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02-06-2007, 11.54.09 | #113 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-10-2004
Messaggi: 1,774
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Riferimento: La Fede Bahà'ì
Salve e buon giorno!
sarò telegrafico per una sorta di rilassatezza mentale ...mi preparo ad un pomeriggio di lavoro Alla fine non è possibile trovare niente se non lo si stava cercando è chiaro nella ricerca scientifica c'è un obbiettivo da raggiungere o dimostrare; la ricerca mentale della propria "essenza" essendo essa già in noi è puro gioco intellettuale che può portare a piacevoli momenti di "illuminazione" claudio |
01-08-2007, 15.30.09 | #114 | |
Credente Bahá'í
Data registrazione: 26-02-2007
Messaggi: 447
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Riferimento: La Fede Bahà'ì
Citazione:
Ciao fallible Non capisco perchè fai la differenza tra ricerca scientifica e ricerca dell'essere. Per me sempre di ricerca si tratta e pertanto dobbiamo mettere un fine da ricercare oppure tutto sarebbe vano. La vera ricerca dovrebbe essere scevra da cognizioni precostituite o omologate, così come nella ricerca scientifica anche in quella spirituale il mettere in discussione le passate conoscenze è salutare e porta ad una accettazione di quello che era o ad una rielaborazione più moderna di quelle conoscenze. Non vedo differenze, quando si cerca bisogna sapere cosa si cerca. A presto |
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02-08-2007, 13.43.50 | #115 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-11-2006
Messaggi: 349
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Riferimento: La Fede Bahà'ì
Citazione:
Avere un credo o appartenere ad una fede religiosa, è sempre avere preconcetti. Dunque per il credente la ricerca non può essere libera se non smette di credere. |
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03-08-2007, 15.04.07 | #116 | |
Credente Bahá'í
Data registrazione: 26-02-2007
Messaggi: 447
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Riferimento: La Fede Bahà'ì
Citazione:
Potrei dire altrettanto per gli Atei o non credenti (anche questa è una fede), la ricerca non è libera finchè non si crede? Il punto però non è questo, la vera ricerca è intesa come annullamento delle precedenti cognizioni, il valutare quello di cui si viene a conoscenza senza preconcetti. E' chiaro che se sono un credente dovrò valutare da non credente e se sono non credente dovrò valutare da credente, mettersi nelle vesti altrui. Ad oggi non mi sembra che un Ateo o non credente si sia messo nelle vesti del credente dandosi risposte provenienti dal puro ragionamento. Shahruz parla di un fenomeno di 'omologazione' secondo il quale degli individui messi in una stanza tenderanno ad avere tutti la medesima percezione della stanza, e inserendo un individuo nuovo (con percezione diversa) alla fine acquisirà la stessa percezione del gruppo, indipendentemente dal fatto che sia corretta. Ciò è esattamente quello che si deve evitare quando si è alla ricerca di qualcosa che non è materiale ma spirituale, è assolutamente impossibile per un Ateo o non credente ritenere che esista un'anima, se ciò non fosse allora si dovrebbe accettare una parte dell'uomo che non è materiale e darne una risposta per l'esistenza di questa parte impalpabile ove la ragione, essendo essa materiale, non ha punti di riferimento. Partiamo dal presupposto che l'uomo sia solo materia e che dopo la breve o lunga vita, dovuta al caso, si dissolvi in una bara o nella mera terra, secondo costumi locali, cosa ne sarebbe delle azioni da lui fatte quando in vita; che valore avrebbero le buone o cattive azioni, se poi si potrebbe fare una distinzione; a cosa servirebbe il progresso e l'evoluzione materiale; cosa varrebbe qual si voglia valore sia esso pubblico o privato; avrebbe qualche senso un rapporto interpersonale o saremmo tutti egoisti? Partiamo invece dal presupposto che l'uomo sia anche spirito e che dopo la fine del suo stato materiale passi ad altre dimensioni in cui lo spirito continui la sua evoluzione, a questo punto le azioni da lui fatte quando in vita avrebbero un senso in riferimento all'evoluzione futura dello spirito nelle altre dimensioni; le azioni buone o cattive implicherebbero un diverso grado d'evoluzione futuro dello spirito; il progresso e l'evoluzione materiale servirebbe a rendere tutti più vicini; i rapporti interpersonali avrebbero un senso, quello di unità tra gli uomini e di altruismo verso i più deboli; ed i valori sia pubblici che privati sarebbero la base di convivenza per una crescita comune. Entrambi i presupposti non porterebbero ad una corretta ricerca della verità che stiamo al momento cercando inquanto sono agli antipodi senza un collegamento tra loro e pertanto ciascun interlocutore resterà dal suo lato della barricata argomentando esclusivamente per avvalorare la propria tesi. Ma se si scambiassero i presupposti seriamente, allora si potrebbe raggiungere un punto di partenza sul quale costruire una comune verità, sempre relativa, che però non darà adito a scontri di tipo egoistico e di presunzione di verità assoluta. Ho notato che la maggior parte dei post si limita a contrapposizioni ideologiche precostituite che partono da una visione ormai sterotipata nella nostra mente, da credente bahá'í ho imparato che tutte le mie conoscenze sono destinate a modificarsi ed evolvere nel tempo e pertanto anche il giudizio di un Ateo o non credente può aprirmi vie nuove alla ricerca. Ciò non vuol dire che riuscirei ad annullare tutte le cognizioni precostituite ma le metterei in discussione senza preoccuparmi di cosa potrebbe pensare un altro Credente Bahá'í perchè ciò non gli compete come non compete a me giudicare gli altri. In un altro 3d si parlava di MAESTRI, ritengo che i veri maestri sono solo quelli che non insegnano con le parole ma con le azioni ed i fatti. A presto |
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04-08-2007, 18.56.49 | #117 |
Credente Bahá'í
Data registrazione: 26-02-2007
Messaggi: 447
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Riferimento: La Fede Bahà'ì
Navigando ho trovato questo bel post:
[CODE]Bahai, la religione nata in Iran ma che ha il suo centro spirituale a Haifa Pubblicato da Elena Lattes alle 08:58 in Religion http://fuoridalghetto.blogosfere.it/2006/12/bahai-la-religione-nata-in-iran-ma-che-ha-il-suo-centro-spirituale-a-haifa.html Su L'Opinione del 23 scorso Paolo della Sala illustra in maniera più dettagliata in cosa consiste la fede e la cultura dei Bahai di cui avevo già accennato qui L’Iran è terra di antichissima civiltà, dotata di una ricchezza culturale e religiosa più ampia di quanto si crede comunemente. Oltre ad essere centro mondiale dello sciitismo, l’antica Persia ospita curdi, ebrei, zoroastriani (una parte dei quali si è trasferita in India, come ricordava a inizio ‘900 Guido Gozzano nel suo bellissimo “Viaggio alla cuna del mondo”). Meno nota è la storia del movimento religioso Bahá'í. A differenza del nuovo jihadismo e della sua istanza bellica, la religione Bahá'í è una religione di pace, che ha anticipato i modi e i toni di Gandhi. La storia del movimento è ricostruita dal Centro studi sulle religioni Cesnur:“Il movimento è nato nel contesto dello shaykhismo di Ahmad al-Ahsa'i (1753-1826), una corrente sciita minoritaria caratterizzata da forti toni messianici. Mirza Alì Muhammad (1819-1850), un mercante del'Iran meridionale… dichiara di essere il Promesso Qa'im dell'Islam sciita e la 'Porta' (tale è appunto il significato della parola araba bab) della conoscenza divina, nell'attesa di una successiva manifestazione divina, il misterioso Man Yuzhiruhu'lláh ("Colui che Dio manifesterà")...”. Accusato di eresia e ripetutamente incarcerato, Alì Muhammad è giustiziato a Tabriz nel 1850, mentre, malgrado i loro tentativi di difesa, diverse migliaia di babi sono trucidati. (…) Nel 1863 Bahá'u'lláh, che aveva acquistato grande prestigio nella comunità, alla vigilia di un ulteriore esilio da Baghdad a Istanbul, si proclama di fronte ai familiari e ai più fidati discepoli il Man Yuzhiruhu'lláh, la "manifestazione divina" preannunciata dal Bab. In seguito alla autoproclamazione, l’impero ottomano deporta ancora una volta il leader religioso, da Edirne verso Akka, l’antica Accra (vicina a Haifa in Israele). Nel suo esilio Bahá'u'lláh compone il libro Kitábu'l-Akdas e crea un vero e proprio culto, i cui fedeli si espandono in India, Egitto, Russia. Suo figlio Abdu'l-Bahá uscirà dall’isolamento imposto dallo Stato turco e nel 1909 riuscirà a far costruire il primo tempio della fede Bahá'í, ad Haifa. Da quel momento il movimento si è diffuso anche in Occidente, in Europa, negli Usa e in Canada. Oggi i fedeli sono complessivamente almeno cinque milioni (2800 in Italia). Paradossalmente, il culto Bahá'í è perseguitato proprio nella sua terra di origine. Come riferisce il sito italiano del movimento “Il Relatore Speciale della Commissione per i Diritti Umani sulla libertà di religione e credo delle Nazioni Unite”, Asma Jahangir, ha fatto la seguente dichiarazione lo scorso 20 marzo: “Il Relatore Speciale è molto preoccupato dalle informazioni che ha ricevuto in merito al trattamento dei membri della comunità bahá'í in Iran. Il Relatore Speciale è venuto a conoscenza di una lettera confidenziale inviata il 29 ottobre 2005 dal Capo del Comando Generale delle Forze Armate in Iran ad una serie di agenzie governative. La lettera, indirizzata al ministro dell’Informazione, alla Guardia Rivoluzionaria e alle Forze di Polizia, dichiara che il Leader supremo, Ayatollah Khamenei, ha dato ordine al Comando Generale di identificare le persone che aderiscono alla Fede Bahá'í e controllare le loro attività”. Il regime chiede di raccogliere segretamente informazioni sui membri della Fede Bahá'í. Cosa inammissibile, secondo il responsabile dell’Onu, il quale la considera un’inaccettabile lesione dei diritti delle minoranze religiose, anche perché “le informazioni acquisite in conseguenza a un tale controllo saranno usate per incrementare le persecuzioni e discriminazioni nei confronti degli appartenenti alla fede Bahá'í, in violazione alle leggi internazionali”. La comunità iraniana conta più di 300.000 membri. Tuttavia i fedeli non sono riconosciuti come una minoranza religiosa nel paese e non hanno il diritto di praticare la loro fede. Il culto Bahá'í è monoteistico e mostra contiguità col pensiero indiano e cinese. Strettamente monoteistico, il movimento considera ugualmente valide le diverse “manifestazioni della divinità”, da Buddha a Cristo. La credenza in Bahá'u'lláh come profeta di Dio è il centro della fede Bahá'í. I fedeli considerano tutte le "religioni universali" frutto della rivelazione divina e parte di un “processo evolutivo” che comporterà l'instaurazione della "Grande Pace", un'epoca caratterizzata dalla fine di ogni conflitto e dall'unità del genere umano, dopo che questo avrà riaperto la porta alla spiritualità, in base ai princìpi predicati da Bahá'u'lláh. La vita sociale dei fedeli segue un ampio programma riformista, riassumibile in alcune regole: “unità dell'umanità, libera ricerca della verità, unità e progressività delle religioni, armonia fra scienza e religione, uguaglianza fra uomo e donna, eliminazione delle forme estreme di ricchezza e di povertà, abolizione di tutti i pregiudizi, educazione obbligatoria per tutti, soluzione spirituale dei problemi economici, adozione di una lingua 'ausiliaria' internazionale, pace mondiale grazie a un governo mondiale, libertà spirituale dell'uomo, equilibrio fra la civiltà materiale e quella spirituale”. La ricerca della pace e la credenza nell’unità di tutti gli uomini nel loro rapporto con Dio, senza la pretesa della predicazione intesa come conquista, rendono il movimento Bahá'í decisamente inviso al neoislam iraniano. La repressione dei Bahá'í è solo l’ennesima contraddizione di chi si proclama interprete unico e indiscutibile della volontà celeste. Non dimentichiamo che Ahmadinejad è in “relazione diretta” con l’Imam nascosto, figura divina degli sciiti.[/CODE] Attendo qualche Vs. riflessione. |
21-08-2007, 17.59.30 | #118 |
Credente Bahá'í
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Riferimento: La Fede Bahà'ì
Inferno e paradiso: il punto di vista bahá'í sulla vita dopo la morte
Il concetto bahá'í di vita dopo la morte, come nelle altre religioni mondiali, è profondamente integrato con gli insegnamenti sulla natura dell'anima e lo scopo della vita terrena. Bahá'u'llah ha confermato l'esistenza di un'anima individuale e razionale per ogni essere umano. In questa vita l'anima è in relazione con il corpo fisico, costituisce la base della vita ed è il suo vero "io". Sebbene non rilevabile per mezzo di strumenti fisici, l'anima si manifesta tramite le qualità del carattere che associamo ad ogni persona. È il punto focale di amore e compassione, di fede e coraggio, e di altre qualità "umane" che non possono essere spiegate soltanto pensando all'uomo come ad un animale o come ad una sofisticata macchina organica. L'anima non muore ma dura in eterno. Quando muore il corpo, l'anima è libera dai legami con esso e con l'ambiente fisico circostante e inizia il suo progresso nel mondo spirituale. I bahá'í credono che il mondo spirituale sia una estensione senza tempo né spazio del nostro universo e non un qualche luogo fisicamente remoto o estraneo. Il passaggio nell'altra vita potenzialmente porta grande gioia. Bahá'u'lláh paragonò la morte al processo della nascita spiegando che "Il mondo dell'aldilà è diverso da questo mondo quanto questo differisce da quello del bambino ancora nel grembo della madre." L'analogia con il grembo materno riassume per molti versi il punto di vista bahá'í sull'esistenza terrena. Come il grembo materno costituisce un luogo importante per lo sviluppo fisico iniziale di una persona, il mondo fisico fornisce la matrice per lo sviluppo dell'anima individuale. La vita per i bahá'í è, di conseguenza, una sorta di laboratorio dove si possono sviluppare e perfezionare quelle qualità che saranno necessarie nell'altra vita. "Sappi per certo che se l'anima dell'uomo ha camminato sui sentieri di Dio, ritornerà e si unirà sicuramente alla gloria del Benamato", scrive Bahá'u'lláh. "Per la giustizia di Dio! Raggiungerà un tale stadio che nessuna penna potrà raffigurare o lingua descrivere." In ultima analisi, il paradiso può essere considerato come uno stato di vicinanza a Dio mentre l'inferno è uno stato di lontananza da Dio. Ogni stadio viene raggiunto come naturale conseguenza degli sforzi individuali per crescere spiritualmente, i della loro mancanza. La chiave per il progresso spirituale è seguire la via indicata dalle Manifestazioni di Dio. Al di là di questo, l'esatta natura della vita dopo la morte rimane un mistero. Scrive Bahá'u'lláh: "La natura dell'anima dopo la morte non potrà mai essere descritta." |
26-08-2007, 19.47.57 | #119 | |
Credente Bahá'í
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Riferimento: La Fede Bahà'ì
Nota sulla Trinità
Citazione:
Vi prego di riflettere. |
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26-08-2007, 20.57.42 | #120 |
Ospite abituale
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Riferimento: La Fede Bahà'ì
A me sembra che quì non si parli di tre persone distinte ,perchè come può essere il sole distinto dalla sua luce ed il suo calore?
si tratta di unità ,credo ,fonte ed emanazione e mi chiedo:Cristo esisteva prima della sua nascita? |