Il problema è che su questo forum si dà importanza al pensiero e alla profondità
delle persone,...ma in generale,nel mondo reale,l'atteggiamento piú frequente è diverso.Non`datemi una risposta del tipo:
"Ma non devi preoccuparti di quello che ti dicono gli altri,che si dicono cattolici ma in realtà non lo sono.Solo Dio può giudicarci...ecc..ecc...".

Invece sì,me ne preoccupo,e molto pure,perchè sono loro che in qualche modo portano avanti tutto il sistema,i cori in chiesa,le azioni cattoliche,le associazioni caritatevoli,le riunioni di giovani,i partiti cattolici che operano dentro le università...Non sono noccioline,è quello che qui sulla terra dovrebbere essere più vicino e più assonante con gli insegnamenti divini.
Come faccio a dire:
"Siccome sono studiosa e cerco le risposte alla mia fede nella filosofia e storia della religione,non faccio caso a quello che fanno gli alri fedeli,perchè è naturale che sbaglino".

No,non lo accetto,per me tante volte sbagliano e non dovrebbero,e proprio perchè si mostrano così "inside"la religione dovrebbero conoscerla,
altrimenti non dovrebbero poter partecipare a siffatte attività.
E´´ ovvio che poi la gente ce l'abbia con la chiesa,come potete meravigliarvene.

Non è che per caso,fa comodo avere tutta questa gente che partecipa,senza che si spenda niente per la loro formazione?Intanto si manda avanti la baracca..il resto ...conta poco..
A volte mi sento costretta a pensarla così.

Complimentissimi per la Sintesi Sottoscrivo in toto

Vorrei aggiungere un pensiero che mi sembra pertinente, oltre che corretto verso tutti.

Ho conosciuto un solo ministro cattolico che mi ha dato, piacevolmente e fertilmente, "filo da torcere".
Era il mio confessore per la celebrazione del matrimonio.
Alla gradevolezza assoluta di una confessione "a tavolino", senza tendine e inginocchiatoi, aggiunse l'interesse e la partecipazione vivi e tangibili a quello che ho vissuto e ricordato come un dialogo intelligente.
Quel dialogo si concluse con una frase che, lo ammetto, mi diede moltissimissimo da pensare, e che era questa:
"sì, tu sei una brava persona, sei un'ottima persona... ma tra un'ottima persona ed un cristiano resta un percorso da compiere: un'ottima persona dialoga con il nemico e non infierisce su di lui; MA il cristiano va oltre: il cristiano AMA finanche il nemico."

Il concetto era semplice quanto forte.
E io, giovane che entrava in chiesa soltanto per le parate sacramentali di famiglia... ne rimasi colpìta e affascinata. Aveva ragione e mi aveva messo in crisi. Punto.

Passano gli anni.
Osservo me e il mio prossimo (e forse, ma questo è caratteriale) usando molta più indulgenza verso il mio prossimo che verso me stessa.

Continuo a pensare che avesse ragione, ma oggi penso anche che abbia errato sulle definizioni. Perchè....

...mentre non ho conosciuto alcun cristiano che ami (ometto il "davvero" perchè sarebbe troppo) il proprio nemico...

...maturità e rigore (semplicemente LOGICO) mi portano a vedere oggi quel che non vedevo ieri, ossia che "amare" il proprio nemico vale davvero qualcosa SE e QUANDO significhi "sentire le sue ragioni e comprenderlo in esse".... e ancora una volta.... è sufficiente essere UMANI con consapevolezza della UMANITA' dell'altro... per arrivarci...

E allora oggi, con qualche anno e tante riflessioni in più, mi dico che quel sacerdote espresse un bellissimo concetto; che avrebbe potuto tranquillamente esprimersi in termini di percorso da "persona ottima" a... "persona più che ottima" (in concreto: da persona con buon grado di maturità e persona con ancor più elevato grado di maturità)... ma quell'etichetta "cristano", guardata oggi, non solo non aggiunge nulla, bensì toglie alla forma e soprattutto alla sostanza: (riprendo Erri che mi è piaciuto davvero tanto, e mi scuso per l'uso impietoso dell'italiano) è "più" ottimo chi arriva a comprendere il nemico perchè ne sente l'esigenza... o chi si "sforza" di farlo (ammesso che esista, ma - ripeto - non ne ho prova) per conquistarsi la beatitudine eterna

Ma come, non lo sai? Lo conosco di persona. Non mi servono testi a riguardo (anche se ce ne sono).

Ergo, concordi con Paolo, quando dice:
Esaminate ogni cosa e ritenete il bene.
(1 Tessalonicesi 5:21)

Mi fa piacere. Quindi mica lo dico io.

E perché avrei dovuto? Non sono più da un pezzo nella fase "devo per forza di cose confutare e ribattare a tutto quello che mi viene scritto". Dopo 1000 messaggi e passa alle spalle (solo in questo forum), rispondo solo a quello che maggiormente mi interessa. Sarà anche un difetto, ma sono fatto così.

Notte.

Erri, perdonami. Ho letto qualcosa ancora e....
....mi ero entusiasmata per questa tua frase che mi sembrava perfetta... ma tanto l'ho pensata... che m'è divenuta "perfettibile".

Alla luce di tante esperienze e letture, io la perfezionerei così (sempre fermo restando che non c'è limite al Meglio):

"Sembra che la religione dia , alle persone cattive , cattive ragioni per comportarsi bene... quando sono disponibili (serenamente per tutti quelli che sereni SONO) buone , anzi ottime, ragioni per farlo".

Che ne dici?
Notte notte, Erri.

Ciao e buonanotte.

Cara Donella, spero non deluderti, ma mi sopravvaluti, la frase non è mia, ma del mitico Sam Harris, io l'ho solo tradotta...
Se ti va di leggerlo e te la cavi con l'inglese il testo è qui

http://www.samharris.org/site/full_t...bout-atheism1/

vedrai che è piuttosto semplice e non richiede una approfondita conoscenza della lingua...

Tra i molti interventi che leggo, si manifesta la possibilità che si possa essere Cristiani per convenienza o per vocazione.
Essere cristiani per paura di non avere la salvezza oppure essere cristiani perché si sente, dal profondo dell'anima, la necessità di seguire il sentiero di Cristo perché, coscientemente, lo troviamo essere quello giusto, a prescindere dal "premio"?
Il vero cristiano dovrebbe amare gratuitamente senza aspettarsi il premio poiché, altrimenti, non sarebbe amore "gratuito"!
Crediamo che Cristo abbia amato, in modo gratuito, l'uomo, per avere una ricompensa? Non credo proprio.