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07-10-2007, 19.55.10 | #23 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-06-2005
Messaggi: 697
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Riferimento: Ricetta per la fede?
Citazione:
Io diffido delle religioni istituzionalizzate anche se offrono un senso di comunità. Secondo me la fede è una conquista personale ed ognuno ha la sua. Nella mia esperienza la capacità di credere si libera insieme alla capacità di amare. Penso che il bimbo piccolo creda, quanto meno crede nei suoi genitori e li ama incondizionatamente. Poi, inevitàbilmente, viene ferito nell'amore e quindi anche la sua fiducia si attenua. CREDO che lo scopo della vità sia di ritrovare quella nostra primitiva spiritualità e fiducia. |
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07-10-2007, 20.10.49 | #24 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
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Riferimento: Ricetta per la fede?
Citazione:
scusatemi ma non ho letto tutte le risposte, rispondo direttamente. Secondo me la fede vuol dire semplicemente fidarsi, aver fiducia come se ne ha in un amico, in un compagno del cuore. Ma fidarsi non equivale a tapparsi le orecchie e coprirsi gli occhi. Il cammino spirituale non si fa in una chiesa anche se ci si può entrare per raccogliersi e meditare, il vero cammino si fa sul campo: vivendo, cercando, riflettendo. Dio è dentro ciascuno di noi, sta anche fuori ma è più difficile vederlo fuori se non riusciamo a riconoscerlo dentro. Come cercare la chiave, persa in casa, nel buio di una stanza, sotto un lampione illuminato. Le religioni teoricamente dovrebbero aiutarci a trovare Dio ma ho la vaga sensazione che fanno di tutto per allontanarcene. Perchè sono gli uomini a guidarle e gli uomini sono fallibili. Anche se il Papa si è dichiarato infallibile. Le religioni servono, possono servire ma vanno sempre utilizzate con cura. Niente fede cieca, niente obbedienza assoluta. A Dio dobbiamo rendere conto in prima persona. Non possiamo andare da Lui e dirgli: guarda che non è colpa mia ma colpa di Tizio e Caio. Dio risponderà: e dei talenti che ti ho dato che cosa ne hai fatto? hai sotterrato il mezzo che ti avevo dato per fare il tuo cammino e sbagliare e rischiare in prima persona non con intermediari. Dubita sempre delle certezze altrui. Chi ha certezze assolute non ha alcuna certezza. |
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07-10-2007, 20.30.31 | #25 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-06-2005
Messaggi: 697
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Riferimento: Ricetta per la fede?
Citazione:
Io diffido delle religioni istituzionalizzate anche se offrono un senso di comunità. Secondo me la fede è una conquista personale ed ognuno ha la sua. Nella mia esperienza la capacità di credere si libera insieme alla capacità di amare. Penso che il bimbo piccolo creda, quanto meno crede nei suoi genitori e li ama incondizionatamente. Poi, inevitàbilmente, viene ferito nell'amore e quindi anche la sua fiducia si attenua. CREDO che lo scopo della vità sia di ritrovare quella nostra primitiva spiritualità e fiducia. |
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09-10-2007, 02.13.37 | #26 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 29-06-2007
Messaggi: 213
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Riferimento: Ricetta per la fede?
Io credo che la religione ha la sua genesi nel momento in cui l'uomo si pone delle domande che non fanno riferimento alla realtà terrena e prende coscienza della inevitabile realtà spirituale. Il più grande impulso alla religione è stato dato, poi, dal Cristo quale Figlio di Dio che ci ha rivelato il seme della religione stessa. Tuttavia non mi soffermerei tanto sui termini utilizzati dagli uomini, quanto sulla vera essenza della relazione tra Dio e l'uomo, e cioè l'Amore e la Fede: l'una non esclude l'altra poiché senza l'una, non ci sarebbe l'altra. Solo se amo Dio, avrò fede in Lui, e solo se ho fede in Lui posso amarlo.
Detto questo, riguardo a "berenger11", faccio riferimento ad una sua citazione: Citazione:
Non sono assolutamente daccordo, ma per un attimo (molto breve), ti posso concedere di non considerarli. E allora ora che si fà? Beh, ci si guarda attorno, oppure allo specchio, od anche si osserva il nostro prossimo, la natura intorno a noi. E aspettiamo. Aspettiamo cosa? Aspettiamo che qualcosa, dentro di noi, si faccia una domanda: "È tutto qui?". Poi si aspetta ancora. Che cosa? La seconda domanda: "C'è dell'altro, oltre i miei cinque sensi, che io non riesco a percepire?". In effetti già con la prima domanda si è indotti ad operare un profondo studio-meditazione del mondo che ci ospita, noi compresi. Allora se riusciamo a coltivare ed indirizzare la nostra sensibilità verso il significato puro della risposta, solo allora cominceremo un viaggio che non avrà fine e che ci porterà, in modo ineluttabile, a rispondere alla seconda domanda ed, in ultima analisi, alla coscienza di Dio. Poiché Dio deve essere cercato! L'uomo, per arrivare a Lui, deve sentire la necessità di cercarlo, con tutte le sue forze: "Cercate prima di tutto il Regno dei Cieli e tutto il resto vi sarà dato". Dio è in mezzo a noi ma si manifesta a noi solo se lo vogliamo! |
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09-10-2007, 09.01.40 | #27 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-06-2007
Messaggi: 710
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Riferimento: Ricetta per la fede?
Citazione:
Ne sei certo? A me sembra che la storia umana indichi l'esatto contrario, e cioè che la religione nasca nel momento esatto in cui l'uomo - che alla realtà terrena è così avvinto da desiderare soltanto di possederla (conoscenza) senza doverla mai abbandonare (morte) - bypassa la propria limitatezza (ineludibile quanto dolorosa) orgogliosamente (persino orgogliosamente!!!!) preferendo immaginare un inconoscibile piuttosto che intelligentemente attenersi ad un (per ora) inconosciuto. Semplificando: il primitivo non conosce il fulmine (come fenomeno fisico) e lo teme. Gli basta questo per vederci un dio. Poi c'è sempre qualcuno più furbo o esaltato che si arroga la capacità di farsi interprete di quel dio, e che conferma: sì il fulmine è la voce di tale dio, e ti dico io (che c'ho parlato) cosa vuole da te per non coglierti. Questa è storia, non opinione. Quella del primitivo, ormai, la vediamo nitida. Siamo proprio certi di poter vedere con altrettanta chiarezza la nostra? Io non mi illuderei affatto... |
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09-10-2007, 10.44.07 | #28 |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-12-2005
Messaggi: 1,638
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Ricetta per la fede
Io la fede la cucino così Innanzitutto è necessario l’ingrediente principale cioè la vita. Questa dev’essere dapprima cucinata a fuoco lento, da viva, in maniera tale che la sofferenza prodotta dal fuoco degli eventi che ci travolgono, lascino ferite così profonde da farci passare un perchè. I perché vanno scelti accuratamente e freschi di giornata al mercato delle “non risposte” e vanno inseriti tra quelle profonde ferite nel tentativo di far cicatrizzare un dolore che non trova senso. Per alcuni il piatto viene servito così, per altri invece deve essere condito con una serie di droghe religiose onde evitare di lasciarlo insipido e poco appetibile a palato umano. La speranza, che si trova già all’interno della confezione della vita, è il condimento per eccellenza ed allungata con un minimo di “ragione” aiuta nella scelta di un ulteriore importantissimo ingrediente…dio. Le botteghe ne sono piene…solitamente più quelle ferite son profonde e più si sarebbe portati ad acquistare velocemente il primo prodotto che capita tra la mente. Altri dal raffinato palato cercano invece insistentemente l’essenziale ingrediente arrivando a rivolgersi pure ai mercati orientali ove il gusto di dio viene lasciato un po’ alle preferenze soggettive. Trovata la preziosissima spezia si condisce abbondantemente tutta la vita inserendo l’ingrediente in ogni perché…affinché il piatto risulti gradevole è necessario eliminare qualsiasi contatto con quella realtà che brucia e gronda a volte un amaro sugo di sangue. Accompagnare sempre il piatto con fiducia e credenza… …che tanto poi alla fine mangiamo tutti la stessa cosa. |
09-10-2007, 11.24.23 | #29 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 29-06-2007
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Riferimento: Ricetta per la fede?
Citazione:
Hai perfettamente descritto la religione secondo l'uomo. Ma è quella vera secondo te? Cosa ne pensi di quella che scaturisce dalla semplice osservazione e meditazione del mondo e delle cose che ivi avvengono (e che non hanno spiegazione terrena)? Ritornando a quello che scrivi, lo stesso Gesù dice: "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo!". E allora come ci comportiamo? Crediamo a ciò che dice l'uomo oppure utilizziamo la nostra intelligenza e la nostra sensibilità per verificare sul campo ciò che dice Gesù? Sia ben inteso che l'ìnsegnamento dato da Gesù non proviene dall'uomo (ma solo riferito da questo): lo si evince dal contenuto stesso dei vangeli (in particolare da quello di Giovanni), che non hanno una impronta umana, ma divina, poiché ancora oggi, e questo l'ho scritto in altri post, sono ancora incomprensibili per la maggior parte degli uomini, ma chiari per chi crede ed ha fede in Cristo. Potrebbe un uomo dire di non seguire l'uomo? Potrebbe mai un uomo rinnegare se stesso? Può reggere un regno diviso in sè? La religione a cui faccio riferimento è quella naturale che scaturisce in ogni uomo, senza condizionamenti umani, ma solo sulla base dell'insegnamento di Cristo e sulla ossevazione e meditazione, profonda, di noi e del creato. La tua salvezza la fai dipendere dagli uomini? Oppure ti affidi al tuo istinto, alla tua intelligenza ed alla tua sensibilità? Te lo ripeto: "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo!" |
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09-10-2007, 14.34.33 | #30 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-06-2007
Messaggi: 710
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Riferimento: Ricetta per la fede?
E' vero che il dialogo tra chi ha fede e chi non ne ha presenta sempre asperità insuperabili, ma - a volte - mi sembra che si riesca persino ad enfatizzarle. E questo avviene ogni volta che si pretende di affrontare la fede con la logica.
Santa Romana Chiesa (che io non amo affatto), ma che in eristica non è seconda a nessuno... ti dice "la fede è fede: non solo non abbisogna di dimostrazioni, ma addirittura rifugge da esse". ...Mettici una pezza! Chi si avventura con la logica...dinanzi a questo assioma... esce sconfitto in partenza ...e pure con un po' di invidia... se non è particolarmente fedele alla propria capacità di giudizio! Tu, invece, democraticamente accedi al terreno della logica... ma (almeno a me) confermi il caos: Citazione:
Come fai a definire "naturale e senza condizionamenti umani" quella che si basa sullinsegnamento di Cristo???????? Sorvolando su duemila anni abbondanti di catechizzazioni, crociate e inquisizioni..... l'insegnamento di Cristo parla "naturalmente" ad un certo numero di uomini che vivono in alcune zone del mondo (a quelli che vivono in altre , ma anche a parte di coloro che vivono nelle medesime zone, parlano con altrettanta "naturalezza" divinità assai diverse, o anche nessuna divinità). Inoltre, per milioni di anni prima degli ultimi duemila, miliardi di uomini, anche in quelle che poi diverranno zone cristiane.. non hanno neanche potuto immaginare tanta "naturalezza"... però, di primo impatto, quando l'hanno incontrata, gli è sembrata così "naturale" che hanno messo in croce chi la predicava.... |
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