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12-01-2008, 19.06.30 | #2 | ||
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
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Riferimento: Quine, Tesi olistica ed intersoggettività.
Citazione:
Bella discussione, complimenti S.B. Quine contemporaneamente sostiene un olismo semantico e pure un olismo epistemologico, dato che i significati sono in un rapporto di interdipendenza con le nostre credenze. La conoscenza è olistica nella misura nella quale quando acquistiamo una nuova credenze, l'intero sistema interconnesso delle nostre conoscenze deve essere revisionato. E' chiaro che questa idea pone seri problemi al verificazionismo e al falsificazionismo, infatti ogni osservazione non può "automaticamente" verificare o falsificare una singola proposizione/teoria: solo l'intero sistema delle nostre conoscenze si rapporta con il mondo, mai una singola proposizione/teoria. Quine, inoltre, ritiene che questo sistema abbia un centro e una periferia: il centro riguarda le leggi più profonde della matematica e della logica, mentre la periferia è più vicina all'esperienza. Cioè si va dal più astratto al più concreto. E' per questo che prima di abbandonare i principi più fondamentali della logica, cerchiamo di abbandonare il resto. Per Quine non centra il buon senso. Ovviamente, le redistribuzione dei valori di verità dell'intero sistema seguiranno i classici principi di razionalità, come quelli di razionalità "interna" della teoria (potere esplicativo, predittività, conservatorismo, eleganza, semplicità, etc...) e pure quelli di razionalità "esterna" della teoria (quella citata da te, dove le teorie vengono considerate come entità storiche che si evolvono nel tempo: i programmi di ricerca; tipo Lakatos). Citazione:
Certo, ogni individuo ha il proprio sistema di credenze, anche perché, come tu dici, ognuno ha avuto le proprie esperienze e quindi il proprio punto di vista sul mondo. Ma cosa accadrebbe se ogni persona cercasse di esplicitare il più possibile agli altri il proprio sistema, e poi si cercasse di avvalersi dei principi razionali proposti sopra per scegliere cosa tenere e cosa buttare dalla fusione di tutti questi sistemi? Uscirebbe ciò che, in prima approssimazione, è la scienza: ogni scienziato lavora in un sistema di conoscenze condiviso, e sono pure condivisi i principi di razionalità (che anche questi fanno parte del sistema, ovviamente: saranno al centro di esso). P.S. Per chi vuole leggere l'intero articolo: http://www.ousia.it/SitoOusia/SitoOu.../Empirismo.pdf Vi anticipo che non è lettura facile facile. |
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15-01-2008, 11.12.57 | #4 | ||
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
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Riferimento: Quine, Tesi olistica ed intersoggettività.
Citazione:
Naturalmente non sono un fisico quantistico e quindi non potro` darti una risposta tecnica. Credo che dovrebbe bastare, per questo argomento, sapere che e` la stessa sovrapposizione degli stati che mette in discussione dei principi logici. Questo e` sicuramente ricollegabile ai principi di razionalita`, secondo i quali gli scienziati sono giunti a ritenere corretta la tesi della sovrapposizione degli stati. Non c'e` ancora una logica quantistica vera e propria, da quanto ne so, pero` si potrebbe pensare che l'abbandono di una logica classica in favore di una polivalente non sia una strategia tanto bizzarra. Infatti, non credo che sia molto centrale per il nostro sistema epistemico ritenere che la realta` sia rigidamente incasellabile in sole due categorie, "vero" e "falso", anzi, mi sembra che sia la stessa polivalenza e sfumatura del mondo centrale per noi. Citazione:
Certo! Io sono un po' impegnato in questo periodo, pero` se continui la discussione io ti seguiro`. Prendi pure spunto dall'articolo, per discutere alcune sue parti. |
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16-01-2008, 11.53.28 | #5 |
Moderatore
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Riferimento: Quine, Tesi olistica ed intersoggettività.
Bella discussione, e grazie ad Epicurus per il puntatore all’articolo.
Sono completamente d’accordo con l’articolo quando definisce la scienza come un mezzo per predire l’esperienza futura alla luce dell’esperienza passata. Tutto il resto è una libera creazione dell’intelletto umano; posso introdurre gli oggetti fisici, le forze, qualsiasi altra entità mi faccia comodo, anche, come dice Quine, gli dei di Omero. L’importante è riuscire a predire l’esperienza futura. C’è sicuramente una gerarchia tra le entità che introduciamo per essere in grado di predire l’esperienza futura, ed è il motivo per cui una asserzione osservativa come “il raggio della terra è di 10.000 km” non ci fa cambiare la geometria. Ogni entità che introduciamo (chiamiamola concetto – ricordate la discussione?) deve essere caratterizzata anche dal suo “peso”, indicatore della vicinanza al centro del nostro sistema, che ci fa decidere che cosa abbandonare quando si creano delle contraddizioni. Il “sistema” di ognuno di noi è, in linea di massima, diverso da quello di chiunque altro. Ognuno nell’elaborare il suo sistema è ovviamente influenzato dai sistemi delle altre persone con cui viene in contatto, ed è ragionevole che ognuno cerchi di fare accettare il suo sistema, o parti del suo sistema, alla platea più vasta possibile. Come farlo, se si possono individuare al proposito “regole oggettive”, è decisamente un tema molto vasto. |
16-01-2008, 12.13.47 | #6 | |
Ospite
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Riferimento: Quine, Tesi olistica ed intersoggettività.
Citazione:
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16-01-2008, 13.37.01 | #7 | ||
Moderatore
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Riferimento: Quine, Tesi olistica ed intersoggettività.
Citazione:
Considera che il potere predittivo è solo uno dei vari principi che la razionalità in generale, e la razionalità scientifica in particolare, utilizza. Inoltre il discorso dell'olismo epistemico/semantico di Quine è estendibile ad ogni sistema di credenze e linguaggio, e non ristretto alla scienza. Citazione:
Secondo te l'olismo epistemico/semantico implica il relativismo? Di quale relativismo parli? Se parli del relativismo conoscitivo, allora ti stai sbagliando. |
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16-01-2008, 13.56.58 | #8 | |
Ospite
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Riferimento: Quine, Tesi olistica ed intersoggettività.
Citazione:
Sto parlando, quindi, dell'ideologia relativistica in generale, favorita sicuramente dalla predilizione della gente di oggi verso la cultura cosiddetta "olistica". |
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16-01-2008, 13.57.24 | #9 | ||
Moderatore
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Riferimento: Quine, Tesi olistica ed intersoggettività.
Citazione:
Nell'articolo Quine ha scritto che la scienza è un mezzo per predire, perché parli di principi utilizzati dalla razionalità scientifica? E a quali principi ti riferisci? Citazione:
Assolutamente d'accordo ad estendere il discorso alla conoscenza tutta. Secondo me si può definire la conoscenza di una persona come l'insieme dei ricordi delle sue esperienze passate e delle sue teorie per predire le esperienze future. |
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16-01-2008, 15.09.23 | #10 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Quine, Tesi olistica ed intersoggettività.
Citazione:
Prendo un attimo in considerazione questo punto per proporre una riflessione, sempre sulla distinzione tra un sistema di conoscenze comune ed uno scientifico. Queste esigenze di equilibrio si soddisfano in ognuno di questi sistemi "personali"(abbiamo iniziato a chiamarli così, penso che renda abbastanza bene l'idea), tramite la modifica di qualche punto, ma per operare tali modifiche occorre prima identificare l'"inghippo", la contraddizione. Io voglio sostenere che un carattere peculiare dei sistemi di conoscenza non scientifici è che in essi una contraddizione può permanere nel sistema, nascosta e non deve essere per forza risolta, neanche nel lungo periodo. Perchè questo sistema non è metodicamente controllato., non è necessario, non è quella la sua funzione! Ad esempio posso avere delle opinioni molto vaghe riguardo un caso di omicidio seguito in TV e ritenere logicamente coerenta una ricostruzione dei fatti che ad un'occhio "scientifico" risulta incoerente. La scienza controlla (senza dover mettere in gioco per forza falsificazioni o verificazioni) il proprio sistema di conoscenze che in quanto intersoggettivo risulta anche impersonale. Avrei una metafora: quattro persone sono sedute intorno ad un tavolo e stanno facendo un sudoku gigante, tremendamente difficile, che sta su un foglio in mezzo al tavolo. Quelle quattro persone sono la comunità scientifica, il sudoku è il sistema di conoscenza scientifico, che è intersoggettivo Le regole di questo sudoku, simili a quelle di un sudoku normale che dicono che sulla stessa linea non possono esserci 2 numeri N uguali, etc., corrispondono sia al controllo empirico che a quello logico delle teorie (teoria=scrivere un numero a matita in una casella). Ognuno dei quattro scienziati adotta la logica del sudoku (logica della scienza) e conosce i numeri precedentemente inseriti dai compagni (bagaglio di conoscenze scientifiche), adotta nella sua mente un sistema di conoscenze che è formalizzato anche all'esterno di lui, con i suoi strumenti lo analizza e poi crea delle teorie, prova cioè a scrivere un numero in una casella, a questo punto lui ha proposto un cambiamento del sistema elaborato indipendentemente ma controllabile da tutti gli altri. |
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