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06-06-2007, 23.12.55 | #24 |
capire é non capire
Data registrazione: 13-04-2006
Messaggi: 12
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Riferimento: Wu wei (la non azione)
Ciao a tutti
Intervengo nuovamente in questo interessante 3D per cercare di meglio illustrare come vedo la questione e per cercare di rispondere alle sollecitazioni di Fallible e Yam. Fallible ha portato l’esempio della puntura fatta al paziente e, se ho ben capito (ti prego di correggermi eventualmente), attraverso la sempre più ampia comprensione delle Cause e degli Effetti, si ottiene una consapevolizzazione della non proprietà del compiere l’iniezione, della inconsistenza del protagonismo dell’agente e ciò comporta la presa di distacco dall’atto e, per dirla in modo semplice, dal merito della cura erogata. Beh, penso che sia una buona tecnica mentale, ragionare sulla non centralità e indispensabilità delle nostre azioni. Sicuramente aiuta l’ego a ridursi, purché lui, l’ego, non pensi “ come sono intelligente a capire questa cosa…” perché così ci si ri-frega. La nostra partecipazione al forum è wu wei? Nooo, assolutamente. Oh, non voglio certo mettermi a sindacare sullo stato spirituale altrui, però…., per quanto mi riguarda sicuramente no. Troppe sono le aspettative dell’ego di vedere apprezzate le proprie analisi, i propri punti di vista, oppure semplicemente, si ritiene che quello che hai da dire abbia importanza e peso, perché pensi possa essere utile, no? E qui vengo anche alle osservazioni di Yam e tangenzialmente anche ai rilievi di Noor (Essere dove si è...ma senza lamentarsi!) Non conosco così bene come Yam le tradizioni buddiste, per cui non mi addentro nelle citazioni da lui fatte, ma lo prego di considerare che il mio intervento non era rivolto all’elogio dell’ascesi come processo di estraniazione dal mondo. Anzi, se si vuole la mia impostazione è più chiaramente espressa dal primo post che illustra come la fede possa essere lo strumento mentale per realizzare più agevolmente il wu wei, portando di fatto l’ego ad essere azzerato dallo spostamento sul ruolo e potere dell’Altro, dell’Assoluto. La via di mezzo, io almeno la vedo così, non è per nulla un accontentarsi, anche se in parte l’accontentarsi può essere uno dei meccanismi utili, ma è soprattutto il non pretendere l’assoluta perfezione, che come direbbero molti in questo 3d, altro non è che un ulteriore desiderio e sete. Intendo dire che se ho per esempio una paura, dovrò applicarmi per risolverla, o per meglio dire, per risolvere la causa della stessa. Se me la tengo, posso anche aver la fortuna di non doverla mai affrontare, ma non è illuminazione. È narcosi. Il Buddha prima di giungere al Nirvana, aveva in realtà percorso un’ascesi che gli aveva permesso di primeggiare, se così si può dire, tra i suoi compagni, ma poi comprese che la “corsa” all’ascesi, aveva in sé una sete di perfezione che ne era il principale ostacolo, e quindi trovò l’illuminazione che estinse le “produzioni” di desiderio. Per cui, ribadisco. Cercare di liberare la mente dagli attaccamenti, senza troppo zelo, ma quando questi si presentano riconoscerli e come dicevo “sfrondare”. Il vero problema è il “come” farlo, no? Cari saluti. Elitheo |
07-06-2007, 07.09.08 | #25 | |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
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Riferimento: Wu wei (la non azione)
Citazione:
Si Flow. Potremmo tuttavia tornare al tema del rifugio..perche' quando quel processo si autoinnesta non c'e' piu' niente che tenga....e naturalmente tutto appare come superfluo. Ecco che la vera non azione diviene letterale per il Saggio. |
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07-06-2007, 09.30.57 | #27 | |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
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Riferimento: Wu wei (la non azione)
Citazione:
Sara quel che sara' e' fatalismo, e' una sorta di impotenza, di passiva rassegnazione. Nel WU WEI accade una sorta di spoliazione del superfluo che annebbia, cioe' oscura il Sole della pura Coscienza. E' un processo attivo e non passivo, in cui inizia una combustione interna, una profonda trasformazione da cui emerge qualcosa di assolutamente nuovo...muore la coscienza personale ed emerge quella universale o impersonale. |
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07-06-2007, 09.51.00 | #28 |
Ospite di se stesso
Data registrazione: 29-03-2007
Messaggi: 2,064
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Riferimento: Wu wei (la non azione)
X La viandante:
Il fatalismo,intanto ha un'accezione meramente negativa:un'ego che si rassegna al proprio destino. Il wu-wei è più complesso:è l'azione "invisibile" in quanto fluisce col Tutto ,da cui proviene. Il wu-wei è anche oltre l'idea di accettazione ( il sì alla vita) in quanto non v'è più un ego che agisce. |
07-06-2007, 13.01.16 | #29 | |
Perfettamente imperfetto
Data registrazione: 23-11-2003
Messaggi: 1,733
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Riferimento: Wu wei (la non azione)
Citazione:
Potresti dire cosa intendi tu per fatalismo? Perchè dalla nozione che hai tu del cosiddetto fatalismo, si può dire cosa abbia in comune o meno con il Wu wei. Se la tua è la mera accezione da vocabolario, in questo caso hanno ben poco da spartire. Solo un'apparenza concettuale. Infatti, come fa giustamente notare Noor, qui in occidente, di questo termine si ha una nozione negativa, la quale riflette una disposizione d'animo connotata da una triste rassegnazione di fronte agli eventi, che constata la realtà delle forze che sovrastano le nostre piccole volontà, davanti alle quali ci sentiamo impotenti. Nel post precedente ho tentato invece di far notare la differenza fondamentale che esiste fra il concetto di rassegnazione con quello di accettazione. Per me, sono spiritualmente e metafisicamente opposti. Assumere un atteggiamento invece dell'altro cambia completamente l'approccio alla vita. In uno, il fatalismo è il "ciò che è" preso sostanzialmente bene, in fiducia; nell'altro invece è sempre il "ciò che è", ma questi è sopportato, subito malvolentieri. |
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07-06-2007, 13.17.51 | #30 |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
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Riferimento: Wu wei (la non azione)
Grazie per le risposte
Sentite cosa ne penso io, è possibile che il fatalismo sia proiettato sul futuro, nel senso che non essendo possibile conoscere il futuro ci si limita al fatalismo, il wu wei invece non tiene affatto in considerazione il futuro, perché semplicemente non esiste, come il passato, unica realtà è l’attimo presente… O no? |