Perdonate l’intrusione, è mia intenzione, se mi è consentito, riprendere la discussione/riflessione dall’inizio, facendo un balzo a ritroso che, probabilmente, risulterà poco rispettoso della fatica e delle energie profuse da ciascuno di voi per rendere viva la discussione/riflessione. Se così sarà, vi chiedo scusa già da ora; avremo, comunque, sempre modo ed occasione di recuperare il tempo perduto. Ad ogni modo, a voi è lasciata la libertà di seguirmi nel ragionamento o d’ignorarmi bellamente, come se non fossi esistito o intervenuto, comprenderò e vi lascerò alla Vostra discussione senza ulteriori interferenze.
Ho la necessità di recuperare quanto già detto e partire dall’inizio perché è mia opinione sia quantomeno ardito ricavare da un estratto, peraltro estremamente contenuto, di un Vangelo gnostico l’assunto “…che uno scritto ne vale un altro…”, per concedersi, quindi, la libertà d’affermare con tanta sicumera “…che la fonte di verità dovrebbe essere solo una…”, alludendo al cuore, cioè al sentimento e, quindi, alla componente irrazionale per antonomasia della natura umana.
Considero un singolare azzardo dialettico attingere da un testo che fa appello alla ragione e dedurne le motivazioni per decretare, quasi, che la fonte di verità è entro di noi, è rappresentata dai nostri sentimenti, e alberga nel nostro cuore.
Gnosticismo – conoscenza – è l’atto dell’intelletto e del raziocinio – dal Vangelo gnostico dell’apostolo Tomaso 2.) “Gesù disse: - Colui che cerca non cessi dal cercare, finché non trova e quando troverà sarà commosso, e quando sarà stato commosso contemplerà e regnerà sul Tutto” – ovviamente anche altri passaggi del medesimo testo gnostico o di altri testimonierebbero l’esigenza di una ricerca che fa perno e leva sull'intelletto e il raziocinio per fare partecipe infine, in un secondo momento, il cuore e i sentimenti - la commozione e successiva alla ricerca e alla scoperta.
I quattro principali vangeli gnostici, di cui, ripeto, il Vangelo di Tomaso è parte integrante (scoperto nel dicembre del 1945 in Egitto presso Nag Hammadi – la cui composizione è fatta risalire ai primi secoli dell’era cristiana), evidenziano un corpus religioso/spirituale di ben più vasta portata; insieme al Pistis Sophie, altro fondamentale testo gnostico, sono alla base dell’esoterismo e della speculazione spirituale delle sette che fanno della contemplazione misterica il mezzo per giungere alla perfetta conoscenza di Dio. Essendo tasselli fondamentali dell’esoterismo, così come vuole il termine stesso, la loro decifrazione e, quindi, la perfetta conoscenza cui conducono, non può essere appannaggio che di pochi prescelti “iniziati”.
In sintesi, non sono assolutamente convinto che un testo, uno scritto, valga un altro. Sarebbe disconoscere i meriti dei grandi del pensiero spirituale, sociologico, filosofico o letterario. Non si possono comparare testi di così diversa fonte o natura, che si rivolgono ad un pubblico così diverso: l'uno, la Bibbia, testo universale che, attraverso la fede, si prefigge la salvezza dell'intera umanità, l'altro, il corpus gnostico, che essendo destinato ad una ristretta cerchia di "iniziati" e fonte di costante stimolo intellettuale, tende ad escludere i più e consegue la salvezza per mezzo della conoscenza.
Anche in quanto affermato da Mary trovo un'incoerenza che necessita, probabilmente, di alcuni chiarimenti; in caso contrario mi rimarrebbe il dubbio d’aver ben compreso quanto da lei affermato:”... cerchiamo dentro di noi la comprensione. Non attacchiamoci a quel che ci viene detto, cerchiamo di scoprire se è vero o meno…” Fin qui nulla questio “...Diversi messaggi di Gesù io ho avuto modo di provare su di me che sono veri”. Piuttosto singolare come affermazione se messa in relazione con la prima parte del periodo; se ho ben inteso solo la comprensione e la ricerca del vero ti conduce a Gesù. Ma per un cristiano, un cattolico (nel caso, di un mussulmano il discorso sarebbe identico), ed in quanto tale seguace del Nazareno, la scoperta di Gesù non può essere subordinata o conseguente ad una ricerca intellettuale, o semi intellettuale, né tantomeno frutto di sentimenti dettati dall’istinto. Non vi è alcuna necessità di cercare il Vero per trovare Gesù, basta solo cercare Gesù (aprire il proprio cuore – accettare Gesù acriticamente) e lì finisce la ricerca del vero. La ricerca del Salvatore avviene tramite fede (annientamento della ragione e dell’intelletto, il sentimento e l’istinto sono un mezzo), la sua scoperta è figlia della fede, incrollabile, immarcescibile, intramontabile e spesso mal interpretata. Non vi è spazio per altre speculazioni. Ovviamente per chi si definisce Cattolico.
Noi cattolici non siamo e quindi proseguiamo senza timore alcuno di essere colpiti da fulmini e saette nella nostra discussione/riflessione.
Angelo purtroppo lo avete/abbiamo perso per strada; un gran peccato, una grossa perdita. Era, o meglio è (sono convinto che entro breve lo vedremo riapparire più forte di prima senza alcun timore delle “aggressioni” di Morfeo) un’ottima fonte di sollecitazioni… Certo, chi può aver ragione se due cuori, per lo stesso argomento, per la stessa causa, battono in maniera diversa? Chi o quale sarà l’arbitro? (attenzione siamo ancora alla ricerca della verità o fatemi capire se ho smarrito il tema della discussione/riflessione). Ci sarà pure una Verità immanente, oggettiva, ancorché irraggiungibile per noi limitati esseri, ma pur sempre una Vera Verità?!
Al di là della morale terrena e dell’etica umana, elementi assolutamente indispensabili per regolare il vivere civile, credo che 784 abbia centrato il punto, pur dubitandone; si, io credo (CREDENTE) che esista una Verità Assoluta (c’è chi la chiama Dio, chi Buddha, chi Allah, chi come me semplicemente Verità Assoluta). Credo fermamente nella Sua esistenza così come altrettanto fermamente credo nell’impossibilità umana di raggiungerLa attraverso la speculazione intellettuale.Una verità che non ammette mistificazioni, in forza della quale non potrà mai essere che il buio sia luce e il bianco sia nero (non ignoro le diverse gradazioni di colore che colpiscono i nostri organi sensoriali). La mia non è una considerazione manichea, che divide il buono dal cattivo in maniera netta e percettibile. Sono convinto che non esista alcuna terrena possibilità per l’essere umano di raggiungere questa Verità Assoluta, ma sono altrettanto fermamente convinto della sua esistenza. Qualsiasi fenomeno sensoriale è percepito dall’individuo in funzione della propria capacità di percepire fisicamente ed eticamente; le interferenze, oltrechè essere fisiche (ambientali), sono di svariata natura, principalmente culturali. Basterebbe provare a fare un ragionamento circa i cruenti fatti che in questi giorni stanno coinvolgendo la Palestina e due popoli perennemente in lotta: di chi sarà mai la ragione? Esiste una sola ragione? Ciascuno di noi giudicherà in base alle proprie giustissime e rispettabilissime opinioni per cui il risultato dei nostri ragionamenti, dei nostri patimenti e sentimenti non potrà che essere una somma o una media delle diverse verità (difficile però far la somma o la media di qualcosa d’impalpabile). Eppure, è fuori dubbio che una Verità, forse la media o la somma delle mille ragioni, esiste; qualcosa sta accadendo e quel qualcosa è frutto di mille azioni, mille pensieri, mille sentimenti e mille odi stratificatisi fino a nascondere la Verità immanente. Ovviamente la Palestina, Israele, i palestinesi e gli israeliani sono solo uno spunto di riflessione, un semplice, complicatissimo esempio; si potrebbe provare con qualsiasi altro argomento.
Nonostante le mie premesse pessimistiche circa la possibilità di giungere al Vero, sono fermamente convinto che lo scopo dell’ansimare umano sia, o debba essere, quello di avvicinarci, se non proprio raggiungere, alla Verità Assoluta, e per raggiungere questo altissimo obiettivo poco importa che noi usiamo il cuore piuttosto che la ragione, così pure poco influisce il fatto che la Chiesa Cattolica, la religione mussulmana, l’ebraica e quant’altro, siano intrise di colpe inemendabili o, comunque, poco onorevoli per chi si professa paladino esclusivo dell’Assoluto. La nostra speculazione non può, non deve, vacillare o interrompersi perché gli uomini, anche quando professano ex-catedra, sbagliano.
Un saluto a tutti
Visechi