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14-10-2005, 20.16.21 | #62 |
Ospite
Data registrazione: 14-10-2005
Messaggi: 11
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Ciao Dunadan,
non sono credente ma credo sia fuorviante pretendere di dimostrare (se tu per dimostrare intendi qualcosa che possa essere provato e ripetuto quando si vuole). Penso sia più adatto il termine sperimentare anzichè dimostrare. |
15-10-2005, 23.39.34 | #63 |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-03-2005
Messaggi: 388
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Chiariamo i punti credenza… fede.
Prendiamo per esempio Gesù….io mi fido… di lui quindi credo… a ciò che dice. E’ vero in alcuni casi , quando non riesci a darti risposte concrete ….credi a ciò che ti dice qualcuno perché di costui ti fidi. Se sei alla ricerca di risposte alla famosa domanda ….ma io che campo a fare?... è probabile che se non riesci a trovare da solo risposte concrete finisci per credere a ciò che ti dice un altro. Forse è questo che intende Elijah…..chi si fa quella domanda o crede a se stesso o ad un altro. C’è anche un’altra situazione quella di Dunadan…non crede a se stesso e non trova nessuno degno della sua fiducia a cui credere. Quando Dunadan cerca le risposte in ciò che propone, per esempio, la chiesa non le trova …solo perché questa non gli ispira fiducia. E come si fa a dargli torto. Noi cristiani siamo per cosi dire guidati da un clero dove molti componenti non si comportano da cristiani . Basta vedere le immagini in tv del lusso del Vaticano ….personalmente mi si contorgono le budella quando vedo quelle immagini….. in simultanea nella mia mente vedo quelle dei bambini denutriti del terzo mondo. Non è possibile portare avanti un discorso cristiano immersi nel lusso…! La maggior parte degli utenti di questo forum che “ criticano “ il cristianesimo lo fanno proprio per motivi simili a questo …..e come dargli torto. Io sono cristiano ….ho scelto Gesù come maestro di vita …mi fido di lui …ma per fare ciò devo fare un salto all’indietro di almeno 1800 anni….dove il suo messaggio era ancora vivo anche nel modo di vivere del clero ……poi con l’adesione a questa religione dei romani sono iniziate le “ disgrazie “. All’epoca era proprio l’esempio di vita dei cristiani che ispirava fiducia nelle persone che erano alla ricerca di risposte alla domanda ……che cosa campo a fare ? Personalmente nel mio piccolo e con i miei grandi limiti,” lavoro” nella mia parrocchia e in alcuni forum con l’intento di depurare il cristianesimo attuale per riportarlo com’era alle origini. Non per convincere le persone ad avere fiducia e credere , ma per metterle in condizione di capire come stanno in realtà le cose in modo che abbiano la possibilità di fare scelte corrette. Cioè nel caso di chi non ha fede in Gesù…dica conosco il cristianesimo delle origini e non mi fido , pittosto che dica Vedo il clero di oggi e di certe epoche del passato e non mi fido. Ciao Flavio |
16-10-2005, 06.57.19 | #64 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-05-2004
Messaggi: 2,012
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va bene tutto Flavio, solo che l'Amore non ha etichette.
I maestri, gli illuminati, tutti quelli che lavorano per la Luce non si definiscono in alcun modo prchè sono al servizio dell'Amore e soprattutto non fanno proseliti, perchè basta il loro esempio non cercano lodi nè ringraziamenti, gratuitamente ricevono e gratuitamente danno.......e ovunque vanno portano gioia |
16-10-2005, 10.09.25 | #65 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-07-2005
Messaggi: 464
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x Dunadan
Citazione:
Sono d’accordo con te. Bontà, generosità e carità stanno anche al di fuori delle religioni. E allora, che bisogno c’è di credere in Dio??? Che bisogno c’è di credere agli uomini??? Che bisogno c’è di credere in qualcosa??? Cioè di avere qualche certezza??? Per il fatto stesso che non sei sicuro di nulla, per il fatto stesso che ti poni delle domande e vorresti che Dio in qualche modo si manifestasse, vuol dire che senti che tutti i tuoi ragionamenti e i tuoi dubbi non ti portano alcuna certezza, ecco che cosa cerchi, una certezza… Una certezza è che siamo vivi, adesso, qui... Dubitare di tutto è una scappatoia per non guardare in faccia la realtà. Avere delle certezze è mettere qualche punto fermo nella vita, se no siamo come una barca in balia delle onde che si lascia trasportare dalla corrente sia dei nostri pensieri che dell'illusione di una vita... Comunque ti vorrei dire una cosa: chi cerca Dio non è lontano da Dio e Dio non è lontano da lui… Se non te ne importasse nulla, non avresti posto le domande che hai posto ai credenti. Credere vuol dire non fidarsi degli uomini e dei pensieri umani, ma fidarsi di Dio, perché “senti” che c’è ma non lo sai definire con una certezza. Ma Dio parla per mezzo di uomini, e dove trovi amore disinteressato, lì c’è Dio che si manifesta, anche al di fuori delle religioni. A volte c’è più fede nell’ateismo che in chi professa una religione, per questo si crea tanta confusione. Ciao |
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16-10-2005, 17.14.08 | #66 |
Ospite abituale
Data registrazione: 16-10-2005
Messaggi: 351
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Credente, come fate?
Il problema non è essere credente oppure non credente.
Che noi si creda nell’esistenza di Dio o no, che lo si consideri un’astrazione o che lo si umanizzi, attribuendogli i nostri pregi e difetti, non cambia niente, esattamente come il fatto che né lodi né biasimi possono minimamente modificare il nostro vero valore. Siamo quello che siamo e Dio esiste ed è quello che è, indipendentemente dalla nostra opinione. Io penso che sia meglio un ateo che va incontro agli uomini e li comprende, piuttosto che un credente senza pietà. Vi sono due modi per vedere le cose. Il modo materiale dove il concetto base è l’egocentrismo, che porta l’uomo a valorizzare se stesso in qualunque mezzo, in qualunque momento fino all’estrema crudeltà. Il secondo altro modo di vedere, che possiamo chiamare il mondo dello spirito, ha come concetto base quello di vivere altruisticamente che, non vuol dire cessare di operare e cadere in un immobilismo; ma nel valorizzare se stesso tenendo conto dell’esigenza e dei bisogni degli altri. Io penso che la COSCIENZA è l’unica che ci può indicare la giusta via. Essa è il termometro della nostra evoluzione di ciò che siamo dentro di noi. Ogni errore, di cui l’uomo prende coscienza, è un gradino verso la saggezza. Non seguo nessuna religione specifica. Io parlo del senso religioso della vita, della religione naturale che è in ciascuno di noi, non di quelle organizzate dagli uomini. Una religione senza preti, senza dogmi, senza riti e senza misteri. Dio non ha bisogno di rappresentanti. Chi identifica Dio e la religione con i preti sbaglia. Io penso che ci sia una Legge Suprema, una Causa di tutte le cose, un regolatore universale. Un Dio “incommensurabile” che è il Tutto. Io chiamo questa mia religione, la religione dell’Amore. Questo è il mio “Essere credente”. e non essere confuso con i dogmatici. Riflessioni : 1) E’ credibile che tutte le cose esistenti, dall’atomo alle galassie si siano fatte da sole? 2) E le leggi che regolano tutto ciò che esiste fino agli universi, in un’armonia universali? Ma se il “caso” è capace di far questo, allora è lui Dio e va bene lo stesso. Il nome non ha importanza. Mi fermo qui, Salvatore R. |
16-10-2005, 18.44.50 | #67 | |
Ospite pianeta Terra
Data registrazione: 17-03-2003
Messaggi: 3,020
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SalvatoreR...
Citazione:
... ... il battito di mani è per tutto ciò che hai scritto.. l'unica cosa che mi domando è...come fa un uomo a capire quali sono i propri errori per salire verso la saggezza.. credi sia possibile questa autosservazione? |
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16-10-2005, 20.24.48 | #70 |
Ospite abituale
Data registrazione: 16-10-2005
Messaggi: 351
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come fa l'uomo a capire i propri errori?
l'unica cosa che mi domando è...come fa un uomo a capire quali sono i propri errori per salire verso la saggezza..
credi sia possibile questa autosservazione? risposta: Il conoscere se stesso è necessario per capire i propri errori. Abituarsi a riconoscere la lunga mano dell’io. E questo avviene attraverso all’introspezione e l’autosservazione. Senza il costante sentimento di errore, di manchevolezza, l'uomo non avrebbe più stimolo ad agire. L'errore lo sostanzia, lo spinge oltre l'errore, costituisce il suo tempo, che perciò è un tempo interiore. L'uomo è appunto questo: constatarsi sempre erroneo, ossia sempre trascinato 'avanti', incompleto e imperfetto rispetto ad una completezza ed una perfezione che non sono di questo mondo. Ogni moto intimo, tradotto o no in azione, si avvicina o si distanzia dalla pura coscienza, che è altruistica e impersonale, e si avvicina o si distanzia dal puro egoismo, che è personale e cioè riferito solo all'io. L'errore è sentito più lieve o più pesante in proporzione di questo distanziarsi o di quell'avvicinarsi alla pura coscienza. L'uomo si conosce erroneo, imperfetto, potenziale, irrealizzato in quanto erra per natura, in quanto difettoso sé in cammino spontaneo verso il vero se stesso, senza potersi mai dare una fine del viaggio. Questa è l'infelicità necessaria dell'uomo, che lo fa evolve. La fine dell'errore non è alla portata dell'uomo. Salvatore R. |