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12-05-2013, 13.42.55 | #52 | ||||||
Ospite abituale
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Riferimento: Odifreddi fra "pseudoquestioni metafisiche" e domande sensate senza risposta
Citazione:
Comunque io tratto di scienza…e la tua affermazione mi pare alquanto astrusa! Da quanto ho capito la metafisica è solo un modo di pensare...oltretutto con riferimenti errati: sotto l’etichetta di metafisica ci metti tutto e il contrario di tutto! A me pare, infatti, che se la metafisica parla di essenze, assoluti, perfezioni, verità in sé, ecc….e se la scienza fisica nega l’assoluto affermando che tutto è relativo ed in evoluzione..allora c’è qualcosa che non funziona: le due cose non sono la stessa cosa! Che poi, ripeto, che il fare scienza sia anche metafisica è solo particolare opinione… e non mi interessa più di tanto…è solo questione di attribuzione di un nome! Io comunque tratto di scienza...e mi riferisco alle risultanze che la scienza offre! La scienza approda a risultati concreti con riferimento ad entità concrete sulla base di logica, metodo, sperimentazione, strumentazione, ecc… La metafisica che fa? …elucubra su entità e riferimenti per lo più fantasiosi ed inesistenti…per scopi indefiniti. Pretendere che nel fare scienza si faccia anche metafisica è assurdo. Ma, come dicevo, è solo questione di attribuire un nome: io la chiamo scienza, tu chiamala pure metafisica se vuoi. Comunque anche ciò che chiami metafisica, se adotta le premesse e le metodologie dalla scienza diventa scienza Citazione:
Pitagora, in effetti, fu certamente geniale per i suoi tempi…ebbe però il torto di fare del suo sapere e dei suoi accoliti come una sorta di setta segreta chiusa in una sorta di esoterismo, come se il numero fosse una entità perfetta e razionale da adorare.…ma, in definitiva sapevano appena contare e moltiplicare. Quando si scoprì l'esistenza dei numeri irrazionali, i pitagorici andarono fuori di testa e si dispersero! Citazione:
E’ come dire che i graffiti delle caverne di 40.000 anni fa, hanno dato un grande contributo all’arte pittorica del “900! Comunque la metafisica, assieme con la teologia, pare abbia ostacolato l’avvento della conoscenza dell’universo per 1500 anni dai filosofi greci fino a Copernico, Keplero e, soprattutto, Galileo. Ancora nel 1600 gli aristotelici raccontavano le loro panzane, con la meccanica di Aristotele, nelle università d’Europa e furono all’origine del processo a Galileo. Quanto a Keplero è dubbio che l’Armonia delle Sfere abbia costituito un riferimento per le sue leggi. E’ da pensare che Keplero sia giunto alle orbite ellittiche proprio quando decise di mandare alle ortiche “l’Armonia delle Sfere”. Infatti non esistono sfere, né armonie di sfere: era solo la cosmologia tarlocca di Aristotele, e poi di Tolomeo, che le supponeva. Quanto a Newton sviluppò l’idea della Gravitazione Universale, partendo dagli studi (meccanica del moto) di Galileo. Le leggi di Keplero, puramente geometriche, con la dinamica della gravitazione non ci hanno a che fare.. Citazione:
….Comunque era sbagliato...la fisica nucleare non era ancora nota e, comunque, l’atomo “inscindibile” con le particelle elementari “inscindibili” non esistono: basta informarsi sull’attività del LHC al CERN di Ginevra ove è sempre in corso la ricerca dell’apparizione/sparizione del bosone di Higgs ed altre innumeri particelle in bilico fra materia ed energia: niente di metafisico! Quanto alla chimica ebbe inizio oggettivo col modello dell’atomo di Bohr…e relative orbite di elettroni e valenze. Ma mi pare che anche l’atomo di Bohr sia attualmente superato dalla quantistica…comunque niente di metafisico…è sempre scienza fisica. Citazione:
Ancora una volta, devo dire, infatti, che il senso primo delle cose non ha senso! Comunque fin dove si possa arrivare nell’indagare l’universo ed i suoi fenomeni è compito e capacità della fisica, della cosmologia ecc…delle loro metodologie e strumentazioni…e tanto più oggi, con l’avvento della quantistica per cui l’indagine può coinvolgere sia il macro che il micro universo nella sua estensione fino alle origini delle materia… Comunque, osservando che, a parte questioni etiche, niente esiste che non si possa dire...di quanto viene alla mente possimo dire tutto!…, lascio il seguito ad Albert…che se la caverà ottimamente… come sempre! |
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13-05-2013, 00.21.39 | #53 | |||||||||||||
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Riferimento: Odifreddi fra "pseudoquestioni metafisiche" e domande sensate senza risposta
Citazione:
No, non ogni pensamento è metafisico, è metafisico ogni pensamento sul tutto, che tenti di dire qualcosa di certo sul tutto, fosse anche che nulla di certo si può dire sul tutto. perché nel momento in cui si dice che nulla è certo, è proprio del tutto che si vuol dire qualcosa con certezza. Citazione:
Ma nel momento in cui la scienza costruisce una teoria cosmologica non si sta forse occupando del tutto? Non sta forse tentando di dire qualcosa di certo sulla sua origine? E nel momento in cui sceglie un metodo per descrivere tutta la natura non sta forse ancora assumendo un principio metafisico a priori su come vada certamente studiata la natura? Non ad esempio semplicemente osservandola per come si dà (ossia autenticamente si dà nella sua fenomenologia immediata), ma selezionando in base a una pertinenza pre assunta ed escludendo ciò che non ubbidisce a determinati criteri di riproducibilità e quantificabilità? Nel momento in cui sceglie rapporti numerici per esprimere le sue leggi non sta ancora una volta facendo un'assunzione metafisica che riduce tutto a rapporti numerici? Non tutti i modi di pensare sono metafisici, se penso "ho fame e ora mangio" oppure "il quarzo è un silicato" o "il cavallo è un mammifero" o "questo sasso colpirà quel bersaglio" non sto facendo metafisica, ma se cerco di stabilire come funzionano tutte le cose in base a leggi e principi universalmente validi, se sostengo che c'è un metodo universale ben formulabile per stabilire con certezza ogni cosa, faccio eccome metafisica, anche se la chiamo scienza. Citazione:
Citazione:
Citazione:
Non perché il sapere si è fermato a 2000 e passa anni fa, ma perché allora furono gettate le basi di quel sapere che abbiamo oggi, perché quelle sono le fondamenta da cui un modo di leggere il mondo si è sviluppato. Direi poi che forse qualcosina di più Pitagora in matematica sapeva fare, ma anche se avesse solo saputo contare e moltiplicare non pensi che questo sia già geniale? Tutta la matematica si basa sull'aritmetica elementare, non sottovalutiamo chi ne ha intuito le fondamenta e il metodo. E se i numeri irrazionali mandano fuori di testa i pitagorici, perché contrari ai loro presupposti metafisici, la meccanica quantistica ha rischiato di mandare fuori di testa chi credeva nel perfetto determinismo della fisica newtoniana proprio perché contraria ai suoi presupposti metafisico deterministici. Non facciamo le cose troppo facili in virtù della nostra visione a posteriori. Non so poi se i graffiti preistorici abbiano dato un grande contributo all'arte moderna e comunque non lo escluderei, ma sicuramente se non ci fosse stato un Aristotele a formalizzare il pensiero logico e anche l'osservazione empirica alla luce della logica mi sembra assai difficile che la fisica come la intendiamo in Occidente sarebbe mai nata. Aristotele fu in grado di descrivere egregiamente il moto dei corpi per contatto diretto. Non riuscì a spiegare invece il moto inerziale in quanto il filosofo escludeva l'azione a distanza, ma in fondo sia l'ipotesi dell'etere cosmico (in voga fino agli inizi del 900), sia il ruolo dei campi di forza nella fisica moderna continuano sulla direzione da lui tracciata. Citazione:
Cosa c'è di più ovvio e rispondente alla quotidiana osservazione del fatto che il sole giri intorno alla terra? Credi che senza ipotesi metafisiche di supporto contrarie all'osservazione empirica per come si presenta sia così facile e banale sostenere il contrario? Sicuramente poi la scienza anche in epoca moderna è frenata dalle concezioni precedentemente approvate. Si costruiscono modi di pensare e di vedere, nonché gerarchie accademiche che sono ben difficili da contrastare anche oggi. Citazione:
Citazione:
A me risulta che Keplero fu per tutta la vita ossessionato dall'armonia delle sfere, proprio come Einstein in merito al non probabilismo delle leggi della fisica per ragioni ancora metafisiche e per ragioni metafisiche (la costanza delle leggi fisiche indipendentemente dall'osservatore) elaborò le teorie della relatività. Citazione:
Newton pare fosse assai più interessato alle sue teorie alchemico metafisiche che non alla legge di gravitazione universale che considerò solo in relazione alla fama accademica che gli andò procurando. In ogni caso la legge di gravitazione universale si ricava per via matematica proprio dalle leggi di Keplero che già la implicano in toto. Citazione:
Citazione:
Citazione:
Dunque Lavoisier, Avogadro e via dicendo anche se non fossero esistiti non sarebbe cambiato niente per la chimica, basta Bohr che si sveglia un bel mattino e di punto in bianco si mette a disegnare il suo atomo. Citazione:
Aggiungo, in relazione al tuo precedente intervento in cui parli dell'ipotesi di Dio come wishfulthinking che anche la fede nel progresso scientifico è un wishfulthinking, direi più in generale la fede in ogni progresso e in ogni evoluzione finalisticamente pensata verso il meglio, indipendentemente se attuata dalla cieca selezione naturale in materia biologica o da quella umana in materia di pensiero e di conoscenza. In realtà le radici del wishfulthinking sono ancora metafisici, attraverso qualsiasi disciplina (teologica o scientifica) lo si attui. Comunque un Dio a cui si crede perché conviene e un Dio di cui sostanzialmente si ha molta ragione di dubitare, per cui occorre un pretesto per crederci e la convenienza è proprio questo pretesto. |
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13-05-2013, 20.40.29 | #54 | |||||||||||
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Su una cosa però discordo: la scienza parla di certezza nel particolare o sul Tutto solo per il contingente...che può venir meno domani o fra cento o mille anni...ma per il futuro nulla è certo: per il futuro vale il "try and error"! Comunque la scienza, prima di fare affermazioni certe per il contingente, si tratti del particolare o di un "ipotetico tutto", rileva dati, ci ragiona, ci calcola e sperimenta. Tu sembri dire che basta parlarne ed è metafisica: che cosa offre questa tua ipotetica metafisica che sia dimostrato?...direi niente! La tua cosiddetta metafisica, infatti, per affermare qualcosa di certo , deve avvalersi della scienza...salvo dire poi che è metafisica! A me pare un pasticcio! Comunque è ovvio che, come la scienza avverte, si è giunti alle conoscenze attuali attraverso una lunga storia di "try and error" ...di prove e riprove, di credute verità poi sconfessate, sostituite da affermazioni sempre più prossime al reale ecc... Ma è proprio per questa ovvietà che chiami metafisica che la metafisica non ha significato: è semplicemente il processo di formazione della conoscenza...dalle prime realizzazioni dell'Homo Abilis di oltre un milione di anni fa..ed anche prima, fino ad oggi...in un continuo evolvere...di picchi e avallamenti del conoscere. E' ovvio che il conoscere scientifico ha avuto riferimenti antichi...magari elaborati da uomini geniali...ma non per questo sono oggi riferimenti validi: la meccanica di Aristotele, per esempio, era sbagliata...oggi vale la meccanica del moto di Galileo...domani chissà!? A me pare, infatti, che dire "processo di conoscenza" sia più esatto...non certo è la verità del "Tutto"….che non esiste...ma più esatto...per ora...magari più conforme al linguaggio della scienza. Un ultimo picco di conoscenza dell'universo è iniziato, ad esempio, con Galileo in un crescendo esponenziale fino ad oggi....ma se tu vuoi affermare che è comunque "metafisica"...sei padrone. Citazione:
Con Galileo si è operata un vera cesura rispetto al conoscere antico…di Aristotele…quello sì metafisico! Citazione:
Aristotele, invero, come interprete dell’universo le ha scagliate tutte…non solo nei contenuti, ma proprio nel metodo! Citazione:
La Relatività Generale ne ha fatto una estensione…alle velocità più prossime alla velocità delle luce ed allo spazio/tempo provocato dalle grandi masse stellari! Citazione:
Ma Aristotele fu un “grande” e trovo normale che Aristotele non sapesse certe cose. Trovo invece anormale che, per la fisica, il cosmo, il metodo di osservazione, ecc.. si faccia oggi riferimento ad un suo sapere inevitabilmente distorto (metafisico appunto) per la scarse conoscenze che si avevano a quei tempi circa l’universo...per l'esigenza di perfezione!!! Aristotele ha codificato il ragionamento logico…ma non è che prima di lui non si ragionava: la logica è intrinseca del funzionamento dell’universo che ha strutturato la nostra psiche...indipendentemente da Aristotele…ovviamente. Citazione:
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Infatti l’astrologia ha fatto grandi passi: oggi le previsioni astrologiche le trovi ovunque: libri, giornali, TV, ecc… e tutti che le seguono! Einstein o Stephen Hawking, ecc… da quel punto di vista, sono screditati…solo giornali specialistici li citano …chissà perchè!?...che sia una questione metafisica? Citazione:
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La scienza non è “wishfulthinking” poichè riferisce le proprie teorie ed enunciazioni a dati concreti di evidenza, di calcolo, di sperimentazione, ecc… razionalmente elucubrati. Lo scienziato/ricercatore è sempre attento a non confondere i propri desideri con le possibili risultanze della ricerca…che non ne dipendono. Naturalmente tutto è relativo e l’irrazionalità metafisica non diventa razionalità tutta d’un botto…ci sono gradini e anche le teorie scientifiche possono avere all’origine l’irrazionalità del desiderio, ma la si intende filtrata dalla razionalità di cui si avvale la scienza attualizzata. Il “wishfulthinking”, invece, lo si intende privo di filtri di razionalità…in sostanza io lo chiamerei “metafisico”. |
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14-05-2013, 13.43.00 | #55 | |
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Francamente non comprendo la diatriba.. Magari le mie parole non serviranno ma ci provo comunque.. Ulysse. a me non pare affatto che gli interventi di Maral portino avanti il concetto che la ricerca scientifica sia fondamentalmente spinta dal desiderio dell’uomo di far passare per reale ciò che è irreale, irrazionale o puro desiderio di come le cose dovrebbero o non dovrebbero essere. Semplicemente nei suoi interventi colgo il pensiero che la ricerca scientifica parta da un’esigenza profonda dell’uomo di spiegare il perché dell’universo e cercare questo perché significa trovare delle strade di sperimentazione a quelle domande interiori intorno al senso dell’universo e quelle domande interiori a monte e sottese sono di ordine metafisico. |
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14-05-2013, 19.14.56 | #56 | |
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Maral dal canto suo senmbra descrivere attività e scopi della scienza, ma poi dice che è metafisica. Comunque, forse, le cose stanno come segue: 1)-Chi abbia una qualche preparazione filosofica crede che la scienza, (che confonde con la metafisica), per intime esigenze umane, sia spinta ad indagare il senso e il perchè dell'universo. 2)-Chi, invece, abbia una qualche preparazione scientifica, come potrei essere io, sa l'universo non ha nè senso nè perchè, per cui nonostante il wishfulthinking del credere che l'universo abbia un senso e uno scopo, non può che pensare che lo scopo della scienza consista semplicemente nel perseguire la funzionalità dell'universo...(indipendentem ente dal desiderio ed intima esigenza degli umani)...sempre piu'... coi metodi della scienza.... come sarebbe il ragionamento logico (ovviamente), la raccolta dei dati esistenti, la strumentazione, la sperimentazione, il calcolo, l'esplicazione logico/matematica del trovato, della teoria, ecc....in conformità, appunto, al metodo che gia Galileo indicò in nuce..dando inizio al pensiero scientifico...galileano. Il pensiero metafisico esisteva già da millenni, ma fu inconcludente...sia per la funzionalità che per il senso dell'universo: il risultato sfociò in quasi duemila anni di stasi, circa l'interpretazione dell'universo,... 2000 anni intercorrenti fra Aristotele e Galileo...pur coi prodromi, ancora vagamenti incerti, di Copernico, Keplero, ecc....... Infatti è pur vero che non puoi semplicemente stare a ragionare a tavolino (vedi gli aristotelici)...senza mai guardare dalla finestra! Oggi possiamo dire, con la scienza, che non esiste indizio che l'universo abbia scopo predefinito...e che è ultraimprobabile che un tale indizio esista...ma se esiste la scienza lo troverà...un giorno..per quanto... non mai definitivo...per cui sembra che la scienza ne prescinda. Quanto alla interpretazione dell'universo, le principali teorie scientifiche (relatività, quantistica, evoluzione, ecc...) ce ne danno una idea che per ora pare esaustiva...ma solo per ora...dato che la ricerca continua...perseguendo ulteriori saperi...sempre! Quest'ultimo (la ricerca continua!), ad esempio, che pure è concetto fondamentale della scienza, non ha riscontro nella metafisica...che parla di entità, essenze, verità in sè vere, assoluti, perfezioni, ecc... Intanto, comunque, la metafisica elucubra...non saprei di che cosa...forse sulla luna, che compare e scompare a seconda che la guardi o meno! ...o dei sassi che non sono che noumeni...nella interpretazione del vescovo Bekeley...tanto che ancora se ne discute su questo forum. |
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14-05-2013, 21.02.15 | #57 | |
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Da una parte ti capisco.. la filosofia metafisica ha per l’appunto l’impostazione un po’ (parecchio?) accademica del classico pedante ortodosso procedere filosofico, dove spesso in realtà si sprecano definizioni, significanti e significati che in realtà non significano non spiegano né tantomeno definiscono.. nulla. Se almeno la si usasse a fine meditativo il livello coscienziale granitico potrebbe saltare in aria rilasciando naturalezza nella mente dell’esperiente.. Ma ahimè il procedere filosofico cammina in linea di massima così e privo di quella sintassi complicativa si sentirebbe metafisicamente.. nudo. Pertanto concediamo a questo linguaggio l’onore di cui abbisogna e traiamo ciò che di utile ha pur da qualche parte da sussurrarci.. Però torno a dire che riguardo a Maral non credo abbia intenzione di farti amare la filosofia metafisica ma solo avvertire nel caso che qualunque cosa tu domandi o ti domandi intorno all’universo tu stai esercitando tuo malgrado il procedere del filosofo che domanda o si domanda intorno all’universo, poiché nell’ambito del ragionamento dei perché filosofici il domandarsi sull’universo è domandarsi su una grossa x la quale x non ben peraltro definita è inflazionata di definizioni in ambito metafisico. Come dicono i saggi le montagne restano montagne ed i fiumi fiumi.. anche se neppure su questo nessuno è realmente sicuro.. Spero si comprenda che dico questo col sorriso sulle labbra.. Io adoro la via mistica.. |
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15-05-2013, 02.17.58 | #58 |
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Riferimento: Odifreddi fra "pseudoquestioni metafisiche" e domande sensate senza risposta
" Dio è quell'infinito Tutto, di cui l'uomo diviene consapevole d'essere una parte finita.
Esiste veramente soltanto Dio. L'uomo è una Sua manifestazione nella materia, nel tempo e nello spazio. Quanto più il manifestarsi di Dio nell'uomo (la vita) si unisce alle manifestazioni (alle vite) di altri esseri, tanto più egli esiste. L'unione di questa sua vita con le vite di altri esseri si attua mediante l'amore. Dio non è amore, ma quanto più grande è l'amore, tanto più l'uomo manifesta Dio, e tanto più esiste veramente." Questa è la Verità "plastica" di Dio. Una Verità creatrice, che plasma e ispira intenzioni e azioni. Non conoscevo questo discorso di Tolstoj, grazie di averlo presentato! L'amore è umano, è il modo umano del "tendere" all'Infinito e all'Assoluto. Cristo è il Dio fatto amore, cioè umano. Ma Cristo è anche l'"oltre-uomo", il punto omega. E' meraviglioso ciò che hai citato... |
15-05-2013, 08.25.59 | #59 | |
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Un conto è dire che certe domande non possono avere risposta dopo averle esaminate profondamente, un altro è voler fare gli originali dicendo che gli individui possono benissimo vivere facendo a meno di interrogarsi sul senso delle cose. Mi sbaglierò ma a me sembra di vivere in un mondo dove spesso chi perde lavoro pensa che la soluzione migliore sia quella di darsi fuoco o sterminare la propria famiglia, dove le crisi esistenziali sfociano in picconate date all'alba in strada al primo che capita, dove chi non riesce a diventare ricco con le roulette pensa di rifarsi con un gesto eclatante alla Taxi Driver. Pensiamo veramente che non dobbiamo ricercare un senso della vita, che sia inutile domandarsi chi siamo, dove viviamo e perchè? Certo è facile dire che le domande non possono avere risposta, attenzione però che il protagorismo è cosa vecchia, già più di 2000 anni fa c'era chi sosteneva che a riguardo di ogni cosa si può dire tutto così come pure il suo contrario. Io sento le notizie quotidiane che sembrano un bollettino di guerra e certe domande me le faccio, metafisica sì o metafisica no preferisco vedere un senso nelle cose piuttosto che ritrovarmi vuoto dentro e in balia della disperazione di fronte alla più piccola disgrazia. Credo che l'epoca dei grandi distruttori sia finita, Nietzsche e Freud hanno compiuto la loro opera, non so dire se necessaria o meno. Ora però tocca costruire qualcosa, dare o ridare senso a qualcosa, o vogliamo stare qui a compiacerci coi sofismi e l'analisi logica? Odifreddi dirà pure delle belle cose, io l'ho sentito dire che ha deciso di fare il divulgatore scientifico perchè non aveva voglia di andare a lavorare, questa è la sua profondità..... Preferisco sentire qualcuno che mi dia qualcosa di utile, che mi insegni qualcosa sulla virtù, sul coraggio, sulla giustizia piuttosto che qualcuno che dica che è inutile farsi domande esistenziali, che è in grado di dimostrare a parole tutto e il contrario di tutto e via dicendo |
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15-05-2013, 22.34.55 | #60 | ||||||||||||||
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Riferimento: Odifreddi fra "pseudoquestioni metafisiche" e domande sensate senza risposta
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Possiamo allora dire che c'è stato un progresso nel numero di fenomeni che via via siamo riusciti a descrivere, dunque che lo scopo progressivo della scienza è vero. Certo, ma è vero solo nell'ambito che la scienza predefinisce e spesso tende a pregiudicare come la sola realtà. In realtà il progresso è nello sviluppo rigoroso delle implicazioni del discorso scientifico all'interno del discorso scientifico. Citazione:
Aggiungo che si può fare metafisica anche negando scopi e origini. Quando Eraclito dice del mondo che sempre è stato e sempre sarà e non lo ha creato né uomini né dei, fa un'asserzione metafisica negando al mondo ogni origine e finalità. Citazione:
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Che Talete già lo sapesse mi giunge nuova, io sapevo che Talete era riuscito a valutare l'altezza della piramide di Cheope sulla base di calcoli che tenevano conto della curvità terrestre, non che la terra girasse intorno al sole. Gli unici che ipotizzavano qualcosa di simile erano i pitagorici per ragioni del tutto metafisiche rigettate come demenziali da Aristotele. Peraltro la prova certa dell'eliocentrismo nel sistema solare segue di più di un secolo anche la formulazione galileiana, con la misura della parallasse eliocentrica delle stelle "http://www.treccani.it/enciclopedia/parallasse_(Enciclopedia_Itali ana)/" v. al punto 4. Quanto all'astrologia, prima di ridursi alla baggianata attuale, penso che avesse il merito di tentare di comprendere l'universo insieme all'uomo che in esso ci vive e non come entità radicalmente separate. E' sbagliato? Se lo è lo è da un punto di vista metafisico, ma poiché la metafisica non porta a certezze anche se vorrebbe tanto non credo che si possa affermarlo. In ogni caso l'astronomia nasce come strumento astrologico quando ancora non si considerava a priori errato attribuire un senso alle cose, tolto il senso resta solo la tecnica che trova senso solo in se stessa. Citazione:
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Grazie ancora per la possibilità di riflessione che mi dai con il confronto con la tua visione delle cose. |
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