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11-06-2006, 02.12.52 | #42 | |
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Re: Non banalizzare
Citazione:
Sì, è esattamente così che ci si sente quando non si riesce a guardare con onestà e con equilibrio i propri impulsi aggressivi verso i figli. Orribili e inaccettabili come madri e come esseri umani. Almeno se si è convite che questi impulsi sono innaturali e inumani. Il senso di colpa può essere intollerabile. Ne nasce un'angoscia insopportabile e si rivolge l'aggressività verso se stesse. L'ho provato! Non credere, sai, che pensare "adesso mi scivola mentre lo lavo" sia pensare ad un incidente. E' raro che i bambini scivolino mentre li lavi se non li lasci scivolare! Ed è assurdo e intollerabile vedersi passare per la testa questi pensieri e insieme provare amore! Ti senti scissa, spezzata in due. Ma io non darei per scontato che sia una malattia! Lascia, per favore, che sia chi la vede, chi le parla, a valutare questo. E' ovvio che queste cose vanno affrontate, e affrontate seriamente. Lo deve fare per se stessa e per la bambina! Ma non è necessario sentirsi malate per affrontarle. Ci sono cose, nella vita, che fanno un male tremendo, eppure non sono malattie. Sono vita. Io non lo so se lei è davvero depressa oppure no. Non sta a me stabilirlo. E nemmeno a te. Non si può capire questo da pochi post su internet. Non posso capirlo io, ma non puoi capirlo nemmeno tu, e se tu sei un professionista serio, lascia perdere il ruolo di medico sul forum. Un medico serio non fa diagnosi e non cura per telefono e meno che meno via internet. Dimenticare? No, secondo me non si deve dimenticare. Mai. Si deve sanare, ma non dimenticare. Poi, il ricordo non fa più male ma arricchisce. E' possibile. Ne sono sicura perchè l'ho vissuto. Secondo me, nessuna madre deve dimenticare. Una madre deve accompagnare e dare aiuto e cura ai suoi figli! E per farlo deve conoscere ciò che è umano, altrimenti pretenderà dai suoi figli quella stessa impossibile perfezione che ora pretende da se stessa. E' un compito difficile e impegnativo essere madre, ma è anche bellissimo, se lo si fa rimanendo presenti a se stesse e tutte intere. Rimanendo vive! E questo non è facile per nessuno. Tutta la vita che abbiamo vissuto prima di diventare madri ci ha rese non intere. Riscostruirsi, trovare noi stesse, è un compito difficile. Ma è l'unico modo per essere davvero e pienamente esseri umani. E' un compito che ogni essere umano dovrebbe affrontare, ma che chi è madre e davvero ama i suoi figli non può evitare. Se lo evita, vivrà una vita d'inferno e condannerà i suoi ad un inferno ancora più grande. E diventare intere significa assumersi la responsabilità della propria vita e dei propri impulsi, che è l'esatto contrario del senso di colpa. Il senso di colpa è proprio una mancata assunzione di responsabilità. Non serve a niente, fa solo male a tutti. Mentre anche il pensiero più orribile si più guardare e se lo si guarda responsabilmente, diventa facilissimo scegliere di non agirlo. Mentre se non ci si assule questa responsabilità, in un modo o nell'altro lo si agirà. Magari non lasciando scivolare un bambino, ma certamente avvelenandogli l'esistenza. |
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11-06-2006, 03.30.09 | #43 | |
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Desinas, dulcis Fragola, ineptire
Citazione:
Tu devi essere una specie di vulcano! E non invidio la tua (o il tuo, ma credo la tua) analista... Allora, cara Fragola, noi siamo partiti da una diagnosi, la quale, verosimilmente, dobbiamo tenere per giusta. Abbiamo alcuni appunti che questa ragazza ci lascia, attraverso questo mezzo imperfetto. Anche poche righe sono preziose, quando si cerca di interpretare un dolore: tu lo sai o, forse, imparerai, che occorre essere attenti e prudenti dinnanzi a chi chiede aiuto. Nulla più di tanta esperienza possiamo dare, attraverso questo veicolo. Ma l'esperienza si forgia nell'ascolto, e non soltanto nell'errore. Non devi mai confrontare le tue sofferenze con quelle di chi ti affida le sue. Mai regolarti su esse, ma casomai confrontarle con la lettura e lo specchio interiore che ha mediato la tua pacificazione con esse. Mai correre: questa è ansia. Il tempo dell'esistenza non si misura con quello dell'orologio, nè del calendario. E non è neppure lineare e irreversibile. Non scorre dentro un letto di fiume: ma scivola come un rivolo d'acqua sulla sabbia, "creando" il suo tragitto, che rimarrà, per qualche tempo, segnato. |
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11-06-2006, 08.22.35 | #44 |
Ospite abituale
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grazie della vostra testimonianza
Ciao a Kleine
ciao a Fragola ciao a Weil interessate quello che avete scritto. Io ho avuto un bambino 10 anni fa.Non ho sofferto di depressione postpartum,ma subito dopo il concepimento,sono entrata in una forte depressione.La depressione è durata 9 mesi.Subito dopo la nascita di mio figlio,sono rinata Durante quei famosi 9 mesi...ero entrata in una profonda solitudine.9 mesi a leggere e basta..non parlavo..ma parlava la mia mente una mente diabolica..non parlavo io che adoro parlare... non ho chiesto aiuto perchè mi vergognavo.. perchè pensavo che una donna che aspetta un bambino non PUO' permettersi di entrare in depressione quando si aspetta un bambino dobbiamo soltanto essere FELICI... 9 mesi d'inferno...ma avevo fiducia in qualche cosa...perchè non ero sicura che il bambino poteva nascere sano (per altri problemi). Andavo spesso a passeggiarere da sola...e parlavo con "qualcuno"..con una forza superiore...e mi sentivo bene.Tornavo a casa e il tormento rincominciava..riprendevo a leggere e tutto passava.. Tutto questo per dirvi...che la depressione e brutta..mi dicevo sempre ma se durante la gravidanza sono cosi depressa dopo il parto come sarà Avevo il terrore...nel momento del parto la mia mente mi diceva : "Dai,Klee,lascialo dentro il tuo utero questo bambino..."ed io bloccavo l'esplusione di questo meraviglioso bambino... poi non ho ascoltato la mente malata e vai.!!.....mi figlio mi ha fatto vedere la Luce...e io l'ho fatto venire alla Luce da allora sto benone...ma ogni tanto la MENTE mente un campanello d'allarme e chiedo un aiuto a persone competenti... un forte Klee Ultima modifica di klee : 11-06-2006 alle ore 08.25.56. |
11-06-2006, 11.55.08 | #45 | |
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Re: Desinas, dulcis Fragola, ineptire
Citazione:
Questo è certamente vero! Sono una specie di vulcano. E la mia ex analista (ho concluso da tempo l'analisi) dice di essersi divertita molto con me. Non potrò mai essere un rivolo d'acqua, visto che l'elemento fuoco è fortissimo in me. Sai, ognuno deve vivere e lavorare con gli strumenti che ha a disposizione. Non serve a niente fare finta di essere qualcos'altro. E stai tranquillo, non sono ansiosa nemmeno un po'! Mai stata. Complicata, in certi momenti tormentata, ma mai ansiosa. Me è proprio questo il punto! Siamo partiti da una "diagnosi" e da una terapia contrastanti! Quindi dobbiamo presumere: - o che la psichiatra che l'ha avuta in cura è un'incompetente - o che non riteneva Kleine così gravemente malata! Comunque sappiamo che presto Klaine vedrà un'altra psichiatra, quindi in questo caso sospendere una valutazione diagnostica è d'obbligo. E' cosa sana e giusta lasciare che sia la sua nuova psichiatra a fare una diagnosi. Quello che invece possiamo fare, è dare calore umano ad una persona che certamente, e questo è evidente, sta soffrendo e che, io credo, è troppo sola. Non possiamo prenderci cura come terapeuti (io per di più ancora non sono terapeuta, non ho ancora concluso la formazione) ma possiamo prenderci cura come persone, come esseri umani. Sai, il senso di colpa può essere dolorosissimo, ma a volte basta sentirsi meno soli e sapere di poter condividere pensieri che si giudicano "indicibili" per stare un pochino meglio. Solo un pochino meno sola mentre aspetta il giorno dell'appuntamente, che è una cosa che, e ce lo ha detto, aggiunge altra ansia. Possiamo farlo, e io desidero farlo. Sai, raramente io invervengo in discussioni così strettamente personali e rarissimamente parlo di me in forum. Ma questa volta sento che va bene farlo e che voglio farlo. Credo che la cosa di cui ha più bisogno una neomamma è di non essere sola con i suoi pensieri. Ci sono molti motivi sociali a causa dei quali ogni neomamma è troppo sola. E credo che tu sappia bene che essere troppo soli con i propri pensieri e con i propri sensi di colpa può essere causa di depressione. Ma è una causa che nessun farmaco può curare. Il farmaco può dare un sostegno, un aiuto. Ma se non si va anche a guardare con gli occhi davvero aperti la causa, il farmaco può fare poco. Tu non puoi, da qui, curarla come medico. Io non posso percorrere con lei la sua storia per capire quali ferite la maternità ha riattivato. Ma tutti noi possiamo parlare con lei. Soprattutto noi donne che abbiamo vissuto la maternità e le ansie e le paure da neomamma. Possiamo farle compagnia mentre aspetta. Leggere quello che scrive, se lei ha voglia di scrivere, senza giudicare. Parlare con lei e condividere le nostre esperienza. E soprattutto non mettere etichette a priori e non spegnere la speranza. Hai ragione sul fatto che poche righe possono anche dire moltissimo. Se potessi parlare con te o con Kleine, vi potri dire che cosa io percepisco dai suoi interventi. Ma molto onestamente dico anche che non posso essere sicura di aver capito veramente. In uno scritto mancano le cose più importanti. Manca il tono di voce, lo sguardo. Manca il corpo. Manca la risonanza. Manca quello che è fondamentale per comprendere davvero. Quindi questa volta sono io che incito te alla pazienza! Io sono un vulcano e rispondo a te come un fiammifero se parliamo di questioni teoriche. Ma sono attentissima a non affrettare i giudizi. Anzi, nel limite dell'umanamente possibile, non giudico e basta. Ci sono momenti in cui mi è evidente che l'unica cosa che posso fare è esserci. E' una cosa che si impara proprio facendo i genitori Non sempre si può capire, ma spesso basta esserci. In forum non posso certo "esserci" con un silezioso ascolto accogliente!! Ma posso esserci condividendo le mie esperienze. Ultima modifica di Fragola : 11-06-2006 alle ore 12.02.18. |
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11-06-2006, 18.35.52 | #46 |
Ospite
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Cara Fragola,
prima di tutto vorrei esprimerti la mia ammirazione. Partorire e crescere un figlio a 19 anni deve essere stata durissima, sopratutto perché al giorno d'oggi a 19 anni normalmente si fanno altre cose, tipo studiare, viaggiare, diverstirsi... Invece tu sei cresciuta in fretta, pensa che sono solo un po' più grande di lui.... E magari avessi una mamma come te! Io mi sono trasferita all'estero x studio nel 1999 e poi dopo essermi laureata ho ricevuto un'offerta di lavoro da una multinazionale di qui e di conseguenza ho deciso di rimanere fuori per ancora qualche anno. Ho lavorato x quell'azienda quasi 4 anni e mi facevo un mazzo a quadretti. 60 ore settimanali, viaggi, trasferte.... Però ricoprivo una posizione importante e venivo anche trattata bene: macchina, cellulare, portatile... Insomma la mia vita ruotava intorno al lavoro e... agli uomini, ma in maniera poco positiva. Cambiavo fidanzato come niente fosse e usavo gli uomini perché tanto se non lo avessi fatto io, lo avrebbero fatto loro. La mia vita era un susseguirsi di: ufficio-shopping-cene-uscite-week end in giro x l'europa... Una specie di sex and the city insomma. Nel 2003 conosco mio marito e improvvisamente la mia vita cambia radicalmente. Ho smesso di lavorare come una pazza e ho acquistato un po' più di fiducia nel prossimo... Ma mai completa. Mio marito non mi ha mai fatto dubitare della sua fedeltà, ma sono io che penso che tanto prima o poi si stancherà di me... Come tutti del resto. Un anno dopo il matrimonio rimango incinta e succede la prima batosta: vengo licenziata in tronco, senza ai né bai. Anzi, la direzione si è offesa, dopo tutto quello che mi hanno dato... Io li ho "traditi" cosí, anche se ho comunicato la gravidanza dopo sole 10 settimane. Dopo nemmeno 1 settimana arriva una nuova ragazza che si prende la mia scrivania, il mio computer, la mia sedia e mi dice che da oggi il posto è suo. Non ho potuto far altro che incartare e portare a casa. La gravidanza procede abbastanza bene, ma io ho sempre meno voglia di stare a casa... Già non ne posso +. E poi la nascita di Giulia, mia figlia. Mio marito mi porta all'ospedale una mattina dove avvertivo fortissime contrazioni. Arrivo in ospedale e non c'era nessuno... Solo un'ostetrica che non dice assolutamente nulla... In preda al panico inizio a vomitare e questa ostetrica mi urla di tutto, che ho sporcato e ora lei deve pulire... Io gli chiedo solo un po d'acqua.. Poi arriva un dottore, mi fa sdraiare mi mette un infusione e se ne va. "dottore, quanto ci vorrà?" " e che ne so io non sono mica zaratustra!" Per ore mi lasciano sdraiata senza niente x alleviare il dolore... Chiedo la peridurale e mi dicono che non c'è l'anestesista... Dopo un tempo interminabile arriva una ginecologa che pietosa mi aiuta a sopportare il dolore. Mi dice che la testa non scende... Allora preme sulla pancia... Niente. Mi induce le contrazioni.... niente. Alla fine sto x perdere i sensi e mi fanno l'epistomia tirando fuori la bambina... Il mio 1 pensiero è stato: "sono viva, sono viva!" no guardavo la bambina... non mi importava di lei... E lì è iniziato il calvario. Non risucivo ad allattarla, non riuscivo a tenerla in braccio, non volevo nemmeno guardarla... Dopo 3 giorni di pianti disperati mi hanno dimesso e mi sono trovata a casa da sola (mio marito è tornato a lavorare subito) con questa "cosa" di 3,5 kg che pretendeva un'attenzione costante... Mia madre è arrivata ed è potuta stare solo 4 giorni... Dopo di che ho passato 3mesi da sola. Mia suocera non veniva. Le mie amiche non venivano perché non hanno figli. Mio marito tornava alla sera tardi... E io combattevo dalle 6 di mattina fino alle 9 di sera con una neonata. Non potevo nemmeno farmi la doccia, o mangiare un piatto di pasta senza ingurgitarmi... Non passava giornata in cui non meditassi qualche pensiero infame. Ma fragola ha ragione. Ero sola, TROPPO SOLA. Mai un aiuto, mai una distrazione...Non posso meravigliarmi se dopo 6 mesi sono crollata... E chi ce la fa? Dopo piano piano ho iniziato a prendermi qualche ora, ad sucire un po'... Ma sempre con l'ansia. Era come se, stando con mia figlia, mi autopunissi del fatto che non sentivo di amarla... Almeno stavo con lei e facevo il mio dovere. Ora non so se tutto questo significa depressione, malattia o solamente una solitudine tremenda. So solo che io voglio essere felice, voglio svegliarmi la mattina e pensare: che bello il momdo! Voglio avere fiducia nel prossimo, voglio essere una moglie dolce ed affettuosa..Voglio tornare ad essere la persona che ero prima... Scusate se sono stata prolissa.. Grazie x avermi ascoltato... |
11-06-2006, 19.18.58 | #47 |
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Meine liebe Kleine...mi commuove quello che scrivi...
vai da un bravo psicoterapeuta..tu hai bisogno di essere seguita..tu hai bisogno di parlare e può darsi che avrai bisogno di un sostegno con farmaci. Non sei l'unica a passare questi momenti... Muoviti fai qualche cosa per te!!!! |
12-06-2006, 00.35.39 | #48 |
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Ciao Kleine. Scriverò poco perchè è tardi. Ma voglio comunque lasciarti una traccia del fatto che ti ho letta.
C'è una cosa che ti vorrei dire. Io credo che ci sia un grosso errore nella nostra cultura: ci fanno credere che l'amore per i figli sia automatico e istintivo. Così a volte succede che se una non prova per il proprio figlio appena nato un amore travolgente, si sente in colpa da morire. Invece non è così. Nessun amore è istintivo, nemmeno quello materno. L'amore si costruisce. Soprattutto dopo i parti difficile o molto dolorosi, è normalissimo non provare subito tutta quell'ondata di tenerezza. Invece ce l'aspettiamo e se non la proviamo ci sentiamo in colpa. E i sensi di colpa alimentano sensi di colpa. Diventa un circolo vizioso. Ha ragione Klee, hai bisogno di parlare. Qui in italia ci sono dei consultori dove si organizzano anche momenti di incontro tra le mamme proprio perchè siano meno sole. Lì dove sei tu non ce ne sono? Questo ovviamente non in alternativa, ma in aggiunta alla terapia, qualsiasi essa sia. Ora ti abbraccio buonanotte |
12-06-2006, 07.31.58 | #49 |
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Grazie Fragola,
e grazie anche a te klee, x aver condiviso la tua esperienza con me. So che tante persone attraversano una fase difficile durante la loro vita. E SO ANCHE CHE PASSERÁ ma devo trovare qualcuno che sia in grando di aiutarmi. Prima di Natale ero andata in un consultorio e avevo parlato qualche ora con una psicologa di questo mio malessere. Ma sono passati diversi mesi. Lei mi aveva consigliato di "staccare" un po' la spina dalla bambina. Prendere una baby sitter, uscire un po' anche da sola... Ma io non sono quasi riuscita a farlo. Nemmeno adesso riesco a staccarmi da mia figlia. Ma non perché abbia paura che sia in cattive mani o che stia male... No x carità. Io non ci riesco perché mi vengono i sensi di colpa a me... Ma si può essere cosí ? La cosa forse rilevante è che il mio malessere inizia sempre al pomeriggio x poi andare a finire fino a notte fonda dove sono costretta a prendere un sonnifero... La mattina invece a quest'ora mi sento sempre in forma e pimpante. Poi basta il semplice susseguirsi della giornata x esaurirmi... Ieri notte mio marito mi ha nuovamente "cercata" ma io al solo pensiero mi sento male e non riesco nemmeno ad immaginarmi nulla. Anche questo è frustrante, sapere che il tuo compagno soffre e sta male a vederti cosí. |
12-06-2006, 07.38.41 | #50 |
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Il senso di colpa...non dovrebbe mai esistere...
il senso di colpa secondo me è un inizio di un forte disagio Tu dovresti parlare di più,andare nel più profondo di te stessa. Perchè ti senti in colpa?...per la tua mente ti dice delle cose brutte...è la mente che parla per te Essendo un pò esaurita è la mente che parla al posto tuo... ti dice delle cose non vere ma,perchè sei stanca.... non so se mi sono spiegata...? Sei costretta a prendere questo sonnifero?i sonniferi non fanno sempre bene.. |