Ospite abituale
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L'uomo di fronte alla non esistenza di Dio
Credo che quanto sto per raccontare faccia parte di non so quale romanzo di fantascienza che, io, forse, ho avuto modo di leggere non so più quanto tempo fa. Se così non fosse, vorrà dire che ancora una volta ho dato libero sfogo alla mia fantasia.
Dopo un lungo viaggio intrerplanetario, l’astronave Atlantis II°, fece ritorno sulla terra. Nel corso delle sue lunghe peregrinazioni ebbe occasione di visitare uno svariato numero di sistemi solari della nostra galassia, ma soprattutto fece una capatina oltre la nostra galassia alla ricerca, non tanto di vita intelligente extraterrestre, già scoperta nel 3012, ma piuttosto della Verità, o meglio di notizie certe sull’esistenza di un unico Creatore.
Gli astronauti, guidati dalla terra, grazie alle nuove tecnologie e ad un accurato lavoro d’intelligence, sapevano con esattezza che presso la galassia Godot avrebbero ottenuto la prova provata dell’esistenza o meno di Dio.
Dopo ben 18 minuti terrestri di peregrinazioni intergalattiche, fecero ritorno sulla terra e furono immediatamente presi in consegna dalla CcIiAa (struttura d’intelligence, logica implementazione di un’altra che nel mondo ancestrale aveva guadagnato tanti meriti nella difesa dei valori morali e della libertà dei popoli) e condotti in un luogo segreto dell’Eurasia. Qui furono raggiunti dai potenti del pianeta, i Grandi Custodi, i Busholi, coloro che, posti a capo e tutela dei principali settori dell’intera organizzazione interplanetaria, assolvevano il compito di salvaguardarne il perfetto funzionamento.
La scoperta era troppo importante per non passare attraverso il loro filtro. Così i Busholi ebbero modo di apprendere, senza alcuna possibilità d’errore, che Dio, il Creatore dell’universo, il signore dei cristiani, degli ebrei, dei mussulmani e delle altre religioni ancora imperanti nell’universo, NON ESISTEVA; che eravamo soli con noi stessi e che sopra di noi non vi era alcun’entità trascendente che ci avrebbe guidato, consigliato, amato e consolato. Tutta un’invenzione, frutto delle fantasia o dei desideri degli uomini sedimentati nei millenni. I Busholi dell’universo erano, ora, soli di fronte alle proprie responsabilità; in un sol colpo, erano divenuti le massime entità viventi o regnanti nell’universo.
Quale doveva essere a questo punto il loro atteggiamento di fronte ad una notizia riservatissima che avrebbe anche potuto stravolgere gli equilibri fino ad allora faticosamente costruiti?
L’umanità (ricomprendendovi anche gli abitatori dei molti pianeti scoperti nel frattempo) aveva il diritto di sapere?
Quale sarebbe stata la reazione a tale stravolgimento?
I Busholi decisero che il livello di responsabilità fosse troppo elevato per non condividerlo con i Grandi Saggi dell’universo, preposti, appunto, uno per ogni grande branca del sapere e della vita sociale, a valutare e sorvegliare il mondo dell’educazione. Il Gran Consiglio dei saggi era, in quel momento, composto da
un giurista,
un filosofo,
un religioso,
uno psicologo,
un militare,
un sociologo,
io stesso.
SAREBBE UN CURIOSO ESERCIZIO PROVARE AD IMMAGINARE QUALI POTERONO ESSERE LE RISPOSTE INDIVIDUALI E/O COLLETTIVE FORNITE ALLA DOMANDA SE FOSSE GIUSTO O NO PORTARE A CONOSCENZA DELL’UMANITÀ L’IMPORTANTE SCOPERTA FATTA.
Un esercizio attraverso il quale ci si potrà cimentare ad ipotizzare un mondo senza Dio e divinità di sorta, dove l’uomo sia lasciato a sé stesso e responsabile del proprio futuro e del proprio passato. Un mondo in cui le cose avvengono non più per volontà superiore ma per scelta individuale; in cui i valori etici e morali assumono un nuovo significato e una diversa valenza e pregnanza, donde un conseguente stravolgimento dei valori in campo, delle priorità e dei meccanismi che regolano la vita quotidiana. Sarà un pò rivivere, con l’immaginazione, lo stravolgimento vissuto nei secoli scorsi dalle comunità colpite dal flagello della PESTE.
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