ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
11-03-2005, 11.54.33 | #2 |
Utente bannato
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
|
Carissimo Esperantiano,
mi risulta che questo forum sia dedicato allo scambio reciproco e non alla pubblicazione a senso unico. Confido nella TUA correttezza e ragionevolezza consigliandoti per il tuo interesse di impiegare più adeguatamente il tuo impegno utilizzando uno strumento ed un servizio offerto dal sito Riflessioni.it che è: "LETTERE ON LINE" https://www.riflessioni.it/lettereonline/index.htm Non ringraziarmi... mio dovere. Ciao! P.S. Diversamente, quando sarai intenzionato realmente al dialogo e non solo alla pubblicazione, quì TUTTI ti accoglieranno alla pari in assoluta amicizia. Ultima modifica di Mistico : 11-03-2005 alle ore 12.02.28. |
11-03-2005, 20.03.07 | #5 | |
Utente bannato
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
|
...segue
Citazione:
|
|
12-03-2005, 23.28.28 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 04-11-2003
Messaggi: 218
|
Seconda Parte
PERCORRERE IL SENTIERO DELL'INIZIAZIONE
Seconda Parte Ecco di seguito "La grande invocazione", utilizzata dalla quasi totalità dei gruppi e delle associazioni di matrice puramente teosofica, nonchè da quanti aspirano ad una religiosità internazionale non legata ad un indirizzo confessionale in particolare. LA GRANDE INVOCAZIONE Dal punto di Luce entro la Mente di Dio Affluisca luce nelle menti degli uomini. Scenda Luce sulla Terra. Dal punto di Amore entro il Cuore di Dio Affluisca amore nei cuori degli uomini. Possa il Cristo tornare sulla Terra(1). Dal centro ove il Volere di Dio è conosciuto Il proposito guidi i piccoli voleri degli uomini; Il proposito che i Maestri conoscono e servono. Dal centro che vien detto il genere umano Si svolga il Piano di Amore e di Luce. E possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede. Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano sulla Terra. (1) L'espressione "possa il Cristo tornare sulla Terra non deve dare adito a confusioni. Non si parla, infatti del "Cristo" confessionale, che molte dottrine identificano, tra l'altro, con il maestro Gesù, ma di un "Grande Essere" di cui noi siamo parte, così come le nostre cellule sono parte di noi. In ciò vi è conformità alla legge ermetica "come in alto così in basso". Ecco, poi, il piccolo ma significativo "Cerimoniale dei Cavalieri Esperantiani", altra forma di "invocazione puramente teosofica", e quindi non confessionale. CERIMONIALE DEI CAVALIERI ESPERANTIANI (2) Siano riuniti gli uomini da ogni parte della Terra, Di ogni credo, lingua e popolo. Sull'intera umanità incominci a splendere il Sole dell'Unione, Ogni uomo guardi l'altro come un suo fratello. Crollino i muri dell'odio e della divisione, L'Amore e la Verità incomincino a regnare sulla Terra. La Luce ed il Potere sbarrino la strada al male In ogni cuore sia desto il Fuoco della Vita. (2) L'Ordine Esperantiano non possiede siti web, ed è un'associazione autonoma. La "religione perenne", o religione puramente teosofica" possiede due "versi" di riunificazione (ovvero di "re-ligio"): una Orizzontale, ovvero la ri-unificazione tra i Cittadini della Terra in una fratellanza planetaria; ed una Verticale, ovvero la ri-unificazione della Famiglia Umana con gli altri ordini di vita del cosmo. Esprimiamo con una croce a bracci uguali questa re-ligio a doppio verso, quale simbolo identificativo della stessa missione iniziatica. La ri-unificazione richiede necessariamente cooperazione organizzata, quindi una strutturazione della Famiglia Umana, ed un codice comportamentale chiamato "disciplina". Per agire in gruppo non si può fare a meno di un'organizzazione fondata, a sua volta, su regole precise. Come si vede la re-ligio è un'idea diametralmente opposta a quella, oggi ancora piuttosto diffusa, che vuole ogni individuo isolato dagli altri ed immerso esclusivamente in un proprio mondo soggettivo. E' ovvio che con tale premessa ogni cooperazione risulterebbe infatti impossibile. Il concetto teosofico di "male" è inferibile proprio al modello divisionista, competitivo, e disrgregazionista. Il disgregazionismo nasce dal relativismo individuale elevato a prassi comportamentale. Ne consegue che in una società individual-relativista invece di cooperare a progetti comuni, ognuno è impegnato a proclamare e a ribattere il proprio punto di vista soggettivo. Il grado di autoaffermazione è massimo, mentre il grado di azione collettiva è nullo. Vi sono fasi storiche in cui l'individual-relativismo torna utile per ripristinare identità che oppressioni ideologiche o di regime hanno destabilizzato. Servono, cioè, a ricostruire la capacità individuale di pronunciare la parola "io", pervenendo ad un'autoidentificazione. Ma tale fase è utile se, in secondo momento, si perviene all'apertura alla collettività, il che, è quasi lapalissiano, ci riporta al tema della necessaria organizzazione strutturata e disciplinata. Un esempio. Se si sospendesse, almeno per un breve periodo sperimentale l'uso del denaro in una zona circoscritta, occorrerebbe introdurre una nuova disciplina. Infatti, senza l'obbligo di pagare, ognuno sarebbe libero di prelevare in un supermercato una quantità teoricamente illimitata di prodotti alimentari. Ecco che, invece, all'acquisita liberazione del denaro dovrebbe immediatamente seguire l'introduzione di una normativa che disciplini le quantità prelevabili, in ragione dell'effettivo bisogno individuale. Raggiunta la quantità necessaria, ogni cittadino deve interrompere il prelevamento e lasciare che anche altri possano utilizzare le risorse alimentari. Il "male" è assenza di relazionalità/disciplina/comunicazione/convenzione comportamentale. Quando questo "male" entra in un gruppo, comunque piccolo o comunque grande, il gruppo stesso inizia a morire e le individualità passano dal regime cooperativo al regime competitivo. In una parola: nel "male" vi è l'accettazione legittimata dell'egoismo, conseguenza di un egocentrismo il cui epilogo inevitabile è la destrutturazione del corpo/mente/memoria che chiamiamo "civiltà". Utilizzare forme meditative e cerimoniali del tipo "invocazione" è cooperare all'allocazione di forme-pensiero sui campi morfici, e quindi alla scrittura evocativa di noùri atte ad catalizzare il processo di "concretizzazione" nel mondo fisico. Dei campi morfici hanno dato un interessante riscontro gli esperimenti "maharishi" e quello degli elettroencefalografi riportato da Nitamo Montecucco in "Cyber". Anche le recenti ricerche sulle variazioni della struttura dell'acqua in funzione dei campi morfici creati da pensieri collettivi (quindi di intensità notevole) hanno riaperto la strada della scienza verso una più meditata considerazione verso l'antica legge teosofica "l'energia segue il pensiero". esperantiano |
13-03-2005, 16.06.20 | #8 |
Ospite
Data registrazione: 05-02-2005
Messaggi: 36
|
Il Sentiero è unico
Per tutti
Arrivato ad un certo punto del cammino evolutivo, l'uomo sente sempre più profondamente la necessità di dare senso al vivere. Egli ricerca, pertanto, risposta ai quesiti esistenziali di tutti i Pensatori, spesso percepiti in modo doloroso e struggente: Perchè soffro? Quali Leggi regolano l'evoluzione? Qual è il senso del mio passaggio sulla Terra? In uno stadio più avanzato, quando sceglierà di porsi al servizio dell'evoluzione, si domanderà: qual è il mio Compito? Non sarà, naturalmente, compreso. Molti troveranno queste aspirazioni e questi interrogativi "troppo seri" o "idealistici". Altri non crederanno alla sua buona fede, ricercando motivazioni recondite al suo agire. Altri, per timore di essere tratti fuori dall' Aula dei giochi e del disimpegno nella quale si attardano, rideranno e/o derideranno, scegliendo di continuare a trastullarsi con disquisizioni filosofiche "sulla spiritualità" o con simpatiche conversazioni tra amici o con gli infiniti modi per "strutturare il tempo", secondo l'espressione dello psicologo Erik Berne. Essi parlano del Sentiero, ma non lo percorrono. Altri ancora sceglieranno la via dell'opposizione polemica e del pregiudizio, non intendendo ancora iniziare il Sentiero. Sono tutte risposte logiche, del tutto naturali per l'Io che non ha ancora scelto di servire il Piano. In questa fase, il ricercatore avverte la necessità di ricercare guide e maestri; ricerca una "Scuola". Le scuole non sono mai a pagamento, nè si trovano nei siti internet; vanno ricercate nel profondo della propria coscienza. "Quando l'allievo è pronto, il Maestro arriva" afferma un antico aforisma; e un altro dichiara che l'allievo dovrà dedicarsi con tale fervore al Sentiero da "diventare il Sentiero stesso". Tutti i Sentieri, se percorsi con dedizione totale, "si incontrano alla sommità del monte". Per tutti noi, l'augurio di iniziare il nostro vero percorso di creature di Luce! Ultima modifica di biachiara : 13-03-2005 alle ore 16.08.32. |
13-03-2005, 19.03.06 | #9 |
Utente bannato
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
|
Il Giuramento Iniziatico Arcoriano
Nel corso di una vita di appartenenza all’Ordine sono letteralmente infinite le volte in cui o pronunciamo personalmente una solenne formula di giuramento o ne ascoltiamo le parole quando davanti all'ara s'inginocchia un Fratello.
Troppo spesso, però, i comportamenti, le scelte, gli indirizzi, le impostazioni assunti dai Fratelli dimostrano che la “formula” dei giuramenti è stata udita, non ascoltata e non assimilata e che non abbastanza o per niente è stato riflettuto “sulla gravità dell'atto” compiuto e sugli “obblighi” assunti. Nella vita profana è ormai una triste abitudine quella di non dare valore alle parole, di decidere per se stessi e gli altri senza troppo approfondire, con una noncuranza che non mettiamo neppure nella scelta di una pietanza in un ristorante. E' vero che decidere se carne o pesce, se fritto o arrosto coinvolge direttamente il nostro egoistico palato mentre impegni morali, sociali, umanitari sono concetti vaghi, indefiniti, e corrispondono a parole di cui ci riempiamo la bocca, che ci fanno partecipi del bonismo generalizzato e puntualmente rispolverato dalla canfora quando si tratta di far versare qualche lacrimuccia. Preferiamo, però, lasciare tutto quanto avvolto in una nebbia che non ci scomodiamo a diradare forse per timore di rivelare a noi stessi la nostra totale mancanza di volontà e fondamentale disinteresse. Certo è che ci aspetteremmo che impegni presi “liberamente e spontaneamente” fossero rispettati proprio perché assunti soltanto honoris gratia tra uomini che si vogliono di buoni costumi, in una società, quella dei Liberi Edificatori, dove ancora non ci si vergogna a parlare di onore. Purtroppo mi accorgo che la profanità sta penetrando nella Libera Edificatoria; per ora non è nulla di vistoso ma non mancano i segnali di una pericolosa deviazione che rischia di svuotare gli ideali dell’Ordine di ogni significato e di ogni tradizione portandolo a diventare una associazione qualsiasi. Le parole che abbiamo, prima ascoltato e poi pronunciato, il giorno della nostra iniziazione diventano gusci vuoti al momento in cui il protagonismo si sostituisce alla ricerca di un miglioramento, quando il lavoro non è più “a gloria ed onore dell'Ordine” ma a glorificazione e lusinga del proprio io, l'operare non è più diretto al “bene e progresso dell'umanità” ma alla coltura del proprio orticello e all'abbellimento della propria corte, allorché le cariche si trasformano da servizio a potere. Consideriamo che siano dannosi per l’Ordine sia per la sua interiorità sia per la sua immagine esterna tutti gli uomini i quali, attratti da chissà quale miraggio profano, bussano alla porta dei Templi credendo di trovarvi dei complici e non dei Fratelli, sperando in vantaggi materiali di natura sociale ed economica. Non meno pericolosi sono coloro che interpretano a modo loro ed a loro profitto il cammino iniziatico vedendolo come una scalata al successo e compenso, in molti casi, di frustrazioni personali sofferte nella vita profana. Esiste un terzo caso di uomini i quali, cercando una via per migliorare, un modo per dedicarsi all'umanità, una filosofia e condotta di vita stravolgono il significato dei contenuti latomistici ed interpretano la Libera Edificatoria volendo farne, a seconda dei casi, una società di mutuo soccorso, un'opera pia, una dottrina ed altro. Infine troviamo anche una categoria di cavalieri che appartengono ad altre associazioni che si dedicano alla ricerca spirituale e che stravolgono la spiritualità cavalleresca in misticismo. Dobbiamo stare attenti al fatto che molte società, pur rispettabili, pur non in “urto od in opposizione con la Libera Edificatoria” propongono metodi di ricerca, certamente validi, tuttavia non corrispondenti ai principi ed ai fini cavallereschi. Ricordiamoci che siamo noi a dover cambiare – per questo riceviamo l'iniziazione che ci consente di cominciare di nuovo- e non l'Istituzione cavalleresca e che qualsiasi deformazione a scopo personale, materiale o spirituale, è fortemente negativa e altera sostanza ed intenti edificatori. Tutti questi finiscono con il formare il gruppo di coloro che sono solito definire iscritti all’Ordine i quali, prima o poi, rendendosi conto di non aver fatto la scelta giusta lasciano l'Istituzione denigrandola, seminano zizzania per dimostrare di avere in mano scettro e potere, si rivestono di false sembianze che, ahimè, riescono a far apparire carisma ai più giovani, ai meno preparati ed anche a quegli anziani che di spirito cavalleresco poco o nulla hanno capito e che si sentono lusingati di essere circondati da baldi, anzi baldanzosi leoncini rampanti, loro diretti allievi. Sarebbe compito dei “vecchi” che dovrebbero essere più saggi riportare a dimensione “giusta e perfetta” ogni forma di aspettativa ed aspirazione errata e pericolosa; mi accorgo con profondo dispiacere che non sempre è così e dei Maestri rimane soltanto il nome perché hanno ingannato gli altri e soprattutto se stessi non essendo stati capaci di ricevere l'Insegnamento e di identificarsi con esso. Lascio valutare a tutti voi, Sorelle e Fratelli, quali siano e di chi siano le responsabilità, quanto e come siamo coinvolti, quali rimedi possiamo portare. Mi limito a dire che bisogna dare prova del coraggio richiestoci quando bendati abbiamo varcato la soglia del Tempio nella speranza di trovare la Luce. Confessiamoci di avere sbagliato, abbiamo la forza di correggerci e ricominciare, sappiamo imparare, lasciare da parte, se necessario e per quanto doloroso, l'indulgenza quando minaccia di diventare fonte di diffusione del male, di tagliare gli arti incancreniti, se non si staccano da soli. Ripensiamo al valore del giuramento iniziatico – potrei anche ripercorrere i giuramenti dei vari gradi del Rito Scozzese Antico ed Accettato dai quali emerge che impegno e dovere crescono e dalla linfa del primo giuramento nascono piante solide sulla radice comune ma che assumono una funzione specifica. Ritorniamo quindi alla sorgente, al primo giuramento iniziatico per riscoprine insieme tutta la potenza: Io...liberamente e spontaneamente, con pieno e profondo convincimento dell'anima, con assoluta ed irremovibile volontà, alla presenza del Grande Architetto dell'Universo, prometto e giuro...”. Queste parole racchiudono tutta la sostanza della Libera Edificatoria e della sua impostazione manifestando anche la differenza con ogni altra forma di giuramento e promessa. Il giuramento esoterico coinvolge l'uomo nella sua totalità, ragione e spirito, razionale ed irrazionale, limitato ed illimitato, presente e futuro, è espressione di una libera scelta di una mente non sottoposta che rispettando un Ideale segue i dettami della ragione, è il grido liberatorio di chi emerge dalle tenebre, è la voce di una “Istituzione che ha il suo principio nella ragione...che ...lasciando a ciascuno la libertà di credenza, è libera da qualsiasi dogma religioso, ...è progressiva, non impone alcun limite alla ricerca della verità”. Come possiamo sgretolare la forza, annientare la saggezza, deturpare la bellezza di un impegno così profondamente umano da cogliere in poche parole tutta l'essenza dell'umanità? A chi facciamo del male se non a noi stessi sostituendo alla solennità di una promessa la pompa della falsità? Perché tradire un'idea, un modo di pensare e vivere che dovremmo aver abbracciato per amore della virtù e ripugnanza del vizio? Stiamo facendo a noi stessi ed agli altri quello che non vorremmo ci fosse fatto ed allora, tutti noi, qualsiasi grado rivestiamo, qualsiasi ufficio ricopriamo proviamo a ritornare con la mente, anche e soprattutto dopo anni, alla Riflessione iniziale, ai suoi messaggi ed ai suoi insegnamenti, a cosa significhi essere “libero e di buoni costumi”. (Dai Testi del SS. Ordine dei Cavalieri di S. Silvio) |