apparire per intero nella Gloria e poi nella Gioia della Gloria. E' vero che questo è necessario, ma questa luce sconfinata in cui ogni domanda annega per essere per sempre risolta e ogni mistero è svelato in modo perfettamente disambiguo è anche, a mio avviso, un non poter vedere più nulla e la luce eterna della definitiva chiarezza viene paradossalmente a coincidere con il buio totale ed ugualmente eterno. Forse questo è il significato del morire: il necessario concreto apparire del Tutto ove tutto, pur essendo da sempre e per sempre, scompare apparendo per come realmente è, in una luce che non ammette più ombra alcuna e pertanto è anche totale oscurità. |
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19-05-2013, 10.07.11 | #73 | |
Moderatore
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Riferimento: Odifreddi fra "pseudoquestioni metafisiche" e domande sensate senza risposta
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In questo caso intendevo "adorare" come "piacere molto" perché secondo me si trattava di un guidizio estetico |
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19-05-2013, 19.25.25 | #74 | |||||
Ospite abituale
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Riferimento: Odifreddi fra "pseudoquestioni metafisiche" e domande sensate senza risposta
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Ma chi lo dice?....vedi di dimostrarlo...altrimenti resta solo une tua opinione.: Sembre infatti che su Dio si possa dire di tutto senza dimostrare niente!....è solo importante è che sia bello e impressionante...emozionante! "Citazione: Citazione:
Comunque sarà un messaggio che non ho ben centrato, ma nella esternazione attribuita a Tolstoj non c’è niente che abbia un minimo di concreteza o di indizio di un vero generale sentire... sia esso entro il comune senso religioso o fuori di esso. Forse il discorso impressiona nel suo insieme per i lodevoli intenti, ma basta una rilettura frase per frase per accorgersi che niente c’è che non sia campato in aria: pare la frase di una signorina dell’ottocento in esaltazione del suo sospirato amore! Non vorrei essere blasfemo, ma il fatto è che con tutto questo amore di Dio e per Dio…qui manca poco che finiamo tutti in …a carte quarantotto...volevo dire! Con tutta l’unione d’amore decantata fra le nostre vite e la altre vite…bisognerebbe oramai aver capito che se non ci diamo da fare noi con scienza e conoscenza…(e questo sì auspicare!) niente si conclude e che siamo o meno, noi umani, manifestazione di Dio nel tempo e nello spazio (che poi nessuno lo dimostra) non è che fa fatto…per lo meno non è vero che giorno per giorno lo constatiamo…direi anzi il contrario! Se poi qualcuno ne ha l’impressione niente di male, ma è solo una sua impressione, non pretenda di porlo come verità conclamata. Fino a che questi saranno i rimedi auspicati ...andiamo bene!...è un pò come l'antico incitamento romanesco..."volemose bene!"...e tutto è a posto! |
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20-05-2013, 20.59.29 | #75 | ||||||
Ospite abituale
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Riferimento: Odifreddi fra "pseudoquestioni metafisiche" e domande sensate senza risposta
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Citazione:
Mi sa invece che qui a volte qualcuno confonde la filosofia o la scienza con certa passione o sua esaltazione personale! [quote] Citazione:
Citazione:
Nota che non ho contrapposto il buono al malvagio, ma solo il cinico al credulo: speravo si capisse la prudenza. Io non credo di essere così malnato da incitare alla sopraffazione reciproca e al non amore, all’indifferenza reciproca o all’odio…anzi, auspico che l’amore più alto pervada il mondo dei miseri ed apra il cuore ai potenti. Però ho anche letto la storia e solo in casi rarissimi è prevalso come una sorta di compromesso d’amore…e solo in tempi recenti: magari due o tre casi eclatanti…magari con amore, ma certo anche con sudore e sangue! Ai suoi tempi, forse tempi immaturi, neppure Gesù la ebbe vinta e dopo due mila anni ancora l’incertezza prevale…anzi peggio…se non la violenza, il sospetto continuo ci annichila. Ma che deve fare un governo è la grande domanda che tutti oggi si pongono: non deve rubare è la semplice risposta! E così sia!...ma sarà sufficiente?...non credo! Ma è mancanza d’amore tu dici!....ecco appunto! Ne consegue che è ancora il “cinico” (per non dire di peggio) che conduce l’evoluzione biologica e culturale del vivente! Il “credulo”...ed è quello che sta accadendo anche ai nostri giorni…in tutta la sua sognante innocenza... per ora non ci porta che guai…e temo il peggio! Citazione:
Infatti non possiamo (non sarebbe di buon senso) trasferire ogni nostra ignoranza ad una irrazionale credenza! Citazione:
Forse l’amore che salva il mondo o il senso del mistero? La mia sperimentazione è solo che l’amore sempre presente fra noi…(nei nostri ristretti circoli) non salva il mondo…magari lo salvasse! ma credo occorra anche un pò più di scienza e di conoscenza…una piu' profonda cultura sui fatti del mondo ...in surplus all'amore! Puntare tutto sull'amore è un pò da incoscienti...proprio di una umanità adolescente. S’inneggi pure alla coscienza, ma la intendiamo solo come impressione personale e come tale non è di per sé sufficiente…soprattutto nel senso che per lo più s’intende: la coscienza di cui parliamo è sempre soggettiva ed ognuno la rivoltola a proprio piacere e soddisfazione: forse che a qualcuno fra chi sovrintende alle cose grandi può rimordere la coscienza?...con la personale coscienza ci agiustiamo sempre! Dovremmo giungere ad una coscienza collettiva, ma al momento la nostra cultura codina non lo permette: sempre ad inseguire i nostri personali vizi o le nostre personali virtù...se ce ne fossero. Quanto al “mistero”…non ha significato…è solo parola sopravissuta ad una antica cultura teologica: in realtà ci sono solo cose che sappiamo e altre cose che non sappiamo, ma che sempre più sapremo. Comunque in quest’ultima tua frase, per quanto letterariamente brillante, c’è effettivamente qualcosa di intraducibile che alla fine snatura il mistero trasformandolo in coscienza. Entrambe le parole, mistero e coscienza, a me sembrano solo “significanti senza significato”…come s’usava dire un tempo. Ultima modifica di ulysse : 21-05-2013 alle ore 18.11.19. |
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20-05-2013, 22.14.37 | #76 | |
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Riferimento: Odifreddi fra "pseudoquestioni metafisiche" e domande sensate senza risposta
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Deve allora tapparsi la bocca perché la verità di quell'amore riguarda soggettivamente solo lei, il suo personale cuore palpitante? Forse alcuni sosterrebbero di sì, ma così facendo scomparirebbe una buona parte dell'arte e della poesia che da sempre parla dell'amore e se è vera arte ne parla in termini veri affidandosi non a una comune razionalità, ma a un profondo comune sentire forse ancora più universale di numeri e misure anche se non precisamente definibile o quantificabile. La soggettività individuale può allora essere trascesa a mezzo di pre assunzioni scientifiche verificabili con misure, ma può anche essere trascesa a mezzo di un modo di sentire che in termini generali riguarda ogni individuo senziente e in cui l'oggetto di questo sentire (Dio, il mondo, l'essere che amo) dà il contenuto specifico concreto unico e vero a quell'amare, lo rappresenta nel suo vero esserci, sempre diverso per ciascuno. Questa diversità di oggetti amati non toglie nulla alla verità universale dell'amare che non ha bisogno di calcoli o di dosaggi clinici per essere dimostrata, sarebbe ridicolo, ma concretizza questa verità dandone rappresentazione compiuta e perfettamente sufficiente. E' un wishfulthinking pensare che siamo capaci di amare e che qualcuno ci ama, essere umano o no che sia? Forse, ma ancora di più è una necessità inderogabile di sopravvivenza e visto che viviamo, è assai probabile che qualcuno ci abbia davvero amati, anche se non possiamo numericamente dimostrarlo. |
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21-05-2013, 15.08.12 | #77 | |||||
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Fatto salvo questo ognuno parla liberamnte dei propri casi: a tutti o quasi piace il gelato al pistascchio, possiamo esternarne i pregi gustativi, ma come sistema filosofico sarebbe ben misero: non credo che Epicuro alludesse a questo semplicemente nella esplicazione della sua filosofia. Citazione:
Infatti appunto: il Vate è Vate quando interpreta in sonanti parole il comune sentire di un popolo o parte di esso...ma è solo una interpretazione, forse anche populista e demagogica nel peggiore dei casi,...infatti l'interpretazione del vate può passare al popolo credulo che beve dalla sua bocca proprio perchè non si richiedono nè teorie logiche, nè dimostrazioni, nè matematizzazioni, ma non si può dire sia filosofia nè tanto meno scienza! Ed io, leggendo questi post, mi aspetto invece qualcosa che abbia una qualche parvenza almeno di verità o realtà universale, non personali sentinementalismi o impressioni sia pure profondamente percepite. Citazione:
Certo ognuno ne avrebbe il diritto...se fosse capace di elaborare un proprio personale congruente sistema! Credo, comunque, sia oramai superfluo notare che un qualunque ponzamento o intuizione diventa trovato/teoria scientifica solo quando sia sostenuto e corroborato da estesi dati sperimentali organizzati, logicismi e matematizzazioni, ecc...finchè tanto non si realizza è solo fantasia...magari profondamente sentita, ma essenzialmente fantasia...pregiudizio...streg oneria, suprstizione, ecc...anche se profondamente sentita e diffusa nell'ambito di una comunità. L'enunciato filosofico ha forse qualche grado di libertà in più..rispetto a quello scientifico... per essere definito filosofico una qualche definizione di base vi deve pur essere...sarei deluso se si trattasse solo di discorsi da bar..o di conversare in chat...ma nemmeno su twitter credo si faccia filosofia! Citazione:
Citazione:
Non è "whisfulthinking" pensare che fra umani, in specie fra generi diversi, possa nascere l'amore...il chè continuamente accade! E' wishfulthinking pensare che questo amore possa sopperire a tutto...a tutte le problemariche del mondo...politiche, sociali, economiche, ecc... e che non sia necessario prepararsi, acculturarsi, fare esperienze...diventare edotti e dotti...capaci di decidere anche quando sembra non esistano termini dirimenti, ecc... Quindi "W l'amore" ...ma l'amore non basta!...a forza di esaltare l'amore dimentichiamo il resto! Soprattutto non basta quando pensiamo che sia l'amore d'una entità trascendente che ci salva ed in essa fidiamo...esclusivamnte... e che tutto egli abbia predisposto per noi e che diriga le nostre vite verso il bene, ecc...questo si che è whisfulthinking...e purtroppo anche molto diffuso! Mah!...visto ache così è per molti ...speriamo che almeno a qualcosa serva!...ma certo gli umani potrebbero fare di meglio! Ultima modifica di ulysse : 21-05-2013 alle ore 18.38.26. |
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22-05-2013, 20.04.16 | #78 | ||||||||
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Riferimento: Odifreddi fra "pseudoquestioni metafisiche" e domande sensate senza risposta
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D'altra parte l'amore è ben degno di analisi filosofica, tant'è vero che Platone costruisce uno dei suoi dialoghi più interessanti e fondamentali proprio su di esso. Nel Simposio Diotima, una sacerdotessa usa a pratiche amorose (ai tempi la prostituzione sacra era un mezzo per conoscere gli dei) ci dice che Amore è un demone né bello né buono, figlio della Miseria e dell'Espediente... Non è forse una profonda verità questa anche se scientificamente non verificabile? In che senso lo è? Un senso certo diverso da quello scientifico, ma anche la scienza investiga sull'amore, anche se ridurlo a un fenomeno che riguarda alcuni neurotrasmettitori chissà perché mi sembra meno vero della definizione di Diotima. Tra l'altro in nessuna di queste rappresentazioni dell'amore così diverse, prese a confronto, ci sento alcun wishfulthinking. Quanto al gusto per i gelati al pistacchio non escluderei che se ne potrebbe trarre delle interessanti considerazioni filosofiche e pure scientifiche, non credo ci siano tematiche fenomenologiche su cui sia a priori inopportuno riflettere e sperimentarci su, semmai il problema è come ci si riflette e a quale livello di conclusioni si arriva. Citazione:
La differenza tra l'approccio religioso e quello artistico è che mentre il primo rappresenta la realtà con rappresentazioni che per volontà di fede vanno intese come vere oltre ogni dubbio, il secondo la rappresenta con raffigurazione dichiaratamente false, ma che rimandano al vero universale senza poterlo definire, solo facendolo sentire nella sua indefinibilità razionale (nel momento in cui razionalizzi l'opera artistica la distruggi, ne perdi il senso vero). Si può fare anche scienza in modo religioso o artistico, dipende dalle propensioni personali. Si può fare anche scienza in un modo puramente tecnico, ma questo modo che taglia fuori il senso, rende la scienza una cosa insensata e la tecnica una pura assurda meccanizzazione che, esaurendosi in se stessa, taglia fuori l'essere umano, l'essere vivente, il mondo intero rendendoli perfettamente insignificanti. Citazione:
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Bè, come dice Diotima, l'amore è solo un demone, a metà strada tra gli uomini e gli dei, un poveraccio a cui piacciono gli espedienti, ma già saper amare (ammesso che si possa mai imparare) sarebbe un gran passo avanti per l'umanità, più che mettere il primo piede sulla Luna e anche su Marte, Non credi? |
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24-05-2013, 07.28.50 | #79 | ||||||||||
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Riferimento: Odifreddi fra "pseudoquestioni metafisiche" e domande sensate senza risposta
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Hai ragione, è vero. Infatti il compromesso di amore non è, per ciò che intendo, amore. Amare è l’arte di perseguire una avveduta lungimirante intelligente trasparenza del conoscere. E come per ogni arte è ricercata da desidera percorrerla. Spesso vorremmo semplicemente sentirci bene (in noi stessi e con gli altri) e ci si limita ad escludere ciò che pensiamo possa opporsi a questo benessere, senza ulteriori indagini ci si serve del proprio modello mentale spesso senza conoscerlo né comprenderlo.. E’ un benessere di pronto uso che ripropone nascoste le medesime radici mentali che evitano (illusoriamente) il disagio senza conoscerlo. La via della pace non è sempre piana ma non è impossibile.. continuerà ad esserlo sino a quando ci si accontenterà di ciò che appare essere.. e non è. Non è la via dei santi ma dell’intelligenza autentica che mira oltre la propria soglia. Citazione:
Sino a quando non ci sarà analisi interiore profonda, percettiva ed intellettuale, non ci sarà percorso per giungere ad essere meno disillusi o nei peggiori dei casi meno cinici.. Citazione:
E’ percorrere un cammino interiore di trasparenza, di conoscenza e auto coscienza.. decisamente differente dall’apparente 'volemosi bene'.. Citazione:
La verità e la realtà sono sempre relative a qualcosa di strettamente definito pertanto a mio avviso non possono essere universali ma al massimo relative ad un determinato pensiero o porsi umano. Di reale e di vero ci sono i parametri attraverso i quali definiamo, analizziamo, constatiamo e valutiamo ciò che arbitrariamente chiamiamo reale e verace. Odifreddi citato all’inizio della discussione dice qualcosa di scontato eppure di incredibilmente fondamentale ponendo l’accento sull’importanza della chiarezza nella formulazione della domanda se vogliamo sperare di ottenere una qualche possibile risposta. Citazione:
Citazione:
Se la prima parte della sua affermazione è assolutamente condivisibile, spesso le domande di ordine metafisico sono realmente mal poste, la seconda parte del suo pensiero non lo è, per me perlomeno. Le questioni metafisiche non sono sempre “pseudo questioni” molto spesso rischiano di diventarlo quando restano insabbiate in domande mal formulate prive di profonda analisi autocritica verso un linguaggio che tenga realmente conto del nostro modo di comunicare il mondo delle percezioni, mondo tramite il quale incontriamo ciò che chiamiamo reale. Nulla è reale se non in relazione a parametri preposti. Se allora vogliamo asserire una qualche incontrovertibile realtà questa saranno i parametri preposti all’indagine. L’incontrovertibile realtà della ricerca scientifica sono i suoi parametri. L’incontrovertibile realtà di qualunque ricerca sono i parametri usati di riferimento. Prima ancora di quello dello spazio tempo è il linguaggio. Il linguaggio è prima di tutto estrinsecazione simbolica del percepire. Il simbolo sta a monte del linguaggio scientifico. Sempre il simbolo sta a monte del linguaggio metafisico. Il simbolo compone il linguaggio del mondo delle percezioni. Il mondo esterno alla mente ed interno alla mente è il mondo delle percezioni. Il suo linguaggio si estrinseca attraverso simboli. Il simbolo è l’astrazione dell’incontro (fra il dentro e il fuori dalla mente). Il simbolo è l’alfabeto della facoltà del pensare e di seguito del comunicare. La realtà non è che un sistema di simboli, parametri preposti all’indagine. Resta da porsi la questione di cosa sia in sé il simbolo, cosa la facoltà del pensare, ovvero quale l’identità della mente preposta al pensare. Di questo si domanda la filosofia metafisica ed ancor più quella realizzativa. La ricerca scientifica non si domanda sull’identità del simbolo seme. Usa semplicemente il linguaggio dei simboli, come d’altronde fa chi usa la facoltà del pensare. Che cos’è il pensare? Cosa, il percepire? E non sarebbe esaustivo affermare che il percepire ed il pensare siano risultanza di impulsi biochimici, poiché biochimico è risposta al concatenamento e non all’identità di ciò che rende possibile il concatenamento. Potremo chiamare questo concatenamento “legge naturale”. I taoisti lo chiamano tao. I cristiani, Geova. Altri lo chiamano mistero. Cosa rende possibile il possibile? E’ una domanda insensata? Alla fine ci resta un “cosa..?” Non sono domande assurde. E’ il desiderio di cogliere il volto, l’identità profonda di ciò che sentiamo in noi ed attorno a noi, di comprendere chi siamo per davvero, al di là di nomi-simbolo, delle associazioni. Possiamo chiamare ogni cosa finita, ogni cosa che pensiamo, ogni cosa di cui facciamo esperienza al costo di rinunciare all’autenticità, all’interezza.. sennò dobbiamo restare in silenzio. C’è il silenzio di chi non ha niente da dire. C’è il silenzio di chi sospetta un differente linguaggio. Non c’è alcuna rivalità fra la ricerca scientifica intorno al funzionamento degli aspetti del reale e la ricerca di un significato filosofico dell’esperienza dell’essere in rapporto al funzionamento degli aspetti del reale entrambe bramano la comprensione, entrambe si servono di ogni strumento che ritengono utile all’indagine, entrambe rendono conto al linguaggio dei sensi percettivi dai quali ricercano l’indipendenza attraverso il linguaggio dei simboli ed entrambi non possono prescindere da quest’ultimo. Citazione:
Trovo molto bella questa immagine.. Ma il continuo “e pertanto è anche totale oscurità” mi pare di troppo si ricade nell’abuso di un linguaggio di opposizioni che dovrebbe restare metafora priva di possibili ulteriori implicazioni speculari. (a mio avviso) Citazione:
Credo di comprendere.. seppure francamente sento come una sorta di denuncia di mancanza.. Le immagini recano in sé il carattere di questa nostra dimensione di esperienza dove il contrasto è struttura medesima del linguaggio. Citazione:
Possiamo però pure constatare di non sapere assolutamente che caspita sia questo “percepire”.. E quando questa constatazione è un sentimento che sperimenti penso che inizi a balbettare parole come ‘mistero’ & compagnia.. Mi spiace di riuscirti oscura.. forse ci si comprende nel complesso degli scritti.. |
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28-05-2013, 20.31.14 | #80 |
Ospite abituale
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Riferimento: Odifreddi fra "pseudoquestioni metafisiche" e domande sensate senza risposta
Beh.. diciamo che possiamo constatare ciò che percepiamo..
Possiamo però pure constatare di non sapere assolutamente che caspita sia questo “percepire”.. E quando questa constatazione è un sentimento che sperimenti penso che inizi a balbettare parole come ‘mistero’ & compagnia.. Mi spiace di riuscirti oscura.. forse ci si comprende nel complesso degli scritti.. (Gyta) Questo percepire per me é semplicemente ciò che é e che abbiamo immediatamente nella nostra cosicenza, il dato immediato di esperienza, senza bisogno di balbettare niente a proposito di "mistero e compagnia". L' oscurtà permane, ma non facciamone un dramma: il mondo é bello perché é vario, comprendendo (fra gli altri) razionalisti e irrazionalsiti. (Sgiombo) |