ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
25-03-2008, 17.23.08 | #82 | |
Utente bannato
Data registrazione: 25-10-2007
Messaggi: 303
|
Riferimento: Coppie omosessuali. Le ragioni del No.
Citazione:
Ecco, hai fatto benissimo, stavolta, ad evidenziare quel "secondo me", in quanto l'affermazione che ne consegue è, effettivamente, un'idea tutta tua, che non trova riscontro alcuno nelle ormai innumerevoli ricerche scientifiche condotte sull'omosessualità e su ciò che si conosce di questo fenomeno. Qualunque filone di ricerca sulla fisiologia dell'essere umano ci dice che le connotazioni dell'eterosessuale e quella dell'omosessuale sono identiche, tanto con riguardo agli aspetti biologici (funzioni endocrine, valori ematici etc.), quanto ad ogni altro aspetto fisico che potrebbe segnalare una differenziazione effettiva tra i due, tale da giustificare la diversità di comportamento sessuale. Ben lontana dall'essere una caratteristica ontogenetica - come tu sostieni - si ritiene, infatti, che l'omosessualità sia semplicemente un comportamento che, in quanto tale, origina dalla psicologia del soggetto; inoltre, sempre in quanto tale, esso può quindi essere indotto, agevolato, tollerato o, all'opposto, frustrato, conculcato e demonizzato dalle condizioni culturali delle diverse epoche storiche. Bisogna intendersi su ciò di cui si parla; il comportamento sessuale umano è un comportamento estremamente elastico, che non esaurisce la propria "versatilità" (per così dire) nell'antinomia etero/omosessuale, ma che conosce una gamma pressoché infinita di varianti nella ricerca del piacere, tale da configurarsi come una "pansessualità" con pochi limiti effettivi. Le numerose perversioni di cui, a volte, la sessualità umana si rende protagonista integrano, infatti, l'ampio spettro di "alternative" che l'erotismo consente e di cui abbiamo cognizione (o, quantomeno, notizia) ma che, ordinariamente, sono confinate nell'oscuro mondo del proibito. Ad ulteriore conferma del fatto che l'omosessualità è - in un certo senso - espressione del proprio tempo e di determinate condizioni culturali - così come lo era il puritanesimo dell'epoca vittoriana - e non una caratteristica innata, in un recente outing il Prof. Veronesi ha preconizzato che nel futuro "diventeremo tutti bisessuali" (testuali parole) assecondando quella tendenza al soffocamento delle differenze sessuali che, secondo alcuni, Veronesi compreso, costituirebbe un avanzamento etico. L'omosessualità come ideologia si radica in questo genere di concezioni sociali. |
|
25-03-2008, 18.38.05 | #83 | |||
Utente bannato
Data registrazione: 25-10-2007
Messaggi: 303
|
Riferimento: Coppie omosessuali. Le ragioni del No.
Citazione:
Non mi sembra un caso che si abbia una concezione così diversa della questione in argomento. Citazione:
Citazione:
Uscendo dal personale, peraltro, vorrei farti notare che tra le argomentazioni portate dai fautori del matrimonio gay - anche in questo topic - è esplicitamente contenuta la pretesa (assolutizzante e, quindi, ideologica) che i provvedimenti in materia vengano adottati a prescindere da qualunque dibattito sulla questione - che il mondo cattolico si faccia gli affari propri - che le gerarchie ecclesiastiche vengano tacitate sull'argomento - che, insomma, non si debba costruire alcun consenso sociale intorno alla questione, in quanto chi propone questo mutamento dei costumi si ritiene portatore/portatrice di un superiore ed indiscutibile valore etico, centrato su concetti (valori) assoluti quali l'uguaglianza, la libertà, l'allargamento dei diritti, la pace, l'amore eccetera, eccetera, eccetera. Queste posizioni - che nel gergo politologico vengono definite anche massimaliste - non ammettono negoziati ma adesione acritica ed incondizionata. |
|||
25-03-2008, 20.11.28 | #84 |
Ospite abituale
Data registrazione: 23-02-2008
Messaggi: 286
|
Riferimento: Coppie omosessuali. Le ragioni del Si.
Caro Jul, se fosse vero quello che dici sull'omosessualità, non nascondo che qualche ragione dovrei dartela.
Forse la "divergenza" di opinioni deriva proprio dall'idea che abbiamo sull'origine dell'omosessualità. Tuttavia io qualche dubbio continuo ad averlo. Se come dici tu l'omosessualità è solo una "deviazione" comportamentale, mi verrebbero da pensare queste cose: 1) potrebbe essere corretta/curata, inducendo comportamenti più conformati 2) assimileresti l'omosessualità ad un "disturbo" psichico e quindi a una malattia. Ma mi consta che l'OMS ha derubricato l'omosessualità dalla lista delle malattie nel 1994 (così tardi!!!) 3) in ogni caso tali comportamenti non verrebbero scelti consapevolmente ma solo incosciamente e pertanto non mi spiegherei per quale motivo chi li adotta dovrebbe essere penalizzato 4) non mi spiego nemmeno come potrebbe essere possibile che tali comportamenti dilaghino, solo allargando un minimo di diritti NON al singolo omosessuale (che per fortuna già li ha) ma alla coppia omosessuale, che ovviamente rappresenta un sottoinsieme assai più ridotto dell'insieme omosessuale 5) l'idea di andare con un altro uomo mi repelle, di conseguenza una società di "bisessuali" mi sembra talmente impossibile da raggiungere che per una volta mi sento di dire che Veronesi ha detto una stupidata. 6) Più che a un vizio del comportamento, io -dichiarando sin da ora di non conoscere l'argomento- penserei ad uno squilibrio di ormoni o comunque a qualcosa di acquisito dalla nascita, impossibile da "curare" (se di cura si può parlare). Quindi tu puoi vietare tutti i matrimoni gay che vuoi, ma certamente non eliminerai la presenza percentuale dei gay, nè impedirai che due omosessuali che si "amano", vogliano creare il loro menage, fatto anche di fedeltà l'uno con l'altro, di rispetto, di condivisione di obiettivi, di fatiche insieme... insomma di tutti quegli ingredienti che tengono unita una coppia etero. E allora... perchè non tutelare anche quella coppia? Perchè non obbligare il partner omosessuale fedifrago a "pagare gli alimenti" al compagno lasciato? Perchè non dare al compagno di una vita il diritto alla pensione di reversibilità? Queste sono cose che, vizio comportamentale o "ontogenesi", hanno a che fare solo con la giustizia e non con l'etica. |
25-03-2008, 20.24.07 | #85 | ||
Moderatore
Data registrazione: 17-11-2007
Messaggi: 405
|
Riferimento: Coppie omosessuali. Le ragioni del No.
Citazione:
Nessun rimpiattino. Questa è logica. Ammettiamo pure che sia una metodologia. Chi sceglie una metodologia d'osservazione rispetto ad un altra, lo fa sapendo che è sbagliata? Se si, allora gli consiglerei di cambiare occupazione. Se no, vuol dire che egli ne riconosce la validità. Se una posizione si auto-riconosce una validità ciò implica che essa cercherà di ostacolare tutte quelle che a loro volta la ostacolano. La posizione relativista fa la stessa cosa. Citazione:
Se non conoscessi già la tua posizione, direi che ti stai scagliando contro le gerarchie ecclesiastiche. |
||
25-03-2008, 20.25.31 | #86 |
Ospite abituale
Data registrazione: 23-02-2008
Messaggi: 84
|
Riferimento: Coppie omosessuali. Le ragioni del Si.
Premesso che quanto sto per postare non e' farina del mio sacco, non mi risulta che l'omosessualita' sia esclusivamente un comportamento che ha origine dalla psicologia di un determinato soggetto.
------------------------------------------------------------------------ L'omosessualità è diffusa tra molti animali, dagli insetti ai cani. Giorgio Celli, direttore dell'istituto di entomologia agraria dell'Università di Bologna, ha anzi dimostrato che viene ampiamente usata per tenere sotto controllo la crescita demografica. E che esistono meccanismi automatici che la fanno aumentare e diminuire. Traduco: se mancano cibo e spazio e le popolazioni devono ridursi, l'aumento dell'omosessualità,cioè di attività sessuale non riproduttiva, è un buon modo per fare calare le nascite. Questo succede ad esempio tra i topi. Per molti mammiferi l'omosessualità è anche un sistema di comunicazione sociali. Le mucche, per esempio, si "montano" tra loro per sincronizzare il ciclo produttivo. Le femmine di scimmia Rhesus per stabilire la gerarchia del gruppo. E qualcosa di simile succede quando due babbuini maschi si incontrano: uno dei due saluta l'altro mostrandogli il fondoschiena. Si tratta di un'offerta sessuale, fatta dall'individuo di rango inferiore a quello di rango superiore per ingraziarselo. Un comportamento tipico anche dei cani. Atteggiamenti a vario livello omosessuali riguardano anche insetti e molluschi. Tra le cimici Afrocimex, ad esempio, un maschio inocula i suoi spermatozoi in un altro maschio, che poi li userà, insieme ai suoi, per fecondare una femmina. La scoperta più sorprendente è però quella fatta nel 1995 da un gruppo di biologi canadesi, che hanno filmato, a 2512 m di profondità nell'oceano Atlantico, 16 minuti di amplessi "a luci rosse" tra due polpi maschi di specie diverse. E per quanto riguarda l'uomo? Dal 1980 gli psichiatri americani l'hanno cancellata dall'elenco delle "malattie mentali". E dal 1991 anche l'Organizzazione mondiale della sanità l'ha depennata dalla lista delle "manifestazioni morbose". Alla ricerca di una risposta su che cosa sia veramente l'omosessualità la scienza ha negli ultimi anni studiato le varie fasi in cui si sviluppano i caratteri sessuali. Partendo da quello che sta alla base di tutto, il cosiddetto sesso cromosomico. Nella parte più interna di ogni cellula umana in 23 coppie di cromosomi sono conservate le istruzioni per costruire l'intero organismo. Due di queste coppie sono diverse secondo il sesso: nei maschi hanno forma di XY e nella femmina di XX. Il cromosoma Y contiene il gene della mascolinità. Il cromosoma X contiene il gene della femminilità, che si chiama Dss ed è potentissimo. Infatti è in grado da solo di far diventare femmina un moscerino con sesso cromosomico maschile. Le possibilità di variazioni dalla "normalità" iniziano già qui. Un maschio ogni 20 mila nasce con i due cromosomi sessuali femminili XX; e ogni 100 mila femmine ne nasce una con i cromosomi sessuali maschili,XY. Ogni 30 mila nascite, poi, un individuo XX ha genitali interni sia maschili, sia femminili: un ermafrodita sterile. E un maschio ogni 700 ha due X e un Y. Alcune di queste varianti possono portare all'omosessualità? No. Almeno gli studi finora effettuati non l'hanno scoperto. Ma è molto probabile che possano avere un'influenza sulla sessualità, anche se ancora non si sa quale. Molti studi d'altronde dimostrano che i geni possono essere responsabili dell'omosessualità. Ralph Greenspan, un genetista della New York University, ha creato (negli anni '90) in laboratorio un moscerino bisessuale inserendo geni femminili in alcune zone del cervello dei maschi che governano l'odorato (molto importante nella sessualità animale). Certo, nell'uomo l'odorato svolge un ruolo meno importante. Ma se questo carattere sessuale ha una causa genetica è probabile che anche altri la abbiano. E infatti Dean Hamer, del laboratorio del National cancer institute, di Betheseda, negli Stati Uniti e uno psicologo dell'Illinois, Mike Bailey, studiando i gemelli omozigoti omosessuali e ricostruendo la presenza di altri omosessuali nella famiglia d'origine, hanno scoperto che c'è sicuramente un'origine genetica dell'omosessualità maschile. Ci sono cioè dei geni, che si trasmettono per via materna (perché sono nel cromosoma sessuale X delle femmine, probabilmente in una regione chiamata Hq28), che fanno salire le probabilità di avere figli omosessuali dal 2-4% (media normale) al 13,5%. Il che significa che se nella famiglia materna l'omosessualità è più diffusa della media è probabile che sia presente il gene che la provoca. Anche l'omosessualità femminile, secondo i ricercatori della Northwestern University, ha una componente genetica: il 48% delle gemelle omozigote figlie di donne lesbiche sono lesbiche a loro volta. Ma i cromosomi non sono tutto. Se i geni contenuti in essi danno gli ordini, a eseguirli o, meglio, a portare alle proteine gli ordini per eseguirli,sono gli ormoni. Sono testosterone e estradiolo, verso la settima settimana di gravidanza, a trasformare un feto ancora con identità sessuale non riconoscibile in un individuo con organi sessuali. Non solo danno il via alla costruzione dei genitali esterni,ma anche di quelli interni: ovaie, utero e tube nelle femmine; testicoli, vescicole seminali e prostata nell'uomo. Sebbene svolgano un ruolo così importante nel determinare il sesso non ci sono però ancora prove che un diverso dosaggio di ormoni durante la gravidanza possa essere alla base di qualche forma di omosessualità. C'è un caso però in cui un incidente embriologico provoca un sovrafunzionamento delle ghiandole surrenali: l'iperplasia surrenalica congenita. Le femmine con questa caratteristica nascono con genitali femminili. Ma l'eccessiva secrezione di ormone maschile delle ghiandole surrenali le mascolinizza: giocano agli indiani e non sanno cosa farsene di gonne e bambole. Da adulte possono diventare atlete di alto livello, con bicipiti eccezionali*(*per una femmina...). Il corteggiamento maschile le angoscia, faticano a vivere armoniosamente desideri di femmina, anche se sono attirate dagli uomini. Per aiutarle ci vuole in questi casi una terapia farmacologica con un anti-ormone maschile. Durante il corso dell'adolescenza, gli ormoni sono responsabili della formazione di una serie di caratteri secondari tanto ampia che finiscono per avere una grande influenza sulla formazione dell'identità sessuale della persona. Dall'azione degli ormoni dipendono infatti: la distribuzione dei peli e del grasso nelle varie parti del corpo,lo sviluppo del seno, la forma dei muscoli, la lunghezza dei capelli, il timbro della voce, le linee del viso, l'odore del corpo e l'aggressività. Hanno anche influenza sul cervello e possono conferirgli capacità maschili (come le abilità spaziali) o femminili (le abilità linguistiche). C'è chi ipotizza, perciò, che possano quindi predisporre, in alcuni casi, al sorgere di identità sessuali di fatto in contraddizione con il sesso così come sarebbe determinato dalla forma degli organi genitali. Con ormoni si possono allora "curare" forme di omosessualità? E' più frequente l'inverso. Ovvero che persone con identità femminile dentro un corpo maschile cerchino con gli ormoni di acquistare caratteri sessuali femminili. Come fanno molti transessuali. Il caso dei trans è molto importante per capire un altro aspetto della sessualità: il cosiddetto orientamento sessuale. Ci sono cioè individui perfettamente conformati sessualmente e sani di mente che sono convinti di far parte dell'altro sesso: hanno cioè una rappresentazione interna del proprio sesso diversa dal loro sesso biologico. Questo disagio aumenta, finché chiedono aiuto al medico; alcuni prendono ormoni femminilizzanti per far crescere il seno, altri si sottopongono a interventi chirurgici ai genitali. Negli ultimi anni molti scienziati sono andati alla ricerca di differenze biologiche che distinguono gli omosessuali e i transessuali dalle persone dello stesso sesso anagrafico. E della base biologica dell'orientamento sessuale. Sulla base di studi effettuati dapprima sui topi e poi ripresi anche sugli uomini, Simon Le Vay, un neurobiologo del Salk institute di San Diego, sostiene oggi che in una zona del cervello, l'ipotalamo, c'è un nucleo di neuroni, chiamato Inah 3, che ha molta importanza nel determinare i comportamenti sessuali. E che questo nucleo è, negli omosessuali, più piccolo che negli eterosessuali, appena più grande di quello delle femmine... E Dick Swaab dell'Istituto olandese di ricerche del cervello, ha scoperto che un altro nucleo dell'ipotalamo, chiamato BSTc, potrebbe avere un ruolo nel transessualismo. |
25-03-2008, 20.29.09 | #87 |
Ospite abituale
Data registrazione: 23-02-2008
Messaggi: 84
|
Riferimento: Coppie omosessuali. Le ragioni del Si.
Sono queste differenze nel cervello a determinare l'orientamento sessuale diverso degli omosessuali e dei transessuali?
E se è così, che ruolo rimane alle cosiddette cause psicologiche? Prima che se ne identificassero le basi biologiche, si dava spesso la "colpa" dell'omosessualità alla famiglia. Per esempio, a una madre opprimente o "castrante" e a un padre assente e ostile. Ma se così fosse, dovrebbe potersi anche "curare" con la psicanalisi. E invece, lo stesso Sigmund Freud riconosceva che la terapia della psiche non cura l'omosessualità. Ora numerosi studi hanno dimostrato che la famiglia, se ha responsabilità, è solo uno dei tanti tasselli, non il principale. "Il carattere dei genitori non basta a causare l'omosessualità", sostiene Richard Friedman, psichiatra di New York, uno dei maggiori esperti in questo campo. E aggiunge:"Possiamo solo dire che la sessualità non nasce una volta per tutte da un meccanismo unico. I nostri studi sui gemelli mostrano che nel 70% dei casi l'omosessualità non è ereditaria. Ci sono anche altre cause, biologiche o psicosociali". In sostanza: l'omosessualità (piaccia o meno) è una variante tra le tante possibili nel sesso, con una legittimità naturale, quanto quella dei capelli rossi tra quelli albini e quelli neri. E che può avere origini molto diverse. Per saperne di più: LeVAY SIMON, A Difference in Hypothalamic Structure between Heterosexual and Homosexual Men in "Science", 253, 30 agosto 1991. HAMER DEAN H., HU STELLA, MAGNUSON VICTORIA L., HU NAN e PATTATUCCI ANGELA M., A Linkage between DNA Markers on the X Chromosome and Male Sexual Orientation in "Science", 261, pp.321-327, 16 luglio 1993. MACKE JENNIFER P., HU NAN, HU STELLA, BAILEY J. MICHAEL, KING VAN L. e BROWN TERRY P., Sequence Variation in the Androgen Receptor Gene Is Not a Common Determinant of Male Sexual Orientation in "American Journal of Human Genetics", 53, n.4, ottobre 1993. LeVAY SIMON, The Sexual Brain, MIT Press, 1993. LEWONTIN R.C., ROSE STEVEN e KAMIN LEON J., Il gene e la sua mente, Mondadori, Milano, 1983. STOLLER ROBERT J., e HERDT GILBERT H., Theories of Origins of Male Homosexuality: A Cross-Cultural Look in "Archives of General Psychiatry", 42, n.4, aprile 1985. FAUSTO-STERLING ANNE, Myths of Gender: Biological Theories about Women and Men, Basic Books, 1992. BYNE WILLIAM e PARSONS BRUCE, Human Sexual Orientation: The Biologic Theories Reappraised in "Archives of General Psychiatry", 50, n.3, marzo 1993. |
25-03-2008, 22.30.40 | #88 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 09-09-2005
Messaggi: 383
|
Riferimento: Coppie omosessuali. Le ragioni del Si.
Citazione:
Ma chi lo ritiene? Non la Psicologia ufficiale e nemmeno la Psichiatria. Leggiti le posizioni della Associazione degli psicologi e psichiatri americani, che sono assolutamente contrarie a qualsiasi forma di discriminazione anche per quanto riguarda l'adozione. E' una sciocchezza pensare che la cultura o qualche condizionamento possa indurre all'omosessualità. Chi ha mai dimostrato una cosa del genere? Se per assurdo fosse davvero così, allora l'omosessualità non dovrebbe nemmeno esistere in una società dove i condizionamenti e modelli sociali-culturali sono di tipo eterosessuale. Dovrebbe esistere un decondizionamento che riportasse all'eterosessualità. Ci sono persone che hanno fatto di tutto per essere eterosessuali, ma ad un certo punto della loro vita hanno dovuto ammettere a se stessi e prendere atto di non esserlo. Ci sono tanti genitori gay i cui figli sono eterosessuali. Per non parlare di tutti quelli che hanno parenti (nipoti, fratelli, sorelle) che non lo sono. La cultura può solo determinare il MODO di vivere la propria sessualità, ma non certo il tipo di attrazione. Se una persona non è omosessuale, di certo mai lo diventerà. Ma se certe tendenze sono esistenti, è chiaro che le scelte possono portare a risultati diversi a seconda delle opportunità che una società dà. |
|
26-03-2008, 00.53.00 | #89 | |
Utente bannato
Data registrazione: 25-10-2007
Messaggi: 303
|
Riferimento: Coppie omosessuali. Le ragioni del Si.
Citazione:
Caro frollo, rispondo a te ed indirettamente a Scorpion che ha fornito delucidazioni anche bibliografiche sul fenomeno omosessualità, sulle quali poi torno, oltre che a bside. Premetto che, in tema di omosessualità, non ho mai parlato né di "devianza", né tantomeno di malattia da sottoporre a cura, bensì di condizione che si ritiene appartenere alla psicologia della persona ed alle condizioni culturali di sfondo, in modo tale che non è affatto infrequente che l'omosessualità venga "scoperta" - per così dire - da individui con una vita eterosessuale del tutto ordinaria, se non addirittura effervescente, in un certo momento della vita, e che essa si accompagni alla vita eterosessuale stessa delineando una condizione - la bisessualità - che non corrisponde ad alcuna inclinazione insuperabile verso un sesso collegata alla biologia, né tantomeno a particolari conformazioni del genoma o a fattori endogeni di qualunque natura. Si tratta - nella stragrande maggioranza dei casi, con alcune eccezioni - di un modo pansessuale di vivere il piacere, vissuto altrettanto liberamente tanto nella Grecia classica quanto nella Roma repubblicana ed imperiale, senza che questo costituisse motivo di scandalo e senza che essa modalità desse luogo ad alcuna richiesta giuridica di riconoscimento formale; tanto in quanto l'omosessualità veniva culturalmente collocata - con buona pace di chi vorrebbe attribuirgli, secondo alcune riletture storiche, alti significati romantici - nella sfera dei piaceri fini a sè stessi, del tutto privi, anche nella consapevolezza degli antichi, di alcuna funzione di rilievo sociale degno di tutela giuridica. Tale dignità sociale, anche nel periodo precristiano dedito a sessualità molto più audaci e libere di quelle attuali, veniva riconosciuta esclusivamente alla famiglia "naturale" fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna (in quanto progenitori di nuova vita) e, come tale, disciplinata giuridicamente in quanto socialmente fondativa. Per quanto riguarda le dichiarazioni pubbliche di Veronesi, non appena ritrovo la fonte (si veda al riguardo il sito moderatamente.com dove potrà forse trovarsi uno stralcio) la pubblicherò per completezza d'informazione; ma le posizioni dell'illustre oncologo sono esattamente quelle da me descritte ed ognuno ne tragga le considerazioni che vuole. Se uno scienziato di tale statura assegna alla cultura una funzione determinante nella strutturazione dei comportamenti sessuali qualcosa vorrà pur dire. Per quanto attiene i dati scientifici: osservato che le condizioni endocrinologiche o quelle biologiche, come già detto, non spiegano nulla e che il fenomeno omosessualità dovrebbe più correttamente identificarsi - per ampiezza sociale - nel fenomeno "bisessualità", confermo di essere a conoscenza delle ricerche condotte da alcuni neurobiologi sulla diversa ampiezza delle zone ipotalamiche riscontrate in alcuni omosessuali, riportate da Scorpion. Tali ricerche, tuttavia, come evidenziato dallo stesso Scorpion, rimangono attualmente nella fase iniziale del protocollo di ricerca, senza che nessuno degli scienziati abbia avvalorato, in alcun modo, di avere scoperto "la causa" dell'omosessualità, semmai uno dei diversi possibili fattori che, accanto ad altri, "potrebbero" (il condizionale è d'obbligo) determinare la scelta omosessuale, quando essa è effettivamente tale e non semplice bisessualità. Petanto, l'affermazione dello stesso Scorpion, secondo il quale "....l'omosessualità (piaccia o meno) è una variante tra le tante possibili nel sesso, con una legittimità naturale, quanto quella dei capelli rossi tra quelli albini e quelli neri. E che può avere origini molto diverse...", è una sua inferenza del tutto personale, che non trova riscontro né nella ricerca scientifica, né in quella che lui stesso ha reso noto postandola, né in ricerche di altro tipo. In ultimo - sempre a proposito del fenomeno bisessualità, sul quale poco si dice, spesso scambiata per omosessualità - ricordo che negli stessi famosi rapporti Kinsey degli anni '70 una percentuale, pari al 50% della popolazione femminile intervistata, ammetteva di avere avuto, nell'adolescenza o anche in seguito, rapporti omosessuali, i quali venivano considerati del tutto normali nell'esperienza personale anche dell'epoca. Si parla, in sostanza, della metà della popolazione femminile americana. Sul fenomeno omosessualità, ancora oggi, si sa poco o nulla in quanto - a mio avviso - si sa poco o nulla della sessualità in generale e di come essa venga effettivamente vissuta, perché poco se ne parla in sede pubblica e, quando lo si fa, lo si fa letteralmente a sproposito o con sterili finalità uniformanti e catechizzanti. La voce maschile su queste tematiche, poi, è completamente assente e latitante e tutto ciò che conosciamo è la sola ed esclusiva versione femminile. Tutto il resto è un pianeta completamente inesplorato, omosessualità e bisessualità comprese. Questo è ciò che so e ciò che penso che mi induce, ancora una volta, a sostenere le ragioni del no sull'argomento, in virtù di tutto quanto detto ora e in precedenza e che non mi sembra il caso di ripetere da capo. |
|
26-03-2008, 09.45.34 | #90 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 09-09-2005
Messaggi: 383
|
Riferimento: Coppie omosessuali. Le ragioni del Si.
Citazione:
Nessuno ha mai dimostrato le cause dell'omosessualità. Mostrare non significa dimostrare. La dimostrazione scientifica è un procedimento molto rigoroso, non basta certo dire che dato che non sappiamo cosa origini l'omosessualità deve senz'altro essere un po' di questo e un po' di quello: un po' di cultura, un po' natura, un po' di psicologia, eccetera eccetera... Fra le tutte possibili spiegazioni, quella psicologica o sociale è la meno probabile, per non dire la più assurda dato che non può spiegare di certo l'omosessualità nel mondo animale a meno di non credere a qualche scimmia con chissà quali problemi famigliari. Inoltre non so su quale campione statistico si basi il dato del 70%. Io posso vantare solo l'esperienza personale e di altri e posso dire che la totalità di gemelli omozigoti ed eterozigoti che conosco sono entrambi gay. Forse quel 70% è in realtà un dato molto più basso. Per quanto mi riguarda l'omosessualità è un fatto innato, una caratteristica dell'individuo che non può essere mutata, come il colore della pelle o degli occhi. A meno di non essere teorici di una società che reprime gli individui obbligandoli a vivere come vuole la chiesa, la società o chicchessia, ognuno dev'essere rispettato per quello che è ed essere libero di essere se stesso e amare chi desidera. |
|