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07-04-2007, 17.28.02 | #52 | |||
Moderatore
Data registrazione: 16-10-2003
Messaggi: 1,503
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Riferimento: Tu esisti?
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Resta tuttavia il fatto che, di suo moto proprio, la mente funziona esattamente come ho detto. La mia come la tua. Per averne una verifica sperimentale è sufficiente che prendi un qualunque pensiero, lo blocchi e poi vai a ritroso sino alla sorgente che ha originato (tramite catena associativa). Ti accorgerai ben presto che è così. Citazione:
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07-04-2007, 17.37.39 | #53 | |||||
Moderatore
Data registrazione: 16-10-2003
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Riferimento: Tu esisti?
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07-04-2007, 19.02.13 | #54 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-12-2006
Messaggi: 317
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Riferimento: Tu esisti?
Tutti i modelli di pensiero sono destinati a convergere e a
globalizzarsi in un unico pensiero fino a scomparire Ogni sforzo del pensiero di rivendicare la propria legittimita' e' inutile.. la conoscenza e' un patrimonio comune, non sta' all'interno del cervello.. |
20-04-2007, 14.05.00 | #55 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-11-2006
Messaggi: 349
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Riferimento: Tu esisti?
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il pensiero è passato la verità e nel presente...vivi la verità non osservare tutto attraverso il tuo se, che altro non è che accumulo di esperienze, poi avrai la risposta di quanto chiedi.... forse semplicemente non c'è ne un me ne un voi, ma semplicemente un movimento unico.... |
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20-04-2007, 21.21.36 | #56 |
Ospite
Data registrazione: 18-04-2007
Messaggi: 29
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Riferimento: Tu esisti?
Ammetto di non aver letto tuttissimi i post precedenti..perdonatemi ma penso comunque di aver seguito le linee generali e più nello specifico di alcuni.
Riprendendo in parte il discorso che portano avanti freedom e odos vorrei un attimo capire cosa,freedom, intendi per ricordo.. insomma... Razionale ti ha portato l'esempio delle tue esperienze e tu, traducendo la sua definizione, la trasformi semplicemente nella parola "ricordo". Poca differenze poni tra le due cose..anzi le fai coincidere e forse questo è proprio il tuo intento. Beh..ma non è proprio così. Insomma le esperienze sono l'unione tra sensazioni ed istinti, percorsi che in passato ci hanno portato a certe scelte piuttosto che ad altre. I ricordi sono qualcosa di più incorporeo, che a differenza delle esperienze, richiamiamo alla coscienza in varie occasioni..(siano queste occasioni momentanee, spontanee o ponderate). Certo tu dici che le nostre esperienza vengono condizionate dai RICORDI delle esperienze passate. è in questo caso che vediamo la differenza tra le due cose.. Sembra di tentare di districare la massa dell'indovinello dell'uovo e della gallina. Viene dunque prima il ricordo o l'esperienza? Di certo abbiamo vissuto un esperienza prima del nostro primo ricordo..e razionalmente la risposta ricadrebbe sull'esperienza. Ma ragionando sul piano d'importanza dei due oggetti presi in considerazione è impossibile certo arrivare ad una conclusione. ( e se si crede nell'immortalità dell'anima o addirittura nella reincarnazione allora non è neppure certo che razionalmente si è vissuta un esperienza prima del nostro primo ricordo). Non trovando dunque un filo d'arianna in questo labirinto di pensieri si è cercato di porre nel tempo un pilastro che ci definisce come viventi. E che allo stesso tempo definisce i viventi come esistenti. Che Razionale ci ponga sul piano contrario a quello di cogito ergo sum non cambia le cose. Il dubbio resta anche solo per il fatto che, metaforicamente parlando, facessimo parte tutti di un sogno..(magari ognuno del proprio personale)..la nostra mente tenderebbe comunque a richiamare i ricordi di queste nostre esperienze orfiche. Senza però dimostrare che noi trascendiamo dal sogno..(cioè che noi esistiamo come realtà). Dimostrando solo che nel suddetto sogno ho vissuto delle esperienze più o meno lontane..non che il mio corpo ha vissuto delle esperienze a parte a cui il mio pensiero tende..(inutile dire che ogni azione è condizionata da un ricordo..almeno quelle che ci richirdono di spendere due minuti per pensare a ciò che stiamo facendo..). Non dimostro dunque la mia esistenza con il ricordo..non dimostro la mia esistenza con il pensiero..che resta comunque condizionato dalle mie esperienze. Cosa dunque mi dimostral'esistenza del mio io e del mondo che lo circonda? Si ritorna dunque alle SENSAZIONI che ho leggiucchiato da qualche parte nei vari post. Le sensazioni ci guidano, insieme ai ricordi, tramite le nostre esperienze "presenti"( non amo molto la definizione di presente..perchè non trovo abbia molto senso e quindi la metto tra virgolette). Ciò che dunque mi permette di mettere a fuoco la mia esistenza è il pericolo dell'annullamento della stessa e la sensazione, la corporarietà del mio essere è l'unica cosa che mi può svelare se la mia esistenza abbia un senso o meno. Se squarcio il telo apollineo della razionalità che mi permette il ragionamento tramite il pensiero scopro la realtà del corpo, la realtà che forse è la realtà dell'essere.La realtà dell'io. Che sia soggettiva o collettiva poco importa. E se squarciando questo velo apollineo non trovassi nulla allora probabilmente scoprirei di non esistere fisicamente..cioè di non esistere nel senso che vogliamo dare a questa parola. Resterei dunque un essere figlio del pensiero..che resta nella definizione ristretta di esistenza in quanto il suo campo esistente è unicamente quello del pensiero.. E dunque, probabilmente, scoprirei di esistere in entrambi i casi. |
27-05-2007, 20.04.02 | #57 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Tu esisti?
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tutte ipotesi...nessuna certezza...certo però che la mente di Cartesio è stata comunque geniale, nonostante non sia arrivato ad una verità assoluta... |
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01-06-2007, 11.21.05 | #58 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Tu esisti?
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Ma freedom cosa dici..... presumi che i pensieri nascano dalla memoria e affermi di non potere esserne sicuro facendoti convincere da RAZIONALE..... ma signori qualcuno provi a pensare senza utilizzare la memoria ...è impossibile! Se non avessi memoria neanche sapresti a cosa corrispondono colori, profondità di cio che vedi.........questa non è religione e scienza.! le sensazioni sono realtà i pensieri sono interpretazione della realtà.... I pensieri non sono un male sono una gran cosa ....è credere di essere l'accumulo di essi che è deliterio..... Tu non sei il tuo pensiero anche se ti sembra assurdo è così.....!!! |
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01-06-2007, 11.26.07 | #59 |
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Riferimento: Tu esisti?
tu esiti....
bene intanto "tu" cosa..... io come corpo , materia , ecc,,,,,mi pare ovvio esisto....ho una forma, un peso , un colore...sì direi che esisto...... opps....forse vi riferite a quella rana che vi parla in testa.....a bhè esiste anche quella.....è la vostra memoria, è l'accumulo delle vostre esperienze che creà continuita tramite l'io.....ne volete una prova bhe se fossi senzamemoria non sapresti chi sei mi pare molto banale e logico.... dunque non siamo il nostro passato ma siamo il nostro presente, la rana è il passato e adesso è diventata il vostro centro il vostro "io" tanto che chiedete "esisto? chi sono?" è la rana che lo chiede..........non voi. Oppure l'idea di un "io" è propria della rana e non avendo mai provato a vivere senza rana non capite che la parola "io" non ha alcun significato... Adesso sparate a zero tanto ognuno dentro se sa se ha detto cose che ha letto oppure cose che vive....! Buonachiaccherata con la rana |
11-06-2007, 16.44.50 | #60 |
Ospite abituale
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Riferimento: Tu esisti?
Una levata di scudi contro Cartesio? Contro chi ha l’immortale merito non di aver inventato l’io-penso ma di aver posto l’atto filosofico sulle sue basi - indipendentemente da qualsiasi ideologia razionale od empirica – cioè sul dubbio filosofico. Piuttosto credo che si possa essere d’accordo sul fatto che egli non ha dubitato abbastanza, e che il suo diavolo è un diavolo bonaccione, che, se non altro, ha lasciato a Cartesio la certezza (o l’illusione?) dell’ego, del cogito e del sum.
Detto questo bisogna tuttavia chiedersi: se il dubbio deve essere esteso a tutto ciò che si percepisce e si pensa, compreso l’io-penso (e ovviamente l’esistenza degli altri), dove può stare la certezza alla quale d’altra parte aspira la filosofia, come è testimoniato da ogni frase che si traccia su questo schermo? E se, come mi pare di capire, la conclusione del dibattito è: sia pure tutto un’illusione, ebbene, accettiamola senza tragedie, cioè viviamo e moriamo in essa, mi pare che rinunciamo al ruolo di filosofi sia pure itineranti. Perché la filosofia non è nata dalla meraviglia come diceva Platone (e con lui Emanuele Severino) ma dal bisogno o dalla ricerca di verità. Verità, non adattamento ad una falsa verità. E allora bisogna vedere se qualcosa rimane avendo accolto il dubbio integrale, e credo che qualcosa rimane, cioè proprio “la verità”, anzi “l’assoluta verità”. Perché nessuno potrà mai negare che un’assoluta verità ci sia, anche se non la conosciamo e non la conosceremo mai, anche se dovesse essere diversa da qualsiasi cosa che potrà essere detta e pensata, perché essa è là, imbattibile e inesorabile – essere o nulla, materia o spirito, Cartesio o Hegel, Nietzsche o Papa Ratzinger o magari ciò che pensa uno sconosciuto incontrato per strada. Anche se non c’è nessuno che la tenga in serbo dentro di sé. Un Dio o un piccolo insetto destinato a morire. Ma la Verità c’è, e ci deve bastare questa certezza per metterci alla sua ricerca, cioè per fare filosofia. |