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28-11-2004, 18.01.38 | #33 | |
frequentatrice habitué
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 780
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Citazione:
l’altra parte: Il pensiero non vuole ripetere l’esperienza, e tante più volte la ripete, tanto più essa diventa meccanica…(qua col dolore non ci siamo :() ; più ci pensate, più il pensiero da forza alla paura. Così il pensiero crea e sostiene la paura per il ricordo del dolore ed il ricordo è nutrito dal continuo pensarci edali rodi grazie |
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28-11-2004, 18.41.27 | #34 | |
Utente bannato
Data registrazione: 15-10-2004
Messaggi: 1,265
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Aggiornamento
Citazione:
Nel momento del dolore c’è solo il dolore! (non c’è paura del dolore.) Quando il dolore è cessato non c’è dolore. Quando non c’è dolore il pensiero pensa al dolore. Tanto più pensa al dolore tanto più la paura che ritorni aumenta. Così il pensiero, in assenza del dolore, crea e sostiene la paura per il ricordo del dolore ed il ricordo è nutrito dal continuo pensarci. P.S. Provate a ripetere quanto sopra sostituendo a “dolore” la parolina: “morte” e ditemi cosa succede! Avrete ancora paura della morte? Ve l’avevo detto che non dovevate tirarmi per le penne! |
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28-11-2004, 19.07.58 | #35 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 07-05-2003
Messaggi: 1,952
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quando c'è il dolore c'è solo il dolore...non c'è la paura...
non so quanto possa essere sempre vero, ma non è questo il punto. può non esserci la paura ma c'è il pensiero e l'elaborazione di questo dolore e nel modo di elaborarlo possiamo dargli significati diversi. così anche se sostituisco la parola dolore alla parola morte... c'è il modo di affrontarla la morte, di elaborarla e di andarle incontro con più o meno paura... non essendo morta non ti posso dire con certezza come sarà il mio atteggiamento in quel momento... posso solo portare testimonianza di esperienze altrui... di come ci possa essere o meno serenità nella persona che sta facendo quel passaggio importante in base al modo in cui ha elaborato dentro se stesso il concetto di morte. come per il dolore...è una questione di atteggiamento e di approccio...non solo di parole. certo che di fronte a 'dolore' o 'morte' rimane la sostanza e non le parole... |
28-11-2004, 19.39.14 | #36 |
Utente bannato
Data registrazione: 15-10-2004
Messaggi: 1,265
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altro aggiornamento.
quando c'è il dolore c'è solo il dolore...non c'è la paura...
non so quanto possa essere sempre vero, ma non è questo il punto. E’ vero! (che non c’è la paura!) può non esserci la paura ma c'è il pensiero e l'elaborazione di questo dolore e nel modo di elaborarlo possiamo dargli significati diversi. così anche se sostituisco la parola dolore alla parola morte... c'è il modo di affrontarla la morte, di elaborarla e di andarle incontro con più o meno paura... Se togli “elaborarla”, che è attività pensante, si toglie di mezzo spontaneamente anche la paura! non essendo morta non ti posso dire con certezza come sarà il mio atteggiamento in quel momento... posso solo portare testimonianza di esperienze altrui... di come ci possa essere o meno serenità nella persona che sta facendo quel passaggio importante in base al modo in cui ha elaborato dentro se stesso il concetto di morte. Se sta “elaborando” allora si sta anche cagando sotto dalla paura... oppure si sta auto ipnotizzando con l’idea che “nell’aldilà” la vita è più migliore ed esente da morte... come per il dolore...è una questione di atteggiamento e di approccio...non solo di parole. certo che di fronte a 'dolore' o 'morte' rimane la sostanza e non le parole... Ricordati che l’oggetto della divagazione è il DOLORE PSICOLOGICO provocato dal disagio di pensare alla morte o a precedenti dolori fisici esperiti. Ti ricordo inoltre che al dolore fisico non c’è rimedio, a meno di non intervenire con stregonerie sulle cellule del cervello) ed alla morte nemmeno e che nel momento di queste due esperienze non può esserci paura se non ci pensi. La sostanza è che bisogna allenarsi a non pensare.... Ve l’avevo detto che non dovevate tirarmi per le penne! |
28-11-2004, 20.35.13 | #37 |
ospite sporadico
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Messaggi: 2,103
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Perchè "tirarti per le penne?" stiamo facendo un bel discorso tranquillo a cui tu partecipi molto bene e con profitto per noi, a mio avviso... ti do ragione in tutto anzi rincaro la dose... anche il dolore fisico mentalmente si può ridurre, fermare o creare... aumentare..
Spesso c'è anche un senso di compiacimento.. sono quelli che definisco ipocondriaci inconsapevoli.. se dicono di aver l'acciacchetto e qualcuno gli dice: " poverino.." state sicuri che ogni volta che incontrano quella persona si lamenteranno... non sto dicendo che tutti "godono" nello star male... consapevolmente anche questi che ho appena definito soffrono... ma inconsapevolmente..... questo vale anche per le sofferenze psicologiche.. però Pensiero torno al dunque pur essendo d'accordo con te che spesso si mette in moto un meccanismo perverso... pur essendo d'accordo con te che non pensare potrebbe eliminare qualsiasi sofferenza... la prima sofferenza non fisica ma interiore, cioè di cui non potevamo aver memoria (se era la prima...) da dove è venuta? P.s. Edali ci mancherebbe che tu non possa entrare.... tutti sono benvenuti... era solo un gioco per dire che mi sarebbe piaciuto fare una discussione tranquilla senza sentenziatori ma come stiamo facendo...cercando tutti insieme di capire qualcosa P.s.2 Rodi è vero che tutti i ragionamenti sono a mente fredda, poi bisogna viverle le cose.. io mi limito a parlare di ciò che vivo, che vedo direttamente.. |
28-11-2004, 20.47.52 | #38 |
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Messaggi: 1,952
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non è una lotta quella che stiamo facendo e le penne non c'entrano.
è uno scambio tra esseri umani niente di più o di meno ed ognuno di noi guarda all'argomento per quello che è lui anche il dolore fisico si affronta in maniera diversa...un approccio diverso te lo può far percepire in maniera diversa, senza stregonerie... il dolore è quello...la percezione del dolore varia a seconda dello stato sia fisico che mentale di chi lo prova... sul fatto di non aver paura della morte solo non pensandoci non credo sia completamente vero... si può non averne paura perchè si prende come un fatto naturale, o perchè si è degli incoscienti (vedi tutti quelli che si sfracellano con un mezzo meccanico) '...non può esserci paura se non ci pensi...' La sostanza è che bisogna allenarsi a non pensare.... che pensare troppo e male ci faccia solo girare come trottole mi trova d'accordo... a dire ad un terminale di tumore o di aids o di leucemia o di quello che vuoi di non pensare alla morte non me la sentirei... un conto è una discussione fatta per ragionare su concetti che ci riguardano tutti e dalla quale trarre spunti di riflessione, un conto è portare questi ragionamenti all'interno di una situazione di dolore estrema... e questo te lo dico solo per dialogare con te, non certo con l'intenzione di tirarti le penne. |
28-11-2004, 20.54.33 | #39 | |
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Citazione:
la mia non voleva essere un'accusa ma solo uno spunto di riflessione...ognuno di noi porta ciò che vede...e proprio da questo nasce l'arricchimento... è solo che mi è capitato tante volte di vederla sul serio la morte, per quello parlavo così...voleva essere una condivisione di una sensazione...nulla di più |
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28-11-2004, 20.57.02 | #40 | |
Moderatore
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Citazione:
Per fortuna, ammesso che il mio contributo lo sia , questa frase ha risuonato in me e, dunque, qualcosina posso dire. Ricordo un bellissimo libro di J.J. Rosseau che mi aprì la mente su una questione, allora (22 anni fa?), per me decisiva: la proprietà privata. Mi pare che proprio nelle prime pagine, l'autore, ne centrava il punto con acutezza formidabile. Chi fu il primo uomo che delimitò qualcosa e disse: questo è mio! Accantoniamo tutte le osservazioni di ordine pratico e morale. Concentriamoci sulla cosa essenziale che ha voluto trasmetterci questo grande pensatore: è nella natura umana! Mi convinse immediatamente e irrevocabilmente. Ora non so se si possa dire la stessa cosa per il dolore ma, indipendentemente da questo fatto, vorrei aggiungere qualcosa quotando altre parole scritte da Girasole. % segue post tra pochi minuti....... |
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