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19-10-2007, 11.53.43 | #3 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-12-2005
Messaggi: 1,638
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Riferimento: Il Paradiso non c'è Ma siamo destinati alla felicità
Citazione:
E’ pienamente comprensibile che un uomo di scienza come te non valorizzi appieno il pensiero severiniano. Non ho ancora letto il libro però non mancherò di farlo, postando in questa discussione le eventuali critiche. Severino ho avuto modo di seguirlo anche personalmente. Nell’ultimo suo dibattito disquisiva sull’embrione e chi ha avuto modo di ascoltarlo in qualche discussione avrà saputo senz’altro cogliere il fluire penetrante della sua filosofia ricca di argomentazioni. Severino parte sempre da molto lontano in qualsiasi sua discussione e verrebbe quasi da chiedersi…me che c’entra questo?...in realtà l’esperienza e la bravura dell’uomo rafforzano il suo pensiero e rendono estremamente piacevoli, e convincenti, le sue argomentazioni. Nella sua metafisica Severino pare quasi aver “inventato” un nuovo tipo di spiritualità che vede nell’osservazione degli eventi naturali l’eternità della vita dell’uomo. Attraverso questa visione (emblematiche le sue spiegazioni con la legna e la cenere), l’uomo non abbisognerebbe di alcuna religione tradizionale. Siccome la critica è l’anima di qualsiasi dibattito, non mi astengo, ora, dall’esprimere qualche perplessità sull’ultimo Severino. Molti filosofi, sul far degli anni, hanno affinato le loro idee metafisiche cercando di trarre delle conclusioni quasi a voler portare velocemente a compimento il loro lavoro di domande. Perfette le osservazioni che portano a speculazioni che offrono la possibilità di ulteriori domande, lasciando sempre aperta la porta del dubbio…quando però si vuole perfezionare ulteriormente la risposta è possibile che le relative conclusioni diventino difficilmente argomentabili e quindi credibili. Mi riservo una miglior risposta nel momento in cui avrò letto l’ultima sua opera. |
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19-10-2007, 14.59.38 | #4 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-11-2006
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Riferimento: Il Paradiso non c'è Ma siamo destinati alla felicità
Citazione:
Il mio problema con Severino è che non ho mai capito due cose: a) come giustifichi ciò che osserviamo continuamente: il mutamento, il cambiamento, il divenire b) se ritiene che vi sarà una coscienza dopo la morte. Per il punto b) non ho mai trovato una sua riflessione in merito, invece per il punto a) so che lo ha liquidato dicendo che è "un'illusione", egli infatti ritiene che non esiste il cambiamento, il divenire. Non ho capito se, per Severino, l'Andrea che ha iniziato a scrivere questo post è il medesimo di quello che sta scrivendo "questa" parola e se si, come conciliarlo con il cambiamento, se no, allora il vecchio Andrea che fine ha fatto ? E l'Andrea dopo morto cosa/dove sarà ? Saluti Andrea (quello vivo ) |
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19-10-2007, 15.38.11 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 13-06-2007
Messaggi: 529
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Riferimento: Il Paradiso non c'è Ma siamo destinati alla felicità
Citazione:
La risposta a questa domanda (di Severino o meno) interessa molto anche me.... |
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19-10-2007, 18.42.00 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 13-06-2007
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Riferimento: Il Paradiso non c'è Ma siamo destinati alla felicità
Citazione:
C............Questa domanda me la sono sempre posta anche io....... Un'ipotesi potrebbe essere che la memoria funga da "collante" della propria identità nel divenire..... Il problema è che molti episodi o periodi passati della mia vita io non li ricordo più (eppure sono ancora relativamente giovane ). Anzi mi sembra di pensare a un'altra persona..... Tuttavia sono sempre io che ho vissuto quelle esperienze..... Il collante, allora, qual'è ? Ci può essere un io consapevole "immutato e immutabile" momentaneamente e inconsapevolmente alla guida di un organo, il cervello, soggetto a nascita, evoluzione e morte ? Un pilota alla guida di una macchina di cui può anche perdere il controllo ? |
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20-10-2007, 11.47.33 | #8 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 13-06-2007
Messaggi: 529
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Riferimento: Il Paradiso non c'è Ma siamo destinati alla felicità
Citazione:
Lo ritrovo in "Illusioni" di Richard Bach........ |
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20-10-2007, 15.30.08 | #9 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
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Riferimento: Il Paradiso non c'è Ma siamo destinati alla felicità
Caro Marius, chi ha vissuto sa che la felicità c’è solo quando non c’è ancora o quando non c’è più. E’ come l’attimo del presente, divorato fra passato e avvenire, forse perché è un sogno della giovinezza, forse perché è la smorfia della follia, forse perché assomiglia a una bellissima etera: augurandovi, amici-filosofi, che se la conoscete davvero, riusciate a trattenerla almeno fino a sera presso di voi.
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22-10-2007, 11.01.44 | #10 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-12-2005
Messaggi: 1,638
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Riferimento: Il Paradiso non c'è Ma siamo destinati alla felicità
Citazione:
Non è semplice esprimere in un solo post il pensiero di Severino che a volte risulta veramente complicato soprattutto nelle sue forme “matematiche” ovverosia nel tentativo di descriverlo in formule. Pur partendo da presupposti semplici e tenendo sempre in primo piano il principio di non contraddizione, Severino sviluppa una visione basata sul fatto che la coscienza di sé e la vita in generale è un’esperienza di questo mondo e dall’osservazione dei fenomeni è possibile comprendere il “sarà”. La follia dell’occidente è l’ostinarsi a credere nella distruzione delle cose e al nulla che ovviamente per Severino non è! Nei molti esempi a supporto delle sue argomentazioni le più convincenti si riferiscono al sole che tramonta ma non si distrugge e che quindi non si ricrea il giorno dopo oppure della legna che una volta bruciata diventa cenere. Il credere che la legna non ci sia più risponde alla visione che le cose possano distruggersi pertanto, anche per quanto concerne la coscienza, essa subirà solo l’eclissamento dalla dimensione umana. La coscienza di Andrea sarà destinata a vincere l’isolamento terreno e quindi a superare il dolore. Oltre la temporalità delle cose in cui c’è un susseguirsi di accadimenti, la coscienza sarà destinata a sperimentare contemporaneamente l’istante e l’istante emotivo superando il dolore che derivava dall’isolamento dei due stati. L’ultimo scettico maxim direbbe…una gran bella soddisfazione no? |
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