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27-04-2005, 19.55.07 | #122 | |
eternità incarnata
Data registrazione: 23-01-2005
Messaggi: 2,566
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Re: Re: EFFICIENZE - MONDO CAMBIATO
Citazione:
Forse gli italiani non sono mai stati un popolo o, se lo sono stati se ne sono dimenticati. Un popolo non fa distinzioni tra nord e sud, tra est e ovest, ecc.... ecc.... |
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27-04-2005, 20.22.09 | #123 |
Utente bannato
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 1,288
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Un popolo non fa distinzioni tra nord e sud, tra est e ovest
Qui siamo in una "piccola" comunità ed in altri forum idem e non mi pare che nel discorrere emergano significative distinzioni, anche se si trattano problemi sociali per cui ognuno di noi vive realtà differenti.... Quindi come si fa qui si puo' fare ovunque basta averne la volontà e a parte tutto individuare obbiettivi comuni Aiutando chi non arriva ad arrivarci e mettendo tutti nella condizione di essere autonomi, ma se guardiamo tutti noi ai soli nostri interessi di rione zona località credo ecc, tanto vale che ce ne torniamo a casa e cominciamo come nei tempi di pre guerra ad accumulare generi alimentari di ogni tipo .....perchè una guerra civile avanti di questo passo non me la sento di escluderla. I poveri ci sono sempre stati ma non affamiamoli piu' di tanto e se possibile diminuiamoli, quando non si ha nulla da perdere si è pericolosi per tutti ed il problema è che ora come ora sono aumentati di numero coloro che non hanno piu' nulla da perdere.... buona serata Ultima modifica di Kim : 27-04-2005 alle ore 20.24.52. |
27-04-2005, 20.29.41 | #124 |
Ospite
Data registrazione: 08-04-2005
Messaggi: 24
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Raramente lo faccio, ma un po' il poco tempo e un po' la certezza che in questo forum, al di là di sporadici casi, pur ognuno con le proprie idee, c'è una generale volontà di approfondire temi e conoscere punti di vista, a proposito delle ultime questioni mi permetto di sottoporvi un intervento, politicamente di parte ma serio, e che inizia con una storia vera. Un fatto.
La Storia di Sara Sara lavora nel mondo del Web. La sua storia è quella di tanti giovani che hanno vissuto le illusioni di un ‘nuovo’ che non ha significato nuovo lavoro ma nuove illusioni, vecchie prefigurazioni di un futuro che non è mai arrivato. Se chiedi a Sara come va, ti risponde: malissimo. Perché? Perché sono stufa di vivere con l’ansia, sempre. Perché questa volta davvero non mi aspettavo di essere trattata in modo così disumano…….. L’ennesimo licenziamento, anzi l’ennesima promessa di assunzione, rimangiata all’ ultimo momento. Questa è la vita del lavoratore precario. E francamente è una vita insostenibile. Bisognerebbe mandarla a memoria quella storia perché è la storia di una generazione, dei nostri figli, dei giovani del tempo della globalizzazione e del neoliberismo, del capitalismo del nostro tempo. E’ una storia prima di ricerche di lavoro tradizionale, poi nel web con internet. E’ una storia di attesa di un futuro che non arriva mai, di pochi soldi, di interruzioni, di riprese di licenziamenti, di chiamate a lavorare e di lasciate a casa, di incertezze sull’oggi e sul domani, di mobbing, di lavoro interinale. Sentite come finisce: Oltre alla scorrettezza di un lavoro promesso e non rispettato, avevo vissuto tre mesi di mobbing per nulla. Mesi in cui tornavo a casa la sera e piangevo. Tutto questo per una lavoro. Che all’ultimo momento non ho avuto. Anche se fino all’ultimo momento ero stata tranquillizzata sul rinnovo. Comunque, a un certo punto l’agenzia interinale mi richiama. Cosa ti propone? Un contratto di dieci giorni, sempre nella stessa azienda. Dieci giorni? Si. Io mi arrabbio e loro promettono di cercare di fare di più. E in effetti fanno di più. Mi promettono un altro contratto, più vantaggioso. Passa un’altra settimana, mi richiamano e mi propongono un altro contratto. Non più di dieci giorni, ma di quindici…Un delirio? Un delirio. Profondamente offensivo. E adesso eccomi qua. Barcamenandomi tra un lavoretto e l’altro, senza nulla di concreto in mano, senza nessuna prospettiva. ...è col governo Berlusconi che prende corpo un’idea complessiva di […] una politica che fallisce clamorosamente: produce i guasti sociali previsti ma viene sconfitta anche sul tema della crescita dell’economia e della competizione. […] C’è una logica in quella follia. Se guardiamo alle modifiche istituzionali e nel rapporto tra i poteri perseguita da Berlusconi […] E’ l’attacco al sistema delle autonomie, a tutte le autonomie, quella del parlamento, quella della magistratura, quella dei sindacati, quella del governo locale, a cui il federalismo da i poteri solo per fare la politica che vorrebbe il governo, a quello delle popolazioni a cui si nega la possibilità di decidere sulla propria esistenza. E l’attacco alle autonomie si accompagna ad una concentrazione di poteri nell’esecutivo e nell’asservimento ad esso di assi centrali per i nuovi destini della democrazia, come la cultura e l’informazione, a partire da quella radiotelevisiva. Basti dire che nella modifica costituzionale del governo se c’è un contrasto tra il capo del governo e il parlamento, non c’è la crisi di governo ma è il capo del governo che manda a casa il parlamento. […] C’è una [azione] legislativa del governo Berlusconi che ha espresso organicamente, il suo intero progetto sociale. Con la legge 30 la precarietà diventa legge e può pervadere l’intero mondo del lavoro, prendendo persino il posto della parti normative dei contratti. La messa in discussione del contratto nazionale collettivo completerebbe la scelta di togliere ai lavoratori la possibilità di unificarsi ai fini di costruire un forte potere contrattuale. La legge 30 corrode il contratto. Ma, allora, se il destino per la stragrande maggioranza della popolazione lavorativa è di un lavoro precario e povero, deve avere pensato la Moratti perché sprecare soldi nella formazione, nella scuola? Il governo ha risposto alla domanda con una legge che ha visto subito un’opposizione di massa, a partire dagli insegnanti, perché in realtà essa propone la fine della speranza di una scuola di qualità e di massa. Al contrario, con la legge Moratti, salvaguardato il percorso aperto verso l’alto, anche verso scuole di eccellenza, di uno strato ristretto della popolazione scolastica vocata a divenire parte delle classi dirigenti, per gli altri viene proposto il declassamento sistematico della formazione a formazione professionale. Così nasce quell’insulto al diritto alla formazione che è l’obbligo di scegliere a 12 anni a quale indirizzo avviarsi. A 12 anni non scegli, sceglie per te la famiglia, messa sotto un ricatto tanto crudele quanto oggettivo. Non sceglie neppure la famiglia, sceglie il bilancio familiare. Sceglie la busta paga. Se non sei benestante sei escluso. Si chiama discriminazione di classe. E’ giusto, è necessario ribellarsi. […] C’è bisogno della creazione di una nuova strumentazione della politica, del pubblico per perseguire gli obiettivi riformatori. Solo così può nascere un grande processo di partecipazione democratica, solo così può crescere la politica. Dobbiamo essere avvertiti, se questo non accadrà la crisi, il declino potrebbero precipitare il paese in una giungla. Sarebbe, per il paese, l’americanizzazione senza lo sviluppo. (Fausto Bertinotti) |
27-04-2005, 20.55.23 | #125 |
Utente bannato
Data registrazione: 16-03-2005
Messaggi: 237
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A Kim......
Kim , una riflessione piatta , piatta !! non è che i poveri di oggi si sentano poveri per non poter continuare a vivere da quasi ricchi?? accettare un ridimensionamento nella società del consumismo è duro quanto ingrato , ma se vali poco , poco hai . Tutte le comodità della "dignità" se superiori alle nostre entrate , bisogna subordinarle al potere acquisitivo del nostro salario!! , insomma il bilancio famigliare deve essere proporzionato a quello che guadagnamo !! e vivere per quello e come e dove ce lo permette!!. Che ne pensi??? . Indigesto......ma sincero!!.
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27-04-2005, 21.14.11 | #126 |
Utente bannato
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 1,288
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Penso che hai ragione ma proprio qui sta il punto in trent'anni le persone si sono abituate ad avere anche quello che a loro non sarebbe stato consentito... traguardo?... una bella situazione debitoria di quasi tutta l'Italia
A parte i beni di consumo il resto e solo rata, rata e rata e non per comperare una macchina che forse tutto sommato non è un diritto ma serve, ma per qualsiasi cosa che "qualcuno" gli ha inculcato come necessario e cio' per promuovere quei non valori che sempre quel "qualcuno" negli anni li ha abituati a credere come verità e questi prima o poi vedi come si inc...allora vedi che dopo non c'è ne destra ne sinistra ne centro...,se dai a qualcuno sei considerato un presuntuoso ma se togli sei solo un ladro Da questo punto di vista hai ragione ....in ogni caso io parlavo dei poveri veri quelli che hanno fame e ne "conosco".... |
27-04-2005, 22.17.52 | #127 |
L' Emigrato
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
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EUROPEIZZARSI VUOL DIRE DIVENTARE SERI
Parecchi interrogativi nei messaggi che precedono. Qualche valutazione, vera , ma credo incompleta.
Credo che sia incompleta una valutazione dei GUAI, che non va alle CAUSE degli stessi. Se non analizziamo le CAUSE del degrado, della peduta competitività, allora stiamo proprio malino. Perché senza un' analisi lucida delle CAUSE, non si possono decidere contromisure (che funzionino) per riavere la competitività, avere una società che funzioni come quelle europee, etc... Siamo proprio Italiani, senza realismo... Fra le tante cose che ci hanno reso pronti per il sottosviluppo: - la superficialità, la pigrizia di andare in fondo, la Fatua Illusione che in un Paese ove cittadino e stato vanno per conto proprio, si ignorano, possa nonostante cio" funzionare...; - il non essere stati educati dalla Pubblica dIstruzione al vivere civile, lo avere accettato dalle Due Sicilie la mentalità del sottobosco, del nascosto, il non conoscere la trasparenza, la coerenza, le verità unica... Noi invece abbiamo il doppio e triplo linguaggio.. Tutti bei fattori di inefficienze e sprechi.. - l' aver dato credito a uomini politici che parlano bene, non a quelli che dimostrano di essere professionisti capaci, etc La nostra mancanza di serietà ci ha fatto pensare che si potevano eliminare dalla vita civile i VALORI, e che la società avrebbe funzionato là stesso. Sul mercato globale, un commento. Non mi é mai piaciuto, ne vedo le conseguenze della ns stupîdaggine di seguire le idee americane (incapaci, che si sbagliano, perché guardano solo il dollaro). Ma i ns governati lo hanno accettato. Che facciamo ci spariamo ? o diventiamo competitivi ? E per diventare competitivi c' é una sola strada: DIVENTARE SERI, cioé fare come gli europei..... Troverete le valutazioni sulle Lettere dall’ Europa: http://angrema.blogspot.com www.accademiaonline.net (le lettere dei mesi precedenti sono nell’archivio del sito, argomento “società”) L' Emigrato ANGREMA@wanadoo.fr |
27-04-2005, 22.31.42 | #128 |
Utente bannato
Data registrazione: 16-03-2005
Messaggi: 237
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A Kim & dintorni.....
Qui e altrove si parla di politica , quando è solo di economia che bisognerebbe parlare!! già ho avuto altri scontri con personaggi che di economia astratta e teorica si riempiono la bocca !! , bisogna far qui , bisogna farlì , per far star bene " i lavoratori" , ma porcaccia la miseria coi soldi di chi??? fare!! , fare!! ma se non ci sono gli imprenditori , gli investitori , i geni che tramutano il lavoro in denaro non si fa nulla!! , non sono Bertinotti e Fassino & Co che mandano avanti la baracca!! lo capiscono questo o no?? i vari Fassino e Bertinotti & Co. diventeranno gestori del lavoro solo se al potere e metteranno le mani sulle aziende pubbliche che come fece Prodi a suo tempo si sà come andò a finire. Economia , lavoro , lavoratori , investimenti , imprenditori !! sopratutto imprenditori , e io devo ancora vedere il muso incolto ( fa cult!!) dei sindacalisti che crucciati accusano il governo di fare presto!! sì fare presto dopo che hanno portato la desertificazione industriale nel paese!! che vergogna!! ma caspita dimenticavo è tutta colpa di Berlusconi o dei Berlusconini!! ora parlano del patto di competitività ( che non sò cosa sia )come di colpo si risolvessero i problemi!! , possiamo fare a meno dei lavoratori italiani?? sì , con gli stranieri!! possiamo fare a meno degli imprenditori , industriali italiani?? noooo!! e allora come conciliamo??? , discutendo coi sindacati!! incredibile!! e chiudiamo le stalle quando i buoi sono scappati....Indigesto ........sì , ma per tutti gli incapaci!!
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27-04-2005, 22.45.16 | #129 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-11-2004
Messaggi: 191
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La sana economia si sviluppa lì dove la politica ha creato i giusti presupposti.
Nessuna azienda investirebbe i propri capitali in un Paese dove la politica ha tolto le aspettative ai cittadini, ha precarizzato il lavoro, ha radicalizzato l'incertezza a tutti i livelli. Lo stesso liberismo economico è precisa scelta politica, lì dove la politica ha rinunciato alla sua vocazione di mediazione e di concertazione degli interessi a volte contrastanti, privilegiando una precisa categoria di persone. Non c'è sviluppo economico lì dove la politica non ha previsto meccanismi di redistribuzione della ricchezza. Il mercato fa la ricchezza di pochi. La politica può fare la ricchezza di una Nazione. |
27-04-2005, 23.21.10 | #130 |
Utente bannato
Data registrazione: 16-03-2005
Messaggi: 237
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A Vale.........
È la storia dell'uovo e della gallina e hai scoperto l'acqua calda , devono andare a pari passo e è evidente se hai seguito la mia linea che in questi ultimi anni l'economia si indebolita e di parecchio per la latitanza degli imprenditori che per la ultradecennale campagna contro dei sindacati si sono esiliati professionalmente!! e la "lungimiranza" dei politici non li ha minimamente protetti dalla concorrenza "damping" orientale!! . cmq oggi è imperativo soluzionare l'economia più della politica!! e la politica "contro" dell'opposizione ha le sue grosse responsabilità!! sempre che non sia troppo tardi!! e ricorda che dove c'è mercato c'è progresso , lavoro , consumo , è la legge del libero mercato!! , non ti suona questo familiare?? cmq per fare le frittate ci vogliono le uova!!.............che le fanno le galline!! e la storia continua. Indigesto.
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