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31-08-2007, 14.55.15 | #52 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 19-03-2007
Messaggi: 216
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Riferimento: Scienza e verità
Citazione:
Il metodo analogico o simbolico ha un intento didascalico, ma non normativo. Serve cioè per spiegare, ma se pretendiamo di utilizzarlo operativamente, per trarne conclusioni operative, sbaglieremo sicuramente. Per giungere alle conclusioni serve il metodo scientifico, non il metodo analogico. Per di più sarà anche vero che la gente fa fatica a capire, ma se il concetto è complesso non è che semplificando la spiegazione miglioriamo la situazione... un concetot difficile rimane difficile! |
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31-08-2007, 19.21.02 | #53 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-05-2007
Messaggi: 107
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Riferimento: Scienza e verità
Un altro aspetto importante della questione è il rapporto tra verità e linguaggio (logos per i Greci ).Per esprimere i concetti noi usiamo le parole, ma non è chiaro che legame ci sia tra il termine e il concetto che vi sta dietro: il fatto che vi siano diverse lingue mi sembra un chiaro indizio della convenzionalità del linguaggio, del suo non-rapporto con l'esperienza.Lo stesso concetto si può esprimere con più parole e non possiamo assolutamente dire qual'è il termine più adeguato, più vicino alla verità dell'esperienza che vi sta dietro.Non a caso Nietzsche, riprendendo i sofisti greci, definisce il linguaggio come "puro sistema di metafore" e la parola come "riflesso sonoro di uno stimolo nervoso".Di conseguenza, anche la conoscenza che esprimiamo con il linguaggio è aleatoria e discutibile, mai definitiva:l'utopia della conoscenza assoluta è espressa dal mito della torre di Babele, dove si proietta nel passato un fondamentale desiderio di verità dell'uomo.
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01-09-2007, 01.45.21 | #54 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 19-05-2007
Messaggi: 189
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Riferimento: Scienza e verità
ma appunto. correttezza e validità logica portano a "verità" tali nel sistema in cui sono definibili. stop.
Inoltre è ovvio ke la scienza debba essere spesso presa come "strumentale" alla descrizione d una qlke realtà, ma a livello astratto e stilizzato. Ma ki fa scienza qsti limiti li conosce bene! (non azzardo a dire lo stesso su ki fa altro....ke spesso ha atteggiamenti superbi e aprioristici) Citazione:
quoto in pieno, detto bene e senza tanti giri, questa è la differenza tra "spiegazioni ontologiche" e puri fatti controllabili scientificamente...ecco xkè sebbene la consocienza scientifica sia limitata essa cmq è l'unica in grado d darci certezze maggiori ke nn le altre conoscenze, almeno a livello pragmatico e operativo...ke poi è qllo ke s vuole. ciao |
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23-09-2007, 09.22.43 | #55 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: Scienza e verità
Uno scontro fra religione e scienza è indubbiamente in corso o meglio non è mai terminato da quando la scienza si è insediata sul trono del sapere; e mentre scienza e filosofia hanno cercato di trovare rapporti per lo meno di buon vicinato, dapprima quando la stessa filosofia si autodefiniva scienza, poi quando gli idealisti pretesero di dar forma a una filosofia della natura e gli empiristi ad una natura che avocava tutto a sé, alla fine (oggi) dichiarando che un filosofo non possa essere riconosciuto tale se non sa capire o usare la logica delle scienze, fino ad auspicare un’effettiva collaborazione delle due discipline, perché né l’una né l’altra, separate, possono sperare di giungere alla verità. Infatti, se qualcosa di fondamentale le accomuna distinguendole dalla religione, è che entrambe – scienza e filosofia – “cercano” la verità, mentre la religione l’ha già da sempre trovata. E questo significa che scienza e filosofia non escono dal dubbio, mentre per la religione il dubbio è un errore se non una colpa.
E con questo parrebbe di aver risolto il problema sollevato dalla domanda iniziale, con buona pace di entrambe le parti. Ma questo non ha fatto che rendere invece più acuto se non insanabile il contrasto scienza-religione, che oggi vediamo portato a un nuovo punto d’incandescenza coinvolgendo ovviamente anche la filosofia, come è dimostrato dagli interventi che si susseguono in questo forum. Sì, è un conflitto tornato di moda e non solo in Italia, se in Inghilterra Richard Dawkins – “uno dei più brillanti divulgatori ed esponente di punta dell’ateismo militante anglosassone”, come lo definisce l’Avvenire - ha venduto milioni di copie del suo libro “The God delusion” in cui dimostra, per verità con soverchia se non offensiva foga e disprezzo per la controparte, la falsità di ciò che dicono le religioni e l’impossibilità che la scienza sposi la fede. E subito padre Thomas Crean con un instant-book (Catholic replies to professor Dawkins) si impegna a smontare le tesi dell’avversario citando il nome di scienziati, vivi o morti, che pare si siano dimostrati credenti. Libri o meglio pamphlets usati per screditarsi a vicenda, come era per verità già successo in passato tra ortodossi ed eretici, giansenisti e gesuiti, cartesiani e anti-cartesiani….. Penso che di fronte a una lotta che sembra riaccendersi non solo a proposito di una teoria scientifica (come potrebbe essere quella di Darwin) ma quasi dovesse trattarsi di un aut-aut tra Satana e Dio, non resti che ritrarci nella cella della filosofia e cercare che cosa veramente differenzia religione e scienza, in modo da poter presentare se possibile un progetto di mutua comprensione se non di mutua assistenza, come si può invece profilare un fecondo rapporto fra scienza e filosofia. Una comprensione della differenza di campo in cui scienza e religione operano, cioè fisica e metafisica? Qui lo squilibrio è però netto: mentre la scienza non sa e non vuol saper nulla di fini morali o addirittura trascendenti, la religione ne fa una sua ragione di vita. La questione dell’esistenza di Dio? Certo la scienza non ha mezzi per dimostrarla mentre la religione ha accumulato prove su prove sfiorando, con la quinta prova di san Tommaso, il campo della scienza e apprestandosi forse, col ripudio del darwinismo, a entrarvi coraggiosamente, anche se gli errori commessi al tempo di Copernico e Galileo dovrebbe suggerire prudenza. E se cercassimo, pur di sollecitare un accordo, di sgridare la scienza piuttosto che la religione, ricordando che anche la scienza qualche volta tradisce il suo metodo (magari il popperiano criterio della falsificabilità) quando sostiene una teoria come un dogma e – direbbe Hume - dimenticando che nessuna induzione è sicura. Dunque un pizzico di dubbio o almeno di umiltà potrebbe essere utile a entrambe – scienza e religione – se mai questo sia giudicato possibile. Una prova di umiltà che alla fine dovrebbe essere estesa anche alla filosofia, a evitare che il filosofo sia tanto sicuro del proprio sistema da non voler più dubitare, quando invece, prima di formularlo, aveva giovanilmente creduto che l’incertezza fosse – come per Socrate – l’ostetrica del sapere. Si potrebbe dunque mettere in riga tutti e tre i contendenti e cercare, con questo criterio, chi ha più chances di arrivare alla verità: a meno di suggerire, come forse farebbe Nathan il saggio, un regime di tolleranza. |
23-09-2007, 12.49.00 | #56 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: Scienza e verità
Caro emmeci
Citazione:
Quando si scrivono frase del genere è mia abitudine chiedere: cosa intendi per verità ? Citazione:
L’attaccamento ad una teoria considerata verosimile è garanzia per il metodo scientifico. Se accogliessimo ogni sorta di farneticazione di un singolo come verità che smonta il modello di una teoria consolidata non saremmo rigorosi ma delle banderuole che svolazzano a seconda del venticello che soffia. Nessun dogma dunque, richiediamo unicamente che chi pretende di confutare teorie accettate lo faccia con rigore e con una mole di dati equiparabili a quelli che hanno definito verosimile la teoria attaccata. Non solo, pretendiamo che chi presenta una ipotesi nuova dia conto di nuovi dati che la vecchia teoria non era in grado di spiegare. Solo procedendo in questo modo la nuova ipotesi sarà migliore e porterà a nuova conoscenza. Saluti Andrea |
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24-09-2007, 11.46.48 | #58 |
Ospite abituale
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Riferimento: Scienza e verità
Ovviamente non puoi pretendere, spirito!libero, che il problema della verità, che ha attraversato tutta la storia della filosofia con le soluzioni più varie, possa essere risolto con un messaggino. Comunque, per quanto mi riguarda, io lascio da parte le formule empiriche o logiche di esplicazione, cioè quelle che affermano la verità come corrispondenza a ciò che si sperimenta o a uno modello logico di verifica. Heidegger, come è noto, insiste sul senso etimologico della parola - che in greco è “non nascondimento” cioè autorivelazione dell’essere – ma qui siamo già nell’ambito di una verità per così dire sacra, vicini a ciò che è proprio di una filosofia che diventa fede….. Comunque, se proprio vuoi, preferisco attenermi al senso comune della parola, che identifica verità con ciò che è evidente – soltanto spingendolo, attraverso il dubbio filosofico cioè il dubbio che non ha fine, verso una evidenza certa, incontestabile ed assoluta: il che comporta che la verità non sarà mai raggiunta, anzi esiste solo nella ricerca di essa, mentre ogni volta che la si crede raggiunta, è o può essere non verità. (Agostino potrebbe dire: se non me lo chiedete, so cos’è verità, ma se devo dire cos’è non lo so più). Ed ecco perché non ho voluto nel mio precedente intervento scegliere fra verità religiosa e verità della scienza, suggerendo – almeno provvisoriamente - la tolleranza di Nathan il saggio, alla sola condizione di non frenare l’ansia di verità, cioè lo sforzo di trovare - con la scienza o la fede - quale è l’anello prezioso di cui siamo in cerca.
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24-09-2007, 21.55.10 | #59 |
Ospite abituale
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Riferimento: Scienza e verità
sottolineo soltanto ancora una qstione.
il dubbio è il punto d partenza della verità latu sensu (scientifica, morale, religiosa ecc) e nemmeno la scienza osa parlare di coerenza logica come condizione equivalente o anke solo sufficiente x la c.d. verità. Sarà poi la logica stessa (nel suo momento descrittivo) ad adattarsi alle nuove risultanze dei fatti. La scienza è unica garanzia d verità (limitata, ristretta, alla ns portata certo, nn certo d qlla verità assoluta o metafisica delle cose) proprio xkè s basa sui meri fatti inquadrati a monte in un modello falsificabile e xforza d cose induttivo. Essa è la via maestra alla verità, la sola verità davvero conoscibile in modo accurato, anke xkè è conscia dei suoi limiti e dell'ambito ristretto in cui essa puo' adoperare le sue potenzialità. |
28-09-2007, 14.49.33 | #60 |
Ospite abituale
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Riferimento: Scienza e verità
Sì, Crono 80, ma forse c’è qualcosa di fondamentale che la scienza deve riconoscere al di là della scansione delle sue specialità, e cioè ammettere quei passaggi di livello che l’evoluzione ha imposto alla natura e che, se una volta spingevano a immaginare fantastiche essenze o spiriti alchimistici e vitalistici, giustamente dimenticati, esigono però un approccio mentale diverso - come il passaggio dal mondo della fisica a quello della chimica, da questo al mondo della vita, dal mondo della vita al mondo dell’umanità e della cultura: ognuno dei quali richiede terminologia, misure, parametri e mentalità differenti…. Con uno sforzo che sembra particolarmente difficile quando si cercano i rapporti fra fisiologia e intelligenza o tra fisica-chimica e intelligenza e si escludono – per timore di lesa scientificità – che si debba parlare di intelligenza in termini diversi da quelli coi quali si può parlare di meccanismi più o meno sofisticati (oggi equiparati a funzioni computeristiche). Ciò che ha causato la messa al bando, per l’uomo, non solo di termini come anima e spirito ma come psiche e fra poco anche mente, sostituendoli con altri che richiamino una più evidente raffigurabilità spaziale e possibilità di misura: ciò che aveva quasi causato, al tempo dello strutturalismo, la riduzione di tutte le attività umane a combinazioni di elementi di un unico grande sistema….Col che naturalmente non voglio certo sostenere che l'uomo sia un essere privilegiato su tutti e tanto meno il fine della scala naturae, ma che la varietà è al centro dell'evoluzione o - come diceva Darwin - è il "sale della vita".
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