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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 08-09-2007, 15.25.19   #21
emmeci
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Data registrazione: 10-06-2007
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Riferimento: Perché non ci vogliamo bene?

Perché non ci vogliamo bene? La forma di questa frase è dubbia, come è dubbia la sostanza. Presa per sé la frase potrebbe avere questa risposta: come non ci vogliamo bene, anzi ci vogliamo talmente bene che siamo disposti a qualunque cosa, mentire, rubare, uccidere pur di conservare la nostra preziosissima vita. E la sostanza? La sostanza potrebbe essere: perché siamo esseri liberi, e mi ha insegnato Plauto, prima ancora di Hobbes, che l’uomo è un lupo per l’uomo, e io non voglio tradire questa mia natura proprio in un momento di passione ecologica, tradendo gli istinti che tanta parte hanno avuto nei dibattiti di questo tema sotto l’insegna nitzschiana. Alla fine io direi soltanto: perché il paradiso è noioso e forse sotto sotto la pensano così anche quei terroristi apparentemente insani che fanno di tutto perché non si cominci a crearlo qui. (Che dici semiseria, è seria questa risposta?)
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Vecchio 10-09-2007, 15.59.38   #22
semiseria
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Riferimento: Perché non ci vogliamo bene?

Non credo che il paradiso sia noioso, se non sono noiosi la felicità e l'amore.
Non condivido il postulato di Hobbes: da un bel po' abbiamo a disposizione la corteccia cerebrale per filtrare gli istinti, quindi non siamo tenuti a fare affidamento solo sull'amigdala.
semiseria is offline  
Vecchio 20-09-2007, 17.32.28   #23
emmeci
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Riferimento: Perché non ci vogliamo bene?

Forse il paradiso non è noioso. Ma quanto alla felicità, essa non esiste in terra, perché quando l’abbiamo non lo sappiamo e solo quando non l’abbiamo più, sappiamo cos’è.
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Vecchio 22-09-2007, 11.13.58   #24
vero
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Riferimento: Perché non ci vogliamo bene?

http://www.brunofranchi.it/letteradalmare.html

non so se l'avete letta..quella lettera..ma è stupenda..e spiega tantissime ragioni per le quali non ci vogliamo bene...
vero is offline  
Vecchio 22-09-2007, 13.34.46   #25
koan
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Riferimento: Perché non ci vogliamo bene?

Magari .. perché non ci conosciamo
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Vecchio 23-09-2007, 14.15.12   #26
Zero
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Riferimento: Perché non ci vogliamo bene?

Salve sono un nuovo iscritto, ho letto tutta la discussione su "perché non ci vogliamo bene?" e ho letto anche la lettera di Bruno Franchi, questa lettera devo ammettere che mi ha colpito molto, avevo letto idee simili anche altrove, non so se avete presente certe canalizzazioni che mettono online che rientrano nel movimento della New Age, molto bene io non seguo proprio questo movimento anche se lo trovo particolarmente illuminato, semplicemente leggo ogni cosa che mi sembri utile per capire questa intricata vita e il suo senso, comunque riprendendo i punti più significativi sembra vero che:

- Dio effettivamente non può operare su di noi come con una "bacchetta magica", ma siamo noi che dobbiamo "aprirgli il cuore" e il suo operare passa attraverso noi.

- Questo non è un limite di Dio, ma una scelta: sembra che Dio sia uno e molteplice e ognuno di noi è un frammento di Dio-molteplice che ha deciso di incarnarsi in questo mondo per fare esperienza della dualità, cioè del bene e del male, quindi non un limite ma una scelta, fatta da noi stessi che abbiamo voluto "dimenticare" di essere Dio per fare questa esperienza.

- Nasciamo in un mondo malato che ci deforma nella nostra purezza, chi più chi meno, in svariati modi, e lo scopo della vita sembra essere un cammino spirituale (ma che in qualche modo coinvolge anche il fisico) per arrivare a liberarsi da quella "corazza" di cui parla Franchi.

- Liberarsi dalla "corazza" significa entrare in quel Regno dei Cieli che Gesù dice essere in mezzo a noi, oppure arrivare all'illuminazione, raggiungere il Nirvana, oppure come dice la madonna a Medjugorje: aprire il nostro cuore a Dio. Oppure come dicono certi mistici essere una sola cosa con Dio.

- Ma cosa è questa "corazza"? è l'opposto dell'amore, ma non è l'odio, ho letto e ne sono praticamente convinto che è la paura, poi questa genera solitudine, rancore, rabbia, odio, etc. c'è chi definisce questi stati negativi dell'essere diverse vibrazioni della paura, la vita è fragile se non viene amata, l'assenza di amore riempie il cuore di insicurezza e cominciano a crescere le paure.

- Le paure non ci lascierebbero più vivere, allora le "rimuoviamo" perdendo sensibilità e lasciando inghiottire all'inconscio queste problematiche, con conseguente diminuzione di consapevolezza di noi stessi, meno sensibilità, meno empatia, più incoscienza, etc.

- Infine come ripare i "guasti"? la soluzione sta nell'amore, occorre incontrare una persona che sappia veramente aprirci il cuore, una persona "senza corazza" che mostri nel volto la bellezza del Dio che abbiamo dimenticato e quale noi siamo. Oppure altra strada affrontare le nostre paure, risolverle fintantoché non diventiamo capaci di riderci sopra, non devono più pesare, e ci apriamo.

Questo è quello che colgo dalla lettera di Franchi con varie integrazioni che ho letto un po' ovunque e fatto la sintesi. Non sono sicuro di tutto quello che ho detto, potrei sbagliarmi, anzi certamente c'è qualcosa che non quadra, ho solo esposto quello che ritengo abbastanza probabile stando alle mie conoscenze, io sono ancora in ricerca e soffro di molti vuoti interiori. I punti che ho toccato non mancano di contraddizioni e stranezze...

Detto ciò, alla domanda "perché non ci vogliamo bene?" naturalmente come qualcuno ha precisato:

- se per "bene" intendiamo perché non cerchiamo il piacere, allora la risposta è "certo che ci vogliamo bene, cerchiamo sempre il piacere, ad ogni costo, e cercare Dio è l'ultimo più grande piacere"

- se per "bene" intendiamo un ideale di perfezione di come potrebbe essere bello questo mondo, insomma il Bene sommo, la gioia vera, l'amore sincero, mi sento di dire che è una questione di cecità, molti non vedono e non immaginano che il mondo può davvero cambiare, molti credono che finita la loro vita finisce tutto, da qui perché rispettare l'ambiente, evitare di rovinare il mondo con rifiuti radioattivi, rispettare gli altri che non sono me e quando me ne "vado" (muoio) non li rivedo più, perché avere scrupoli di arricchirmi (in ogni senso) a danno degli altri? Non ci vogliamo Bene in questo senso perché non vediamo la verità, né il Bene, l'uomo egoisticamente cerca il Bene per sé e gli altri diventano un mezzo, a volte un mezzo che riceve vantaggi, a volte un mezzo da "divorare", ma alla base c'è ignoranza.

L'umanità non conosce l'interconnessione che esiste tra tutti gli esseri viventi, non capisce che la vita è immortale perché vive, è ignoranza, che genera paura e si aggrappa alla menzogna della morte, da cui una distorta visione del mondo che ci deforma, perché noi siamo quello che vediamo (non ricordo chi l'ha detto ma condivido), infatti proprio per questo io davvero non riesco ad accusare nessuno, secondo me non esiste colpa solo cecità (cioé ignoranza-malattia), con questo non risolvo niente, devo dire che soffro tanto a causa di questo mondo malato-imperfetto e la cosa che più facilmente mi deprime, è dato che Dio ha creato il mondo, perché ci lascia così abbandonati?? Abbiamo un Padre e una Madre e mai possibile che non ci si può neanche parlare??

Ma una nuova idea che ho incontrato da qualche mese, forse cambia un po' le carte in tavola... l'idea è che noi siamo parte di Dio, ed una cosa sola in Dio, e per qualche motivo, non c'è stata una caduta che trovo paradossale in un mondo di perfezione originario, ma una scelta di sperimentare le conseguenze di questa "caduta", mi rendo conto che è strano, contradditorio, in effetti non convince in pieno neanche me, e ancora ricerco, mi verrebe da dire "ma cosa ha cercato Dio in questo suo grande disegno??" mi sembra assurdo...

Spero di non aver messo troppa carne sul fuoco, un po' mi sono sfogato... un po' spero di aver detto qualcosa di interesante. Per concludere alla domanda "perché non ci vogliamo bene?" mi sentirei di rispodere "perché Dio ci ha abbandonato e non sappiamo perché" oppure "perché noi abbiamo scelto di sperimentare tutto questo e neanche ci ricordiamo il perché".

Non soddisfa neanche me come risposta e forse sono entrambe sbagliate, ma un tentativo tocca farlo...
Zero is offline  
Vecchio 23-09-2007, 21.47.41   #27
vero
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Riferimento: Perché non ci vogliamo bene?

x Zero
sai,io non penso proprio che Dio ci abbia abbandonati..siamo solo noi che non sappiamo sentirlo..e lo cerchiamo fuori di noi,come se fossimo seguaci e che volessimo adorarlo,ovvunque sia..come se talvolta la nostra vita fosse una sua ricerca come meta,che includerebbe la felicità..da sé...
invece per me non è cosi...
si puo' credere in cio che si vuole,in un Dio,in una presenza divina,in qualunque cosa,anche nell'energia stessa della vita che ci anima..nel mio caso ho letto Osho,Chopra,e ognuno di loro presenta le cose in modo particolare,chi piu scientifico,chi piu hindù...ma non cambia nulla...
cio' che accade non accade per caso..e certamente non per la potenza di una volontà fuori di noi..siamo noi che lo crediamo,siamo in qualche modo condizionati mentalmente,e non riusciamo più a scoprire cio' che è realmente,senza nessuna volontà esterna..per esempio la natura..se la osserviamo,vediamo che va da sé,la vita fluisce come deve,segue il suo corso..da sempre(salvo tutte le manipolazioni che l'uomo ha fatto daneggiandola)..e noi siamo animati dalla stessa energia..che fluisce da sé..solo che la nostra mente "pervasa" di ego..non sopporta di non controllare e la vuole manipolare e dirigere..e la vita si ribella..
se hai letto quella lettera..se ti è piaciuta..ne avrai colto il senso,anche se tinto dalle sfumature della tua sensibilità..vedi,io penso che Dio c'è..se ci vogliamo credere..ma è già presente,è in noi,siamo parte del divino,animati dai stessi sentimenti di amore immenso...solo che molto spesso ce lo siamo scordati...sotto i vestiti che indossiamo,le desillusioni di vita,le aspettative,il condizionamento mentale da noi subito,l'educazione,le religioni...tutto cio' ci ha fatto allontanare da noi stessi..

Osho dice:" voi siete già....solo che ve lo siete scordati"

secondo me non è stato Dio ad avere tale o tale intento assitandoci al quotidiano o meno...ma siamo noi che non apriamo gli occhi..abbiamo lenti deformanti che ci impediscono di percepire e di agire sempre solo col cuore..siamo talemnte "ego" che pensiamo che tutto debba gravitare intorno a noi...quando difatti il mondo gira benissimo anche senza di noi...sta a noi la scelta..di farne parte o meno...di accettare o meno..di cercare inanzitutto noi stessi,per capirci,sentire il disegno di vitache è nostro,e poi ci sapremo relazionare cogli altri in modo molto piu amorevole,e potremo seguire il nostro cammino di vita..
ognuno è a sé...Dio non fa copie...la massima tolleranza aiuta a capire la mente altrui,e a non voler predicare per convincere..chi ha la volontà di capire farà cio' che ritiene opportuno...per se stesso prima..e poi lo potrà condividere con chi desidera..

ps:anch'io ho tediato..se hai letto fino in fondo..e che risponderai,vedremo di proseguire...
vero is offline  
Vecchio 24-09-2007, 01.30.18   #28
Zero
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Riferimento: Perché non ci vogliamo bene?

x Vero
Tutte le citazioni sono di Vero

Citazione:
non penso proprio che Dio ci abbia abbandonati..siamo solo noi che non sappiamo sentirlo..e lo cerchiamo fuori di noi
Anch'io voglio credere che Dio in realtà abbia a cuore la sua creazione, il difficile è che a volte (forse spesso) non riesco a vederlo...

Citazione:
come se talvolta la nostra vita fosse una sua ricerca come meta
Hai ragione nel post precedente ho tralasciato un dettaglio fondamentale, non devo dimenticarmi che Dio è perfetto, non è possibile che cerchi e voglia qualcosa, Lui è la Sorgente che sempre da.

Il problema è che proprio per questa sua perfezione io mi aspetto di vederla nella creazione, se ammiro la natura e l'universo, certamente sono un'opera d'arte, se sospendiamo il giudizio (su catena alimentare, disastri naturali, malattie, lotta per la sopravvivenza...) è comunque stupefacente la vita che impregna ogni essere, i colori, le energie e le forze che danzano secondo leggi e si mostrano maestose, a volte fragili, come insetti, piccoli, quasi insignificanti eppure mai dimenticate dal Grande Spirito che tutto muove, che tutto nutre e tutto richiama a sè. La meraviglia è la firma dello Spirito Creatore dentro tutte le sue opere.

Citazione:
cio' che accade non accade per caso
Su questo non ho dubbi, sia per ragionamenti che per certe esperienze personali, e tante letture, non credo che vi sia il caso.

Citazione:
siamo in qualche modo condizionati mentalmente,e non riusciamo più a scoprire cio' che è realmente,senza nessuna volontà esterna..per esempio la natura..se la osserviamo,vediamo che va da sé,la vita fluisce come deve,segue il suo corso..da sempre(salvo tutte le manipolazioni che l'uomo ha fatto daneggiandola)..e noi siamo animati dalla stessa energia..che fluisce da sé..solo che la nostra mente "pervasa" di ego..non sopporta di non controllare e la vuole manipolare e dirigere..
Quanto vorrei essere libero come un bambino! Sono una persona molto complicata e proprio per questo sono innamorato della semplicità assoluta, la figura di S. Francesco devo dire che esprime quel genere di spontaneità genuina e innocente con la quale vorrei vedere il mondo, ma il dramma è che a volte mi sembra un'impresa impossibile, non capisco bene dove è il blocco in me, cosa mi deve rendere così intricato nella comprensione delle cose, perché devo complicare tutto.

Citazione:
vedi,io penso che Dio c'è..se ci vogliamo credere..ma è già presente,è in noi,siamo parte del divino,animati dai stessi sentimenti di amore immenso...solo che molto spesso ce lo siamo scordati...
Concordo, anch'io sono convinto che vi è un Sè superiore che è presente ed incorruttibile nel cuore di ogni uomo, ma anche di ogni animale, e di ogni pianta e minerale, l'Ego è quello che potremmo definire il diavolo, colui che ci divide dal nostro vero autentico io, ci divide dal nostro Sè, so anche che anche l'Ego ha il suo posto, nulla è male in modo assoluto al massimo è impuro, cioé non al suo posto, come intervenire su di me non l'ho ancora capito, c'è chi parla di meditazione, chi di preghiera, chi di svuotare la mente, chi di distacco da tutto, etc. ho anche provato molte di queste strade alcune per molti mesi (preghiera), altri per poche settimane (meditazione), ma non mi sembra di far bene le cose, non le capisco, non mi soddisfano...

Mi sono reso conto che sono tante le persone che vivono la religione come una tecnica, in cui devi fare questo-questo-e-questo e allora sei apposto, Dio non ti lascierà fuori dal suo Regno. Questo atteggiamento non è in mala fede, non voglio criticare nessuno, ma è deludente, manca di sale, ci sono anche persone semplici che sono positivamente coinvolte, ma sono una rarità. Io non mi sento migliore dopo certe "pratiche" sono ancora in ricerca, Dio non l'ho trovato...

Solo che quando mi rendo conto di essere solo in una ricerca così difficile, comincio ad avvertire quell'abbandono di cui parlavo prima... e penso forse sbaglio ad assumere questo atteggiamento, forse la verità non è così bella come mi aspetto, forse da solo non posso farcela, forse tutti questi "forse" sono il mio Ego che dovrei mettere a tacere... insomma non so che pesci prendere...
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Vecchio 24-09-2007, 09.18.42   #29
vero
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x Zero

Tratto da Osho:"Con te e senza di te"
"Guatama il Buddha non è un buddhista.La parola "buddha" vuol dire semplicemente "il risvegliato",colui che è uscito dal sonno.Mahavira,il giainista,non è un giaianista.La parola "giaina" vuol dire semplicemente"colui che ha conquistato se stesso".Il mondo ha bisogno di una grande rivoluzione grazie alla quale ogni individuo troverà la propria religione dentro sé.Non appena le religioni diventano organizzate,diventano pericolose;in realtà,diventano politica mascherata da religione.Ecco perché tutte le religioni del mondo cercano di convertire sempre piu persone al proprio credo.E la politica dei numeri:chi ha il numero piùalto è più potente.Ma nessunio sembra interessarsi a portare millioni di persone a se stesse.
Il mio lavoro consiste nel farti uscire da qualsiasi tipo di organizzazione:infatti,la verità non puo' mai essere organizzata.Devi andare da solo in pellegrinaggio,perché il pellegrinaggio sarà interiore.Non puoi portare nessuno con te.E devi abbandonare tutto cio' che hai imparato dagli altri,perché tutti quei pregiudizi distorceranno la tua visione impedendoti di vedere la nuda realtà del tuo essere.La nuda realtà del tuo essere è l'unica speranza di trovare Dio.
Dio è la tua nuda realtà,priva di decorazioni e aggettivi.Non è limitata dal tuo corpo,dalla tua nascita,dal tuo colore,dal tuo sesso,dal tuo Paese.Semplicemente non è limitata da nulla.Ed è vicinissima,a portata di mano.
Basta un passo verso l'interno e sei arrivato.
Per migliaia di anni ti è stato detto che il viaggio verso Dio è lunghissimo.Il viaggio non è lungo,Dio non è remotissimo.Dio è nel tuo respiro,nel battito del tuo cuore,nel tuo sangue,nelle tue ossa,nel tuo middolo.E sufficiente un solo passo:chiudi gli occhi ed entra dentro di te.
Ci potrebbe volere un po di tempo,perché le vecchie abitudini sono dure a morire:anche se chiudi gli occhi,i pensieri continueranno ad affollarsi in te.Quei pesnieri vengono dall'esterno e la tecnica,segiuta da tutti i grandi veggenti del mondo,consiste semplicemente nell'osservarli,nell'essere un testimone.Non condannarli,non giustificarli,non razionalizzarli.Resta in disparte,indifferente;lascia che passino.Se ne andranno.E quando la tua mente sarà assolutamente silenziosa,senza alcun disturbo,avrai compiuto il primo passo verso il tempio di Dio.

Il tempio di Dio è formato dalla tua consapevolezza.
Non puoi arrivarci in compagnia dei tuoi amici,di tua moglie,dei tuoi genitori.
Ognuno deve entrarci da solo."

ps:dopo averti messo il post precedente ieri sera,ho preso il libro che stavo leggendo..e ho letto quel passaggio..sarà fortuito?no,non penso..ci sono sempre segni sul cammino,ed è per questo che te l'ho voluto citare ora...
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Vecchio 24-09-2007, 09.32.03   #30
emmeci
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Riferimento: Perché non ci vogliamo bene?

Torniamo alla domanda iniziale (“Perché non ci vogliamo bene?”): chi l’ha fatta potrebbe far presuppone che lo stato naturale dell’uomo sia improntato all’amore o per lo meno a ciò che qualche filosofo chiamava simpatia: propensione a mettersi nelle condizioni o nei sentimenti degli altri, comprendere le loro difficoltà ed essere pronti a soccorrerli. Invece mi sembra che per VanLag l’amore è fondamentalmente amore di sé ed è la scriteriata assenza di questo amore che rende assurda la vita degli uomini. Forse - qualcuno potrebbe rispondergli - non è l’assenza dell’amore di sé che ci rende infelici, ma la mancanza di amore per gli altri.
Eh no, non è così semplice; perché, di fronte alle difficoltà della vita, ai pericoli che ad ogni momento si affacciano, alla diversità delle condizioni, insomma di fronte al fatto che, come dice Heidegger, noi “siamo gettati” nel mondo senza che nessuno ci abbia chiesto se siamo d’accordo o ce ne abbia dato qualche fuggevole accenno, non sembra agevole e tanto meno normale “volersi bene” (sempre supposto che sia questa la chiave del paradiso). Supponiamo che l’uomo nasca tanto buono da offrire il suo amore – appena aperti gli occhi alla vita – a chi gli è intorno e lo nutre e lo cura: ma ecco che negli occhi che ha innanzi appaiono lampi di malumore o stanchezza, che il padre è – come si suol dire - un padre padrone, che gli si impongono regole che non gli vanno a genio, che se ha dei piccoli amici questi gli rubano le sue cose….Perché dovrebbe voler bene al mondo in cui si trova gettato? E quando intervengono educatori e maestri….Insomma, noi non nasciamo in un’idillica arcadia, anche se forse non tutti in una valle di lacrime, ma certo di mali di pancia, di delusioni e di rabbie. Forse un pessimista direbbe che l’amore non è la condizione naturale per l’uomo, io preferirei dire che è soltanto un sogno o meglio un fine a cui tendere, una costruzione che è appena agli inizi e che VanLang potrebbe mettere in conto fra le opzioni possibili. Lo stato naturale dell’uomo non è il bene ma il male – direbbe Hobbes - anche se la Bibbia dice che siamo stati noi a causarlo e Rousseau ribadisce che tutto deriva dal fatto che obblighiamo i bambini ad andare a scuola uscendo dalla condizione beata di animali e selvaggi, subito corretto da Freud che sarebbe pronto a ribattere: sì, se soltanto il bambino potesse scacciare il padre dal letto materno senza dover andare incontro al destino di Edipo.
Ma a che scopo questa giaculatoria che potrebbe, almeno per un pessimista, non avere fine? Forse soltanto a supporre che la bontà dell’uomo è un pio sogno e che il bene – se la sua coscienza ne ospita appena una larva – è qualcosa che deve germogliare e fruttificare – quando? - forse domani. Il male è qui, il bene …..chi sa? A meno di accontentarsi di quelle pagliuzze che sentiamo brillare nel nostro egoistico cuore e possono tradursi nell’offerta di un aperitivo o in un bel gesto di galanteria
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