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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 22-01-2007, 14.05.58   #121
maxim
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Riferimento: L'atto sessuale come costituente dell'uomo

Citazione:
Originalmente inviato da bside
>Una precisazione "naturalistica".
>I rarissimi episodi di omosessualità in natura (negli animali per intenderci) sono >solo dei surrogati e delle scimmiottature dell’atto sessuale procreativo e >riguardano esclusivamente il sesso maschile.

Allora ti consiglio la visione di OUT OF NATURE un documentario di Menendez (che non vedrai mai sulla TV italiana) sull'omosessualità nel mondo animale. Di esempi ed immagini di accoppiamenti ne troverai moltissimi:scimmie, delfini, elefanti,pinguini, polpi, gazzelle...con tanto di commenti di etologi e biologi...
Informati sulla vita sociale delle scimmie bonobo...troverai che la sessualità diffusa tra accoppiamenti omo, etero o bi, non solo non compromette la loro sopravvivenza, ma ha generato una società priva di conflitti, aggressività e gerarchie.

Ti ringrazio per la segnalazione ma ho smesso di credere ai documentari da quando ho scoperto che per onor di cronaca, le notizie che ci arrivano relative agli animali con i quali ho l'opportunità di vivere direttamente, sono completamente assurde.

Non vivo con le scimmie bonobo ma ti invito a riguardare attentamente le loro immagini per scoprirne la differenza tra l'atto sessuale compiuto per "gioco" (sia etero che omosex) e quello relativo all'accoppiamento riproduttivo. Nulla a che vedere con la vera passione che si può notare nell'atto omosex compiuto dal sapiens che in certi casi, in termini di enfasi e di coinvolgimento, supera alla lunga quello a scopo riproduttivo.

Non penso quindi sia possibile giustificare l'omosessualità nell'uomo come una forma "imposta" dalla natura trascurandone così gli aspetti psicologici, culturali e societari.

L'ipotesi pseudo-freudiana del "siamo tutti gay" non mi convince assai...

maxim is offline  
Vecchio 24-01-2007, 12.19.38   #122
Eretica
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Riferimento: L'atto sessuale come costituente dell'uomo

Citazione:
Originalmente inviato da bside
Forse non ne sei a conoscenza, ma l'OMS definisce l'omosessualità una "variante naturale del comportamento sessuale umano", non un "errore del comportamento sessuale umano". Così pensa la comunità scientifica. Le tua opinione in merito è quindi senza alcun fondamento scientifico ed è illuminante su come ancora oggi l'omosessualità venga comunemente considerata: un errore, un problema, un disordine, comunque qualcosa che non è normale da cui è necessario difendersi.
Io non ho la tua stessa presunzione. Mi astengo dal dare giudizi di tipo morale sull'operato della Natura. Non mi è dato di conoscere i suoi scopi ammesso che ne abbia. Sei tu che credi che la Natura sia una pessima fabbricante e mi chiedo sulla base di cosa. Non si può affermare che l'omosessualità "verrebbe meno a quel progetto di conservazione della specie", perché tu non puoi sapere se esiste o meno un "progetto di conservazione della specie umana". O sei forse a conoscenza dei piani segreti della Natura o di Dio? E se l'uomo invece fosse destinato ad estinguersi come successo ad altre specie viventi? L'omosessualità (per l'idea che ne hai tu) sarebbe invece perfettamente in accordo con tale progetto.
Io mi limito ad osservare che l'omosessualità è sempre esistita, che esiste anche nel mondo animale e che ciò non ha mai rappresentato una minaccia alla riproduzione o conservazione della specie, che non può ridursi a mera procreazione. Perché le specie procreate poi vanno mantenute in vita ed inoltre si deve lasciare l'ambiente in cui si vive adatto per ospitare quelli che verranno dopo di noi.


>E’ innegabile che se tutti gli individui d’una specie divenissero infertili, (od >omosessuali) quella specie si estinguerebbe.

Se tutti diventassero sterili è sicuro, se diventassero gay non sarei così sicuro. Ma non si fa la storia con i se e nemmeno si può prevedere il futuro. Non puoi dire cosa succederebbe in questo caso. Io mi limito ad osservare anche qui (le speculazioni le lascio volentieri a te) che essere gay non significa essere sterili. Non significa esse incapaci di procreare. Non significa essere incapaci di amare una donna. Purtroppo i luoghi comuni abbondano...Ci sono moltissimi gay sposati o con figli e quasi tutti quelli che conosco hanno avuto storie e rapporti sessuali con donne. Etero o gay sono solo etichette che non contemplano le infinite sfumature della sessualità. L'essere gay non esclude quindi la possibilità quindi di andare con donne.

Concludo dicendo che questo non è un thread sull'omosessualità. Quindi continuate pure la vostra discussione filosofica, ma non usate l'argomento omosessualità in modo superficiale per sostenere le vostre tesi.


Nel mondo prevale una cultura omofoba che non mi appartiene. Le mie sono semplici osservazioni sui meccanismi della natura, e mai di ordine moralistico, come i tuoi preconcetti ti fanno credere; se la cultura omofoba usa il termine “errore” in senso spregiativo, io lo utilizzo in senso puramente meccanicistico. Non ho la pretesa di conoscere i fini della natura, perché nessuno sa cos’è la natura. Può essere una mente o solo un fatto casuale, ma appare evidente che essa è fatta di meccanismi nei quali ogni parte ha una sua ragion d’essere relativamente alle altre parti, e se affermo che il sesso ha lo scopo di garantire la continuazione della vita, e dato che esiste la morte degli individui, non mi sembra che tale valutazione sia frutto della mia presunzione. E’ solo per comodità di esposizione che tendo ad antropomorfizzare la natura dicendo che essa vuole, fa, escogita; in realtà cerco solo di osservarne il funzionamento.

Dici bene quando affermi che se tutti gli individui di una specie fossero sterili quella specie si estinguerebbe, ma non è così se tutti fossero omosessuali; è proprio a questo punto che cerco di arrivare: per me l’omosessualità, a differenza della sterilità che è solo fisiologica, riguarda unicamente il piano psicologico. La condizione di omosessuale non impedisce l’atto procreativo. Pertanto, se tutti gli esseri di una specie fossero omosessuali, ma solo in senso fisiologico, cioè materialmente incapaci di accostarsi ad individui dell’altro sesso, solo in tale circostanza quella specie si estinguerebbe.
Io credo, però, che l’omosessualità riguardi la sfera psicologica, tanto che vi sono state culture omosessuali, come quella greca antica, dove l’atto etero era relegato ai soli fini procreativi, e quindi scisso anche dagli aspetti emotivi come la passione e l’amore, mentre quello omosessuale era esaltato in ogni aspetto.
Tuttavia, l’induzione culturale è solo una delle cause, in quanto, generalmente, gli omosessuali sono tali per nascita. Poiché credo che la natura abbia realizzato negli esseri viventi funzioni sia biologiche che psicologiche, esaltando queste ultime negli umani, e poiché la sessualità si esprime attraverso funzioni che riguardano entrambe le sfere, fisiologica e psicologica, l’errore in questione riguarda quest’ultima. E’ qui, infatti, che si genera l’attrazione verso l’altro, e l’altro, affinché il meccanismo naturale raggiunga la sua finalità procreativa, deve essere l’altro del sesso opposto. Quando ciò non avviene, e se non avvenisse in tutti gli individui, ma, soprattutto, se la mancata attrazione verso il sesso opposto fosse assoluta ed irreversibile, si avrebbe l’estinzione della specie.
Dal momento che possiamo togliere tutti quei “se”, e poiché la psiche umana è estremamente complessa, è possibile, volendo, considerare l’omosessualità una variante del comportamento umano, un po’ come nascere biondi anziché bruni. Ma, tecnicamente, per me è solo accaduto che la natura non abbia raggiunto il suo scopo.

Che la natura sia un “pessimo fabbricante”, è solo una banale, e anche dolorosa, constatazione della realtà. A me piacciono i gatti e ho visto nascere numerose cucciolate: tutte le volte ho visto che parte dei gattini nascevano malati, e che la madre li allontanava spietatamente per allattare solo quelli sani, e come anche tra questi alcuni non sarebbero comunque divenuti adulti. Purtroppo, ciò avveniva regolarmente in passato anche tra gli uomini, poiché è accertato che circa la metà dei bambini moriva prima di arrivare ai cinque anni. Poi ci sono i disabili; quindi mi chiedo: se la natura fa occhi che non vedono, piedi che non camminano, bambini e cuccioli che non vivono, perché non dovrebbe sbagliare anche nei delicatissimi meccanismi relativi alle funzioni sessuali, in primis quelle relative alla sfera psicologica?
Ma c’è da dire che quando il meccanismo naturale non raggiunge il suo scopo procreativo, non avviene danno alcuno né alla specie né all’individuo. E’come una “dissonanza” che può anche essere provocata intenzionalmente e persino adottata culturalmente, visto che i suoi effetti sono più che altro positivi.
Parli di omosessualità nel mondo animale; vorrei sapere: è documentato che fra gli animali oltre ai gay ci sono le lesbiche? Se la risposta è no, allora mi permetto di dubitare che si tratti di vera omosessualità. Inoltre, è documentato che nel rapporto maschio-maschio, quello “passivo”
mostri desiderio verso questo ruolo? Io ho osservato due o tre volte di persona questo tipo di accoppiamento tra gatti randagi (ho abitato per molto tempo in una villa che ne era piena), e ho constatato che il maschio penetrato, dopo, stava alla larga dal penetratore. Queste situazioni, del resto, avvengono anche là dove ci sono uomini etero (come nelle carceri) che avvertono solo il bisogno di penetrare, quindi sodomizzano altri uomini senza per questo sentirsene attratti. Per non parlare dei casi di bestialità molti diffusi in passato nelle campagne, dove pastori e contadini, in mancanza d’altro, abusavano dei loro animali.
Credo, insomma, che l’omosessualità non si possa ridurre al mero atto penetrativo, né che si debba circoscrivere esclusivamente nell’ambito maschile, come probabilmente avviene nel mondo animale. Dopo millenni di discriminazione delle donne da parte degli uomini etero, ci manca solo quella da parte degli uomini omosessuali.

Un saluto.

---------------------------------
Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non e' affatto una prova che non sia completamente assurda.
( Bertrand Russell )

Ogni setta, di qualunque genere sia, e' uno schieramento del dubbio e dell'errore.
Non esistono sette in geometria: non si dice mai, un "euclidiano", un "archimedista".Quando una verita' e' chiara, e' impossibile che ne nascano partiti e fazioni. Non si e' mai disputato se c'e' luce a mezzogiorno.
(Voltaire)

La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta.
(T. Adorno )
Eretica is offline  
Vecchio 24-01-2007, 13.55.27   #123
bside
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Riferimento: L'atto sessuale come costituente dell'uomo

>Parli di omosessualità nel mondo animale; vorrei sapere: è documentato che fra gli animali oltre ai gay ci sono le lesbiche? >Se la risposta è no, allora mi permetto di dubitare che si tratti di vera omosessualità.

Al riguardo puoi leggerti gli articoli pubblicati sull'inserto TUTTOSCIENZE della STAMPA del 27/12/2006 di cui riporto un breve estratto.

UNA CONTROVERSA MOSTRA A OSLO SVELA UN ASPETTO IGNORATO
DEL MONDO ANIMALE

Coppie gay, amori al naturale. Tra pinguini, scimmie,
giraffe e bisonti i rapporti omo sono la regola


Autore: SODANO MARCO

...il corteggiamento e la stimolazione genitale - tra
maschi e tra femmine - variano da specie a specie, ma sono una
costante. Tra orangutan, macachi, bisonti, giraffe e' frequente la
penetrazione fra maschi. Le femmine di orangutan, bonobo e delfini
usano introdurre in vagina alle loro compagne dita, clitoride o la
parte terminale della coda. Sfregamenti delle pelvi e dei genitali
sono diffusi tra maschi e femmine di scimmie, leoni e foche.
Balene e delfini, maschi e femmine, hanno una cavita' in cui sono
contenuti gli organi genitali: i maschi introducono il pene nella cavita'
di un altro maschio. E molte specie si divertono con il sesso orale: bonobo,
orangutan, macachi, scimpanze', antilopi.

<<Se stai cercando sesso omosessuale in gran quantita' pensa
ai bonobo, gli scimpanze' nani>
>, dice il primatologo Robin Dunbar di Liverpool. <<Lo fanno con
chiunque, giovane o vecchio, maschio o femmina che sia, in ogni
momento>>. Spesso si formano rapporti omosessuali stabili che
possono anche diventare monogami. Queste coppie, quando li hanno,
allevano i piccoli con grande cura. In alcuni tipi di gabbiani una
femmina si accoppia con un maschio, poi lo lascia usandolo in
pratica come donatore di sperma. Grazie a osservazioni compiute su
tre specie (gabbiani argentati, oche grigie e pinguini di
Humboldt), e' stato possibile documentare legami esclusivi durati
tutta la vita: 15 anni per le oche e 6 per i pinguini.


Sempre su TUTTOSCIENZE puoi trovare un altro articolo che riguarda l'omosessualità da un punto di vista evoluzionista che credo
risponda bene alle tue obiezioni.


Gay promossi dall'evoluzione.
Paul Vasey: l'omosessualita' e' fondamentale tra molte specie per i rapporti sociali

Il comportamento omosessuale sembrerebbe contraddire l'imperativo
biologico della riproduzione. Al contrario lei ha intitolato il suo
ultimo libro <<Homosexual behaviour in animals: an evolutionary
perspective>> (<<Il comportamento omosessuale negli animali: una
prospettiva evolutiva>>). Quale spiegazione evolutiva da'? <<Una
spiegazione e' quella funzionale, che cerca di stabilire il valore
adattativo di una determinata caratteristica, stabilendo come questa
possa essere d'aiuto nella sopravvivenza e nella riproduzione. In
quest'ottica una spiegazione evolutiva dell'omosessualita', valida
nei bonobi, e' che il comportamento di monta omosessuale faciliti
le relazioni sociali in un gruppo. Serve per le riconciliazioni,
le alleanze, le dimostrazioni di dominanza e per attenuare le
tensioni e condividere il cibo. In questo senso i comportamenti
omosessuali sono adattativi>>.

Lei propone anche un'altra chiave di lettura, ossia che gli animali
lo facciano per <<perseguire un piacere>>. In che senso? <<Le femmine del macaco giapponese
intraprendono comportamenti omosessuali non per fini sociali, ma
perche' ottengono una gratificazione sessuale immediata. Ma non
parlo mai di ''solo'' divertimento. Quello che sostengo e' che lo
stesso comportamento abbia diverse spiegazioni: ci sono spiegazioni
piu' immediate e piu' remote. Il ''piacere'' e' una spiegazione
prossima, che non elimina altre ipotesi. Il comportamento
omosessuale, come gli altri tratti degli animali, non e' mai
spiegato solo dalla gratificazione sessuale, o solo dalla genetica,
dall'ambiente sociale, o dall'evoluzione. Tutti questi aspetti
forniscono spiegazioni che ci aiutano a spiegare perche' un
comportamento esiste>>.

Sembrano sempre piu' probabili le teorie secondo cui l'omosessualita' abbia
una base in parte genetica. Ma com'e' possibile che un gene che ostacola la propria trasmissione non si sia estinto?

<<L'obiezione e' valida se assumessimo che l'individuo si comporti in maniera omosessuale per tutta la vita.
Ma nella maggioranza dei casi in natura assistiamo a comportamenti bisessuali.
Gli unici casi di omosessualita' ''totale'' e di lunga durata sono stati osservati nell'uomo e della pecora. Fatta
eccezione di queste due specie, il comportamento omosessuale non interferisce con l'aspetto riproduttivo e i geni che controllano questo comportamento sono tramandati come gli altri>

E per le specie che presentano comportamenti <<strettamente>> omosessuali
come spiega la diffusione di questi geni?

<<Sulla pecora non ci sono studi. Per l'uomo si'. Una delle piu' interessanti l'ha
avanzata un italiano, Andrea Camperio Ciani, dell'Universita' di
Padova, che ha scoperto che le donne imparentate per linea materna
a individui gay hanno, in media, un terzo di figli in piu'
rispetto alle altre. E' stato percio' suggerito che gli stessi
geni inducono i due aspetti: se sono i maschi a portare questi
geni, da adulti presenteranno comportamenti omosessuali e
altrimenti, se ad averli sono le donne, queste esibiranno un
successo riproduttivo maggiore. Per questo, anche se la maggior
parte degli omosessuali non si riproduce, il gene
dell'omosessualita' nell'uomo potrebbe sopravvivere in quanto sono
gli stessi geni che promuovono l'incremento del successo
riproduttivo nei parenti donne>>.
bside is offline  
Vecchio 25-01-2007, 13.50.59   #124
Eretica
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Riferimento: L'atto sessuale come costituente dell'uomo

Bside, ti ringrazio per il contributo decisamente costruttivo circa l’etologia nel mondo animale.
Vorrei avere l’ottimismo di Leibniz e credere che viviamo nel migliore dei mondi possibili, tuttavia non posso escludere che l’omosessualità non rientri nei piani della natura e non come mero “errore” sul piano psicologico come avevo sostenuto in precedenza:

Citazione:
Originalmente inviato da bside
<<Sulla pecora non ci sono studi. Per l'uomo si'. Una delle piu' interessanti l'ha avanzata un italiano, Andrea Camperio Ciani, dell'Universita' di
Padova, che ha scoperto che le donne imparentate per linea materna
a individui gay hanno, in media, un terzo di figli in piu'
rispetto alle altre. E' stato percio' suggerito che gli stessi
geni inducono i due aspetti: se sono i maschi a portare questi
geni, da adulti presenteranno comportamenti omosessuali e
altrimenti, se ad averli sono le donne, queste esibiranno un
successo riproduttivo maggiore. Per questo, anche se la maggior
parte degli omosessuali non si riproduce, il gene
dell'omosessualita' nell'uomo potrebbe sopravvivere in quanto sono
gli stessi geni che promuovono l'incremento del successo
riproduttivo nei parenti donne>>.
[/i]


Alla luce di questi nuovi fatti – se sono stati dimostrati – si direbbe che i comportamenti omosessuali negli animali (non solo nei mammiferi, come credevo inizialmente) e nell’ Homo Sapiens non siano casuali e sarebbe riduttivo classificarli come surrogato di un rapporto sessuato in senso canonico. Non solo assolvono allo scopo di appianare le tensioni sociali o di dimostrare dominanza su un membro del proprio sesso..
ma sono quasi convinta che costituiscano una misura CONTENITIVA che si oppone alla riproduzione indiscriminata!
Per farvi capire, riporto qui un esempio di compensazione:

I GENI “SESSISTI”
Nel nostro patrimonio genetico ci sono una cinquantina di geni (“ imprinted” ) che fanno l’interesse di un sesso contro l’altro. Un buon numero di questi è importante per la riproduzione: influenza la crescita della placenta, del feto e del neonato.
I geni di derivazione paterna inducono una crescita veloce ed esuberante
(indiscriminata, dico io), mentre quelli materni la contengono (contenitiva per compensazione ).
In passato era interesse del padre che il suo piccolo crescesse il più possibile, per essere sano e robusto alla nascita e nella primissima infanzia.
Era invece interesse della madre che il bambino nascesse, ma non a scapito della futura prole: una gravidanza e un allattamento troppo faticosi potrebbero debilitare tanto l’organismo da non permettergli di riprodurre per molto tempo.
E’ chiaro che questi geni non servono in una società monogama: sarebbe controproducente per un uomo provocare un “ko riproduttivo” nella moglie.
Sarebbe certo un vantaggio in una società promiscua (com’era forse quella umana prima del Neolitico ) dove sia le femmine che i maschi sono liberi di accoppiarsi con chi preferiscono. Quindi i geni imprinted ricoprono una duplice funzione: avere una prole sana e impedire ad altri maschi di riprodursi con quella femmina.


Come dire che la vita si gioca nell’ equilibrio tra due forze opposte: una diffusiva, tendente alla riproduzione indiscriminata e l’altra essenzialmente contenitiva , che frena il fattore precedente.
Per quanto concerne l’atto sessuale, gli omosessuali sono privilegiati perché possono concentrarsi sugli aspetti migliori della sessualità senza doversi preoccupare dell’aspetto riproduttivo.

Vorrei contribuire con altri interventi , ma essendoci un esame imminente, non ho più tempo da dedicare al forum.

Un affettuoso saluto.


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Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non e' affatto una prova che non sia completamente assurda.
( Bertrand Russell )

Ogni setta, di qualunque genere sia, e' uno schieramento del dubbio e dell'errore.
Non esistono sette in geometria: non si dice mai, un "euclidiano", un "archimedista".Quando una verita' e' chiara, e' impossibile che ne nascano partiti e fazioni. Non si e' mai disputato se c'e' luce a mezzogiorno.
(Voltaire)

La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta.
(T. Adorno )
Eretica is offline  
Vecchio 13-02-2007, 21.21.50   #125
guia
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Riferimento: L'atto sessuale come costituente dell'uomo

Il tema trattato non è alquanto facile perchè possibile di tante interpretazioni di valutazioni personali e di preconcetti di cui nessuno di noi ne può essere immune. Credo che negli ultimi anni l'atto sessuale abbia perso ogni sua espressione per tradursi in un piacere fugace e spesso assente in quanto investito di una connotazione egoica e collezzionista. Ha perso di unicità per rivestire i panni di atto meccanico e con ultima finalità di anestetico dei mali dell'anima come un equazione che è uguale a più sesso più stordimento e allontanamento dai problemi reali.
Perchè così facendo il sesso non lega, non fa soffrire, se non va bene con questo andrà bene con l'altro.
Ma così facendo questo piacere leggero lacera, distrugge l'altro perchè è solamente trattato con leggerezza e non può fare altro che la stessa leggerezza distruggere.
guia is offline  
Vecchio 14-02-2007, 11.40.35   #126
maxim
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Riferimento: L'atto sessuale come costituente dell'uomo

Citazione:
Originalmente inviato da guia
Il tema trattato non è alquanto facile perchè possibile di tante interpretazioni di valutazioni personali e di preconcetti di cui nessuno di noi ne può essere immune. Credo che negli ultimi anni l'atto sessuale abbia perso ogni sua espressione per tradursi in un piacere fugace e spesso assente in quanto investito di una connotazione egoica e collezzionista. Ha perso di unicità per rivestire i panni di atto meccanico e con ultima finalità di anestetico dei mali dell'anima come un equazione che è uguale a più sesso più stordimento e allontanamento dai problemi reali.
Perchè così facendo il sesso non lega, non fa soffrire, se non va bene con questo andrà bene con l'altro.
Ma così facendo questo piacere leggero lacera, distrugge l'altro perchè è solamente trattato con leggerezza e non può fare altro che la stessa leggerezza distruggere.

Ringrazio Guia che con questo suo alito di vento ha dato nuovamente movimento a questa discussione.
Nulla di nuovo dal fronte psicologico…l’analoga discussione nella sezione “psicologia”, rivolta al sesso matrimoniale, non ha portato a colpi di scena che siano riusciti ad improvvisare positivamente la mia mente.
…ma la mia ricerca continua…anche in assenza di Franco, mio mentore in filosofia del sesso…

Lo scritto di Guia mi ha fatto tornare in mente Schopenhauer che nella sua opera “Il mondo come volontà e rappresentazione” afferma:

…ogni innamorato, dopo il godimento finalmente raggiunto, prova una strana delusione e si meraviglia, che ciò che ha cosí ardentemente desiderato non dia nulla di piú di ogni altro appagamento sessuale; tanto che egli ormai non si vede piú spinto verso di esso. Quel desiderio dunque stava a tutti i rimanenti suoi desideri nello stesso rapporto con cui la specie sta all’individuo, ossia come una cosa infinita e una finita. L’appagamento al contrario avviene propriamente solo per il bene della specie e non cade perciò nella coscienza dell’individuo, il quale qui, animato dalla volontà della specie, serviva con ogni sacrificio ad un fine, che non era il suo proprio.

Se il filosofo sopraccitato avesse ragione, ci sarebbe una risposta al post di Guia.
Si profila che il fine dell’atto sessuale è diverso dalla chimera che aveva rapito la mente dell’innamorato. Un perfetto marchingegno progettato dalla natura al fine di perpetuare essa stessa…è lei che ci comanda!

A tal punto noi possiamo dare mille connotazioni diverse alla fase che precede l’atto sessuale ma lo scopo è quello di raggiungere quel fine biologico…una volta raggiunto cessa in parte l’effetto “ipnotico” . E’ la natura stessa in tal caso che sta usando il nostro corpo e la nostra mente a suo piacimento. E non poteva essere diversamente, vista l’importanza di quell’atto che altrimenti, senza quell’”ipnosi”, si ridurrebbe alla pura meccanicità e perderebbe il suo significato più profondo…anche se in realtà lo crediamo noi “profondo”!

La fase che precede l’atto con un nostro simile che ci interessa, deve essere talmente coinvolgente da rapire la mente e portarla lontana da qualsiasi altro pensiero che vi è in essa. Nella fase intensa di coinvolgimento amoroso, la nostra mente non possiede altro spazio se non quello da riservare al desiderio sessuale…in certi casi, come dice Guia, una sorta di difesa naturale posta in atto dalla nostra mente per ovviare e coprire i problemi quotidiani…una droga naturale insita in ognuno di noi.

La spiritualità nell’amore/sesso non è altro che la stessa spiritualità presente nella natura…ed ovviamente la carica più forte presente in noi.

Perdonatemi per la semplice speculazione a quanto suesposto però penso che saperci “giocare”, prolungando e traendo ogni singola sensazione dalla fase pre-atto, senza farci rapire completamente la mente dalla natura stessa, sia una sfida non facile ma che ricambierebbe non poco in termini di conoscenza…e perché no…di piacere!

maxim is offline  
Vecchio 14-02-2007, 21.34.14   #127
guia
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Riferimento: L'atto sessuale come costituente dell'uomo

Un famoso saggio indiano dice: " Dovunque tu possa trovare un opportunità di rischio non lasciarla sfuggire, in questo modo non sarai mai un perdente. Il rischio è l'unica garanzia per essere totalmente vivo."
Così si puuò dire che la passione ci insegna a trovare la sicurezza dentro di noi, non all'esterno.
La passione è come un vento forte, è lo stato che consente di eliminare tutto cio che ci si è appiccicato addosso, giorno dopo giorno.
Un proverbio latino dice: " Post coitum, triste est"
Vale a dire dopo l'amplesso c'è la tristezza. Questa tristezza si può tradurre con vuoto, tranquillità.
Non è forse vero che dopo un rapporto sessuale intenso ci sentiamo come placati? E' una sensazione di pienezza e di sradicamento nello stesso tempo, come se stessimo orbitando in una terra di nessuno. Queto è lo spazio interiore di tranquillità che sta nel profondo di ciascuno di noi.
La passione prepara il terreno per accogliere tale spazio. Un orgasmo sessuale profondo dà al corpo una sensazione di agio totale, in quel momento i pensieri sfumano e ci si sente i ntegri, interi.
Attar dice: " L'intelletto sappilo, non è maetro nella passione d'amore, giacchè, l'umana ragione è estranea all'amore.
L'amore è fuoco, l'intelletto fumo, e quando il primo appare, i'altro vola via"
guia is offline  
Vecchio 24-02-2007, 18.35.39   #128
Franco
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Messaggi: 508
Riferimento: L'atto sessuale come costituente dell'uomo

Guia,

sono interessanti i tuoi posts ed altrettanto quello di maxim.

Mi piacerebbe capirti meglio.

Scrivi:"Il tema trattato non è alquanto facile perchè possibile di tante interpretazioni di valutazioni personali e di preconcetti di cui nessuno di noi ne può essere immune."

Che il tema non sia facile è indiscutibile.

"Credo che negli ultimi anni l'atto sessuale abbia perso ogni sua espressione per tradursi in un piacere fugace e spesso assente in quanto investito di una connotazione egoica e collezzionista. Ha perso di unicità per rivestire i panni di atto meccanico e con ultima finalità di anestetico dei mali dell'anima come un equazione che è uguale a più sesso più stordimento e allontanamento dai problemi reali."


Vorrei comprendere meglio cosa intendi con la parola "credo". Intendi dire che che non ne sei sicura? Negli ultimi anni l'atto sessuale avrebbe perso ogni sua espressione. Ti chiedo:" quali espressioni avrebbe avuto in passato e dove?" L'atto sessuale avrebbe perso ognisua espressione per tradursi in un piacere fugace e spesso assente.

Si da il caso che il mondo culturale del quale in qualche modo facciamo parte, non possa essere valutato come caratterizzato da forti spinte espressive in senso sessuale. Quali sarebbero queste espressioni passate in base alle quali giudicare il sessuale odierno? A partire da quali spinte espressive giudichi l'esperienza sessuale degli ultimi anni? All'epoca di Sigmund Freud anche la mera posizione del fenomeno dell'espressività sessuale era fortemente ostacolata. Non dimentichiamo che in giovane età lo stesso Freud era solito accompagnare taluni riferimenti scritturali al genitale femminile con il segno della croce!

L'atto sessuale umano - è questo il centro di questo thread - si sarebbe tradotto in questi ultimi anni ad un piacere fugace e spesso assente. Vorrei comprendere meglio. Intendi forse dire che in gran parte del secolo scorso le masse umane occidentali vivevano un piacere sessuale spesso presente e duraturo? In base a cosa lo affermi? Dimentichiamo forse di parlare da una terra che da svariati secoli parla il linguaggio della rinuncia? della rimozione? della negazione? del silenzio? della punizione? della punizione "terrena" e "trascendente"?

Come ho avuto già la possibilità di scrivere, con il taglio dato alla discussione, maxim ha posto questioni generali. Se proprio si pone il problema fondamentale - ve n'è uno più radicale?- dell'atto sessuale come costituente dell'uomo, allora non si può non porre quello altrettanto fondamentale dell'atto sessuale umano come atto piacevole o meno. Ma anch'esso è tutt'altro che scontato.

Dici che l'atto sessuale "ha perso di unicità". Mi sembra dunque di poter dire che tu associ unicità e piacevolezza e/o maggiore piacevolezza, che tu faccia stare insieme unicità, presenza di piacere, durata, autenticità da una parte e collezzionismo, inautenticità, caducità, assenza di piacere dall'altra.

Discorso assai azzardato questo. Vero potrebbe essere ed è il contrario! Sei forse per il matrimonio di individui vergini? M'interesserebbe sapere.

Scrivi:"Perchè così facendo il sesso non lega, non fa soffrire, se non va bene con questo andrà bene con l'altro."

Faccio difficoltà a capire. Cosa vuoi dire esattamente? Io ad esempio non cerco il sesso che mi fa soffrire, ma quello che mi fa godere! "se non va bene con questo andrà bene con l'altro". Io ad esempio, sono sempre all'erta, sono sempre ben disposto alla conoscenza di una donna che mi piaccia di più , che mi stimoli di più e via dicendo.

"Così si può dire che la passione ci insegna a trovare la sicurezza dentro di noi, non all'esterno.
La passione è come un vento forte, è lo stato che consente di eliminare tutto cio che ci si è appiccicato addosso, giorno dopo giorno."


Bella immagine. Sono sostanzialmente d'accordo.


"Un proverbio latino dice: " Post coitum, triste est"
Vale a dire dopo l'amplesso c'è la tristezza. Questa tristezza si può tradurre con vuoto, tranquillità.
Non è forse vero che dopo un rapporto sessuale intenso ci sentiamo come placati? E' una sensazione di pienezza e di sradicamento nello stesso tempo, come se stessimo orbitando in una terra di nessuno. Queto è lo spazio interiore di tranquillità che sta nel profondo di ciascuno di noi."


Discorso assolutamente on topic questo!

Cio che però mi fa riflettere è questo fenomeno dell'homo che è triste post coitum. Molto giovane ed ancora inesperto rimasi molto impresssionato quando venni a sapere che adulti di fama universale affermavano la tristezza essenziale dell'uomo dopo il coito. E mi chiedevo:" sarò triste anch'io?". Qualche anno più tardi cominciai a fare le mie esperienze tanto etero-erotiche quanto auto-erotiche e mi ritrovai a dirmi:" e tutta quella tristezza?" Non mi sentivo affatto triste! Le emozioni che mi dominavano erano di stupore, di meraviglia, sognavo gli attimi in cui avrei rivissuto un amplesso senza tristezza.....

Nel tuo secondo messaggio hai dunque posto un'identità tra tristezza e tranquillità. Per quanto mi riguarda è un'identità non valida.

Interessante la tua chiusura, stimolante:"La passione prepara il terreno per accogliere tale spazio. Un orgasmo sessuale profondo dà al corpo una sensazione di agio totale, in quel momento i pensieri sfumano e ci si sente i ntegri, interi."

Di primo acchito potrebbe sembrare una frase che non ammette repliche critiche, appunti. Varrebbe anche per me se non fosse per l'uso dell'aggettivo "profondo" che definisce l'espressione e il concetto di " orgasmo sessuale".

Si danno forse orgasmi sessuali non profondi? superficiali? A mio avviso no.

L'atto sessuale come costituente dell'uomo. Gran bel tema. Ma ogni atto sessuale genitale completo è in quanto tale piacevole? Ma ogni atto sessuale genitale completo è in quanto tale accompagnato da orgasmo? L'uomo è l'essere vivente animale capace d'orgasmo a differenza delle altre specie animali? Se l'orgasmo sessuale è necessariamente piacevole, l'atto genitale completo piacevole è necessariamente orgastico?

Franco

Ultima modifica di Franco : 24-02-2007 alle ore 18.50.22.
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