ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
09-02-2009, 14.50.15 | #22 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-06-2007
Messaggi: 297
|
Riferimento: Il diritto alla morte.
Caro Emme Ci,
domandi: “Per tornare all’inizio di ciò che scrivi, dove mai ho detto che ogni legge civile può essere contestata? “. Se anche Tu avessi talmente scritto e talmente opinato, sarebbero state scrittura ed opinione pur lecite ad un uomo. Per altro, la Tua annotazione: " Io penso, al di là del caso Eluana, che affidarsi a ciò che comanda una chiesa significa rinunciare a cercare, con le proprie misere forze, che cosa possano essere la verità e il bene, e aspettare che ce lo dica un re, un vicerè o un consiglio dei ministri debitamente autorizzati a emanare sentenze di condanna o di grazia.!." mi pare sia stata, al meno secondo la lettera, non tanto rivolta contro le deliberazioni dei sacerdoti, quanto piuttosto contro quelle di qual si voglia potestà, sacra o profana, la quale voglia irrogare la morte o concedere la vita. Sentenza assai diversa è, a mio giudizio, quella che scrivi ora: “ Proprio il contrario: ho parlato di prese di posizione religiose che possono risultare inaccettabili da uno stato fondato costituzionalmente sulla laicità, contro quello che la chiesa (e naturalmente i politici che la seguono visibilmente per convenienza) dichiara che s’ha da fare o non fare, e ho ben insistito che le decisioni dovrebbero essere rimandate alla società civile cioè, alla fine, proprio alla politica e al suo dovere di servire la società al di là di qualsiasi verdetto ecclesiastico, e di rimandare semmai alla coscienza privata decisioni che esulano dall’interesse pubblico.” Da tale sentenza, vice versa, pare che, secondo Te, irrogare la morte o concedere la vita sia pur lecito, quando la società civile ed i suoi delegati non seguano ciecamente il magistero dei sacerdoti di Cristo o d’altri numi. Accantonando la difficoltà di stabilire quando la società civile ed i suoi delegati seguano la propria coscienza e quando i precetti dei sacerdoti, anche questa è un’opinione pur lecita ad un uomo, ma ben altra, che sia stata quella che scrivesti prima. Non di meno, non volevo notare tanto quel che pensi Tu od altri circa la questione, quanto riprovare la contraddizione, in cui incorrono quei sacerdoti Cattolici che propugnano la conservazione ostinata d’una vita ormai apertamente contraria alla consuetudine naturale e, quindi, contraria all’ordine ch'essi predicano sia posto dal loro stesso dio: così contraddicono i principii che essi stessi pongono ed incitano a violare quella volontà divina cui essi stessi ostentano voler ottemperare. Concludi: “ho sempre detto o fatto capire che ragionare su ciò che dicono le chiese - naturalmente non solo quella di Roma - è fatica sprecata, dato che esse non cercano la verità ma l’hanno già da sempre saputa, sdegnando ogni sforzo e tormento d’umana coscienza.” Ma questo non è vizio dei soli sacerdoti ed è pur vizio umano, cui si può pure indulgere, se al meno non sia insulsamente difeso con argomenti inetti e contraddittorii. Posso capire che alcuno confidi che la vita dell’uomo sia dono divino e che, quindi, egli ripugni ad ogni azione od omissione che la possa corrompere od estinguere affatto. Ma proprio per ciò, mi domando con quale inverecondia verso gli uomini, con quale empietà verso il suo stesso dio, possa quegli affermare che sia non solo lecito, ma anche debito conservare, a forza d’artificii, una vita che non è più umana e forse neppure vegetale, una vita che è ombra di vita, fumo di prestigiatori, speme d’illusi, allucinazione di dementi. Ciò ch’è immane, caro Emme Ci, non è l’arroganza di chi ha per certo possedere il vero, ma l’ignoranza di chi viola i suoi stessi principii e contraddice i suoi stessi argomenti: forse conviene che i sacerdoti Cattolici sudino più sull’Aquinate e concionino meno alle turbe. Anakreon. |
09-02-2009, 17.41.22 | #23 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
|
Riferimento: Il diritto alla morte.
Citazione:
No freedom non è così. Se fosse come dici tu si avrebbe una dittatura della maggioranza che non sarebbe diversa da tutte le altre dittature. Proprio per prevenire questo le democrazie hanno delle costituzioni che, fra le altre cose, tutelano le minoranze. Costituzioni che solitamente si fondano sulla aconfessionalità (o laicismo), anche perché se fosse confessionale non si chiamerebbe più democrazia ma teocrazia o cesaro-papsimo o lamaismo o altro. Questo non significa che chi governa deve essere un non credente ma semplicemente che chi governa si impegna a non intromettersi nella coscienza dei cittadini imponendo le sue visoni confessionali. D’altra canto i problemi dello stato e dei governi sono di ordine funzionale più che morale. Uno stato deve garantire la funzionalità dei servizi erogati, deve garantire la realizzazione delle opere pubbliche, deve garantire la buona convivenza tra cittadini, curando che tutti rispettino le norme convenzionali del vivere civile, deve garantire la tutela dei diritti. La salute, un tenore di vita dignitoso, la libertà etc.etc. Uno stato democratico deve anche garantire che ciascuno possa coltivare la propria religione in accordo con il suo intimo sentire, cioè con la sua coscienza ed è proprio in quella sede che ciascuno può sviluppare le proprie convinzioni, condividerle con chi la pensa come lui ed imparare anche a perfezionare la sua “virtù”, (lasciami usare questo termine). Tutti gli stati democratici infatti prevedono la libertà di culto che però esiste laddove nessun culto vuole diventare “stato” e prevalere sugli altri. Se un culto prevale l’uomo viene mutilato del 50% della sua vita, cioè della sua vita spirituale, e se non è violenza questa dimmi tu cosa lo è. Un “regime” basato sulla mera legge ei numeri, che permette che in presenza di una maggioranza cattolica si debba seguire la legge della chiesa permetterà anche che se la maggioranza diventasse, (come probabilmente diventerà in Italia visto la grande immigrazione e visto che non facciamo figli), mussulmana, tutti dovremo seguire l’Islam. Citazione:
Dove dormirebbero le famiglie che non siano più padrone di una casa? Come si muoverebbero se non sono più padrone di un mezzo di trasporto? In altre parole che tipo di società hai in mente? |
||
09-02-2009, 18.14.52 | #24 |
Ospite
Data registrazione: 09-02-2009
Messaggi: 3
|
Riferimento: Il diritto alla morte.
Mi rattrista il vedere che nessuno parli del padre.
Credo sia la morte del proprio figlio ,il dolore più grande per un genitore ,se poi e lui a deciderlo è Atroce. Un padre che per il bene del proprio figlio decide di farlo sopprimere ,rischia di sentirsi "assassino" per il resto dei suoi giorni,lo ama di certo più che se stesso,ne sono certo! Se fosse mio padre,le dire "grazie"un bacione e a presto. A tutti coloro che al posto suo,sarebbero disposti ad accudirmi per anni ed anni,invertiamo i ruoli,accudirei io voi,vediamo se ci state? Termino chiedendo - PACE PER TUTTI- |
09-02-2009, 22.06.18 | #25 |
Ospite
Data registrazione: 08-02-2009
Messaggi: 7
|
dov'è il concetto di persona?
Innanzitutto saluto tutti gli utenti di questo forum, e ringrazio coloro che hanno dato la possibilità a molti di parteciparvi.
Mi domandavo, dato che il concetto di persona è stata una conquista lunga e faticosa della nostra civiltà occidentale, se non fosse contraddittorio esigere dagli altri l'incolumità da ogni forma di ingerenza e poi decidere della vita o della morte delle altre persone. Stasera si è spenta la vita di una persona solo perchè altri hanno deciso così! Se il concetto di persona è talmente radicato in noi da farci inalberare ogni qualvolta qualcuno decide al posto nostro anche per una sciocchezza, stasera si è avuta la prova di un'incoerenza grandissima! Tu persona che esigi dagli altri libertà personale hai appena deciso di uccidere una persona, senza sapere veramente cosa essa volesse! Grazie per l'attenzione. |
10-02-2009, 01.20.10 | #26 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
|
Riferimento: Il diritto alla morte.
Citazione:
Non capisco cosa indichi quando scrivi Dio e mi spiace che tu abbia il dubbio di appartenere a qualcun atro che non sia tu stesso. Citazione:
Dal dizionario Devoto Oli. Violenza = aziona volontaria esercitata da un soggetto su un altro in modo da determinarlo ad agire contro la sua volontà. P.S. Il sostantivo legato la verbo violare è violazione e non violenza il verbo legato al sostantivo violenza potrebbe essere violentare o più semplicemente esercitare violenza. P.P.S. è violenza anche insultare la lingua italiana scrivemdo "cm" al posto di come, "nn" al posto di non etc.... anche se nessuno ti farà causa per questo. |
||
10-02-2009, 10.20.31 | #27 | ||||||
Moderatore
Data registrazione: 16-10-2003
Messaggi: 1,503
|
Riferimento: Il diritto alla morte.
Citazione:
Citazione:
Citazione:
Citazione:
Questo è un problema serio che l'Italia non ha ancora risolto. Le sue radici moderne risalgono al Concordato. E' sbagliato, da un punto di vista politico, riconoscere alla Religione Cattolica un primato sulle altre Religioni. Ma questa è un'altra storia. Che riguarda la religione a Scuola, etc. Citazione:
Citazione:
In ogni caso la domanda che ti ho posto non punta a descrivere il tipo di società che ho in mente. Punta, viceversa, a farti comprendere che ogni scelta che compie una democrazia ha fondamenti ideologici. O ideali. |
||||||
10-02-2009, 11.53.53 | #28 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-06-2007
Messaggi: 297
|
Opinioni e vite.
Caro Vittore,
annoti: "Credo sia la morte del proprio figlio ,il dolore più grande per un genitore ,se poi e lui a deciderlo è Atroce. Un padre che per il bene del proprio figlio decide di farlo sopprimere ,rischia di sentirsi "assassino" per il resto dei suoi giorni,lo ama di certo più che se stesso,ne sono certo!". Non consideri sia possibile che la Tua opinione, circa ciò che sia vita e che sia morte, differisca da quella d'altri ?: senza dubbio, se essere ignari di sé stessi, immobili in un letto, incapaci perfino d'assumere spontaneamente il nutrimento necessario, collegati perpetuamente con macchina altrice, se ciò stimi vita, puoi lecitamente appellare quel padre omicida, sia pur omicida misericorde; ma se stimi altrimenti, non solo non l'appellerai omicida, ma giudicherai affetto d'ostinazione cieca e sconsiderata chi avrebbe voluto conservare un tale ridicolo simulacro di vita umana. Anakreon. |
10-02-2009, 13.03.56 | #29 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
|
Riferimento: Il diritto alla morte.
Sostenere che esiste un diritto naturale alla vita, per giunta inalienabile, significa ammettere implicitamente anche un diritto altrettanto naturale e inalienabile alla morte, che, a differenza della prima, attiene alla libera decisione e alla libertà individuale, essendo invece l’esistere indiscutibilmente un accadimento involontario.
Ciò perché la morte è implicata dalla vita, e quest’ultima, a sua volta, è suscitata dalla morte. Si tratta, con evidenza, dei due antipodi che si coniugano per la perpetuazione dell’esistere, il quale in assenza di uno dei due poli mai sarebbe, giacché la vita è divenire e movimento e non stasi. Se e quando l’uomo attinge il suo diritto alla vita dal fatto stesso che è posto in esistenza, non dunque da una dimensione trascendente, ne deriva che, essendo la morte congenere alla vita, e di questa l’epilogo ineludibile, non v’è ragione sufficiente che possa negare all’esistere il diritto alla morte. Per di più, se è ragionevole inferire che la vita individuale è l’emersione temporanea dal nulla, la morte ne rappresenta appunto il ritorno, essendo così la vita stessa una fugace sospensione del nulla, condizione imprescindibile dell’esperienza del divenire. Non c’è una ragione auto-evidente che attesti che le cose non siano così. Non essendoci però neppure un’auto-evidenza che escluda la possibilità di un Massimo Fattore cui riferire la propria vita, il problema della vita particolare e del suo epilogo non può che essere affidato al sentire particolare dell’individuo, senza nulla imporre o vietare ad alcuno – questa è la norma fondamentale che il diritto civile di uno stato moderno dovrebbe realizzare -. Nel momento stesso in cui l’esistenza particolare accade, quella stessa esistenza, se non rapportata ad un’entità trascendente, appartiene a colui che vive, non dovendola e potendola riferire ad alcunché se non a se stesso e alla sua libertà di disporne, con l’unica limitazione di non arrecare danno ad altri. Parimenti per quel che attiene alla morte, essendo essa strettamente connessa alla vita, anch’essa appartiene con esclusività individuale a ciascun uomo, non potendola, come già detto sopra, riferire ad altra entità che a se stesso. L’esperienza di Eluana, in un paese civile e sano, avrebbe dovuto imporre un sano e attonito silenzio, e non il berciare scomposto dei contrapposti poli, il massimo e compassionevole sostegno ad un uomo – il padre – che, suo malgrado, è stato chiamato (dal caso, da un Dio crudele?) ad una prova lacerante. Nell’ordinamento giuridico italiano non esiste alcuna sanzione per il tentato suicidio, quando questo non è perpetrato in concorso con terze persone, le quali ultime, e solo loro, sono passibili di sanzione penale. Ciao |
10-02-2009, 14.32.29 | #30 | ||
Moderatore
Data registrazione: 16-10-2003
Messaggi: 1,503
|
Riferimento: Il diritto alla morte.
Citazione:
Occorre stabilire come si deve comportare lo Stato di fronte ad uno che chiede di morire. O di fronte ad un parente che chiede di far morire un proprio congiunto. Hai un bel da sostenere che la morte è un fatto privato ma nel momento in cui interviene una struttura pubblica bisognerà pur determinare i limiti del campo d'azione della struttura sanitaria? Casi come quello di Eluana o anche come quello di Welby appaiono chiari e nitidi nei loro contorni. Ci fanno pensare che il buon senso sia più che sufficiente per decidere quando applicare l'eutanasia e quando no. Ma se la faccenda si complica? Se non è così univoca la questione? Se un parente dice sì e un altro no? Se un dottore dice sì e un altro no? E' di tutta evidenza che l'argomento è complessissimo e se è vero che le forze politiche non hanno fatto bella figura, è altrettanto vero che la Chiesa è apparsa inspiegabilmente dura, e la società civile favorevole all'eutanasia, colpevolmente superficiale. Come ho detto l'argomento è di ardua, veramente ardua soluzione. Mi sorprende (e non poco!) che ci sia chi ha la verità in tasca. Per quanto mi riguarda la mia coscienza non ha ancora dato una risposta incontrovertibile e definitiva. Citazione:
|
||