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15-06-2007, 02.44.02 | #25 | |
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Data registrazione: 02-02-2003
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Riferimento: Identità?
La libertà è nella mente, la schiavitù è nella mente;
l'aderire ad una (o più maschere) è nella mente, credere di non aderirvi è nella mente. Credersi pazzi è nella mente, pensare lo siano gli altri è nella mente; credere di avere dei problemi è nella mente, pensare di non averne è nella mente. Ogni concetto, ogni pensiero è frutto della mente (del cosiddetto "io"). Appartenere al mondo è della mente, scegliere di non appartenervi è della mente; Siamo liberi di giocare nel gioco-vita con il nostro corpo-mente o scegliere di rinunciare al gioco (sì, siamo liberi anche di questo! Liberi di dire "no, grazie, non mi piace questo corpo-vita, ne faccio a meno"). Siamo liberi di giocare nel gioco-vita con la mente che più ci piace (questa e solo questa è "l'identità"!); siamo altresì liberi di giocare nel gioco-vita con la mente che meno ci piace (seguire gli altrui modelli/ riferimenti per sentirsi riconosciuti). Siamo liberi di danzare (trovarci in armonia) con la nostra mente ed offrire tale armonia alla vita (noi, gli altri); Siamo liberi di trascinarci ( costringerci disarmonici) nella nostra mente ed offrire tale disarmonia alla vita. Siamo anche liberi di restare a guardare gli altri giocare (nel non danzare con niente e con nessuno.. nemmeno con se stessi). Siamo liberi di cercare di cambiare le regole sociali, siamo liberi di aderirvi oppure di infrangerle; Siamo persino liberi di cambiare la realtà della mente (ma non le sue regole); siamo liberi di cambiare abito (maschera) ogni istante.. (!) Siamo liberi di fare (e di sentirci) ogni cosa ma vincolati dalla direzione che prenderà ogni nostra scelta (!) Questa è l'unica regola del gioco! Mirror (se ben ho inteso) mischia due punti : le regole sociali e quelle mentali (spirituali); Dice: sei libero di fare (e sentirti) ciò che vuoi ma non libero di non pagare il prezzo. E socialmente e nel tuo intimo (!) Hai ragione le maschere o identità sono la medesima cosa (!) Dove c'è mente c'è identità: è un semplice dato di fatto (che non si può mutare!) Ma ciò che chiedi è di essere visto ed accettato per ciò che mano a mano proponi ! Ma ciò che chiedi non è che la stessa realtà che avviene comunque e sempre al di là della tua volontà! Seppur chiunque sia comunque libero di proiettare su di te la sua propria immaginazione (!) E questa è la sua libertà! Citazione:
Chi "si spoglia" viene considerato "folle" da chi non lo fa. Ma "non riconoscersi nel gioco" in questo caso è il non riconoscersi nelle maschere dell'identità, ovvero, non riconoscersi come sola identità sociale, come solo "io" (fatto di costumi e di pensieri-mente!) La libertà totale dalla mente esiste solo nella morte di questo stato umano! Oppure nel riconoscere che pur usando una mente non siamo unicamente i nostri pensieri ! E qui si entra nel campo della filosofia (che ora dici di aborrire, ma la contempo cerchi tramite il ragionamento -ed è bene a mio avviso, passare da qui, dal sondare con mano! ) In realtà l'identità in senso assoluto non esiste.. poiché con tale termine s'intende solo l'essere identici a sé stessi. Ma come ben sappiamo tale identità risulta fornita attimo dopo attimo ed è solo per comodità che si considera tale identità come "finita" riferendoci al carattere ed ai tratti somatici (corpo) delle persone, entrambi pressoché uguali nel tempo. Per cui il problema torna nuovamente ad essere di chi se lo pone! Se ci sentiamo costretti dentro una maschera o più identità-maschere è perché noi stessi ci autovincoliamo a quelle! Chiedere che ogni persona si rapporti a noi per ciò che in quel momento le comunichiamo è già risposta reale! Chiedere che qualcuno re-agisca a noi senza tener conto delle nostre azioni passate è lecito e possibile secondo l'intelligenza di chi abbiamo davanti (e comunque è una sua libertà!) Detto ciò penso di aver esaurito il succo dei tuoi quesiti.. Posso solo aggiungere ciò che reputo magari più importante ribadire.. Ognuno è artefice della propria liberazione. (ovvero nessun'altro al posto nostro può renderci libero da circuiti mentali che ci schiavizzano) Conoscere la propria mente, come funziona, di cosa si ciba è poter essere liberi. Se la conosci.. non ti uccide! Gyta |
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15-06-2007, 08.30.50 | #27 |
Ospite di se stesso
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Riferimento: Identità?
Gyta dice:Conoscere la propria mente, come funziona, di cosa si ciba è poter essere liberi.
Ma chi è che conosce la nostra mente e quindi poter essere liberi? Non essa stessa chiaramente.. ...il tutto alla prossima puntata.. |
15-06-2007, 09.38.13 | #29 |
Ospite abituale
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Riferimento: Identità?
Io, ingenuamente e semplicemente, vi domando se siete certi di star bene o piuttosto di non essere incorsi in un loop senza via d’uscita dal sentore pseudo spiritualistico? Quel che scrivete mi sembra un delirante vaniloquio, fra l’altro anche alquanto confuso. C’è addirittura chi rileva il ruolo taumaturgico mio e di Maxim. Fra le tante maschere, identità e spoliazioni mi pare che scordiate un dato che è ormai consegnato alla storia e che forse può rappresentare una seria risposta a tanta concettualizzazione un po’ troppo fine a se stessa, come se abbiate necessità di scrivere, non importa cosa, l’importante è che scriviate… il compito di trovare il senso portato dalle parole che utilizzate pare sia assegnato a chi legge e voi. distanti ed oziosi, vi scorgo seguire quel filo che gli altri annettono al testo… vi fate portare dalla corrente interpretativa del prossimo.
L’identità è il nome, la persona. Per annientarla e spersonalizzare un individuo, nei lager tedeschi utilizzavano un metodo tanto semplice quanto distruttivo, anzi destrutturante: negavano il nome, negando così l’identità ai prigionieri, giungevano a spersonalizzarli per impedir loro di identificarsi (riconoscersi) come esseri umani. Un sistema semplice e al tempo stesso assai efficace. A Nexus vorrei dire che il grande gioco della vita presuppone una variegata e diversificata gamma di risposte, quindi di partecipazione. Non esiste un Osservatore atarassico del grande gioco, e la vita non ammette l’assenza, essendo essa la grande assente, cioè colei che pur istituendo il gioco ad esso non partecipa, poiché è il gioco stesso (mai visto il calcio giocare al calcio?). La Vita svolge la funzione che nella tragedia greca un tempo era attribuita al Coro, è la voce narrativa fuori scena che intesse l’ordito collegando le diverse scene l’una all’altra, narrando gli antefatti e ciò che non è direttamente narrato sul proscenio. Occupava lo spazio oggi riservato all’orchestra. La Vita predispone e modella le norme di partecipazione in funzione delle sue esigenze, limitandosi ad inserire delle varianti e i necessari collegamenti fra un episodio e l’altro. Tali norme, non essendo fisse ed intangibili, si modificano sulla scorta della necessità casuale, per cui la vita, il grande gioco cui non vorresti partecipare, ha stabilito anche il ruolo del non giocatore, cioè di colui che pretenderebbe di non parteciparvi. Chi si assume, o meglio colui al quale la vita assegna questa parte è egli stesso partecipe del gioco nel ruolo di presunto non partecipante. Nella tragedia classica gli attori per identificarsi con i personaggi che portavano in scena, indossavano delle maschere… domandati il perché. |
15-06-2007, 10.45.28 | #30 |
Sii cio' che Sei....
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Riferimento: Identità?
Lascio la mente pascolare dove vuole....sia fatta la mia volonta': desiderio.
Raduno tutto il pattume e ne faccio un gran fuoco: desiderio di liberta'. Bramo la comprensione e cado nella fitta rete dei testi...e' li apposta ed ha la funzione di catturare pesci (noi). Mi siedo a meditare: desiderio di illuminazione. Penso questo e quello e sono testimone: sono in bilico tra il noto e l'ignoto. Appare l'ignoto senza sapere, senza sapore ne' colore, senza confini: sono in un grande aeroporto. Sono arrivato qui con un volo, ora sono qui con tutti voi in questa grande sala di attesa e aspetto il mio volo: estinzione della brama. Non possedere mai nulla, annuncia una voce. Sogno, ma sono sveglio. |