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22-10-2006, 23.46.25 | #13 |
Nuovo iscritto
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza
mha! più o meno condivido il pianto come sorta di liberazione, o mera commozione, però l'affermazione che ho sentito, a me, è parsa un pò "dura", da un lato, nei confronti di chi piange per "liberarsi da un dolore" e, dall'altro lato, quasi fosse una sorta di "vergogna".
Anche a me è stato dato di piangere e riflettendoci forse un qualcosa di vero potrebbe esserci. Vediamo. Vi è mai capitato che, indipendentemente dal vostro umore del momento, un elemento esterno ed estraneo vi abbia colpito ed abbiate cominciato a piangere (apparentemente per niente) e che a quacun'altro, chiedendovi perchè piangete, abbiate risposto: non lo sò? E che, durante le convulsioni inarrestabili del pianto "liberatorio", si sia data una spiegazione che coinvolgesse l'elemento esterno e/o estraneo di cui sopra? Ecco, l'elemento esterno che ha scatenato il pianto convulsivo e la risposta "non lo sò" nasconde ben più profonde verità di quelle che in realtà si vorrebbero far credere al mal capitato di turno che offre la propria spalla o la "pacca consolatoria". In un certo senso ci si coccola e cerchiamo coccole o, meglio, conferme che il nostro disagio è reale e corrispondente a quel preciso momento mentre è solo lo svicolare, abilmente direi, al vero problema che fa scaturire un pianto di tipo convulsivo. L'altro rischio, oltre ad essere sgamati , è che piangere di fronte ad estranei (a ripensarci non solo) farebbe una facile preda in chi non ha reali interessi affettivi, mi spiego, ci si mette in uno stato di completa indifesa: è evidente che ci sia una ferita aperta, e qualcuno potrebbe anche divertirsi a continuare ad intingere la lama e mai ad allungare una mano che sappia "afferrarti" o "afferrarti saldamente". Lo sò è un pò contorto.... Impegnatevi dai! |
22-10-2006, 23.57.07 | #14 | |
Nuovo iscritto
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza
Citazione:
Scusa eh! ma ogni volta che ti leggo... mi ispiri |
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23-10-2006, 09.34.19 | #15 | |
Ospite abituale
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza
Citazione:
No non è contorto, ed è forse uno dei motivi che per quanto mi riguarda, m'impediscono di lasciarmi andare. E' soggettivo e francamente di fronte al pianto altrui mi sento subito di parte, non mi viene da pensare che sia una recita; forse una richiesta, e appunto come tale se capita di assistervi mi sembra umano porgere una mano sincera. Però per me è una questione di pudore, e sebbene non abbia problemi a raccontare con sincerità ciò che provo, l'esternazione di pianto o di sofferenza non mi riesce automatica; non sono riuscita a emettere un suono nemmeno in sala parto, sebbene mi fosse richiesto (in quel caso ero così concentrata sulla magia dell'evento che le grida mi sembravano togliere la concentrazione e il ricordo che ne volevo avere: in qualche modo dignità). Ma come per Spaceboy, l'unico momento in cui non riesco a trattenere le lacrime è di fronte a un'opera lirica |
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23-10-2006, 10.32.56 | #16 |
iscrizione annullata
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza
Puo' succedere che io pianga, non per gioia o commozione, ma per dolore, e' un modo di sfogare il mio dolore, ma quando mi e' capitato o ero da sola o mi era accanto un' amica o amico, mai un estraneo, non riuscirei ad esternare i miei sentimenti piu' profondi in platea...sono molto solare e aperta ma non per questo le lacrime le verso in pubblico...e' accaduto da poco un avvenimento che mi ha molto scossa, un giorno e' arrivata in ufficio una collega, eravamo da sole...e appena entrata mi ha detto "e' morto il mio papa questa notte'"....scossa perche' in questi frangenti generalmente una persona non viene a lavorare... perche' e' stata una frase inaspettata e terribile...perche' ho sentito tutto il dolore che stava provando, un pianto disperato e l'ho abbracciata e tenuta stretta a me per farle sentire il mio affetto e la mia partecipazione al suo dolore...avevo gli occhi lucidi.
Vaniglia |
23-10-2006, 13.38.31 | #17 | |
Ospite abituale
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza
Citazione:
è la stessa cosa che è successa a me. Anche io ora ho 23 anni e stavo meglio quando piangevo. Insomma, credo di aver perso qualcosa di me stessa non piangendo più e non avendo più tanto tempo per riflettere. Stando a contatto con la gente è inevitabile che ti fai la corazza perchè ti vergogneresti a piangere per ogni cosa che non trovi conforme al tuo modo di essere. Però magari prima accumulavo ciò che non mi era piaciuto e mi sfogavo con tranquillità dopo. Ora non ci riesco più. So che questa non è una cosa bella perchè perdo il bello della vita. |
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23-10-2006, 13.52.50 | #18 | |
Nuovo iscritto
Data registrazione: 03-04-2002
Messaggi: 1,287
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza
Citazione:
Nò, forse non ho capito |
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23-10-2006, 14.17.02 | #19 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 20-10-2006
Messaggi: 1
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza
Citazione:
Ciao Tammy, Si può solo piangere quando c'è attaccamento a qualcosa, quando c'è il senso di perdere qualcosa. Senza attaccamento non c'è ragione per piangere perché non si perde niente. Il pianto fine a se stesso è, come dici tu, spesso la compassione per se stesso, ma hai la risposta alla mia domanda: esistono due noi? Io piango per me stesso? Chi è IO e chi è me stesso? Se sono uguali, non posso piangere per me stesso? Il pianto è un’emozione e le emozioni sono pensieri. Non ci si può emozionare quando non esiste una memoria passata con la quale fare dei confronti e ricordare. No? Gando. |
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23-10-2006, 15.04.18 | #20 | |
Ospite abituale
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza
Citazione:
Mai sentito parlare delle prefiche? |
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