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05-10-2005, 11.31.38 | #22 |
Ospite abituale
Data registrazione: 19-11-2003
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QUI RISPONDO AI NON CREDENTI:
La posizione che inizialmente aveva preso Jack, è certamente la più dura: Nell'uomo credente, la paura del mondo e il bisogno di un appoggio, sono più forti del senso critico. Dire che il credente crede per paura è offensivo? Credo che sia sbagliato legare sempre la paura al concetto di "vigliaccheria". La paura che secondo me ha il cristiano, è una paura parecchio legittima, sono le stesse paure che ho anche io, sono le paure di un soggetto che si trova dentro uno spazio di cui non conosce i confini(universo), inserito in un sistema dove, se non intervenissero leggi umane (fatte appunto, per paura) vigerebbe la legge del più forte. Io, anche per mia esperienza umana... credo che l'elemento "paura" sia molto importante per spiegare l'abolizione del senso critico. Forse la paura però non basta, ci sono molte persone che hanno una dannata paura del mondo, ma hanno avuto una educazione al "criticismo" e allo scetticismo, quindi sono atei comunque. Quindi secondo me ha ragione anche Marcoscari, cioè è importante anche l'ambiente in cui uno cresce. C'è chi è più predisposto ad abolire il suo senso critico, che nel caso che abbia anche una certa inquietudine verso il mondo, diventa facilmente un religioso. |
05-10-2005, 11.53.05 | #23 |
Sii cio' che Sei....
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x Dunadam
Complimenti! Si la paura e il bisogno di sicurezza, di assoluto. Si cerca un senso di appartenenza, una fede. Il fenomeno della tifoseria calcistica ne e' un emblema, oltre che quello della fede religiosa "priva di comprensione". Ti voglio dire una cosa. Che tu creda o meno nello spirito, non fa differenza, mantieni vivo dentro di te il senso critico e porta avanti quella ricerca profonda che ti caratterizza. Ce ne fossero di piu' di persone cosi! |
05-10-2005, 12.12.01 | #24 | |
Pirate of the Caribbean
Data registrazione: 23-05-2005
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Citazione:
già, questo è fondamentale. tutti affermano di voler essere "anticonformisti", conformandosi in realtà a qualcos'altro. perchè appartenere ad un gruppo è un istinto forte, a cui non riusciamo a rinunciare. e "l'anticonformismo" stesso diventa un gruppo di appartenenza (basta guardare come si vestono i ragazzi) |
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05-10-2005, 12.16.05 | #25 |
Ospite abituale
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Re: Re: Io non riuscirei mai ad essere "credente", come fate?
QUI RISPONDO AD ELIA E A AND1972REA:
Elia sostiene che tutti siamo dei credenti. Un po' come in un altro messaggio in cui discutemmo, lui vuole mettere il materialismo sullo stesso piano della fede religiosa, entrambi sarebbero FEDI. Fin qua sono d'accordo con lui, ci sono materialisti che esagerano nell'essere sicuri che i loro sensi possano vedere la verità delle cose. Il fatto però è che io, come ho premesso, non vengo qua da materialista, ma da uno che si rifà a filosofie critiche. Le filosofie critiche sono fedi? Ho spiegato che in me vive un piano di DUBBIO. Qui mi riallaccio quindi a quello che ha detto AND1972REA: Lui fa un passo ulteriore a quello che dice Elia, aggiunge che "il dubbio" è una fede. Rispondo a entrambi che il dubbio non può essere una fede cieca, perchè esso presuppone che nessuna fede possa essere accettata, nemmeno "la fede del dubbio". Non credo però, in questo modo, di averli "confutati". Loro potrebbero insistere che il mio mettere in dubbio tutto, anche il dubbio stesso, è comunque una fede. Bene, io avrò una fede di metodo (il dubbio), loro avranno una fede in un oggetto/soggetto (Dio religioso). C'è parecchia differenza. Essere credente di un metodo che mi permettere di non essere un credente, è ben diverso che essere credente verso qualcosa. Quindi ELia, NON SIAMO TUTTI CREDENTI nel senso in cui "credenti" significa "credere in oggetti o soggetti". Ultima modifica di Dunadan : 05-10-2005 alle ore 12.23.19. |
06-10-2005, 18.00.26 | #27 |
Utente assente
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x Dunandan
Io non parlavo mica di fede...
Parlavo del credere... e immagino che tu credi! Avresti dovuto dire che non potresti mai avere FEDE, e non che non potresti mai avere certezze... Questo è immagino il punto: la fede, e non il credere! Quindi, quello che tu vuoi dire è che non hai certezze, o sbaglio? No, perché avere fede sta ad indicare di avere una certezza in quel che si spera. Curioso, non è vero? Come si farà mai ad essere così certi in qualcosa in cui si spera soltanto? Intendevi questo, o qualcosa d'altro? Ad ogni modo, anche se intendevi questo di dirò in realtà che ti devo dare torto lo stesso... ti assicuro che hai fede pure te... anche se non ne sei consapevole. Pensi forse di essere sicuro di non avere certezze? Ma non è anche quella una certezza... il non avere alcuna certezza? Vuoi che continui a giochicchiare con i termini fino a quando ti sarà chiaro che credi e hai fede come tutti, o posso smettere qua? Elia |
07-10-2005, 14.13.09 | #28 | |||
Ospite abituale
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Re: x Dunandan
Citazione:
Citazione:
Ho appunto detto che te mi avresti fatto notare che il metodo del dubbio, se usato, sarebbe stato in me come una certezza (credenze) . Che quindi anche io mi basavo su credenze... Ti ho quindi risposto anticipamente che c'è differenza tra credere in un soggetto o in un oggetto (Dio e il suo mondo) e credere nell'utilizzo di un metodo che evita di credere totalmente a qualsiasi cosa, anche a se stesso. Teoricamente, siamo tutti credenti, MA IN MANIERA ASSAI DIVERSA. TUTTI SONO INEVITABILMENTE CREDENTI, DAL MOMENTO IN CUI COMINCIANO A PENSARE... In me c'è solo la credenza di un metodo che mi permette di non credere totalmente in nulla, nemmeno a se stesso. In te ci sono credenze culturali come Dio, Cristo e i miracoli. Te credi in soggetti e oggetti mistici, io faccio uso di un metodo senza credere ciecamente nemmeno a lui. C'è differenza... Citazione:
Tu che sai ogni verità, illuminami. Ultima modifica di Dunadan : 07-10-2005 alle ore 14.14.13. |
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07-10-2005, 19.13.58 | #29 |
Utente assente
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Il fatto che siamo dei credenti, non implica affatto che dobbiamo credere nella stessa cosa! Anzi...
Concordo pienamente con te quando dici che le credenze sono svariate e completamente differenti tra di loro in alcuni casi. Quello che non capisco da parte tua è però proprio la critica rivolta a chi vuole credere in Dio, e non in quello che tu pensi. Voglio dire, se tutti noi crediamo, perché criticare chi crede in Dio? Perché non capire la sua di posizione? In altre parole, se siamo tutti allo stesso livello - tutti credenti - perché uno dovrebbe pensare di avere un credo migliore? Credi pure in quello che tu pensi sia meglio, ma evita pf di attaccare la posizione di chi non puoi attaccare! Ti ricordo che la stessa cosa vale per me nei tuoi confronti. Infatti l'unico modo per farti cambiare idea, è quella che TU cambi idea, non che io ti critichi. La critica non porta da nessuna parte. Trovo interessante la massima di un certo Spurgeon... più o meno faceva così... Chi non fa nulla, è sempre il primo a fare le critiche a tutto! Puoi benissimo non condividere questa massima, ma è interessante notare come da essa si possa capire che chi agisce, chi fa qualcosa (positivo o negativo che sia), in genere non ha la possibilità di criticare!!! Chi invece è statico e nulla-facente, non avendo nulla da fare, e non volendo compiere alcuna azione, critica le azioni degli altri!!! L'unico modo per poter fare veramente cambiare idea a qualcuno che crede - a nostro avviso - in qualcosa di poco sensato è facendo capire dalle proprie azioni, dal proprio agire, dal proprio fare, senza parlare, che noi siamo in possesso di qualcosa che anche chi ci guarda vorrebbe avere, un qualcosa che si chiama amore verso se stessi e verso il prossimo, indipendentemente da cosa si pensa, crede o dice. Parlo arabo? Elia |
08-10-2005, 13.34.37 | #30 | |||
Ospite abituale
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Citazione:
Dici di capire che abbiamo credenze differenti, ma continui a volere mettere sullo stesso piano credenze di tipologia diversa. Ripeto che credere ciecamente a un oggetto/soggetto mistico (dio...) è diverso dall'utilizzare (per te: credere) a un metodo che non accetta di credere ciecamente a nulla. Io non sono sullo stesso piano di chi crede che Dio esista, io sono l'incontrario, sono uno che crede che non si debba credere ciecamente a nulla, nemmeno al fatto che Dio non esista. Per questo vengo qua a chiedere come facciate a credere ciecamente a qualcosa, specialmente se mistico, visto che io non ci riesco. Citazione:
Citazione:
Il tuo discorso è facile e anche un po' speculativo !! In pratica vuoi giustificare la credenza di qualsiasi cosa, anche la più inverosimile, dicendo che tutti sono uguali, perchè tutti credono. Andando fino in fondo col tuo ragionamento, si arriva a dire che ogni credenza è legittima, quindi vera. Che non si può sapere la verità, quindi ogni discorso è legittimo. NESSUNO SBAGLIA. Difendi gli argomenti mistici dicendo che tanto la verità non la conosce nessuno. Il fatto è che questo ragionamento potrebbe portarti a pensare che la religione cristiana è una delle tante credenze, non necessariamente quella vera. In questo (tuo) mondo di credenze, ove ognuno vuole imporre la sua come vera, io ti propongo di essere dubbioso, di non credere a nulla. In tal modo eviteresti qualsiasi errore. Accusare questa mia adesione al dubbio come una credenza, è fuori luogo. Invece te fai il contrario, ti abbandoni completamente ad una credenza, difendendola dai materialisti dicendo che anche loro credono, che anche loro sbagliano. Credo che il nucleo della tua teoria, cioè "la credenza che l'uomo non può non credere", possa essere messo in dubbio. Vedi, l'uomo forse è costretto, per vivere, a credere in qualcosa, ma può essere in lui UNA SCELTA PROVVISORIA e consapevole. Come ho detto all'inizio, possono esserci più piani, un piano provvisorio, ove si crede a determinate cose per avere punti d'appoggio nel corso della giornata; un secondo, più alto, filosofico, da usare solo ogni tanto, ove l'uomo mette in dubbio tutto, non crede in nulla, nemmeno a se stesso. Il secondo piano è parecchio diverso dalla credenza mistica, non è (per l'appunto) sullo stesso piano. Non puoi metterli sullo stesso piano. ciao |
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